Per forza lo conosciamo tutti. Da almeno quarant’anni c’è il suo nome dietro ogni grande band del rock. Il signor amplificatore. E’ morto Jim Marshall, a 88 anni, dopo una vita pienissima e un’intuizione geniale. Alzare il volume della musica. Nel 1960 aveva aperto un negozio alla periferia di Londra. Lui, per carità, suonava la batteria e la insegnava pure. Ma nel suo negozio erano di casa ragazzi come Pete Townshend e Ritchie Blackmore. Da loro, anche da loro, capì che c’era una fascia di mercato e di musicisti che cercava amplificatori più economici di quelli americani (allora dominanti) e più versatili, più potenti. Nacque l’amplificazione Marshall. E’ inutile elencare chi ha usato quell’amplificatore nero: sarebbe un elenco lunghissimo e praticamente onnicomprensivo. Dai Led Zeppelin agli U2 passando per Santana e i Coldplay. Ci sono foto in cui c’è un chitarrista piccolo piccolo davanti a un muro di Marshall grande grande. Oggi il muro di Marshall è una sorta di muro del pianto. A sentire la mancanza di Jim Marshall, uomo umile ed enorme benefattore, saranno in tanti. Anche simbolicamente. Per ricordarlo, ciascuno di noi, oggi, deve davvero alzare il volume della propria musica. Almeno per un po’.

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