I critici criticano. Ma il metal funziona
Ebbene sì: cinquantamila biglietti solo in prevendita. E l’attesa è di sessantamila. Praticamente come quattro Forum di Assago tutti esauriti (ma forse con meno spese organizzative). Qualcuno penserà che il Gods of Metal, il più grande festival heavy metal d’Europa (dal 21 fino al 24 giugno a Rho Milano Fiera), sia una roba cheap, diciamo da tamarri e analfabeti musicali. Invece no. E’ un investimento sicuro. E non solo per i promoter dei concerti, che vanno tranquilli. Ma pure per il pubblico. Che ogni giorno si troverà davanti fin dal primo pomeriggio una lunga sfilata di gruppi più o meno conosciuti (gli Ugly Kid Joe al venerdì, The Darkness al sabato e i Black Label Society alla domenica) ma soprattutto quattro autentiche istituzioni del rock duro. Manowar al giovedì. Guns N’Roses venerdì. Motley Crue sabato. E Ozzy Osbourne domenica (con Geezer Butler dei Black Sabbath e Slash ex dei Guns n’Roses in lite cronica con Axl). In totale ben più di trecento milioni di copie vendute. L’essenza di un genere estremo, l’heavy metal o rock duro o chiamatelo come volete, che nei decenni è stato sputtanato dalla critica musicale (con qualche ragione) ma esaltato dal pubblico (con altrettante ragioni). L’hard rock è nato dalla degenerazione giovanilistica del rock e del blues grazie all’enfasi del virtuosismo, all’esagerazione dei testi e, tutto sommato, del volume. Gli accordi sono più o meno gli stessi. La potenza di suono no, visto che un assolo di basso di Joey DeMaio dei Manowar, quello di batteria di Tommy Lee o un acuto di Axl Rose (quando ancora ne riesce a fare…) sono nettamente più rumorosi di qualsiasi altra cosa si ascolti in campo rock. Senza parlare di Ozzy Osbourne, che è l’interprete perfetto – anche ora che ha 64 anni quasi compiuti – di ciò che il rock duro rappresenta: volume e fede alta. Amplificatori a manetta. E credibilità pure, anche se lui, fondatore dei Black Sabbath e miracolo della scienza visto che è ancora vivo nonostante gli eccessi, è ormai un cantante senza voce. Il metallo non brilla più in classifica, anzi si è arrugginito. Ma luccica ancora sul palco. Ognuno dei gruppi simbolo del genere (e al Gods of Metal ci sono quasi tutti) garantisce un seguito di pubblico fedelissimo. E’ l’ultima frontiera dei “die hard fans”, i fans duri a morire che seguono e seguiranno i propri idoli fino alla fine. Per intenderci, smetterà prima Ozzy di fare concerti che i suoi tifosi di comprarne il biglietto. E c’è da capirli. In una fase musicale traseunte – oggi funziona un artista ma domani chissà, probabilmente no – gli hard rockers sono rimasti tra gli ultimi a garantire sempre il biglietto. A parte poche eccezioni (gli U2 ad esempio o le super icone stile Neil Young e Aerosmith), chi ama il vecchio rock giocato su chitarra e batteria ha bisogno di punti di riferimento. Loro senz’altro lo sono. E lo dimostra il nuovo tour europeo dei Motley Crue, una delle band più disastrate della storia con una quantità di overdose e arresti che neppure ad Alcatraz, che è tutto pieno di sold out e di recensioni entusiaste. Magari il merito è di ‘Rock of ages’, il film musical con Tom Cruise che in sostanza esalta questa epopea musicale. O forse il segreto è in quello che Gianbattista Vico riconduceva ai corsi e ai ricorsi. Ozzy e compagnia cantante sono stati centrali nella musica e nel costume tra gli anni ‘70 e ‘80. Poi hanno iniziato a vivere di rendita, con pochi dischi in classifica (‘Ozzmosis’ è andato bene, gli altri lasciamo perdere) ma con un decisivo aumento di credibilità nostalgica. La rinascita. Riflessi di cronaca li hanno attizzati (il matrimonio di Tommy Lee con Pamela Anderson, il reality The Osbournes e il cupio dissolvi di Axl Rose). Però a far la differenza è stata l’affidabilità: questi qui sono sempre in tour, con spettacoli kolossal e alta resa rituale. E cantano più o meno le stesse canzoni, in una celebrazione che a molti risulterà stantìa ma a tanti altri confortevole. E i risultati parlano (e cantano) chiaro: quasi tutte le rockstar sono in crisi di biglietti venduti, da Madonna in giù. Loro no. E forse ci sarebbe da riflettere, almeno una volta senza luoghi comuni.
INTERVISTA A JOEY DEMAIO DI MANOWAR
Di certo sono i più rumorosi del mondo: 148.4 decibel in un solo concerto, parola del Guinness dei Primati. E, forse, i metallari americani Manowar sono anche tra le band più contestate di sempre. Dalle femministe (per il brano ‘Pleasure slave’, schiava di piacere). E da molti critici (per il presunto, ma assai smentito dalla band, riferimento all’iconografia nazista). In realtà il loro rock duro e intansigente, velatamente ispirato alla quadrata magniloquenza di Wagner, è gonfio di virtuosismi tecnici e riferimenti classici. Persino un gruppo di ricerca dell’Università di Bologna ha riconosciuto che la suite “Achilles, agony and ecstasy in eight parts” vive di puntuali confronti con il modello omerico. Insomma, dopo trent’anni abbondanti, i Manowar hanno raccolto una cerchia di tifosi fedeli che li aspetta sotto il palco del Gods of metal: “Sono i fan più sinceri del mondo, non per nulla ci portiamo a nostre spese l’impianto di amplificazione per assicurare il suono migliore possibile”, annuncia il bassista Joey DeMaio.
Scusi, non le sembra di esagerare?
“No, la nostra musica è romantica ed epica. E ha bisogno di un suono di qualità. Lei potrebbe ascoltare ‘Nessun dorma’ da una radio gracchiante??”.
No. Ma il paragone pare esagerato.
“Tutt’altro. I musicisti classici sono stati i nostri padri. Io sono cresciuto nella mia famiglia di origini italiane, con parenti napoletani, abruzzesi e siciliani. E ovunque ascoltavo musica classica. Da Paganini e Caruso a Luciano Pavarotti. E Carlo Buti? Favoloso. Ho i suoi stornelli sul mio ipad”.
Però il vostro nuovo cd sembra tutt’altro che uno stornello.
“The lord of steel” è vero heavy metal. Durissimo”.
Appunto. Vi massacreranno di critiche.
“Nessuna critica è mai totalmente negativa. Comuque a qualcuno importa essere una rockstar. Ad altri, come a noi, interessa crescere e migliorare nella tecnica. Ancora adesso impariamo da Puccini, Rossini e Wagner”.
Scusi però vi hanno persino accusato di essere estremisti.
“In realtà la mia visione politica si riassume in poche parole: mi piacerebbe che il mondo fosse come quello che voleva Dio”.
Rimaniamo più terra terra.
“Allora diciamo così: quando ero ragazzo, suonavo il basso nella mia stanza e sognavo di essere su di un grande palco. Oggi sono sempre su di un grande palco e vorrei suonare di più nella mia stanza. In fondo, io sono rimasto sempre lo stesso. E’ tutto il resto a essere cambiato”.
“Qualcuno penserà che il Gods of Metal, il più grande festival heavy metal d’Europa ” ma che dici?! wacken? graspop? download? hellfest? tutti almeno 80.000 spettatori!
investimento sicuro? all’estero forse, ma in italia come in politica chi gestisce è un demente e i risultati sono che nel 2013 i fest non si fanno perchè non ci sono soldi, mentre al wacken si fa sold out a scatola chiusa in una settimana. saluti
Grande Luka…dura fuori ma sincera dentro!
Ci sono due unità di misura, se così possiamo definirle: una che è una sorta di ‘grandezza massima’, riguardante i ‘mostri sacri’; l’altra che è in via di sperimentazione. Faccio un discorso. Quante bands di stampo decadente, ‘gothic’ sono in circolazione? Un’infinità! Eppure nessuna riesce a toccare le mie corde emozionali come i Cure. I Paradise Lost hanno abdicato al loro progetto iniziale, sfornando dischi di puro e manieristico metal retorico e pacchiano. Paradossalmente lavori come ‘Believe In Nothing’ e ‘Host’ erano molto più originali dei lavori sucessivi. Certo, furono accusati di depechemodernismo. Si, può darsi, ma non erano i Depeche Mode tout court, quindi trovarono una strada ‘particolare’ a un tipo di musica che loro stessi hanno contribuito a far nascere. I nostrani Lacuna Coil s’inseriscono nella seconda catogoria, ovvero partire da quanto esiste per portare un discorso musicale verso lidi non battuti da nessuno. I Lacuna Coil (per carità, non voglio essere un patriota!) sono l’unica band che ha èprodotto qualcosa di fresco, nuovo, genuino. Altro discorso si potrebbe fare per gli Anathema, i My Dying Bride, ecc… Gli Anathema sono quello che i My Dying Bride sono riusciti a compiere in altro modo! Per questo, markinosuperstar, sposo quanto da te detto e aggiungo che gli Hardcore Superstar, pur non essendo puristi del metal (ma poi cosa cavolo vuol dire!) meritano più di tutta una schiera di ‘lattanti’ musicisti hard & heavy che nulla portano di fresco e originale. Abituiamoci a ragionare in senso ampio, a 360 gradi. I tempi di oggi non sono quelli degli ’80!
estranged, sono d’accordo con le tue considerazioni in merito alla vena compositiva di Slash e mi fa piacere che ogni tanto qualcuno le condivida.
Da grande estimatore dei Guns n’ Roses, ho un’idea ben chiara e abbastanza personale su dove nascesse la loro forza e dove risiedesse la loro grandezza.
Se ti va, qui trovi quello che penso sull’album di Slash (senza troppe pretese ovviamente…).
http://distorsionearmonicatotale.wordpress.com/2012/06/01/slash-apocalyptic-love/
Ho dato anche una seconda possibilità a Dargen D’Amico e Uoki Toki…e mi spiace…non mi piacciono nè li trovo geniali, anzi…ma de gustibus…
Lui hard e Alex proverò ad ascoltare le band che mi suggerite, e che non conosco. ma ho l’impressione che la mia idea di melodia sia diversa dalla vostra.
Brevissima digressione sull’album di Slash. Più volte ascoltato, ma il mio giudizio non cambia: insignificante e frettoloso hard rock spruzzato di punk. Slash conferma che la composizione non è il suo forte.
Se Appetite è metal, Maradona giocava a basket
Maurizio, assaggi eterogenei ed azzeccati!
Kid Gloves, purtroppo come lasci ben intendere non si va da nessuna parte con gli Slipknot! Eredi dei mostri sacri? Non ne vedo nemmeno in lontananza.
Negli utlimi anni l’unica band che mi ha entusiasmato sono gli Hardcore Superstar. Ovviamente i puristi del metal storceranno il naso, a ragion veduta. Eppure, dopo la loro svolta “metal” del 2005, hanno guadagnato molto pubblico tra i metallari: prima di allora erano seguiti solo dai nostalgici dello sleaze-rock come me. Ora in Italia fanno sempre il tutto esaurito nei club e nei locali di media dimensione. Grande melodia, ottime canzoni (nettamente sopra la media dei gruppi propriamente metal), sontuosi dal vivo. Vi posto un brano molto bello dal loro ultimo periodo e uno antecedente al 2005. Ovviamente io li preferivo prima, con sonorità più punk.
In ogni caso grandissimi sempre.
Dreamin’in a casket:
http://www.youtube.com/watch?v=FL8UotWuGcc
Liberation:
http://www.youtube.com/watch?v=UFmiSb2lloI
Si, sono in ascolto. Non direi che quel disco fu una delusione per me perché conoscendoli non mi aspettavo niente di che. Poi qualche mio amico me ne parlò bene, lo ascoltai, ma comunque a me continua a non piacere. Lo trovo un disco molto paraculo e poco sentito. Anche musicalmente non lo salvo ma se a te piace buon per te 😀
Già che ci sto vorrei dire a Rocco che Dargen D’Amico non è un fenomeno di internet. Mi spiego meglio, è chiaro che tutti i musicisti oggi si avvalgono della rete ma non è da li che è partita la rivalutazione di Dargen. Il momento in cui tutti puntarono gli occhi su di lui, il suo “sdoganamento” avvenne sulla carta stampata specialistica, con una ormai storica copertina del 2008 di Blow Up. In quel numero c’ era uno splendido articolo di Zingales che puntava i riflettori su di lui. Stiamo parlando della migliore rivista di musica italiana (nel bene e nel male) e di uno dei giornalisti musicali più preparati in circolazione, non di visualizzazioni sul Tubo. Cosi, solo per la cronaca.
C’è anche da chiedersi però che succederà quando questi ‘Gods’ non ci saranno più. Gli Iron Maiden sono mostri da palco ma sono diventati la parodia di se stessi (nonostante gli ultimi tre lavori in studio denotano un cambiamento, a mio avviso comico, in chiave prog). I Metallica cercano di mettere d’accordo Pulcinella e Arlecchino: il primo tira legnate, il secondo cerca vie d’uscita alternative. Ozzy, il Crowley della musica, il principe delle tenebre, è un vecchio che si fa prendere per i fondelli dai figli ed è sottomesso alla moglie. Insomma, per farla breve, questi hanno una certa età. Potranno continuare a lungo? E’ impossibile. Purtroppo, e lo dico da metallaro (un metallaro che ha fatto pace con Dio e che da tempo non cede più al clichè adolescenziale ‘il mondo ce l’ha con me e io ce l’ho col mondo) quando questa guardia non ci sarà più chi prenderà il suo posto? Gli Slipknot? Lei ha ragione Giordano, garantiscono ancora il biglietto, ma sarà sempre così? Ho molti dubbi a proposito.
Dieci album di assaggio, così per i curiosi, che spaziano da thrash a power a classic.
Appetite for destruction, Guns’n roses
Master of Puppets,Metallica
Painkiller,Judas Priest
Streets,Savatage
The Number of the Beast,Iron Maiden
Heaven and hell,Black Sabbath
Blizzard of Ozz, Ozzy osbourne
Reign in Blood,Slayer
Keeper of the seven keys part I&II,Helloween
Jailbreak,Thin Lizzy
ce ne sarebbero altri 200, ma con questi un’idea della qualità e del sentimento del metal ve la fate…
Grande Marco Lallo! Il tuo intervento “ironico-realistico” è più che mai appropriato, ed utile a sdrammatizzare la discussione!
“Sei metal quando pensi che solo i metallari si impegnano sul palco” è bellissima! Sai quante volte l’ho sentita dire da miei amici metallari, da adolescente?! 😉
Don, sei in ascolto, una piccola curiosità. Tempo fa (poco prima della tua dipartita dal blog di Paolo), si parlava di “Nati per subire” di Zen Circus ed entrambi ne eravamo rimasti delusi per motivazioni abbastanza simili. In sintesi, grande potenzialità il gruppo, suonato bene ma nei contenuti un album che dava l’impressione di voler essere di sinistra a tutti i costi, risultando forzato e a mio parere un po’ adolescenziale. Da quel primissimo ascolto non ne sono seguiti altri e l’ho rimesso nel lettore solo ieri sera. Vale più o meno quanto già detto a riguardo, però musicalmente mi piace molto e ci sono alcuni pezzi davvero forti…
ahahah grande Marco Lallo!!!!!!!!!!!!
io credo di essere metal anche se non metallaro se mi ascolto un disco di heavy metal………mi immedesimo e accontento la mia passione per la musica.
Questo e’ quanto, secondo me.
Guardate che il Metal non è solo Slayer, provate a sentirvi Battle Hymn dei Manowar
http://www.youtube.com/watch?v=S1woxkraClg
The Sentinel dei Judas Priest
http://www.youtube.com/watch?v=1TO8pR2p6XE
o Stargazer dei Rainbow
http://www.youtube.com/watch?v=dJeBvNuYPMM
e poi ne riparliamo. Qaunto agli Slayer è una questione di abitudine, se un orecchio è abituato a waka waka ci mette un pò a ripulirsi, ma alla fine ne vale la pena 🙂
http://www.youtube.com/watch?v=7KsPZ1f7MDs
BUON ASCOLTO e STAY HEAVY
Marco Lallo sei un grande 🙂
rocco, se vuoi parliamo di “Peawees” o di “Thee S.T.P.”, ma perfavore i Manowar lasciali dove sono!
Ovviamente la mia è una provocazione.
Cerco di spiegarmi. Mi piace il trash metal, non sopporto tutto il metal che suona sinfonico, epico, power, orchestrale e chi più ne ha più ne metta.
Adoro e seguo le due band italiane di nicchia che ho citato e che suonano del bellissimo rock n’ roll! Non conoscevo Dargen D’amico ma ora mi sembra molto interessante. Ho appena acquistato il biglietto per Social Distortion e Bush e ascolto in genere punk e derivati (non mi riferisco a Green Day ed Offspring), eppure non disprezzo Fabri fibra.
Per fortuna non seguo nessun dictat, ci sono solo i miei gusti dati da sensazioni. Punto.
Ti consiglio “Leave it behind” dei “Peawees”, come direbbe Fabri Fibra… “tanta roba”!
Vorrei aggiungere qualcosa al post di Luka, in vena ironica-realistica:
– Sei metal quando fai finta di essere un cattivone e invece sei un timido tenerone.
– Sei metal quando per te la tecnica é tutto ed il metal é pieno di sentimento, da qualche parte.
– Sei metal quando dici che il metal ha sentimento, ma non sai spiegarlo.
– Sei metal quando sei convinto che sia la musica perfetta.
– Sei metal quando realizzi che le ragazze non ti filano.
– Sei metal quando scarichi mp3 anche se i Metallica hanno detto ‘non si fa’.
– Sei metal quando pensi che solo i metallari si impegnano sul palco.
– Sei metal quando ti fai crescere i ricci&crespi capelli lunghi anche se stai diventando calvo.
– Sei metal quando credi che i metallari e la loro musica sono ‘aperti’ di mentalitá.
– Sei metal quando ti fa schifo tutto ció che non sia metal.
– Sei metal quando dici che Malmsteen sia il miglior chitarrista al mondo.
– Sei metal quando credi che la velocitá sia tutto, prova a chiedere alla tua fidanzata.
Grazie 🙂
Don prometto che ascolterò le song da te segnalate e ti darò riscontro. Magari cambio idea magari no…di sicuro, anche qualora non li trovassi dei capolavori a prescindere dai gusti avrò ascoltato grazie ai tuoi “consigli per gli acquisti” qualcosa di nuovo e di cui ignoravo l’esistenza.
Estreneged…sarò sincero: gli Slayer al primo ascolto mi impressionarono per la potenza e la velocità ma non mi entusiasmarono a prima vista. Detto ciò se ti piacciono gli Iron e gli ultimi metallica…che dirti? Ascoltati così giusto per assaggio “Believe” dei Savatage, “The Kiss of Judas” degli stratovarius, “alas de fuego” dei Tierra Santa, ” Tears of a Mandrake” degli edguy, “Avantasia” degli avantasia, “Venomous Vixens” e troverai tutta la melodia che vuoi
..per quanto riguarda la discussione su hiphop rap e bla bla bla… che dire? Non la seguo e non ci tengo a farlo. Indi per cui non ho nulla da dire. Mi tengo stretta la mia ignoranza 😉
..ho riascoltato, dopo anni, “The Snake” di Shane MacGowan And The Popes… mi ricordavo un bel disco. Effettivamente ha retto bene questi quasi 20anni.
..oddio Estranged.. parli però sempre di quei due gruppi. Un riguardo alla melodia lo trovi anche in quelle band del “Gothenburg sound”.
Certo.. se poi però mi metti in contraltare gli Slayer: loro x scelta la violentano, la melodia… me il loro oltranzismo ha fatto scuola.
Ad esempio Paolo, ascolto dal rock al blues, dalla soul al R&B, dal funky alla “philly”, dall’elettronica alla classica per “deformazione ” familiare visto che mia madre e’ austriaca ed e’ stata per decenni nel comitato organizzatore dei Salzburger Festspiele.
Negli ultimi tempi ho segnalato diversi artisti alla ribalta, dalla Ferguson ai Citizens. Ieri ho dedicato tre ore del mio pomeriggio libero ai nuovi dischi di Bobby Womack e Fiona Apple. Sono incredibilmente belli, lasciano senza fiato.
Consigliati a tutti gli amici blogger e a te Paolo se per caso non li conoscessi (intendo i dischi eh non gli artisti). Have a nice day.
dai manowar si finisce a parlare di Dargen D’amico, idrolatrato da alcuni blogger; l’ho ascoltato: o finito la scotra di carta igienica. E sì, internet continua a far danni…
No rocco, se dai Manowar si arriva a parlare di Dargen D’Amico vuol dire che qui c’è gente che ascolta tutta la musica. Puoi davvero criticarla?? La musica è esattamente questo: condivisione di idee non per forza condivise.
Lui Hard, per me è proprio questo il punto…i volumi e le velocità di cui parli mi sono sempre sembrati un trucco per mascherare uno scarso senso melodico. Con alcune eccezioni, come gli Iron Maiden, o i Metallica post Master of puppets (cmq grande album)..che apprezzo tanto e da sempre. Trovo invece inascoltabili, oltre che inguardabili, gli Slayer ad esempio.
Fabio, certo che il rock è teatrale, l’importante è che ci sia vera musica alla base.. Gabriel, Bowie, o i Queen, ad esempio, erano re nei travestimenti, ma le canzoni sono storia.
Con tutto il rispetto per gli amici blogger metallari io preferisco ancora i ruggiti del leone di Belfast, ma alla grande. degustibus. Astral weeks docet:-)
Il grande Van Morrison torna questo autunno per rilasciare un nuovo album in studio, “Born to Sing: No Plan B”, che uscirà il 2 ottobre. Per quanto riguarda l’etichetta, Morrison è passato alla Blue Note Records .
La sua dichiarazione di oggi via nme:
“Con la maggior parte delle aziende discografiche pare di essere un dipendente aziendale quindi sono felice di lavorare con Don Was e il team al Blue Note. Per avere una persona creativa per la musica ci vuole uno come il capo della mia casa discografica che mi assicura che tutti gli sforzi fatti nello scrivere e nel registrare questo nuovo album saranno premiati, con una particolare attenzione per la music-based ( cioe’ i fondamentali) e l’approccio marketing.
Il cantante nordirlandese ha anche mantenuto il controllo creativo per produrre le 10 tracks che compongono l’album. Ecco l’anteprima della tracklist di
Born to Sing: No Plan B:
01. “Open The Door (To Your Heart)” 02. “Going Down To Monte Carlo” 03. “Born To Sing” 04. “End Of The Rainbow” 05. “Close Enough For Jazz” 06. “Mystic Of The East” 07. “Retreat And View” 08. “If In Money We Trust” 09. “Pagan Heart” 10. “Educating Archie”
Paolo, sono fermamente convinto che oggi, un concept-album rock ben confezionato sulla “casta”, sfonderebbe il mercato. Se fossi un discografico lo proporrei agli artisti di spessore sotto contratto. In alternativa, forse mai come in questo momento storico, non occorre avere tanto coraggio per lanciare giovani artisti rock con qualcosa di “attuale” da dire.
@fabio: No, io non credo. Anzi, purtroppo penso che la scena metal italiana sia prossima all’ essere insignificante. Cicciano e ricicciano schemi vecchi, “muffosi” e tra l’ altro, oltre che vecchi, anche banalotti già ai tempi in cui uscirono fuori. Mi rendo conto che dopo il grandioso Ov degli Orthrelm (2005) dire qualcosa di nuovo nuovo in ambito metal non sia esattamente la cosa più semplice del mondo ma la strada seguita in Italia a me fa sbadigliare non poco. Chiaramente faccio un discorso generico che si basa su quello che ho ascoltato, magari da qualche parte c’ è qualche gruppo straordinario ma io per ora non lo conosco.
@markino: Fibra>Caparezza? Assolutamente si, di che stiamo parlando! A proposito della riflessione sul Dargenpoeta ti posto un suo pezzo (meraviglioso) che s’ interroga sulla questione: http://www.youtube.com/watch?v=tXp9bb2vqAQ
@Alex: non potevo scrivere tutto quel che c’ è da dire su Dargen in un intervento ed effettivamente capisco che dai pezzi che hai ascoltato si possa rimanere interdetti, infatti non sono nei dischi che ho nominato (il secondo non è neanche finito in nessun disco)! Il fatto è che Dargen non è un cantautore “canonico” ed ha un’ attitudine naturale al cazzeggio ed al trash. Tutte le sue anime vengono fuori dall’ ascolto del disco intero, forse per lui come pochi altri si capiscono molte cose dall’ ascolto completo. Detto questo hai centrato due pezzi in cui cazzeggia, anche se io ritengo che da un punto esclusivamente formale sulla prima strofa di “pioverà benza” andrebbe fatta fare un’ analisi del testo a tanti di quei cantautorucoli di cui sopra.
Tu mi dici che scimmiotta slim shady ed io ti dico che il suo ultimo disco è composto da due tracce da venti minuti l’ una senza neanche mezzo ritornello! E quindi io ti dico che Eminem non ha mai avuto il coraggio di fare un disco del genere (forse neanche le capacità musicale) e che in Italia ben pochi hanno osato fino a questo punto. Detto questo penso che ad esempio questo sia uno dei pezzi più belli mai scritti nel bel Paese (al di là dei generi) http://www.youtube.com/watch?v=RnbUQ43N8hw
Sui Uochi toki “le ragazze” non me lo ricordo, non ricordo neanche su che disco sta, comunque sia secondo me il loro capolavoro personale è “libro audio” (2009), anche se qualcuno preferisce altri loro dischi. Secondo me i super pezzi di questo album sono:
L’ osservatore: http://www.youtube.com/watch?v=DID6ReHUyT4
I mangiatori di patate: http://www.youtube.com/watch?v=ozIuAppcDfA
Il ladro: http://www.youtube.com/watch?v=y2pZ8C7ODSs
Ma anche il resto merita
Concordo con Fabio. In Italia il metal non vende e quindi non passa da radio e tv. Altri generi magari anche attraverso una fugace apparizione su you tube (emis kylla per citarne uno..) diventano un fenomeno. E di grandi band ce ne sono. Senza toccare mostri sacri come Buldozzer e Death SS gli stessi Labyrinth, Bejelit , domine, Centurion, white Skull(per citarne alcuni)e gli (per me) immensi Node fanno fatica a trovare spazio se non su riviste specializzate. Peccato perchè a prescindere dal genere che può piacere o meno sono band formati da talentuosi musicisti che poco hanno da invidiare a band straniere…ma tant’è…rimangono un fenomeno di nicchia ignorato dai media e quindi poco fruibile da chi non è appassionato al genere.
Don Van Vliet: non ti sembra invece che sia proprio la scena Metal ad essere sottovalutata? hip hop e rap alla fin fine te le ritrovi sia per radio che in televisione o almeno alcuni esponenti. Quanto al Metal italiano ricordatemi voi l’ultimo pezzo che avete sentito per radio o l’ultimo video che avete visto in televisione e con quale frequenza. L’unico assaggio di Metal viene dato da pino scotto che ormai però è diventato un mezzo cialtrone (senza offesa, lo dico in maniera bonaria). Ma comunque ormai non bisogna più stupirsi di questo, la musica a certi livelli ha smesso di essere un prodotto artistico di qualità e l’unico obiettivo è far incrociare la curva della domanda con la curva dell’offerta…..
Don Van Vliet, incuriosito dalle tue considerazioni su Dargen D’amico, ho ascoltato su YouTube più di qualche suo pezzo. Pur non essendo un appassionato di hip-hop, sono rimasto impressionato dalla scrittura di Dargen: le parole scorrono in modo molto fluido e il messaggio arriva dritto nelle orecchie e nella testa dell’ascoltatore in modo originale ed efficace. Non sono in grado di dire se possa essere considerato il più grande cantautore degli ultimi vent’anni (e francamente poco mi interessa) ma indubbiamente è molto bravo e sottovalutato. Non sarebbe una bestemmia definirlo “poeta”.
Poi vi dirò che il tanto bistrattato Fabri Fibra è a mio parere valido e lo preferisco di gran lunga a Caparezza, per rimanere tra quelli precedentemente citati. Ha delle idee, è accattivante, appetibile, talvolta persino “rock”, e ha un timbro vocale molto riconoscibile e gradevole (scusatemi ma Caparezza non si può sentire!). Ben intesi, un suo disco non l’ho mai comprato ma questo è un altro discorso perché non comprerei nemmeno un disco di Dargen D’amico. Diciamo che quando passa in radio non cambio canale, anzi spesso alzo il volume. Grazie Don Van Vliet per la dritta.
Bene…ci ho provato perchè bisogna provare, ed ho ascolatato Bergen D’amico…due cazononi a casa prese da Youtube: ” Odio Volare” e “Pioverà Benza”…orbene…al di là dell’impercettibile difetto di dizione ( ma a quanto pare un rapper senza problemi di logopedia non è un rapper), se questo è il più grande cantautore degli ultimi 20 anni…io sono pronto per polverizzare Usain Bolt sui 100 metri…ma tengo botta e vado oltre…ascolto anche i uoki toki…sempre due brani “l’estetica” e “le ragazze” che effettivamente anche io trovo imbarazzanti, ma più che per la levatura per lo scimmiottamento stile Slim Shady de noiatri…Ben tornato Don!!! 🙂
Ben ritrovato Don!
Lui Hard lo aveva scritto…la teatrale dipartita annunnciata sarebbe stata come quella dei Judas Priest…e ci aveva preso 🙂
Bentornato Don! 😉
Luka
Quoto anche te, Zago.
Condivido in pieno Don!
E aggiungo che è avvilente continuare a dover presentare oggi nel 2k12 nomi come Uochi Toki e Dargen che da ANNI sono tra le cose migliori prodotte in Italia.
Torno scrivere qui per lo stesso motivo per cui smisi qualche mese fa: mi interessa chiarire un punto.
Stiamo sottovalutando la scena hip hop e rap italiana. Tutti. Diamo credito ai chi non se lo merita e sembra che la scena abbia poco valore, quando ne ha tantissimo. Voglio fare due nomi:
Dargen D’Amico:
Dargen D’Amico è il più grande cantautore degli ultimi venti anni, ma non solo, è uno dei più grandi in assoluto nella gloriosa storia del cantautorato italiano. Ha un’ abilità tecnica nel comporre testi fuori dal normale, scrive a livello formale in maniera impeccabile, fa sembrare agili e diretti versi di una complessità allarmante. E’ il miglior esponente della scena hip hop italiana e quelli che sono ben dentro il giro lo chiamano “maestro”. Musica senza musicisti (2005) è un disco rivoluzionario, mentre Di vizi di forma virtù (2008) e Nostalgia Istantanea (2012) sono semplicemente due capolavori, due dischi da annoverare tra i vertici più alti mai raggiunti in Italia.
Uochi Toki:
Qui siamo oltre l’ hip hop, ma nell’ ambito del rap. Testi di una levatura imbarazzante che spazzano via la qualità mediocre dei vari cantautorucoli che infestano i festival estivi (non faccio nomi, sennò dite che sono “contro” qualcuno). Fusione tra cantato rap e basi noise, gli Autechre incontrano i Sonic Youth e s’ innamorano del modo italiano di trattare la parola.
Certo, se parliamo di Caparezza, J-Ax, Fibra, Club Dogo etc. è chiaro che sembra che non ci sia nulla di buono (e anche a ragion veduta!). Ma questi qui stanno rivoluzionando la musica italiana con innovazione ed integrità intellettuale, io pensa che gliene vada dato atto.
Non ce ne sarebbe bisogno ma dati i precedenti ricordo che a questo mio intervento va preposto un enorme “secondo me”
Ciao Don Van Vliet bentornato. Su quanto hai scritto sono in gran parte d’accordo con te. Si sta sottovalutando una parte importante della scena hip hop italiana. Lo dico con un punta di dispiacere perché io fondamentalmente sono nato con il rock e ho sempre pensato che il rock sarebbe stato in grado di adeguarsi ai tempi. Adesso, specialmente in Italia, non è così e fondamentalmente mi dispiace. Però lo ammetto. E anche su Twitter l’ho più volte confermato (anche ieri sera commentando una frase di Marracash). Quanto a Dargen D’Amico sono d’accordo con te e mi riprometto di scriverne un grande pezzo al più presto.
Paolo, i tuoi esempi sono efficienti e sanno l’esatta situazione di quello che accade in Italia 😉
Luka
Guzzardi, come scrive Luka con me vai a nozze su questi argomenti. MI limito solo a dire che, dopo aver calibrato la propria carriera per 18 anni contro un unico obiettivo (a torto o a ragione: ma comunque sembrava che in Italia ci fosse solo un malvagio e basta) adesso tantissimi, quasi tutti i rockettari e anche i rapper stanno soffrendo. Voglio vedere il prossimo disco di Caparezza…. In ogni caso, è lo stesso problema dei comici. A parte Crozza, tutti gli altri sono rimasti senza il “nemico” e non sanno più che pesci prendere. In questo dunque hai ragione: il rock italiano sta perdendo una grande occasione. E la stiamo perdendo anche noi giornalisti che, a parte rarissime eccezioni, non segnaliamo neanche il problema.
Luka, non c’è dubbio che Fabri a Downtown Los Angeles sarebbe come me in una palestra di culturisti. La figura di merda è dietro l’angolo….
Guzzardi il tuo assist a Paolo è notevole (anche se il padrone di case non ne ha certo bisogno…)… ma solo teoricamente. In Italia non c’è mai stato il rock di protesta. O perlomeno se c’è stato era solo apparenza di facciata. Gli interessi a volte collimano. Inutile nasconderlo.
Quanto all’hip hop italico, meglio lasciar perdere. Vorrei fare un esperimento: prendere un paio di hiphopper nostrani, mollarli in un qualsiasi ghetto americano e vedere cosa succede…
Ve lo immaginate Fabri Fibra a Skid Row, downtown Los Angeles? Se lo masticherebbero e dopo lo sputerebbero sull’asfalto un attimino schifati 😉
J-Ax l’ho visto con i miei occhi registrare un video ed è così mansueto che prenderebbe paura anche da un agnellino bagnato.
Ma c’è una interessante movimento di band indipendenti che fanno rock e punk contro il sistema.
Appunto.
Ma sono di destra. E purtroppo, per questo motivo in Italia non sono degne di essere prese in considerazione.
E’ la realtà.
Luka
Lucy o è così, o ce ne sono davvero in giro tanti di questo tipo 🙂
Alex non è che abbiamo in comune qualche collega? 😉
A proposito di critica, musica che funziona e quant’altro, vorrei offrire una riflessione per un (spero) prossimo (o comunque futuro) articolo di Paolo Giordano. Non so a te, Paolo, o agli altri che hanno commentato o che commentano il blog, ma a me sembra che in un periodo come quello che stiamo vivendo in Italia, con quella che chiamano anti-politica (in realtà è sempre l’anti-partitocrazia risalente alla prima repubblica, oggi più consapevole ed extraparlamentare) che avanza, di spunti per testi incazzati ed arrabbiati ce ne sarebbero a iosa, ma chissà perché il rock italiano preferisce lasciare ancora questa scena esclusivamente all’hip-hop. Da un ritorno alla durezza sonora passata ma con testi che descrivono il contesto attuale italiano, da parte di gente come Vasco, Ligabue, i Litfiba, la Giannini, Renga ed i Timoria, gli stessi Negrita ed altri, potrebbe scaturire qualche nuovo manifesto rock. Forse sono troppo ottimista in tal senso, in ogni caso avverto un’esigenza al riguardo: magari mi sbaglio, ma secondo me il rap di j-ax o di fabri fibra contro l’estabilishment è una cosa, l’urlo di Gianna Nannini o di Luciano Ligabue, ovvero l’acuto di Francesco Renga e via discorrendo, può essere di gran lunga ben altra cosa. Insomma, il mio parere è che per il rock italiano, se ancora esiste, stia perdendo una grande occasione per dimostrarlo.
I Manowar sono solo dei buffoni esaltati, uno di quei gruppi che fa solo del male a tutto un movimento. I Motley Crue sono una vergogna da anni, senza rispetto per i fans, caricature della stessa caricatura che loro stessi interpretavano negli anni ’80 (il glam ha dimostrato di essere un grande bluff, la solita moda senza valori musicali e sociali). I Guns’n Roses manco a parlarne, sopravvalutati alla massima potenza. Degli headliner si salva solo Ozzy (peccato per la malattia a Tony Iommi, altrimenti il tour dei Black Sabbath sarebbe stato EPICO)
Per fortuna ci sono ancora nomi grossi che fanno sempre la differenza in positivo, come Maiden, Motorhead, Megadeth, Alice Cooper, Anthrax e molti altri
..Condivido il pensiero di Guzzardi. Delle etichette non è che me ne freghi poi molto. Ma a volte son necesarrie per capire se si sta parlando la stessa lingua.
..salute!