La (bella) favola di Jovanotti
Basta pensarci un attimo: Jovanotti rappresenta la meglio parabola in circolazione. Nessuno o pochissimi come lui sono riusciti in venticinque anni a cambiare così tanto e così tanto bene, facendo diventare forza le proprie (ben note) debolezze con l’unico mezzo a disposizione delle persone intelligenti: ammettere di averle. Prima deejay (inizio a Radio Foxes a Cortona). Poi rapper. Poi artista. Ora riempie gli stadi. Due San Siro, addirittura. Prima era considerato un simbolo quasi post “draiviniano”, un usa e getta stile Deejay Television, un casinista per ragazzini decerebrati. Poi è diventato, chissà per quale motivo, un’icona politica della sinistra, di una certa sinistra che fino a mezzora prima lo aveva spernacchiato. Alla fine Jovanotti è statoi accettato finalmente per quel che è: Lorenzo Cherubini, professione artista curioso. Inutile negarlo: all’inizio è stato massacrato di critiche e anche io, nel mio piccolo, non gliele ho mandate a dire. Di certo il più violento è stato Michele Serra che lo definì “una delle implacabili rappresentazioni dell’idiozia”. Ora loro due firmano appelli insieme.
In tutto questo, mentre riempie gli stadi, lo fa con una band favolosa (Saturnino su tutti) e con un suono e con effetti speciali che pochissimi riescono a garantire davanti a un pubblico così grande, Jovanotti riesce a mostrarsi per quello che è, con tutti i propri difetti diventati quasi pregi e addirittura amati. La voce di non grande estensione. La pronuncia riconoscibile, eccetera.
Insomma, in 25 anni, i suoi “critici” si sono avvicendati, cambiando spesso ruolo e posizione. Invece lui, con il sorriso sulle labbra nonostante tanti alti e (qualche) basso, si è evoluto, crescendo, diventando riconoscibile fino a essere il quarto punto di svolta nella storia della musica leggera italiana: Domenico Modugno, i cantautori, Vasco, Jovanotti. Nessuno paragonabile agli altri. Tutti fondamentali. Perciò le due date che Lorenzo tiene a San Siro hanno un fortissimo significato simbolico. Sono una consacrazione per lui, al punto più alto della sua crescita e della sua popolarità. E sono anche la fotografia di una bella storia all’italiana. Piaccia o no, anzi a maggior ragione se non piace, Lorenzo Cherubini è una favola che invece di scatenare ancora critiche o ironie, dovrebbe servire da esempio a chi non ha ancora capito che per riuscire a farcela, bisogna lavorar sodo e crederci fino in fondo. Tutto il resto, battutine comprese, è noia sul serio.
“Alla fine ogni artista ha il dovere di scrivere quello che il fan chiede, e se riesce a farlo ha raggiunto il suo obiettivo.”
Estranged ti rispetto ma non andremo mai d’accordo. E faccio notare che se così fosse non avremmo avuto l’ 80% (se non il 90%) dei capolavori che oggi rimangono scolpiti nel tempo.
Sul resto glisso per stavolta 😀
A parte i preconcetti di Buzz, che purtroppo rendono la sua visione delle cose molto superficiale (in questo dibattito ovviamente, non in altri)..
si Paolo, direi che Zucchero (assieme a Vasco) ha cambiato la musica italiana, nei testi, nella metrica, e soprattutto nei suoni (sfido chiunque a dire il contrario). E, quello che più conta, ha scritto due album spettacolari che tutti conoscono parola per parola e che restano i più venduti nella storia della ns musica. Poi è arrivata la crisi umana ed artistica, le scopiazzature, ed una lenta ripresa. Ho avuto l’impressione che in quella fase critica si sia fatto fregare dall’ambizione di internazionalità, allontanandosi dal gusto della gente. Un errore mai fatto da Vasco ad esempio. Alla fine ogni artista ha il dovere di scrivere quello che il fan chiede, e se riesce a farlo ha raggiunto il suo obiettivo.
Titoli… provo a scorrere la musica del mio iphone 🙂
Power in The Darkness (Tom Robinson Band)
Post Orgasmic Chill (Skunk Anansie)
Born to Run (Bruce Springsteen)
The Man Machine (Kraftwerk)
Demons and Wizard (Uriah Heep)
Blizzard of Ozz (Ozzy Osnbourne)
Come an’ Get It (Whitesnake)
The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars (David Bowie)
Clown in the Mirror (Royal Hunt)
Stati di Immaginazione (PFM)
The Dark Side of the Moon (Pink Floyd)
Macca devastante credo, basta leggere le 38 canzoni facenti parte della setlist,forse meglio del Boss, 4 ore ? Beh ce lo dira’ il nostro “Paolino la peste” eh eh eh eh
Eight Days a Week
(The Beatles song)
Junior’s Farm
(Wings song)
All My Loving
(The Beatles song)
Listen to What the Man Said
(Wings song)
Let Me Roll It
(Wings song) (“Foxy Lady” snippet)
Paperback Writer
(The Beatles song)
My Valentine
Nineteen Hundred and Eighty-Five
(Wings song)
The Long and Winding Road
(The Beatles song)
Maybe I’m Amazed
I’ve Just Seen a Face
(The Beatles song)
We Can Work It Out
(The Beatles song)
Another Day
And I Love Her
(The Beatles song)
Blackbird
(The Beatles song)
Here Today
Your Mother Should Know
(The Beatles song)
Lady Madonna
(The Beatles song)
All Together Now
(The Beatles song)
Lovely Rita
(The Beatles song)
Mrs. Vandebilt
(Wings song)
Eleanor Rigby
(The Beatles song)
Being for the Benefit of Mr. Kite!
(The Beatles song)
Something
(The Beatles song)
Ob-La-Di, Ob-La-Da
(The Beatles song)
Band on the Run
(Wings song)
Back in the U.S.S.R.
(The Beatles song)
Let It Be
(The Beatles song)
Live and Let Die
(Wings song)
Hey Jude
(The Beatles song)
Encore:
Day Tripper
(The Beatles song)
Hi, Hi, Hi
(Wings song)
Get Back
(The Beatles song)
Encore 2:
Yesterday
(The Beatles song)
Helter Skelter
(The Beatles song)
Golden Slumbers
(The Beatles song)
Carry That Weight
(The Beatles song)
The End
(The Beatles song)
errata corrige, visto che siamo in argomento:
SGT PEPPER’S LONELY HEART, quando scrivo a memoria senza rileggere si denotano tutti i neuroni che ho perso per strada e l’indice del mio quoziente intellettivo oramai al lumicino. Sorry.
Un saluto a Syd a Paolo ed ai ragazzi.
Il Macca l’ho visto piu’ volte, l’ultima al festival di tre gg ad Hyde Park Londra con headliner PJ il venerdi, Wonder il sabato e il Macca domenica che ha fatto ,coi Wings, 3 ore e mezza di concerto favoloso. Si e’ fermato tutto il traffico. E poi fuochi di artificio , giornate di musica stupende. Certo che mi piace il Macca e tanto. Ora vado a cercarmi la setlist di ieri sera. Ciao ciao
Curiosita’:
BEADY EYE – BE
ARCTIC MONKEYS- AM
MGMT-MGMT
Titoli nuovi per dischi nuovi ok, ma volete mettere i titoli degli album di una volta?????
Dai ,lancio un sondaggio: i vostri 10 titoli di album preferiti.
THE LAMB LIES DOWN ON BROADWAY
TARKUS
THICK AS A BRICK
JET LAG
FIREBALL
THE UNFORGETTABLE FIRE
HARVEST
GOODBYE YELLOW BRICK ROAD
THE WHITE ALBUM
WISH YOU WERE HERE
Ecco i miei dieci, i primi che mi sono venuti in mente. Se sono undici fa nulla eh:-))))
Signori sto entrando adesso all’Arena di Verona dopo una giornata pazzesca. Ladies and gentleman: Paul McCartney. Magari piace anche a Buzz
Aprile 2013.
Alessandro Cannarozzo pubblica per Arcana “Champions of the world”, una playlist di 30 brani famosissimi dei Queen analizzati uno per uno
con dovizia di particolari e passione sfrenata.
Ho conosciuto Alessandro grazie ai Queen e a QueenItalia,la community italiana piu’ qualificata dei fans dei Queen di cui e’ webmaster.
Un libro di oltre 190 pagine letto tutto d’un fiato che ti lascia senza respiro, ti fa sognare, ti fa ritornare a quei dischi e a quei live meravigliosi
di Mercury and co.
Si insomma ,le canzoni che hanno fatto la storia dei Queen e soprattutto sono nella leggenda , nella storia del rock da sempre.
Un ringraziamento all’autore e un in bocca al lupo per il proseguo nel suo impegno letterario e multimediale.
E un consiglio : acquistatelo nelle migliori librerie della vostra citta’.
Ne vale la pena, perche’ …………..”the show must ALWAYS go on” . Rock on, mitico Alessandro.
si che poi cacchio si chiamava Verlaine cavoli.Grazie Syd ,ero indeciso su Blackmore, gli altri album erano troppo “favoleggianti”, questo lo compero.Ciauz
Grande cover, caro Buzz, piacerebbe anche a Tom…….!!
Sempre in tema di dinosauri (che apprezzo) ancora in circolazione, segnalo il nuovo lavoro dei Backmore’s Night. Rispetto al precedente lavoro, la fender di Blackmore torna a graffiare pur rimanendo comunque all’interno del sound tipico della band.
Nell’album due cover, una dei Rainbow, “The Temple of the King” tratto dal primo del 1975, Ritchie Blackmore’s Rainbow, ed una degli Uriah Heep, “Lady in Black” tratto da Salisbury del 1971.
Il nuovo lavoro si chiude con una dedica a Jon Lord, “Carry On… Jon” malinconico brano strumentale.
Eh caro Paolo, e poi ci sono i Wilco, grande band che coverizzano la mitica “marquee moon” dei Television di Tom Verlain, cosa ne pensi ?
http://www.youtube.com/watch?v=3CPTcLifldY
Mi infastidisce chi, raggiunto il successo, critica e giudica. L’uscita su Oriana Fallaci ancora oggi mi irrita.
Meglio parlare di quello che si conosce. La guerra la Fallaci l’ha vissuta e guardata in faccia.
pwe me solo un venduto
http://www.youtube.com/watch?v=gpOJ6iu8fqQ&feature=player_embedded
SOPPORTATEMI! COVER DEGLI ASLAN FOR CHARITY, U2 21 GIUGNO 2013, ALLA FACCIA DI CRITICA LA VOCE DI BONO EH EH EH LONG LIFE U2 ROCK ON
Ciapa chi e ciapa la’, i Pearl Jam nella prima esecuzione di “black” dal vivo, a Seattle ovviamente nel 1990.
Buona visione e buon ascolto.
http://www.youtube.com/watch?v=zUbD1-ixWIo&feature=player_embedded
Contesto o non contesto nun ce capimmo a Pa’, fa nulla sara’ il caldo che forse a settembre sara’ piu’ sopportabile.
Due probabili “perle” settembrine.
Sicuramente il seguito di “suburbs” dei candesi guidati da Win Butler e che rispondono al nome di Arcade Fire. Data di uscita prevista 9 settembre, collaborazioni con LCD Soundsystem, rumours parlano di album grandioso come fu “funeral”.
Il 16 invece sono in arrivo i Placebo di Brian Molko e soci .Titolo e altro qui di seguito by musicroom.it. Unica data italiana del tour europeo a Bologna il 23 novembre.
Loud Like Love, la tracklist del nuovo album è finalmente nota e tra meno di un mese potremo ascoltare anche il primo singolo, Too Many Friends. Ci avviciniamo quindi a grandi passi verso l’uscita del settimo album di inediti della band di Brian Molko, prevista il 16 settembre 2013, a ben quattro anni di distanza dal precedente Battle for the Sun.
Loud Like Love, già disponibile in pre-order sul sito ufficiale dei Placebo, sara messo in vendita in cinque diversi formati: cd, vinile, download, digipack e un cofanetto super deluxe in sole 1000 copie autografate dalla band con cd, vinile, dvd con contenuti speciali, poster, ecc. L’album è stato prodotto da Adam Noble e registrato presso i RAK Studios di Charlbert Street a St John’s Wood, Londra. L’artwork è a cura di Julian House.
Riguardo invece il singolo Too Many Friends, sarà disponibile in digital download su iTunes dal prossimo 9 Luglio e accompagnato da un video clip girato nei giorni scorsi a Los Angeles, in California, dal regista Saman Keshavarz, già al lavoro in passato con Calvin Harris ed Ed Sheeran.
Il nuovo album Loud Like Love dei Placebo sarà supportato da un tour europeo che prenderà il via da Varsavia il 12 novembre 2013 e toccherà anche l’Italia per un’unica data a Bologna, Unipol Arena di Casalecchio di Reno, il 23 Novembre. I biglietti per il concerto bolognese sono già in vendita al costo di euro 43,70 per il parterre in piedi e di 46,00 per la tribuna numerata. Il tour si concluderà poi a Londra il 17 dicembre.
Placebo, Loud Like Love: tracklist del nuovo album
Loud Like Love
Scene Of The Crime
Too Many Friends
Hold On To Me
Rob The Bank
A Million Little Pieces
Exit Wounds
Purify
Begin The End
Bosco
https://www.youtube.com/watch?v=lVzAnPrePu0&feature=player_embedded
Buzz mi dispiace che tu vada via. Ho solo detto che ascolto di tutto, come d’altronde discende dal mio mestiere. L’unica cosa che ripeto è che, per abitudine, se parlo di Jovanotti lo metto nel suo contesto. Se parlo di Sigur Ros, li metto nel loro contesto. E così via. Non dirò mai a una persona che ascolta Britney Spears che non capisce nulla di musica. Tutto qui. Dai Buzz non andare viaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
dimenticavo, rileggendo , che non solo io non paragonavo mr Cherubini ai Sigur Ros and co, io ti invitavo semplicemente ad ascoltare gli islandesi ed altri. Ma capisco che non hai tempo e dopo vai in tilt . Non uscire di senno Paolo, resta un rocker e non perderti nel marasma mediatico del trash da format vari. Cioe’ ,in sostanza, non fare il patacca. E te lo dico come se fossi un fratello (maggiore tra l’altro). Chi lascia la strada vecchia per la nuova…….bye bye
cioe’: o mi vuoi prendere scherzosamente per il…. oppure non capisci quello che scrivo.
Ma chi ha detto di voler paragonare Sigur Ros a Jovanotti ? Ma sono mondi opposti!!!!!Dai Paolo ho capito, lascio il blog per un po’ ,vedro’ quando tornare perche’ ora tu tra estate, dischi,concerti, tweeter ,facebook e robe varie sei troppo preso. Forse a settembre ci “beccheremo” meglio. All the best , it’s better than the rest. Buona estate.
Certo Buzz, Lorenzo come voce non è niente di che. E lo dice lui stesso. Ma non credo sia questo il problema (tanti cantanti celebri e decisivi in realtà non hanno voce, vedi Bob Dylan, senza far paragoni, per carità). Semplicemente Jovanotti non è la tua tazza di tè, e questo ci sta tutto. La differenza tra te e me è che io non faccio confronti. Mi citi i Sigur Ros. Credo di essere stato il primo giornalista di un quotidiano italiano a parlare di loro (così almeno mi ha detto la band) e ho anche recensito il nuovo disco, che mi piace poco. Però confrontare Jovanotti e i Sigur Ros è come paragonare un thriller a una commedia, un piatto di spaghetti al sushi. Sono mondi diversi. Per lavoro, come sai, io devo “mangiarmi” sia gli spaghetti che il sushi. Ma per passione mangerei soltanto ì primi………
Caro Don Van Vliet, condivido quanto dici, specialmente sui Sangue Misto del gigantesco Neffa. Insisto nel dire che comunque Lorenzo ha avuto un effetto determinante sulla musica leggera italiana mainstream. E questo a prescindere dal fatto che piaccia o meno……
Paolo diciamo che sulle svolte della musica italiana condivido fino ai cantautori (che poi hanno fatto pure i loro danni purtroppo).
Anche io condivido il punto di vista di chi dice che Jovanotti sia stato uno dei primi a far conoscere il rap in Italia al grande pubblico e questo non glielo si può non riconoscere. Certo, magari il suo approccio hip hop è stato un po’ tiepido, è rimasto più ancorato musicalmente alla tradizione italiana, ci sono voluti i Sague Misto (di un insospettabile Neffa, che ancora non era Neffa) per avere un’ idea più definita di come si potesse fare un disco hip hop con uno stile abbastanza originale anche in Italia ma non è che si può avere tutto nella vita. Jovanotti non rientra tra i miei artisti italiani preferiti ma per me il suo disco migliore è “l’ albero” in cui ha raggiunto una cifra piuttosto personale e un giusto equilibrio tra gli esordi energici ma un po’ “ingenui” e i dischi successivi più costruiti ma anche meno originali. Certo, vedendo cos’ è oggi il rap Italia (e non solo da un punto di vista delle vendite) un ruolo gli va riconosciuto.
Detto questo ha comunque una discografia più dignitosa del 99% dei musicisti inidie che si aggirano nel panorama odierno.
Io non ho alcun preconcetto ,tanto e’ vero che conosco Jovanotti da quando faceva il dj per radio dj qui in aquafan a Riccione. Sei tu che intendi male.
Io prendo in considerazione tutti , ma proprio tutti. Poi pero’ permettimi di avere dei gusti e delle opinioni personali. Non solo: sai che a me Sanremo da un ventennio almeno non mi piace piu’. Eppure ti ho citato Giovanardi che in qualche modo, come confermato anche da te, con la kermesse ligure ha qualcosa a che fare. Quindi non siamo alle solite Paolo, sei tu che comprendi male. Ma giriamo la “padella”. Perche’ non provi ad ascoltare Sigur Ros (il nuovo) oppure i Kodaline irlandesissimi ? ai cosi’ mi dici come ti sembrano. Ciao e buon lavoro. ps non mi dire poi che Jovanotti sa cantare per piacere. So che e’ un bravissimo ragazzo, spesso e’ qua a due passi da casa mia con Linus, e so anche ahime’ che ha vissuto gli ultimi anni nel dolore. Lo apprezzo come uomo, ma non piace come artista. Spero di essere stato chiaro. Bye
Buzz siamo alle solite. In ogni caso ho recensito l’ultimo disco di Mauro Ermanno Giovanardi e l’ho voluto con me a Sanremo per scegliere le canzoni dei giovani al Festival. Un gesto simbolico che va, se mi consenti, al di là di tante parole. Di più non posso fare. Però la musica ha tanti volti e bisogna considerarli tutti, anche perché, se proprio bisogna dirlo, Lorenzo e Gio si stimano moltissimo, a dimostrazione che certe barriere e certi preconcetti non esistono tra chi davvero suona la musica.
Zucchero la fotocopiatrice e Jovanotti il toner? Puo’ essere. Se i due li vediamo nell’ottica della musica italiana, per carita’ ben vengano anche se non “me gustano”. Zucchero ha copiato oramai anche sua sorella ,sempre se ce l’ha e Jovanotti non dimentichiamo che e’ un prodotto della Scuderia Cecchetto e che faceva il dj qua nei parchi acquatici, parlando ovviamente ai microfoni o cantando con gente tipo Pezzali o Sandy Marton.
Mah, mi vien da dire perche’ perdo il mio tempo parlando di certi soggetti.
Parliamo di Ermanno Mauro Giovanardi e dei La Crus piuttosto, di Jennifer Gentle o dei Verdena. In Italia non si vive di solo Celentano, Mina, Zucchero, Eros ,Antonacci e di tutti quelli presenti a Wind Music Awards, Italia loves Emilia, Sanremo e dintorni. Guarda caso Giovanardi a Sanremo e’ stato l’unico decente, degustibus
Bè, c’è da dire che Jovanotti ha prodotto nel 1994 quello che reputo un capolavoro assoluto della musica italiana: Lorenzo 1994, un lavoro in cui dà il meglio di sé nel songwriting, con arrangiamenti favolosi, e le velleità terzomondiste e cantautoriali che caratterizzeranno poi la sua carriera sono ancora di là a venire…
Credo che il bello e il brutto di Jovanotti sia proprio in quello che scrivi tu, caro Alex. Ha fatto un tale cambiamento in 25 che molti se li è persi per strada. Tieni presente che qui non ho scritto di Jovanotti come se fosse dio. Ho scritto di un artista che, volenti o nolenti, ha accompagnàto la musica leggera italiana e il costume di due generazioni. A me, ad esempio, piace molto più adesso di quando cantava Gimme five. L’unica cosa che mi sento di garantire è che Lorenzo è una brava persona e non è inzaccherato da invidie e frustrazioni come il 90 per cento dei suoi colleghi.
Paolo, a volte lo “zucchero” molte volte altera i sapori ed è sempre uguale a se stesso…
Luka
Che dirti Paolo? Articolo bello che da spunti di riflessione. Io Jovanotti lo “conosco” artisticamente dall’inizio…dalla Deejay Television al pomeriggio, da Gimmi Five, da 1,2,3 casino, dal passaggio a Sanremo mentre faceva la Naja…insomma io andavo alle medie e Jovanotti era uno che mi faceva divertire…era uno semplice, simpatico che riconosceva i suoi limiti ed era nella sua semplicità simpatico e arguto…E’ stato anche il primo a far conoscere e a fare RAP in Italia…e non è poco visto che ora che il genere si chiama Hiphop domina le classifica… Poi c’è stata la svolta politica\ascetica…è diventato Lorenzo che non faceva più divertire ma faceva il predicatore, il santone…e l’avventurarsi in terreni troppo differenti rispetto all’inizio…ha iniziato a tiraccharsela, a fare il saggio e l’intellettuale…e insomma…la vera favola secondo me era quella del ragazzo toscano, cresciuto nella città del Vaticano, che con il primo stipendio di Radio DeeJay anzichè comprarsi i dischi si era preso il Moncler…ora mi sembra qualcosa di finito e costruito 🙂
Estranged anche io ho pensato a Zucchero. Ma alla fine l’ho lasciato fuori. Dici che ho sbagliato??
Ho chiuso con Jovanotti anni fa.
Paolo, d’accordo con te..splendida evoluzione artistica e personale. Oltre al lavoro ed alla fatica però, io aggiungerei sensibilità, talento e cultura. A parte qualche pezzo, Jovanotti non rientra nei miei gusti ed è certamente più adatto ad un pubblico femminile (un pò come Tiziano Ferro). Ma come non riconoscerne l’originalità e la ricchezza nei testi, il sound unico.
Nel discorso storico, ci metterei dentro anche Zucchero.
Concordo con l’articolo di Giordano. Sono un suo fan dal 1988 e come lui ero un ragazzino ed oggi sono un uomo sposato con figlio.
Si cresce e si cerca di dare il massimo ed è stato per me sempre un punto di riferimento.
Riprendo una strofa di una sua ultima canzone che dice “Nessuno si disseta ingoiando la saliva” ritengo che sia la frase più giusta esempio a chi non comprende che per riuscire a farcela, bisogna lavorar sodo e non mollare Mai. C’è bisogno di passione cuore e voglia di fare.
Uno che parla e non canta non e’ la mia cup of tea. Neanche per regalo, ma si sa in Italia questo e altro. Mi tengo oggi,domani e sempre Disclosure,Boards of Canada e i Kodaline che sto ascoltando proprio ora. Mi spiace.Bel pezzo in ogni caso.Complimenti Paolo.