Il mistero infinito dei dischi venduti
Ah le cifre. Quante sono davvero le copie vendute di ciascun disco? Thriller di Michael Jackson è davvero il più comprato di sempre? E i clic su YouTube sono veritieri? A discografici e artisti fa comodo esagerare i dati oppure nascondere le defaillance, ovvio. E, finché si tratta di nutrire l’orgoglio delle popstar, va bene tutto. Ma quando le cifre diventano un traino fondamentale del successo (molti fenomeni decollano solo perché presentati come «il più cliccato su YouTube» o «il più venduto nel dato paese») allora sarebbe opportuna un po’ di chiarezza in più.
A dire il vero, YouTube ci ha appena pensato, visto che pochi giorni fa ha inserito un nuovo algoritmo che consente di separare il grano dal loglio, come dicevano i nostri nonni. Ossia i clic veri da quelli finti. Risultato: a fine dicembre in una notte oltre due miliardi di visualizzazioni sono stati cancellati a bruciapelo dai video di Rihanna, Alicia Keys, Niki Minaj, Justin Bieber e altri. Le major hanno risposto chiaro: «Sono bugie». Ma il discorso resta aperto e magari, dopo aver regolato le popstar globali, si estenderà anche agli artisti locali. Vedremo. Di certo siamo lì lì anche a far chiarezza sui dati di vendita effettivi, ossia sui «sell out» che, per capirci, sono spesso molto diversi dalle copie semplicemente distribuite ai rivenditori. Nel mercato «liquido», legato cioè ai download legali, è più facile contabilizzare le vendite. Ma in quello fisico, complice ovunque, anche in Italia, una sorta di opportunistica reticenza, è assai più complicato. Spesso, oltretutto, si usano come campione i dati di vendita negli States, senza considerare il resto del mondo.
Qualche tempo fa sul sito del New Yorker è uscita un’indagine, molto utile e mai smentita, di Bill Wyman (no, non è l’ex bassista dei Rolling Stones) che partiva dalla domanda delle domande: è vero che Thriller di Michael Jackson ha venduto (come ha confermato anche il megaproduttore Quincy Jones) oltre cento milioni di copie? Dati alla mano, no. Rimane il disco più venduto della storia. Ma, ben che vada, ne ha totalizzati un po’ meno di settanta (quasi 67 secondo l’indagine di un esperto francese). In ogni caso, per tutti, i dati di vendita globale sono spesso stupefacenti.
Dopo Thriller, i dischi campioni d’incasso sarebbero la colonna sonora di Grease (quasi 45 milioni), The dark side of the moon dei Pink Floyd (44 milioni, la foto di David Gilmour è scatata scattata da Luca Sguazzardo), la colonna sonora di The Bodyguard (con Whitney Houston, 38 milioni), la colonna sonora della Febbre del sabato sera (37.2), il greatest hits degli Eagles (37), Legend di Bob Marley (36.8), il quarto disco dei Led Zeppelin e Back in black degli Ac/Dc (35.7). A seguire Shania Twain, Michael Jackson (Bad a 34.7), Dirty Dancing (33.3) Brothers in arms di Dire Staits (33.2) e via elencando. Il primo dei Beatles è 1 al sedicesimo posto (32.4) mentre i Rolling Stones neppure entrano tra i primi trenta. Però il rock, specialmente quello duro vince alla grande. Per dire, Appetite for destruction dei Guns N’Roses è (sarebbe) il diciannovesimo disco più venduto con quasi 31 milioni di copie. Il Black album dei Metallica è 27esimo a quasi ventinove milioni, quasi mezzo milione di copie in più della colonna sonora di Titanic. Per farla breve, Michael Jackson non avrebbe venduto in tutta la sua carriera i 750 milioni di copie che gli ha accreditato il New York Times nel necrologio: ma «solo» 400 milioni (al momento della morte). I Beatles mezzo miliardo. Cifre enormi. Ma diverse da quelle che circolano. Certo, le variabili di valutazione sono infinite. Ad esempio, greatest hits e soundtrack sfruttano congiunture e ricorsi spesso più favorevoli di quelle dei singoli dischi. E i tempi di pubblicazione fanno spesso la differenza.
Quando è stato pubblicato, il disco di Adele (il top del 2012) ha venduto lo stesso della Febbre del sabato sera ma ben tre volte di più di quanto abbia venduto The Dark side of the moon nei suoi primi due anni di vita. E oggi i dati complessivi sono clamorosamente condizionati dai cosiddetti consumatori «unbundling», ossia quelli che di un disco scaricano solo alcuni brani e non l’intera scaletta come fanno i consumatori «pure bundling». E in Italia, mercato che oscilla tra la settima e la nona posizione mondiale? La Fimi rende nota solo la graduatoria in classifica, non le copie vendute. E, nonostante circoli voce che con 5000 copie spesso si vada al primo posto, non ci sono cifre ufficiali. Solo ufficiose. Dei superbig non si parla. Ma il cosiddetto alternative rock vanta, si fa per dire, risultati sconfortanti e decisamente in controtendenza rispetto al «vibe» creato dalla stampa. Con il cd Valtari pubblicato a maggio, i Sigur Ros non sono arrivati a 5000 copie (fonte: Rumore). Graham Coxon dei Blur non ha superato le 300 (idem). I bravi Teatro degli Orrori sono arrivati a diecimila con Il mondo nuovo, che è comunque la metà di quanto contabilizzato dalla ristampa di Nevermind dei Nirvana. Insomma, fornire le cifre esatte di vendita (legale) aiuterebbe a spazzar via molti luoghi comuni sulle popstar. E, probabilmente, a renderle anche più simpatiche. Magari il 2013 sarà l’anno buono per farlo…
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I PRIMI TRENTA
Qui sotto ci sono i primi dieci dischi più venduti della storia. Tra «Thriller» di Michael Jackson e «Come on over» di Shania Twain spuntano dati sorprendenti come quello di «Grease»(oltre 44 milioni di copie) e quello di Bob Marley, arrivato a 36 milioni di copie con «Legend». Ma anche le successive venti posizioni regalano sorprese. Come quella del «Black album» dei Metallica, pubblicato oltre vent’anni fa e arrivato a quasi 29 milioni di copie vendute in tutto il mondo. O la colonna sonora di «Titanic», ferma a 28 milioni e «Born in the Usa» di Bruce Springsteen che ha superato i 29 milioni. Stupisce anche «The wall» dei Pink Floyd, arrivato al 17esimo posto con quasi 32 milioni.
1. Michael Jackson, “Thriller”: 66,200,000
2. Soundtrack, “Grease”: 44,700,000
3. Pink Floyd, “The Dark Side of the Moon”: 44,200,000
4. Whitney Houston et al., “The Bodyguard”: 38,600,000
5. The Bee Gees at al., “Saturday Night Fever”: 37,200,000
6. The Eagles, “Their Greatest Hits 1971-1975”: 36,900,000
7. Bob Marley, “Legend”: 36,800,000
8. Led Zeppelin, “IV”: 35,700,000
9. AC/DC, “Back in Black”: 35,700,000
10. Shania Twain, “Come on Over”: 35,400,000
11. Michael Jackson, “Bad”: 34,700,000
12. Soundtrack, “Dirty Dancing”: 33,300,000
13. Dire Straits, “Brothers in Arms”: 33,200,000
14. Alanis Morissette, “Jagged Little Pill”: 33,200,000
15. Fleetwood Mac, “Rumours”: 33,000,000
16. The Beatles, “1”: 32,400,000
17. Pink Floyd, “The Wall”: 31,900,000
18. ABBA, “Gold”: 31,400,000
19. Guns N’ Roses, “Appetite for Destruction”: 30,800,000
20. Simon & Garfunkel, “Greatest Hits”: 30,700,000
21. Queen, “Greatest Hits”: 30,600,000
22. Celine Dion, “Let’s Talk About Love”: 30,300,000
23. Michael Jackson, “Dangerous”: 30,200,000
24. Celine Dion, “Falling into You”: 30,200,000
25. The Eagles, “Hotel California”: 30,000,000
26. Bruce Springsteen, “Born in the U.S.A.”: 29,100,000
27. Metallica, “Metallica”: 28,900,000
28. Meat Loaf, “Bat Out of Hell”: 28,700,000
29. Soundtrack, “Titanic”: 28,500,000
30. The Beatles, “Abbey Road”: 28,300,000
(fonte: Newyorker.com)
Non ne vedo uno dei Deep Purple, eppure non c’è persona al mondo che non conosca il riff di Smoke on the water, nella versione live da Made in Japan.
Ma quanto hanno venduto realmente?
Grazie Amelia
Articolo coraggioso Paolo, massima stima.
Sara, di fronte a messaggi come il tuo, di solito ci sono due possibilità. O evitare di rispondere. Oppure fare un lungo discorso che provi a spiegarti quanto forse tu sia esagerata e troppo oltranzista. Credo che in nessuno dei due casi, io otterrei alcun risultato. Quindi pensala come vuoi..
Non basta che un qualunque Bill Wyman, un qualunque Paolo Giordano, un qualunque altro commentatore, fornisca i suoi dati perché questi debbano essere presi sul serio. I dati VERI li conoscono le case discografiche e i produttori. Anche perché le tasse vengono pagate sulle copie vendute, e non credo che qualcuno sia disposto a pagare il doppio del dovuto! Io credo che Quincy Jones sia più importante e informato di questi giornalisti. Trovatemi un produttore più famoso, importante e stimato di Quincy Jones che dica il contrario di quello che dice lui, e io gli crederò. Perché devo credere a Bill Wyman e non a Quincy Jones? Thriller ha venduto 115 milioni di dischi, questa è la verità, e fortunatamente questo è quello che continua a pensare la gente. Voi 4 gatti continuate a pensare quello che volete.
I RECORD CI SONO ECCOME…MICHAEL JACKSON HA VINTO 29 DISCHI DI PLATINO E L ALBUM THRILLER E NELLA CLASSIFICA MONDIALE DI ALBUM “TOP TEN BILLBOARD HOT 100″…NON PARLIAMO DI QUALKE ANNO DI SUCCESSO MA DI UN ARTISTA CHE HA INIZIATO A BALLARE E CANTARE A 5 ANNI ..FINO AI 50 ANNI DI CARRIERA..NON SO SE MI SPIEGO………………….
Devi considerare che le case discografiche danno prima una stima, vendono ai negozi, e poi non si può ben sapere quante delle copie sono state effettivamente date ai clienti. A meno che i dischi non tornino indietro. Cosa che oggi succede spesso, ma ai tempi di Thriller è probabile invece che la richiesta da parte dei negozi aumentasse.
Da 60 milioni a 100 ci si arriva in maniera molto semplice: l’usato. Ogni bancarella, negozio dell’angolo, soffitta dell’amico, mercatino, asta online ecc. ha una copia di quel disco in vendita. Perchè nessuno venditore di dischi NON vende Thriller. E quel mercato non è tracciato. Per non parlare di quello illegale in rete.
Lo hanno comprato in 60 milioni con lo scontrino, ma ad averlo ascoltato, ad averlo posseduto, ad avercelo sugli iPod saranno anche più di 100 milioni. E questo vale per tutti i dischi grandi, ma ancora di più per quelli piccoli. Venduti sottobanco ai concerti, regalati agli amici, passati alla stampa e stampetta cercando notorietà.
Le visualizzazioni su Youtube non mentono. Il problema è che se su due milioni uno guarda solo il primo secondo potrebbe non essere tanto affidabile dal punto di vista del commercio. Ma chi ci si affida in questo senso?
Infatti Paolo ci rincorriamo in ascensore. Tu hai parlato di Cohen e io del Boss ,del Macca e di Waters a proposito di eta’, vedi che gira e rigira tra rockers ci si capisce ? :))))) ps ho sentito il nuovo Bad Religion e sembra di essere tornati al punk rock dei bei tempi. Poi saltando a pie’ pari ,oggi mi sono rilassato con il nuovo di Mario Biondi, raffinato piu’ che mai. Non so perche’ ma quando sento la sua voce e la sua musica mi vengono in mente solo drinks e belle donne:))))))))
Buzz, l’età conta fino a un certo punto. Leonard Cohen ha 76 anni e ha pubblicato uno dei dischi dell’anno. Conta l’ispirazione, la voglia e la fame. L’età è relativa.
A tutti credo dispiaccia invecchiare! E a me dispiace anche per Vasco .Sono un suo vecchio fan . Ma credo si continui a non capire e allora dico pazienza. I membri degli u2 sono del 1960 e 1961 , Vasco del 1952. E credo che in ogni campo della vita dall’ambito lavorativo allo sport e spettacolo 8/9 anni significhino molto. Poi ripeto a ognuno le proprie idee e le proprie convinzioni. Sul nazionale ed internazionale Alex non hai fatto che ripetere quanto ho detto io. Ma alla fine della storia, amiamo Vasco e questo e’ quello che conta. A me purtroppo le sue ultime opere artistiche non piacciono e dal vivo e’ molto scaduto rispetto ai bei tempi. E il paragone con u2 non regge, lo dice la storia. Paolo ,scusa, puoi avere fonti attendibili, ti credo e’ il tuo lavoro ma se provi a dare una sbirciatina ai maggiori siti dei fan club di Stati Uniti, Spagna, Italia, Olanda ecc vedrai che i 4 di Dublino stanno lavorando sodo e non pensano certamente ne’ al ritiro ne’ ad altro. E anche quelle sono fonti attendibili con placers ben informati che stanno alle calcagna dei loro /miei beniamini ogni giorno. E comunque come sempre vale il degustibus sia nelle proprie idee che sulla musica. Da li’ non si scappa.Ciao ciao.
ps guarda caso c’e’ proprio oggi un articolo sulla stampa.it che parla di ritorno di Vasco live proprio come per gli u2 a Torino. Con le dovute differenze del caso.
Estranged hai detto la cosa giusta. Come di tutte le persone che ami, bisogna accettare il lento tramonto e godere che sia davvero lento e non troppo traumatico per loro e per le persone che li seguono. Per quanto ne so gli U2 sono proprio in questa fase: accettare la parabola discendente con serena rassegnazione oppure sfaldarsi e cercare nuove e improbabili strade chiamiamole “antiage”. Le mie fonti sono estremamente autorevoli.
Buzz, Bowie è di caratura internazionale, Vasco no. Come non lo sono buona parte dei cantanti italiani. E’ un discorso vecchio come il mondo, è la lingua inglese o americana che in questo senso fa la differenza e nient’altro. Quindi il paragone su popolarità e quant altro non è fattibile. Però, ripeto, se non si accetta il lento tramonto di Vasco, lo stesso discorso deve valere per altre grandi star. Il mio ragionamento era semplicemente questo. E cmq, a mio parere, Vasco ha continuato a scrivere pezzi bellissimi, da Gli angeli alla recentissima Vivere o niente, uno dei suoi pezzi più belli e disperati..ascolta il live del 2011..la sua voce trema un pò, a volte cede, ma l’interpetazione è unica, sempre e comunque.
Molto carino quello dei Villagers. A me sono piaciuti anche i ” vecchi” Bad Religion, il pop di Christopher Owens con presenza di flauti che rende il suo pop vicino al progressive, la straordinaria Birdy giovanissima inglese dalla voce sensazionale, gli Arbouretum,il nuovo di Biffy Clyro, le Haim tre ragazze di L.A., Massimo Bubola e anche gli Esben and the Witch meno recenti. Un po’ deluso da Local Natives rispetto all’album precedente. Delusissimo invece da Eeels e Joy Formidable. Ciao a tutti.
Per caso avete sentito il.nuovo album dei The Villagers? Ad un primo ascolto mi e’ sembrato molto bello …Volevo un vostro parere da esperti…
Caro Estranged , sono un vecchio fan di Vasco , ho tutta la discografia e videografia, l’ho visto sette volte live tra San Siro,Bologna e Ancona. Ogni anno che e’ passato dai suoi grandi successi degli anni 80-90 non ha fatto che peggiorare sia nei dischi che nella sua presenza scenica. Negli utlimi tempi ha scopiazzato in lungo ed in largo sul merchandising e il palco una notissima band irlandese. Non accetto il tuo ragionamento e l’accostamento Bowie -Vasco. Io non ricordo questo flop dell’Olimpico del Duca Bianco ma senza dubbio puo’ esserci stato. Ora prova a rovesciare la padella o la frittata o la medaglia. Pensa cosa realizzerebbe o cosa ha realizzato il Blasco in Europa e cosa invece ha fatto Bowie. Quindi escludi l’Italia e metti tutto a rovescio. Cosa mi rispondi? E come dice Zago , col quale sono d’accordo una volta tanto, ma che mentalita’ abbiamo in Italia? Siamo sordi o siamo ancora cosi “popolari” stile pizza e mandolino? tu dici che in due ore Vasco ha esaurito i biglietti? Si ma per quanti concerti e dove? Per i prossimi 4 live in Italia? Facile! Chi fa sold out in pochi minuti in Italia e all’ estero? Pochi, ma veramente pochi big e basta, soprattutto , e’ ovvio, per gli stadi. Quindi non paragonare per favore Vasco a Bowie e viceversa, sono due mondi completamente diversi, due storie diverse, due tipi di qualita’ artistiche diametralmente opposti. Mi piace Vasco, ma Bowie e’ di un altro pianeta , scusami. Poi con tutto il casino che ha fatto sui social network beh mi aspettavo un brano migliore. Pare un disco da Zecchino d’Oro che anche un ‘orchestra di liscio avrebbe potuto realizzare. Poi la chitarra buttata la’ a caso cosa voleva essere un assolo di Gilmour? Ma per piacere. Era meglio se aspettava anche lui 10 anni e si ripresentava magari con dei concerti unplugged per pochi intimi , che voler fare a tutti costi canzoni orrende per testi e musiche e concerti dove sicuramente restera’ fermo come una statua e poi lascera’ il microfono agli altri per sparire durante ogni canzone dietro al palco. Quindi scusa, ma personalmente non accetto il tuo punto di vista che in ogni caso non cambia nulla.Sono solo scambi di opinioni, poi ognuno si tiene la sua. Music has the power, rock on!
Ha finalmente un titolo il 13° album della carriera dei Depeche Mode: ‘Delta Machine’. Uscirà il prossimo 26 marzo per la Columbia con la copertina che vedete a lato. E’ prodotto da Ben Hillier e mixato da Flood.
Dice Martin Gore nella press-release ripresa da ‘Nme.com’: “Scrivere questo disco è stato molto laborioso, volevo che il suono di questa raccolta di canzoni fosse molto moderno. Voglio che la gente si senta bene quando sentirà questo album, che provi una sorta di pace interiore. C’è qualcosa di magico dentro.”
La scaletta è composta da 13 tracce, queste:
1. Welcome To My World
2. Angel
3. Heaven
4. Secret to the End
5. My Little Universe
6. Slow
7. Broken
8. The Child Inside
9. Soft Touch/Raw Nerve
10. Should Be Higher
11. Alone
12. Soothe My Soul
13. Goodbye
thanks to indie- rock.it
bah!..per quanto ne so, e magari mi sbaglio, Bowie ha cavalcato la popolarità del pop anni 80 ed infatti è in quegli anni a cavallo tra la fine 70 e inizio 80 che ha prodotto di più (ogni anno praticamente) e venduto di più. Primo in UK, raramente nel resto d’Europa, inesistente o quasi in America. Visto che si parla di successo commerciale sarei curioso di sapere quanto ha venduto in carriera… Poi non metto in dubbio che sia un grande artista ma lo metterei uno o due gradini sotto i più grandi.
Paolo ti ricordo l’ultimo concerto di Bowie all’Olimpico..non ricordo quale anno. Un’ora e mezza scarsa davanti a quattro gatti… Io mi tengo il grande Vasco, stanco e affaticato, ma i biglietti vanno via in due ore.
Anche senza una minima nota sul titolo, la tracklist e la cover dell’imminente tredicesimo album, i Depeche Mode hanno annunciato l’uscita del primo estratto per il prossimo 5 febbraio: si intitolerà ‘Heaven’ e sarà pubblicato dalla Columbia Records.
Per il momento nessuna anticipazione del pezzo, ma può comunque essere pre-ordinato sul sito ‘Amazon.com’. Non dovrebbe trattarsi della canzone, anch’essa senza titolo sinora, anticipata lo scorso ottobre in una conferenza stampa a Parigi .
Vi ricordiamo che la band inglese si esibirà in Italia per due date: giovedì 18 luglio allo Stadio San Siro di Milano e sabato 20 allo Stadio Olimpico di Roma.(indie-rock.it)
http://www.youtube.com/watch?v=NihMVuspKQw&feature=youtu.be
Bowie è sicuramente tra i più grandi di sempre. Ha avuto alti e bassi, ma la quantità e la qualità degli alti ha pochi pari nella storia della musica.
“SOLONI”, ekkekkavolo di tastiera…
Dopo un calice di Soave “Monte Alto” di Ca’ Rugate del 2009 mi perdonate, vero? 😉
Luka
Paolo, volevo dire “solini”… ovvio 😉
Luka
Io sono solo un appassionato, ma l’ultima canzone che la gente riconosce immediatamente di Dylan quale è? Ve lo dico dopo… 😉
Quanto a Bowie nessuno lo tocchi, plis. Non sono un suo fan sfegatato. Ma riconosco che è un grande artista. Ha inventato un modo di fare musica al quale molti si sono subito accodati. Sono passati 10 anni dal suo ultimo disco? Quanti ne sono passati da So di Gabriel a Us? Ben sei… per dire.
Un artista non si misura certo per la quantità della sua produzione, ma per la qualità.
Poi rimaniamo sempre sulle nostre posizioni, è chiaro.
Vasco? Cerca di sopravvivere. Io la vedo così.
Problema suo.
Luka
p.s. Paolo occhio si dice in giro che Bowie con Jagger si sia divertito parecchio 😉 ah ah ah ah ah
quando incontro dei “solini” che parlano di Dylan chiedo loro di fischiare una canzone recente dell’artista… ebbene nessuno, dico nessuno, riesce a ricordarsi una canzone che lo abbia colpito. E quando io fischietto “Hurricane” ecco che tutti sorridono…
A Bristol aria di mare che fa bene a tanti provenienti da quella bella citta’ (da dove si vede lo splendore del Galles in lontananza )oltre ai Portishead. Mentre Bowie ha pubblicato qualcosa di ufficiale ma e’ un live del 1972 mi pare, live in Santa Monica o roba del genere. Era un bootleg poi entrato a far parte della discografia ufficiale pochi anni fa, non piu’ di tre. Convengo su Eno la cui genialita’ si e’ palesata non solo con u2 ma anche con altre iniziative di altre band, con side projects e con vari album solo. Anche “soli” sia Eno che il canadese Lanois sono dei mostri. Ciao a tutti.
Non faccio fatica a crederci Paolo, è una personalità superiore. Paragonabile solo ai grandissimi: Hendrix, Ravi Shankar, Miles Davis, Robert Wyatt, Karlheinz Stockhausen (e consentimi anche Captain Beefheart 😀 ). Gente cosi.
Don Van Vliet, ho incontrato Bowie quasi per sbaglio in un hotel. E’ talmente magnetico che quasi sono rimasto calamitato dal suo sguardo.
Anzi Paolo, ti dirò che mi fa piacere soffermarmi un attimo su Bowie per vari motivi:
– Scegliere di fare uscire un disco dopo dieci anni è sintomo di grande umiltà per uno come Bowie che potrebbe facilmente entrare in classifica con un disco ogni due anni. Prendere coscienza che non è possibile all’ età che ha avere qualcosa da dire ogni anno come ai bei tempi (penso alla trilogia di Berlino <3), prendersi un lasso lungo di tempo per raccogliere le idee è un sintomo di grande coscienza delle proprie capacità.
– A volte far passare tanto tempo tra un disco e l' altro significa puntare sulla qualità e curare i dettagli. Pensiamo ai Portishead: sono usciti con Third nel 2008 a ben 11 anni di distanza dal secondo disco con cui erano all' apice della popolarità. Eppure il gioco è valso la candela, Third è quasi unanimamente riconosciuto come grandissimo disco ed in molti (me compreso) prendono tempo per esprimersi sul peso che ha avuto un' uscita del genere. A cinque anni di distanza ancora sono frastornato.
– Qui passo spesso per quello Underground che si emoziona solo per l' ultima uscita dell' ultimo musicista finlandese che ha intrapreso una svolta elettronica al contrario di quanto mostrato nell EP noise.
In realtà non è cosi. Amo il pop, amo Bowie, e purtroppo a volte parlando con dei "rockers" questi sembrano non aver afferrato la grandezza di questo personaggio e si limitano al "bel pezzo Life On Mars". Eppure parliamo di uno che ha esercitato un' influenza quasi totalizzante dagli anni '80 in poi. E non solo nel pop. Un motivo c' è, è che i suoi dischi sono bellissimi, non ne cito nessuno per non fare un torto a qualche altro che rimarrebbe fuori, ma il suo è un canzoniere fuori dall' ordinario, al di sopra dell' eccellenza.
Su Bowie condivido Don Van Vliet: sono dieci anni che non pubblica un disco!!!!!!!!!!
Eh no! Il discorso su Bowie è appuntabile eccome! Non entra in classifica dal 2003 semplicemente perché non esce con un disco inedito da quell’ anno! E con quel disco fu al n 1 della classifica europea! E c’ è da scommettere che entrerà in classifica anche con il prossimo album come ci è entrato il singolo. Mi dispiace ma dire che non se lo caga nessuno semplicemente non è una cosa vera. Poi si può parlare della qualità, con me sfondi una porta aperta.
Su Dylan anche non condivido per nulla quello che dici perché time out of mind è un disco estremamente significativo all’ interno della sua discografia. E questo è il parere non mio bensì di gran parte dei conoscitori di Dylan. E’ chiaro che per parlare così la discografia di Dylan bisogna conoscerla a Time out of mind bisogna averlo ascoltato. Quindi anche qui io dei dubbi grossi li avrei.
Ma il discorso tutto sommato è un altro. Non pretendo da Vasco Rossi che faccia la rivoluzione così come non l’ ho preteso da Fay e Womack. I suoi dischi migliori resteranno i primi, e non ci piove. Ma mentre altri cercano di mantenere alto il livello della propria scrittura pur senza una cifra innovativa stilistica Vasco Rossi ormai non ha più niente da dire, ed infatti non lo dice, piuttosto scade nel trash. E purtroppo non è la prima colta che accade. L’ innovazione non è l’ unico motivo di interesse all’ interno di un disco o di un pezzo, ma qui non ce ne sono neanche di diversi.
estranged, mi limito a dire che Bowie non va in classifica dal 15/18 perché non pubblica dischi dai tempi di Caporetto……!!
Provo ad essere accomodante anche io..Bowie avrà pure fatto bei pezzi ultimamente (secondo te ovviamente), ma non va in classifica dal 15/18..quindi il concetto del non se lo caga nessuno è inappuntabile. Poi a me non è mai piaciuto, forse perchè non ho vissuto i suoi anni.
Dylan (che apprezzo) ha fatto bellissimi pezzi anche dopo il ’65 (vedi Knocking on heaven’s door), la mia era chiaramente una provocazione per dire che gli ultimi trentanni sono stati poco signficativi. E anche su questo non credo ci siano dubbi.
Come era una provocazione dire che Elton Jonh (che adoro) canta solo ai funerali, visto che l’ultimo tour è stato meraviglioso e sold out ovunque, e nel 2013 ricominincia.
Volevo semplicemente dire che i grandi, come è ovvio, vivono di rendita, ed è sufficiente che facciano uscire qualcosa di interessante, non per forza un album intero, per continuare a stare lassù in cima. Anche perchè non hanno davvero nulla da dimostrare. E’ ciò che fa Vasco da 10 anni circa, con un pò di fatica certo…ma io me lo ascolto sempre con piacere.