Ciao rock, i Coldplay sono pop. Purissimo.
Ma alla fine ai Coldplay il rock va stretto. Basta vederli subito, qui nella sala grigia di un hotel del centro di Madrid, loro così carichi di colori, che il rock è proprio un’altra cosa. “Il nostro nuovo cd Mylo Xyloto è una tela bianca volutamente ambigua” dicono infatti. Potessero, svolazzerebbero qui e là dal folk all’ambient, accenderebbero un cero a Brian Eno e addio a chitarroni e palchi kolossal come quello in Plaza de Toros dove in mondovisione via YouTube hanno fatto il vernissage del loro nuovo corso. Sono, per dirla in poche parole, la band del vorrei ma non posso. O non posso ancora. Eppure l’ultimo cd, quel Viva la vida che è impossibile definire brutto, è stato il più venduto del 2008, roba da milioni di copie e pure di fatturato. Anche volendo, non si può far finta di nulla. E così, quando entrano qui dopo essere stati radiografati dai flash, annunciando ridendo che “ciao, siamo gli U2!”, proprio nel giorno in cui i bookmakers danno altissima la possibilità che gli U2 vadano in pensione, si capisce che recitano una parte che loro vestono benissimo ma che ha un copione dallo svolgimento incerto, happy end o finale choc, sublimazione in icone della musica oppure lenta svaporazione in mestieranti. Incontrano dunque la stampa mondiale, un rito da super rockstar d’altri tempi. Ma alla fine tutto diventa un cazzeggio tipo quello che il cantante Chris Martin, bello e adolescente per sempre, inscena sui segreti del nuovo album: “Abbiamo scoperto un tipo di torta al cioccolato che non fa ingrassare. Sapete, stiamo invecchiando ed è importante restare in forma”. Oppure: “Io poeta? No, al massimo sono vero”. O, ancora, sul duetto con Rihanna, che rende Princess of China realmente uno dei brani più vincenti del disco: “La magggior parte degli artisti vorrebbe collaborare con lei. E di sicuro è la migliore voce che si sia mai ascoltata in un disco dei Coldplay”. Risatine.
Insomma, nel limbo dorato nel quale oggi luccicano questi quattro Tq londinesi (sono tutti rigorosamente trentaquarantenni), glorificati da quasi cinquanta milioni di copie vendute con quattro dischi, non ci sono ricette predefinite perché l’obiettivo finale, come spiegano un po’ confusamente, è quello di “essere positivi”. Non per nulla “Mylo Xyloto” è quello che negli anni ’70 sarebbe stato pomposamente chiamato concept album, è in sostanza la storia di due persone differenti tra loro che alla fine si riuniscono in nome dell’amore. Niente di che, per carità, e difatti Chris Martin dice che “non parliamo mica di miti e dragoni”, come facevano i gruppi progressive. E neppure è vero, come qualcuno ha ovviamente ipotizzato perché, si sa, anche la critica musicale è spesso vecchio stampo, che l’album sia stato ispirato da White rose, un movimento non violento che dal 1942 al 1943 partì dall’Università di Monaco per fare opposizione al Terzo Reich: “Calma – spiega saggiamente Chris Martin – noi facciamo canzoni e il nostro livello è più basso”. Alla fine, per capire i nuovi Coldplay – perché così nuovi non sono mai stati – bisogna ascoltare questi nuovi brani, dai ritmi sincopati e tremendamente anni Ottanta di Hurts like heaven fino alle tastiere sognanti di Up with the birds. C’è, manco a dirlo, lo spirito di Brian Eno, che qui è supervisore ossia un primus inter pares tra i produttori, e che ha aiutato i Coldplay a frantumare ogni barriera fino a diventare la band rock che salverà il pop diventando un bignami della bella musica, capace di raggiungere milionate di ragazzi ovunque ma anche (il “ma anche” è fondamentale) la critica e gli opinion makers in ogni continente. E quindi va da sé che loro adesso evitino i superlativi: “Nella storia della musica saremmo al massimo tra i primi cinquanta perché gente come Beatles, Rolling Stones, Stevie Wonder, Michael Jackson o Bob Marley viene molto prima di noi”. Ci mancherebbe. E vengono prima anche gli U2. “Mi dà fastidio essere continuamente paragonato a Bono? Ma figurati, è un onore”, dice lo slavato Chris. E per forza, lui è next, ossia l’altra generazione. Il futuro, si potrebbe dire (con tanto ottimismo).
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Sarà stata anche un pollo arrosto, ma…. i miei complimenti per
http://www.youtube.com/watch?v=ZPAmDULCVrU
ciao Paolo!
ecco non mi sbagliavo, si fanno le gare e qui la chiudo soprattutto con chi capisce a senso unico.Amen.
Hai ragione lui hard rocker mi spiace per te, mi assento cosi e’ molto meglio per tutti.
Ciao ciao
..mamma mia Buzz come te la meni. Rilassati che hai appena tirato fuori il peggio di te! 🙂
Gogol Bordello? 😀
mi sa che ti sbagli… mai sopportati più di tanto e SECONDO ME abbastanza mediocri pure loro….
Come lo era il milionario album degli Eagles di qualche anno fa SECONDO ME…
Guarda, se ti ho inquadrato bene, SECONDO ME vai soprattutto di pop rock da stadio (nuovo o vecchio che sia), per i grandi dinosauri e una volta ogni tanto per qualche buon nome “nuovo” (m83, florence ecc…)… non mi sembra che siano 360°…
di elettronica ne ascolti abbastanza? post-dubstep? wonky? purple sound? drill and bass? glitch?
di metal? post-metal? sludge? drone? doom? stoner?
di hip hop?
post-rock? shoegaze? nuova musica italiana??
ecc ecc…
ps non ho parlato di ambiente avvolgente e a 360 gradi , questi particolari li hai messi tu che forse ascolti con le cuffie dell’i pod, io uso Bose, Sennheiser e AKG professionali.
Vuoi che ti racconti il mio curriculum? Bene ,con queste cuffie sei gia’ a 360 gradi e il suono quindi ti avvo
lge. Hai toppato ancora,cerca di toglierti il paraocchi e il paraorecchie. Grazie.
pps scusa la polemica Paolo ma con questi ragazzi sbarbatelli bisogna essere diretti,altrimenti si rischia di ridurre tutto ad un ammasso di numeri e citazioni,non al sudore di chi suona , al sangue e alle lacrime di chi fa della musica una ragione di vita.Questo qua , insieme ad un altro mi assalirono con paragoni tra i Gogol Bordello e gli Eagles dopo le esibizioni live di un paio di anni fa. Per piacere ,c’e’ sempre un limite alla decenza.
vedi Zago ti sei tirato la zappa sui piedi da solo.
Citando il solo mediacritic praticamente fai opera di ammissione.
Mediacritic non e’ ,come non lo sei tu, la Bibbia.Esistono decine di fonti, critici musicali,media specializzati che hanno lo stesso ruolo e valore di mediacritic.E orecchie diverse ,senza dubbio.
Se mi consenti non ho bisogno del tuo aiuto di ricercatore.Si perche’ tu fai un lavoro da ricercatore, da tecnico della musica,non da appassionato cultore .Io amo il pop rock da stadio? Si perche’ secondo te Gillian Welch, Joe Henry per arrivare ai francesi M83 e decine di artisti citati da me qua sono artisti pop rock da stadio????Se ti leggono Caru’ e Guaitamacchi ti mandano a quel paese seduta stante. Leggi nei posti giusti Zago e allarga i tuoi orizzonti. Poi confrontiamoci, ma meno spocchia per piacere, quelli come te mi fanno solo incazzare.
E io per la musica non mi voglio incazzare. Ok? Io spazio si a 360 gradi come i miei cari u2, ma ascolto tutto ,apprezzando tutte le sfumature possibili. Tu non mi pare che fai altrettanto.Troppi numeri e citazioni, poche note. Prova ad iniziare al contrario.
Ragazzi sto ascoltando Lulu di Lou Reed e Metallica. L’ho ascoltato una volta per intero e adesso lo faccio a frammenti. La mia impressione per ora non del tutto confermata ma molto vicino a quella definitiva: non mi piace. Anzi, in certe fasi lo trovo proprio inutile. E mi dispiace che i Metallica, che musicalmente ripetono con noia i loro stilemi tipici (la musica di Dragon l’abbiano sentita cento volte da Ride the lightning in avanti), abbiano fatto un così grande favore a Lou Reed. Da questa operazione mi pare che lui ne esca molto meglio. E alla fine non credo fosse il risultato che si aspettavano James Hetfield e company. Lui commercialmente era alla frutta. Loro no.
P.S. tu vche l’hai già ascoltato almeno 10 volte nei minimi dettagli, in cuffia professional in ambiente avvolgente a 360° luci spente ecc ecc?… sei riuscito a capire l’outro di The President?? E’ il sig. B e dice “mi piace di più questo”?
anzi ti dirò di più… ti consiglio gli Airship
va beh… suvvia… appena senti un gruppo pop-rock con velleità da pseudo-U2 (o semplicemente pop rock da stadio..) ti esalti a manetta.
E poi ancora una volta, la mia non è una voce isolata, fai un giro di recensioni sulle ultime cose di Keane e Snow Patrol..
dai ti aiuto io
http://www.anydecentmusic.com/review/3885/Snow-Patrol-Fallen-Empires.aspx
http://www.metacritic.com/music/up-to-now
http://www.metacritic.com/music/night-train-ep
http://www.metacritic.com/music/perfect-symmetry
http://www.metacritic.com/music/under-the-iron-sea
“Va bene il degustibus ma qui stiamo veramente esagerando” vero, ma dal tuo lato… se i tuoi gusti ti fanno apprezzare album mediocri solo perchè vicini alle tue preferenze musicali non c’è nulla di male, ma non storpiamo la realtà.
“pensare che ogni cosa che si dice e’ Bibbia beh e’ una cosa che non digerisco”… mai detto, mai scritto, ho quasi sempre scritto “secondo me” e quando non l’ho fatto ho riportato link e voci altrui…
parabola discendente dei Keane? ma dove?quando? guardati il sito, sono al lavoro sul nuovo album e chi ti dice che non tireranno fuori un gioiellino come gli album passati????
Va bene il degustibus ma qui stiamo veramente esagerando…….a uno un disco o una band possono anche non piacere per carita’, ma da qui a sentenziarne quasi la morte ,insomma.
Da come scrivi Zago tu sei uno che scarica, sente magari chiacchierando o guidando il disco in sottofondo e poi spara a raffica quello che gli e’ rimasto impresso,cioe’ poco o nulla.
Un consiglio: stereo decente,cuffie professionali,volume medio alto, testa concentrata e magari occhi chiusi su ogni disco e no uno si e dieci no. Prova, ti ricrederai.
ps su certi dischi trovo anche dopo 10 ascolti qualcosa di “nuovo” ,non si finisce mai di imparare.
mi sapresti spiegare Zago perche’ gli Snow Patrol ti sembrano bolliti? Per averli ascoltati una volta a disco e mai live? non e’ che hai le orecchie bollite per i troppi ascolti di 40 minuti a disco max e via? Snow Patrol rispetto al passato sono cresciuti e molto ,sia in sala che live e vedrai che live. Sentilo bene questo disco, almeno due volte per favore ma ad alto volume e senza distrarti con la voce di Gary Lightbody ma sentendo bene tutti gli effetti (vari) che accompagnano ogni canzone.
Per i Keane vale lo stesso discorso.visti mai dal vivo? a parte l’ultimo ep sai che peculiarita’ hanno i Keane? Visti i video live da Wembley e dalla o2 Arena? Visti i video creativissimi tipo is it any wonder????Continuo a non digerirti, scusa, sei troppo spocchioso e presuntuoso,tipico dei bolognesi patacca. E nella musica questo non va bene. Finche’ uno dai numeri come te ai fini del conseguimento di una laurea ok mi sta bene, ma dare out out e pensare che ogni cosa che si dice e’ Bibbia beh e’ una cosa che non digerisco. Questa non e ‘ passione musicale, quello che fai tu e’ una gara, contro e con chi non si sa. Da Fegiz tu e quell’altro guerrigliero ci avete provato a darmi contro in tutti i modi ma non ci siete riusciti.Ti avevo pregato di non “cagarmi” qui, ma vedo che continui.Te lo devo dire in altre lingue o ti decidi ad ignorarmi? Scusa Paolo ma questo sono mesi che fa opera di ostruzionismo,Io non lo cago sto ragazzino che si crede “un dio caduto sulla terra” e fino a prova contraria gli anni contano.Se continua in questo atteggiamento da saputone ( anche Chiara non e’ cosi’ e forse lei avrebbe i titoli per farlo) me ne vado. Se si fa i cazzi suoi, resto molto volentieri. Scusate ma stamattina mi ha fatto proprio girare i maroni. Buona domenica ps ciao Luka and co
per me Snow Patrol bollitini… almeno sono cambiati un po’ ma secondo me il gioco funziona poco. Evoluzione o involuzione??
A me ricorda la parabola discendente dei Keane…
Buzz, Snow Patrol oppure no, sta arrivando il più grande disco rock di tutti i tempi…. Scherzo. Però ne scriverò tra poco.
ci vuole una trasmissione solo indie, no mainstream , qualcuno esplodera’.Io sono stanco dei soliti volti in tv e del solito rubbish proposto. Non guardo piu’ la tv da secoli se non LIVE, per film (quando e se ci sono) e il cuore bianconero.
Ciao a tutti ,ciao Luka.
ps non e’ male il nuovo Snow Patrol
Ilaria, quando scrivi: “..riguarda l’universo musica, quest’ultima potrebbe finalmente diventare, anche da noi, una parte importante dell’educazione culturale della persona e non essere più solo uno strumento di svago o, alternativamente, una roba per “pazzoidi appassionati” scrivi la verità!
Secondo voi potrebbe mai succedere in Italia una cosa del genere? Mah….
Luka
A tutti. Riguardo al discorso sulla musica in tv, l’episodio di ieri sera è indicativo. Lasciate perdere la qualità dell’artista e concentratevi sull’evento. Laura Pausini ha presentato ieri sera, cantando dal vivo, il suo nuovo disco da Chiambretti in prima serata su Italia Uno. Ospiti. Video. Battute. Musica dal vivo. Duetti inediti. Bene, il risultato di share è stato intorno al 7 per cento. Molto negativo. Bene – sempre lasciando perdere le valutazioni soggettive – nessuno può negare che Laura Pausini sia una delle artiste con il più grande seguito in Italia. Il che vuol dire che se in prima serata su Italia Uno ieri sera ci fosse stato uno special su qualsiasi altro artista, un’intervista agli U2, un concerto dei Led Zeppelin o qualsiasi altra cosa, avrebbe fatto il 3, massimo quattro per cento, un livello del tutto intollerabile per qualsiasi generalista.
Diverso invece il caso di Metallica e Lou Reed che domani vanno da Fazio. Loro sono inseriti “dentro” un contenitore vincente e affiancati a ospiti come Casini e Pupi Avati. Quindi il risultato di ascolti – e quindi l’incoraggiamento ai produttori che la strada è quella giusta – sarà decisamente più alto, sia in media che in termini assoluti.
Questa è la regola. Purtroppo.
Buongiorno a tutti.
Da alcuni giorni ho scoperto (con notevole ritardo, lo so) la funzione Reader di Google e mi sono iscritta ai feed di alcuni quotidiani, incluso quello inglese The Guardian. Ho fatto una selezione rigorosamente bipartisan per quelli italiani, mentre per il discorso “inglese” mi sono limitata al Guardian per due semplici motivi: uno nostalgico (era il giornale che leggevo nel periodo in cui ho vissuto là – scelto al tempo solo perché faceva una raccolta punti con i quali avrebbe regalato una stampa di Dalì e io avevo molto bisogno di abbellire il mio tugurio, spendendo il meno possibile, he he he…) e uno pratico (l’obiettivo è aggiornare un po’ il vocabolario, leggendo come si scrive sui media oggi).
Proprio sul Guardian da alcuni giorni si parla della decisione presa dagli Smiths di permettere l’utilizzo della loro canzone “Please, please, please, let me get what I want” per lo spot natalizio di un department store, John Lewis. Fin’ora ho letto solo articoli che polemizzano contro e riportano lo sdegno dei fans per il tipo di utilizzo, che stravolge completamente il senso della canzone, ma non è questo che mi interessa far presente.
Vorrei farvi notare (e aggiungo di nuovo, perché mi sembra di ricordare che l’argomento sia già stato toccato in passato da Chiara e Paolo) il fatto che in un quotidiano nazionale britannico trovi così ampio spazio un argomento di questo tipo. Non so quanti quotidiani italiani potrebbero fare, o hanno fatto, la stessa cosa, ma penso che nell’ipotetico piano d’azione che state provando a stilare ora, su come risolvere la crisi dell’industria musicale, ci starebbe bene anche una specie di legittimazione della musica come cultura “alta”, oltre che popolare e questa legittimazione a mio avviso ha come veicolo principale proprio la dimensione del quotidiano nazionale. La televisione garantisce una maggiore diffusione a livello di numeri, è vero, ma credo che ci vorranno ancora molti anni perché un qualsiasi programma televisivo seriamente culturale sia davvero libero dal pregiudizio che lo vede prevalentemente come intrattenimento e quindi, automaticamente, meno autorevole di un articolo pubblicato, magari, nelle pagine culturali di un quotidiano nazionale.
Le recensioni sono importanti, però lasciano anche il tempo che trovano. Ogni critico fa la sua, raramente parla di qualcosa che non gli piace, quasi sempre si esaurisce in poche righe e comunque non ha un seguito nei giorni successivi. E’, diciamo così, una specie di “spot” che dura due minuti e mezzo una tantum, perché la settimana dopo si passa al disco nuovo e ci si dimentica di quello prima.
Secondo me, se i nostri giornali avessero uno spazio quotidiano, non settimanale, nel quale non passasse solo la recensione di un disco, ma si spendessero parole su tutto quello che riguarda l’universo musica, quest’ultima potrebbe finalmente diventare, anche da noi, una parte importante dell’educazione culturale della persona e non essere più solo uno strumento di svago o, alternativamente, una roba per “pazzoidi appassionati”.
Quoto Zago!
Luka
Quoto Don Van Vliet. Ma non sarà così facile realizzare il suo progetto neppure con la grancassa di Bonzo.
Io ce lo vedrei Zago come il Jools Holland italiano. Basta cosi poco per fare una rivoluzione, Zago anche in seconda serata, la prima ce la conquistiamo a suon di grancassa.
ma poi monografie… ok… ma non solo dei soliti dinosauri (Rolling stones, led zeppelin, hendrix, U2 ecc…).
Fosse per me bastarebbe un per me basterebbe 1 ora e mezza a settimana che dia spazio alle uscite discografiche di quei sette giorni, alle novità/news/video/anteprime e un esibizione live in studio a mo di Letterman/Jools/Conan & co
Per dire un Pitchfork, un Stereogum, un SentireAscoltare portato in televisione…
Kahless, ti dico la verità, ho ascoltato solo un po’ di frammenti del disco. Non posso dare una valutazione ma lo farò presto.
A proposito, caro Paolo, l’hai ascoltato Lulu? Se sì, cosa ne pensi?
..a proposito di ‘trasmissioni a tema’, ‘monografie’, ecc ecc.
..però almeno che siano fatte bene e da gente seria e professionale. M’è capitato di ascoltarne qualcuna alla radio o alla tv e mioddio.. quante stupidate vengono dette!
Dimenticavo. E chi vorrà essere ospite del programma dovrà suonare strettamente dal vivo! 😉 ovvio
Luka
p.s. FORZA BUZZ!!!
Estranged certo che sarebbe l’idea migliore. Ma il problema sai qual è?? E’ che la tv generalista (ossia quella per ora “a portata di tutti” come scrivi tu) ha bisogno di “fare ascolti”. Senza ascolti, niente pubblicità, niente incentivi. Se tu trasmetti una monografia su di un grande gruppo oppure un concerto, non vai sopra il 6, massimo 8 per cento in prima serata sulle 6 reti nazionali Rai e Mediaset. E deve essere un momento particolarmente favorevole, senza controprogrammazione. In questo momento nessuno può permettersi dati così bassi e soprattutto dati che non “portano pubblicità”. Questa è la realtà. Io non do giudizi e mi rendo conto che noi amanti di musica siamo, televisivamente parlando, nella stessa situazione di chi ama il teatro o la classica: obbligati a restare a digiuno. C’è da sperare nel satellite. Tanto, con la frammentazione che incombe, tra molto poco anche per la tv generalista fare il 9 in prima serata sarà un successo.
non so se sia la soluzione,ma un bel programma in prima serata..monografie,special,live..almeno una volta al mese su un canale a portata di tutti..
almeno servirebbe a far capire la differenza tra la vera musica e le idiozie.
Eh, non hai torto Paolo. Ma a me piace tantissimo! Sarà il piccolo Lester Bangs che vive dentro di me 🙂
Caro Don Van Vliet, Metal Machine è davvero pesante……..
..secondo me Fazio a casa possiede tutta la discografia dei Sarcofago, dei Cock and Ball torture e degli Anal cunt…
Beh, tutto metal machne music, dall’ inizio alla fine l’ avranno sentito un migliaio di persone sulla terra, Fazio non credo.
SIGNORI KEEF HA ANNUNCIATO LE REHEARSALS A LONDRA PER FINE MESE, TORNANO GLI STONES, HURRAH!
Ma la soluzione gia c’ è, è la crisi delle case discografiche. Gli è piaciuto fare il giochetto? Più si allargheranno le piattaforme su cui sarà possibile ascoltare musica più loro alzeranno i prezzi dei dischi, più, ovviamente, andranno in crisi. Furbi si, ma miopi, anche. Sono in difficoltà a gestire il loro stesso progetto.
Sulla musica imposta Luka con me sfonda una porta aperta davvero, è una cosa che detesto. Insomma, io amo la musica, anche diversa, ma la musica anche nell’ ascensore no! E poi che musica! Inquina le orecchie, se non avessi un ipod forse sarei un fan di Cristina Aguilera anche io.
Su Fazio–> Lou Reed non è intervistabile, né per Fazio, né per altri. Dipende se lui ha voglia di dire qualcosa di sensato oppure comincia a parlare di serigrafie di culi di elefanti o a dire che farà un disco house, il che neanche mi sorprenderebbe più di tanto
P.S.
Mi sono mancati i miei “meno”, mi rassicurano.
la soluzione è rischiare, rischiare e rischiare…
c’è chi lo fa già da tempo, il vero problema è quasi solo per le major che stanno sempre più perdendo il loro monopolio…
c’è veramente bisogno delle major e di spendere soldi su soldi per musicisti, autori, produttori, promozione, videoclip per creare il prodotto da centro commercialquando c’è chi fa tutto da solo o quasi e lo fa meglio?