Il rock dei Gorillaz passa per l’ipad
Ma guarda un po’. E’ arrivato il nuovo cd dei Gorillaz, che si intitola The fall, snocciola quindici brani e ben pochi se lo aspettavano così in fretta. Tanto per intenderci, la band (band??) lo ha pubblicato in fretta e furia anche per collegarlo al Record store day del 16 aprile (a proposito: ho comprato Brown sugar dei Rolling Stones, Shoot to thrill degli Ac/Dc e Got to be better in a little while di Derek and the Dominos: f-a-v-o-l-o-s-i).
Lì per lì, mi ha colpito l’origine di questo disco, nato durante le 19 date del tour americano. Ogni giorno, in giro per hotel, aerei, arene e palasport su e giù per gli States, Murdoc, Russel, Noodle e 2D hanno realizzato una sorta di diario sonoro che in fondo è quella roba là, il suono liquido e fluido dei Gorillaz. Già un album nato così, merita un bel po’ di attenzione.
In più c’è un’altra caratteristica: stavolta comanda 2D, ossia Stuart Pot, quel personaggio immaginario che nella fantastica e fantasiosa macchina virtuale dei Gorillaz sarebbe il cantante e il tastierista. Lui, o chi per lui, l’ha confermato così, tracciando anche il curriculum del gruppo: “Uhmmm…Il primo album dei Gorillaz, il nostro disco d’esordio, seguiva più lo stile di Russel…molto hip-hop, funk e un pò di dub cubana. Demon Days, invece, era ispirato da Noodle e da alcuni dei suoi demo, particolarmente cupi e tenebrosi, frutto di tutte le sue contemplazioni sul mondo. Plastic Beach è uscito principalmente dalla testa di Murdoc, pieno di collaborazioni e mash-up leggendari, è stato registrato sull’isola di Plastic Beach nel mezzo dell’oceano. Tanto rum e tanti pirati…infine questo The Fall, è principalmente frutto delle mie idee…qualcosa di più leggero e più…beh…sono solo io che gioco con un iPad…che provo un po’ di cose. Semplicemente guardando l’America e poi “toccando” lo schermo…Non mi sono concentrato più di tanto…Quindi si, ogni album ha qualcosa di ciascuno di noi, ma ogni volta…più di uno rispetto agli altri…. Beh, così è come la vedo io comunque”. In poche parole questa è musica itinerante, liquidissima, frutto della più bruciante delle ispirazioni. Io ho ascoltato qualcosa. E ammetto che mi piace come ciò che c’era in Demon days, forse più: quindi per me hanno fatto un altro passo avanti. Però c’è un però. Salutati all’inizio come super indie ed extra cool dagli sciccosissimi critici inglesi, per di più tutti commossi al cospetto del pioniere Damon Albarn anima del progetto, ora i Gorillaz rischiano di essere biecamente trascurati perché sono troppo famosi, hanno insomma quella etichetta che per tanti è oscena – mainstream – ma che di per sé non vuol dire nulla. Ma proprio nulla. Qualcuno ha detto: i Gorillaz hanno perso l’anima per diventare un anime. Per carità, i soliti luoghi comuni dettati dall’ossessione per le categorizzazioni. Perciò, se vi capita, ascoltate il disco per come è, senza condizionamenti. Credo che valga la pena, se non altro perché questa gente sa suonare, eccome. E sa come far suonare bene persino i software (meglio di tanti altri, quasi tutti).
Umm, are you really just giinvg this info out for nothing?
Comunque, Buzz, non sei il primo che mi rivela una certa antipatia per Vinicio, e allora ti dedico con simpatia due video:
Dimartino – Ho sparato a Vinicio Capossela
http://www.youtube.com/watch?v=sNeDQI3NZMc
Fulvio Abbate su Vinicio Capossela
http://www.youtube.com/watch?v=VvV82B_p24I&feature=related
Vabbé, gli Squallor (e gli Skiantos) sono dei GIGANTI !!!!
a me Capossela fa venire un senso di vuoto prima, poi di pena. Dopo un paio di album l’ho cancellato dalle mie playlist.
Preferisco gli Squallor almeno mi fan ridere e la malinconia mi passa. Come con i Led Zeppelin o gli u2 🙂
Don Van Vliet, ciao!! Il cd di Capossela è molto ma molto bello. Ne ho scritto e l’ho intervistato. Merita!!
Buzz anche io ho ascoltato Café Blue, non avevo mai esplorato quella parte della dscografia di Weller, o è telepatia o abbiamo dato tutti e due uno sguardo alla home di Ondarock :-).
Concordo (finalmente!) su Panda Bear che fece un signor disco qualche anno fà, ma questo, nonostante sia più corto è più pesante, anche se qualcosa che mi piace c’ è. Stessa cosa per i fleet foxes, almeno da quel che gir sul tubo, il disco è carino ma non davvero bello come il primo.
Ma oggi esce il nuovo di Capossela. Chissà cosa ha da dirci. Sicuramente è tra i dischi più attesi dell’ anno con i Radiohead, PJ Harvey e Wilco. Sentiremo.
anche i Panda Bear sembrano le nenie di mia nonna, mamma mia che palle……anche se non si possono paragonare , mi sono riascoltato ” Cafe’ Bleu” degli Style Council ,quando Weller era veramente in stato di grazia.
Free, vita e legati…….a me manca, spero per poco, la parola liberta’! Ho cominciato presto Paolo, a 17 anni vendevo gia’ pubblicita per la mia agenzia e ora a 51 mi sono veramente stancato. Ecco perche’ le feste comandate e anche i giorni feriali spesso me li prendo comodi comodi,slavoricchio da casa con telefono e computer e faccio lavorare altri per me. Di batoste ne ho prese talmente tante che forse adesso e’ arrivato il momento di riflettere sulla vita con calma, facendo scelte oculate ,senza fretta e pensando a cosa di veramente importante val la pena tenere in considerazione.Ecco perche’ da almeno dieci anni percorro la strada inversa alla tua Paolo: cerco di divertirmi il piu’ possibile e sempre con la musica che mi accompagna. Ciao a tutti. ps non male gli ascolti di Zago anche se qualcosa, come i Fleet Foxes mi hanno deluso.Noiosetti, meglio l’album precedente. Io sono in un periodo di riflessione, cosa c’e’ di meglio di cose targate anni 70 e 80?
Per niente poco, Luka, per niente.
Paolo, adesso ho capito cosa ci lega: la vita!
E non è poco!
Luka
in ascolto
The Antlers
Fleet Foxes
Okkervil River
Beastie Boys
Gang Gang Dance
Aggiungo le cose migliori uscite nell’ultimo mese
Panda Bear – Tomboy
Jamie Woon – Mirrorwriting
The Weeknd – House of Balloons
King Creosote and Jon Hopkins – Diamond Mine
tUnE-yArDs – w h o k i l l