Meglio due Black Keys che cento Rihanna
Se poi te li ritrovi qui, tra i velluti di un cinque stelle con vista sul Duomo, allora sì
che l’effetto è rock. I Black Keys, signori, quelli che «nessuno ci ha mai detto che
cosa fare» e che ieri hanno raccolto tutto il bel mondo musicale sotto il palco
dell’Alcatraz. Due ragazzotti di un’anonima Akron nell’Ohio, ora trapiantati nella
scicchissima Nashville ma sempre con il loro guardaroba di camicie, barbe e parole
qualsiasi. Il loro ultimo disco, El camino, ha sollevato solo un dubbio: essendo
stato pubblicato all’inizio di dicembre, è rimasta l’incertezza, come ha sintetizzato il
Los Angeles Times, se eleggerlo miglior disco del 2011 o già del 2012. Sulla fiducia.
Ora tutti applaudono, anche quelli che facevano spallucce quando questi due nerd
registravano un bel brano dopo l’altro. E’ la finta sorpresa: sembrano debuttanti
ma non lo sono, tutt’altro. «In realtà noi siamo in giro da circa dieci anni, e
abbiamo fatto tour con Pearl Jam e Radiohead» ha sussurrato il chitarrista Dan
Auerbach quasi a giustificarsi di tanto successo. «Ma non siamo rockstar, mica ci
mettiamo gli occhiali da sole alla moda». Già, s’è visto. D’altronde lui e Patrick
Carney – proprio così i Black Keys sono soltanto un chitarrista che canta e un
batterista che ricorda John Bonham – hanno iniziato a vent’anni usando una
specie di insulto come nome di battaglia (i black keys sono «omuncoli» secondo un
artista sponsorizzato dal padre di Auerbach). «Mi sono appassionato alla chitarra
perché nella famiglia di mia mamma suonano il bluegrass». Ora ne hanno poco più
di trenta e riassumono la loro città in due battute: «Un posto da sfigati, per
emergere bisogna faticare il triplo». Evaporati i White Stripes, convalescenti i
Kings of Leon, tocca a loro mantenere l’onore del rock vecchio stile, quello lasciato
decantare in una barrique zeppa di ricordi. I Clash. I T Rex. Screamin’ Jay
Hawkins. Tutta l’America anni Settanta da Grand Funk Railroad fino a ZZTop. E
Led Zeppelin, ma certo: in Little black submarines c’è un tale tributo a Stairway to
heaven che l’intreccio di chitarra e batteria sembra proprio tale quale (per carità,
absit iniuria verbis). In fondo, è sottile la differenza tra plagio e rinnovamento.
Scopiazzatura e rielaborazione. Per loro vale la seconda: così possono praticamente
risuonare uno dei pezzi più famosi senza far inorridire nessuno. «Il rock è fatto di
fasi alterne, ma non morirà mai». Però, cari Black Keys, tolti voi in classifica ormai
se ne ve(n)de poco: «Ci vogliono le canzoni un po’ furbette. Il rock è diventato famoso grazie a brani come Light my fire dei Doors, belli ma furbi». Sarà per questo che El camino è più mainstream, più fighetto degli altri sei dischi. O
furbetto. O insomma fate voi. «L’unica cosa mainstream che abbiamo avuto è stato
un bel mixer» scherza. Anzi no: «Stavolta ci siamo focalizzati sulle melodie. Prima
non era mai successo e i riff erano al centro. Adesso le melodie». Appunto.
Dopotutto, sarà anche bello ricevere complimenti dalle rockstar più toste. Però poi
ci vuole anche il resto: «Diciamo che la situazione è cambiata e la gente ci
riconosce per strada». Oddio, qualcuno lo farà pure ma Rihanna vince dieci a zero.
Però nella melassa pop che gira intorno, un bel chitarrone che sembra uscire da un
disco dei primi Black Crowes fa la sua porca figura. «Vendiamo milioni di dischi ma
non sono loro a mantenerci. La musica si divide in due: quella che rientra nella
Top 40 delle radio. E quella che ne sta fuori. Noi stiamo fuori. E viviamo grazie ai
concerti». Difatti ne fanno quattordici in quindici giorni. In tutta Europa. E allora
per forza sono rock e a loro gli scintillii del Park Hyatt non fanno né caldo né
freddo: ci stanno giusto il tempo di fare ciao ciao ai giornalisti in adorazione e poi
rotolare via. «Negli States giriamo su di un pullman». O magari un minivan come
quelli meticolosamente affastellati sulla copertina e il libretto interno del cd. Di
sicuro girano fuori tempo: non abitano nel 2012. E sono istruttivi: due ragazzi
qualunque che pestano sodo, valgono il prezzo del biglietto e sono
drammaticamente soli a fare i musicisti come una volta. Semplici. E basta.
sipra vende spazi per rai e si becca una provvigione, bisogna vedere se e quanto rimane alla rai per coprire i costi, a sipra ne restano tanti certamente…..
La suddivisione non la posso conoscere, caro Buzz.
no non annullerei mai (Sanremo si perche’ non mi piace) ma siamo sicuri che i soldi non siano piu’ quelli che vanno a Sipra che non alla Rai servizio radiotv nazionale?Intendo dire che Sanremo costa e fa vendere pubblicita’, come vengono suddivisi i “dane'” ????
Quello che mi infastidisce di più, per Whitney e per Amy, è che la rovina c’è stata a causa di un uomo.
Sei donna, sei dotata di talento, ma ti fai distruggere la vita da un uomo.
Che tristezza.
Buzz, non hanno annullato Sanremo perché Sanremo porta milioni e milioni di euro alla Rai. Tu annulleresti un investimento produttivo??
Paolo buongiorno, posso farti una domanda? Ma perche’,come e’ successo in tante altre kermesse,sportive, canore insomma spettacoli in generale in passato e in futuro (vedi Glastonbury che pare nel 2012 non si fara’) non hanno annullato Sanremo e le relative spese dello Stato per rispetto alla situazione economica attuale e per chi poveretto non arriva a fine mese? Grazie per l’eventuale risposta.
LOS ANGELES – Prima la musica di Bruce Springsteen & the E Street Band, con il singolo “We take care of our own”, poi una toccante e semplice preghiera per Whitney Houston, seguita con partecipazione da tutta la platea riunita allo Staples Center, poi le note e il video di “I will always love you”, il piu’ grande successo della cantante nemmeno cinquantenne trovata morta venerdi’ in una stanza d’albergo di Beverly Hills. Cosi l’hanno voluta ricordare i suoi colleghi, riuniti per la cerimonia di premiazione dei Grammy’s che si e’ aperta come previsto con un primo omaggio all’artista. Seguito poi da quello di Jennifer Hudson. Lo show pero’ deve sempre continuare, coma cantava Freddy Mercury, leader dei Queen prematuramente scomparso, e nonostante il velo di tristezza dovuto alla morte di una delle regine del pop, la cerimonia di premiazione ha avuto il suo corso e ha visto il trionfo di Adele, vincitrice di sei grammy’s, tra cui quelli di canzone, singolo e album dell’anno, con ‘Rolling in the Deep’, contenuta nell’album ’21′.
L’artista ha scelto di ringraziare i medici che l’hanno operata alle corde vocali, in seguito a un problema medico, mettendola in condizione di cantare nuovamente. Ieri sera l’artista inglese, che con il suo secondo album ha venduto poco meno di sette milioni di copie ed e’ stato diciannove settimane in testa alle classifiche americane, ha affrontat
Grammy a ripetizione, cinque, anche per i Foo Fighters, che con la loro hit ‘Walk’ hanno sbancato le categorie rock. “Questo e’ un album che abbiamo realizzato nel mio garage – ha detto il frontman della banda David Grohl – e sottolinea il valore dell’elemento umano nella musica”. Tra gli altri vincitori, oltre settantacinque le categorie, anche Jay-Z e Kanye West, migliore performance rap, con Otis, Chris Brown, che ha vinto come migliore album R&B, con F.A.M.E e Lady Antebellum, con il grammy per il migliore album country, con Own the night. Taylor Swift ha invece vinto due grammy per la sua canzone Mean, cosi’ come DJ Skrillex che ha vinto nella categoria dance-elettronica, con Scary Monsters and Nice Sprites. Bon Iver, e’ invece stato premiato come migliore nuovo artista. Tra le esibizioni che hanno arricchito la serata nei consueti duetti, anche Chris Brown, Paul Mc Cartney, Coldplay e Rihanna, Jason Aldean e Kelly Clarkson e Alicia Keys con Bonnie Raitt che hanno cantato “A Sunday Kind of Love” di Etta James, anche lei morta nel 2012. (Ansa-Andrea Carugati)
Una preghiera per Whitney. Ogni volta che se ne va prematuramente una persona di talento dopo una vita turbolenta si leggono sempre commenti duri sul talento sprecato. Poiche’ secondo me e’ difficile, se non impossibile, separare “genio” da “sregolatezza”, nel senso piu’ ampio dei termini, e non si dovebbe mai parlare di cio’ che non si conosce bene, terro’ per me qualsiasi valutazione sulla persona: una bellissima donna e una bellissima voce, questo ricordero’ della giovane Whitney. Avrebbe potuto forse cantare materiale di migliore qualita’? Forse, ma forse a lei piaceva fare quello che ha fatto. E chi puo’ darle torto?
Addio!
Per Whitney Houston vale quello che ho scritto per Amy Winehouse… quanto talento sprecato!
Luka
OFF TOPIC SORRY, SPERO A QUALCUNO POSSA INTERESSARE.Solitamente, le dichiarazioni sul ritorno in studio dei Blur e su un eventuale nuovo album vegono affidate in toto al bassista Alex James, che, c’è da dire, finora ne ha azzeccate poche. Il fatto che oggi a parlarne sia Graham Coxon, almeno scaramanticamente, può far ben sperare.
Graham (che, c’è da dire, sta anche promuovendo il suo nuovo album ‘A+E’, e dunque può essere incentivato a spararla grossa) ha affermato che il gruppo tornerà prestissimo in uno studio di registrazione e, soprattutto, che “ci sarà sicuramente un nuovo album dei Blur”.
“Anche se le cose non sono proprio dietro l’angolo”, continua il chitarrista, “ci vogliamo bene l’un l’altro e ci piace fare musica insieme. Questo non è certo un cattivo punto di partenza.”
Secondo alcune voci riprese da ‘Nme.com’, i Blur in realtà avrebbero già registrato del materiale insieme al produttore William Orbit, che già era stato con la band inglese per ’13’ (1999), l’ultimo LP registrato da tutti e 4 i membri insieme. Nessuno dei soggetti coinvolti ha però sinora confermato.
GOD BLESS WHITNEY AND R.I.P.
http://www.youtube.com/watch?v=Hi4ZpS3DLhw
dedicato, ricordando le lacrime a Correggio..tanti anni fa…, a Jeff.
http://www.youtube.com/watch?v=cQG7dZUnNLs&feature=related
Sì Syd, hai usato la parola giusta: “El camino” piace ma non esalta. Forse però, a noi vecchi rockettari, oggi è difficile trovare qualcosa che ci esalti.
Ho comprato ieri pomeriggio “el camino” dedicando la sera e questa mattina all’ascolto. Mi piace, non mi esalta esageratamente a parte un paio di canzoni, ma nell’insieme lo ascolto volentieri. Rispetto a quello che si sente alla radio e’ sicuramente da ascoltare e scorre veloce per tutte le tracce. Ricorda tanto di già sentito e forse questa e’ l’idea furba del progetto. A tratti Franz Ferdinand a tratti Clash, più i primi secondo me. Provero’ l’ascolto dei precedenti lavori; non li conoscevo e ringrazio il padrone di casa per aver scritto di loro … il blog serve anche a questo 🙂 buon week end a tutti..
PS. Il 25/2 ad Assago c’e Van De Sfross, io ci sono anche se del CD dello scorso anno sono solo quattro le canzoni che ascolto volentieri… pero’ e’ uno di quei concerti a cui si va per passione.
http://www.youtube.com/watch?v=-oqAU5VxFWs&ob=av2e
Hai ragione Luka e ciao Lucia e a tutti ,stavo infatti postando l’aggiornamento
I Sigur Ros tornano in Italia: lo faranno a inizio settembre, in data unica nazionale, all’interno di un nuovo festival chiamato ‘…A Perfect Day’.
La manifestazione si terrà al Castello Scaligero di Villafranca, vicino Verona, e il concerto avrà luogo domenica 2 settembre. Dettagli su orari, prezzo del biglietto e prevendite saranno annunciati nei prossimi giorni.
Il 2012 (probabilmente in primavera) dovrebbe vedere anche la pubblicazione di un nuovo album da parte della band norvegese, che non fa uscire un disco di inediti dal 2008 (‘Með Suð Í Eyrum Við Spilum Endalau
ps se verranno anche i Muse ci vedremo Luka ,ciao e grazie pps pare che il dvd di Verona Peter lo fara’ leggendo Dusk e il suo sito, ma come sempre con la sua ben nota “calma”
Buzz, i Sigur Ros saranno a Villafranca, vicino a Verona, il prossimo 2 settembre.
E forse ci saranno anche i Muse.
Luka
Che bello BUZZ!!!
BUZZ spero che Peter Gabriel torni in Arena a Verona al più presto!!!
Sara’ Jake Clemons ,nipote del compianto Clarence, il sostituto dello stesso nel prossimo tour di Springsteen e la E Street Band.
Trovo sia una cosa bellissima.
Cosa ne pensate ragazzi? e tu Paolo ,”ragazzo” rock ?
Si Satin Peter!!! 🙂
I Sigur Ros torneranno in Italia in tour il 2 settembre 2012. L’indiscrezione lanciata da Moby Dick-Radio 2 ieri sera si è subito diffusa nei social network e il buzz ha costretto il promoter a confermare la data, benchè non si sappia ancora nulla riguardo location, città e prezzi dei biglietti. Una supposizione senza alcuna pezza d’appoggio però potrebbe essere quella dell’I-Days 2012, visto che il 2 settembre è domenica e da qualche anno la manifestazione si svolge a Bologna proprio il primo weekend di quel mese…
PER OGGI HO FINITO, SORRY
(ANSA) – LONDRA – Peter Gabriel torna in Sicilia con il suo festival multietnico ‘Womad’, che sta per World of Music Art and Dance. Il programma della manifestazione, che quest’anno fara’ tappa in luglio a Palermo, e’ stato presentato oggi all’Istituto di Cultura italiano a Londra. Il festival si svolgera’ al Teatro Verdura di Palermo dal 5 all’8 luglio e i biglietti saranno messi in vendita a fine febbraio. Tra gli artisti confermati, Hanggai (Cina) Seun Kuti & Egypt 80 (Nigeria) Portico Quartet (Uk).
I Counting Crows pubblicheranno il loro nuovo album il prossimo 27 marzo 2012. Non si tratterà però di un disco di inediti, bensì di una raccolta di cover intitolata, per l’appunto, “Under The Covers“; l’altra novità è che, dopo due decenni trascorsi con un contratto major, la band americana rilascerà il lavoro da indipendente, senza più avvalersi di intermediari discografici. Due dei brani che saranno presenti in “Under The Cover”, ossia “Meet On The Ledge” dei Fairport Convention e “Untitled (Love Song)” degli Angels Of Light, sono già disponibili in streaming sulla loro pagina ufficiale soundcloud. In Italia unico concerto ad aprile, mi pare il 10.
scusate l’off topic ma spero certe info interessino a qualcuno rock on
Syd ti divertirai alla grande! L’ho visto ad ottobre a Trezzo ed è stato immenso lo zio Alice!
Mosca, armi chimiche per bloccare l’inverno
Singolare iniziativa del sindaco Luzhkov: bombardare le nubi per eliminare le precipitazioni nevose. Tra gli obiettivi quello di risparmiare le spese di pulizia
Il sindaco di Mosca vuole cancellare l’inverno e la neve, così ha deciso di bombardare le nuvole con speciali armi chimiche per evitare precipitazioni.
Il primo cittadino Yuri Luzhkov, che governa nella capitale russa dal 1992, è convinto che questo suo progetto consentirà alla città di offrire una migliore qualità della vita agli abitanti e di risparmiare le ingenti somme di denaro che ogni anno vengono spese per spazzare via la neve dalle strade dai 50.000 addetti alla pulizia e dai 2.500 spazzaneve.
«Perchè non teniamo questa neve fuori dai confini della città? – ha dichiarato Luzhkov – Per la campagna significherebbe più umidità e raccolti più abbondanti, e per noi meno neve».
L’iniziativa di Luzhkov, tuttavia, non è originalissima per Mosca: ogni anno, alla vigilia della parata militare del 9 maggio, decine di aerei bombardano le nuvole con ioduro d’argento, azoto liquido e polvere di cemento per incoraggiare le precipitazioni e garantire così il cielo sereno durante il giorno delle celebrazioni.
I Guns il 22 Giugno e Slash il 23 giugno…che dite? ci sarà una rimpatriata? Slash ha pure fatto gli auguri di buon compleanno ad Axl…io un po’ ci spero…
OT: 30 luglio 2012 Arena Civica Milano – Alice Cooper.
Credo sia l’unica data in programma quest’anno in Italia. Io ci sono.
Lucia: Callas “rock” non so, ma grande, grandissima, immensa. L’anima oltre la tecnica. Unica.
Ciao Satin Peter, effettivamente la mia definizione di “rocker” riferita a Prodigy e Chemical Brothers è un po’ generica. Cerco di puntualizzare.
La premessa è necessaria: a partire dalla fine degli anni ’90 (dopo l’industrial dei Nine Inch Nails per intenderci), non vedo realtà che abbiano dato qualcosa in più al rock rispetto a quanto esistesse già, al di fuori delle due citate (non parlo di innovazioni ma di un semplice contributo di originalità). Da dieci anni vedo e sento cloni e rielaborazioni, spesso ben riusciti e sempre impacchettati a regola d’arte (tanto è vero che adoro alcuni di essi…).
Tornando a noi, basta ascoltare “The Fat of the Land” e “Surrender” per capire quanto Prodigy e Chemical Brothers siano rock. Entrambi hanno letteralmente “spezzato” il suono e rivoluzionato il modo di concepire il rock.
I primi sono da considerarsi a mio parere i “punk” del 2000, ovviamente non per contenuti di denuncia sociale. A titolo di “rocker” in senso lato, gioca a loro favore l’immagine estremamente trasgressiva.
Da segnalare “Invaders Must Die” (2009), un ottimo album sulla scia di “The Fat of the Land”, passato quasi inosservato.
A differenza dei Prodigy, i Chemical Brothers pagano il fatto di non essere una band ma un duo di musica elettronica (due DJ per dirla tutta…). Inoltre la componente dance è più accentuata , in particolare l’hip-pop e l’house. Eppure i loro dischi e i loro live trasmettono un’energia che altro non può essere definita che rock. Una curiosità, al Pistoia Blues del 2011 Ray Manzarek e Robby Krieger, tastierista e chitarrista dei Doors, hanno dichiarato che i Chemical Brothers “hanno l’essenza dei Doors“.
Insomma, una volta c’erano le canzoni. Oggi il rock è cambiato. C’è la dance, c’è il ritmo, ci sono i suoni elettronici. E se mescolati sapientemente possono suonare “fottutamente rock”!
Suppongo che qualcuno possa storcere il naso a fronte di queste considerazioni. Rimane il fatto, innegabile, che la sperimentazione e l’innovazione da tempo passino attraverso l’utilizzo della tecnologia, la quale ha dato al rock qualcosa di nuovo. E verosimilmente sarà così in futuro.
Ho citato Prodigy e Chemical Brothers, due realtà che negli ultimi anni hanno avuto un grosso riscontro commerciale e di pubblico. Va da sé che Massive Attack, New Order, Ultra Vox hanno fatto scuola.
Propellerheads, Fat Boy Slim, Crystal Method meritano la stessa attenzione di Prodigy e Chemical Brothers.
altro off topic ,scusa Paolo, ma a qualcuno dovrebbe interessare:
Il progetto comune di Damon Albarn, Tony Allen e Flea si è ormai concretizzato: l’album d’esordio di Rocket Juice & The Moon (questo il nome del supergruppo) uscirà certamente a marzo per la Honest Jon (etichetta tra i cui proprietari c’è anche Albarn), sebbene non si conosca ancora la reale data di pubblicazione (c’è chi dice il 12, chi il 26).
Ciò che è sicuro è che il trio ha registrato 18 canzoni tra Londra, Parigi, Berlino e Chicago (non tutte però, dovrebbero far parte dell’LP); che il disco sarà “all funk” (così dice Allen) e che tra gli ospiti dell’opera vi saranno Erykah Badu, Fatoumata Diawara, M.anifest, Cheick Tidiane Seek e l’Hypnotic Brass Ensemble.
In particolare il batterista nigeriano è sembrato entusiasta del lavoro svolto, parlandone a ‘Mojo’ in questi termini: “Abbiamo lasciato i nostri ego fuori dalla porta, e lavorato in un modo davvero unico. Abbiamo permesso che ognuno di noi potesse esprimere sé stesso, e in questo modo ci siamo ispirati gli uni con gli altri.”(indie rock)
ps che belli i dischi di Lanegan e del Macca!!
La Callas è rock!
grazie ragazzi tropppooooo bbbbuonnni
Quoto Sid63 🙂
è proprio questione di mentalità…
E’ vero che dietro spesso ci sono le label che rovinano gli artisti, ma è proprio in contest come questo che si nota come il problema sia proprio alla base: negli ascolti quotidiani e nelle velleità artistiche di chi partecipa a certi contest.
Avete provato a dare uno sguardo ai partecipanti di Sanremo social? Qualche rarissssimissssssima eccezione a parte, è un concentrato di squallore all’italiana veramente nauseante.
La situazione sarà uguale in questo fantomatico nuovo programma: saranno tutti a clonare i modà o i negramaro o se va bene a clonare qualche gruppetto adolescenziale inglese o americano, rigorosamente 5/10 anni in ritardo.
Come dice Buzz, chi ha veramente qualcosa di interessante da dire cerca visibilità in altri modi.
Zago, ho premesso di aver ascoltato solo quest’album. E sono anche poco informato sui movimenti in cui andrebbero contestualizzati..
Il mio è un giudizio abbastanza superficiale, ma ciò non toglie che il successo sia un’altra cosa.