L’impennata di Springsteen
Ora ciao ciao a tutti (gli altri). Inutile fare confronti: il nuovo disco di Bruce Springsteen vince facile, impossibile negarlo. Ruvido, esperto, sensuale. Nutrito da canzoni inedite o reincise o addirittura cover.
High hopes circola in rete da giorni grazie a un pasticciaccio brutto di Amazon (e, se è autentico e non strategico, urge licenziamento del colpevole) e ovviamente ha già diviso la critica, come al solito intruppata tra entusiasti (ad esempio l’inglese Indipendent) e i talebani chic, come Neil McCormick del Telegraph o il supersnob Mojo, che lamentano una improbabile «mancanza di coesione» tra le canzoni. E allora? Essendo un grande cantastorie, forse il più grande degli ultimi trent’anni, Springsteen ha il dono innato di rendere nuove anche le storie vecchie e di fregarsene delle convenzioni. Come ora.
Intanto, mentre tutti piagnucolano, lui ha grandi speranze (high hopes): «Voglio una moglie e dei figli, poi voglio guardare nei loro occhi e sapere che avranno delle possibilità». Poi il disco prende il titolo (rarità assoluta) dal brano di un altro gruppo, i semisconosciuti californiani Havalinas, già inciso dal Boss nel 1995 con Danny Federici e Clarence Clemons e la E Street Band, e adesso rinato grazie a quella che è l’iniezione di vitalità più coraggiosa che potesse accettare un superbig come lui, 63 anni, 120 milioni di dischi venduti, 1 miliardo e mezzo di dollari guadagnati. La sfida nella sfida, ossia l’arrivo di un altro chitarrista da un altro mondo, più giovane, più rock, molto più rock: Tom Morello, 49 anni, nipote di Giovan Battista torinese e anima dei Rage Against the Machine, uno dei tre gruppi, con Nirvana e Pearl Jam, che hanno stravolto gli anni Novanta. In High hopes e, soprattutto nel fraseggio e nell’assolo della rinnovata The ghost of Tom Joad, è la marcia in più. Ha ammesso che «suonare con Springsteen è stressante» ma, oggi nel 2014, è proprio lui, molto più di Little Steven, il deuteragonista perfetto del Boss, vibrante e intuitivo, capace di mescolare gli effetti stile RATM con il pulsare del rock vecchio stile. Per scrollarsi di dosso l’incipiente patina nostalgica e trovare altro pubblico, specialmente dal vivo (il tour parte da Città del Capo, chissà se arriva in Italia), a Springsteen non avrebbe potuto venire un’idea migliore. È di nuovo al centro del ring.
Ora è di nuovo lui l’ago della meridiana rock, dalla copertina che ricorda il «Doppio Elvis» di Andy Warhol del 1963 fino alla cover dei Suicide Dream baby dream o alla nuova, febbrile versione di American skin che allora era dedicata al liberiano Amadou Diallo ucciso dai poliziotti a New York nel 1999 e ora evidentemente a Nelson Mandela, Springsteen ha iniziato la quarta fase della sua carriera. Il rock. La riscoperta delle radici, anche letterarie, da Steinbeck a Guthrie. Il folk. E ora nuovamente il rock perché tutto sommato, dopo un tour mondiale di due anni, questo è il disco perfetto per farne un altro altrettanto lungo, magari anche in luoghi, come il Midwest americano, che per lui sono più freddini specialmente negli stadi.
Perciò i brani inediti come Hunter of invisible game o la bella Harry’s place o ancora Down in the hole (con la moglie Patti Scialfa ai cori) sono gloriosi riempitivi di un disco che dagli anni Novanta è decisamente il suo migliore dopo The ghost of Tom Joad (1995) e The rising (2002) perché è un collage di mondi diversi, umile, potentissimo. Il grido di un rocker che accetta di avere la voce scurita e arcuata dall’età e vuole invecchiare come sogna ogni autentico musicista nato in cantina: sul palco davanti al pubblico. Oggi, nell’epoca dei campionamenti e delle visualizzazioni su YouTube, sembra un geroglifico da Stele di Rosetta, lontanissimo dalla realtà. Invece nisba. Ci sono pochi dischi suonati da cima a fondo che oggi sappiano essere altrettanto moderni perché, oltre al talento, si portano dentro il coraggio, la voglia di confrontarsi e la speranza che la Promise Land, la terra promessa che Springsteen canta da 35 anni, si raggiungerà soltanto tirandosi su le maniche. Anche così.
Ciao a tutti. E’ la prima volta che scrivo in questo blog…ho visto delle discussioni in altri post riguardo l’assenza di Luca. Non so niente al riguardo, so solo che mi piace la musica e mi piace chi ne parla!
Bruce Springsteen…personalmente devo ascoltare con più attenzione l’album, ma rimane un livello che in pochi possono permettersi di arrivare in questo panorama musicale. Parlo da patito di brit-pop (ultimamente però sto ascoltando gli Arctic Monkeys..che potenza). Bruce ha una voce che ti avvolge ma che chiede salamelecchi…a non tutti piace, ma la sua profondità di tono ti coinvolge alquanto…innegabile.
Cmq, complimenti Paolo come sempre ottime recensioni!
**questo è quello giusto**
Ciao a tutti. E’ la prima volta che scrivo in questo blog…ho visto delle discussioni in altri post riguardo l’assenza di Luca. Non so niente al riguardo, so solo che mi piace la musica e mi piace chi ne parla!
Bruce Springsteen…personalmente devo ascoltare con più attenzione l’album, ma rimane un livello che in pochi possono permettersi di arrivare in questo panorama musicale. Parlo da patito di brit-pop (ultimamente però sto ascoltando gli Arctic Monkeys..che potenza). Bruce ha una voce che ti avvolge ma che chiede salamelecchi…a non tutti piace, ma la sua profondità di tono ti coinvolge alquanto…innegabile.
Cmq, complimenti Paolo come sempre ottime recensioni!
**questo è quello giusto**
Ciao a tutti. E’ la prima volta che scrivo in questo blog…ho visto delle discussioni in altri post riguardo l’assenza di Luca. Non so niente al riguardo, so solo che mi piace la musica e mi piace chi ne parla!
Bruce Springsteen…personalmente devo ascoltare con più attenzione l’album, ma rimane un livello che in pochi possono permettersi di arrivare in questo panorama musicale. Parlo da patito di brit-pop (ultimamente però sto ascoltando gli Arctic Monkeys..che potenza). Bruce ha una voce che ti avvolge ma che chiede salamelecchi…a non tutti piace, ma la sua profondità di tono ti coinvolge alquanto…innegabile.
Cmq, complimenti Paolo come sempre ottime recensioni!
Ciao a tutti. E’ la prima volta che scrivo in questo blog…ho visto delle discussioni in altri post riguardo l’assenza di Luca. Non so niente al riguardo, so solo che mi piace la musica e mi piace chi ne parla!
Bruce Springsteen…personalmente devo ascoltare con più attenzione l’album, ma rimane un livello che in pochi possono permettersi di arrivare in questo panorama musicale. Parlo da patito di brit-pop (ultimamente però sto ascoltando gli Arctic Monkeys..che potenza). Bruce ha una voce che ti avvolge ma che chiede salamelecchi…a non tutti piace, ma la sua profondità di tono ti coinvolge alquanto…innegabile.
Cmq, complimenti Paolo come sempre ottime recensioni!
IL – 6 VOTES NON MI BASTA…VOGLIO LE VOSTRE CLASSIFICHE !!!:)
Mi scusi, Sig. Estranged, ma fra le prime 5 non mette neppure un Battisti-Mogol?
So che è una Sua personale classifica, ma mi sembra strano comunque.
Cordiali saluti.
la voce di Bruce il suo punto debole!?!?!?!!?
Ritira subitoooo.
Ciao
Ciao Paolo!!!Ho ascoltato e riascoltato il nuovo del Boss e mi ha davvero stupito. A parte la title track (forse il pezzo più debole) ci sono una serie di perle che davvero non ti stanchi di ascoltare e riascoltare. Harry’s Place mi ricorda in qualche modo lo stile dei Dire Straits di Money for Nothing, Heaven’s Wall è un rock molto anni 70 anche nei cori, This is your Sword ti porta nell’irlanda più folk e Just like fire Would è davvero un pezzo super… Un commento poi non può che meritare The Ghost of Tom Joad che in questa chiave Rock (molto Hard) è semplicemente sublime… Per quanto concerne la voce del Boss, aggiungo solo un commento: per la voce che potrebbe davvero leggere anche il dizionario o le pagine gialle e ne uscirebbe comunque un pezzo al di sopra della media!!!! Maaaa…voci fondate di qualche data in Italia per il 2014? Mi auguro davvero che ciò accada!!! Ciao a tutti!!!!
Paolo ravvivo il blog (spero) con la mia personale classifica delle 5 canzoni italiane più belle di sempre.
1. vita spericolata (Vasco Rossi)
2. solo una sana e consapevole libidine (Zicchero)
3. giulio cesare (A. Venditti)
4 gli anni (Max Pezzali)
5. azzurro (A. Celentano)
Continuo a passare, ma… 😉
La voce di springsteen sarebbe “il suo problema”? Punti di vista. Secondo me è l’esatto contrario considerando che “la violenta” da oltre 40 anni, rimane ruvida potente come poche. Qualche appunto lo farei su come viene filtrata in studio.
Anche secondo me la coesione stilistica non è così essenziale. Ciò che conta è un buon numero di pezzi “killer”, quelli che stregano, e pochi o nessun riempitivo.
Ascolterò il nuovo del Boss.
E buon anno, ovviamente;)
Bentornato Paolo!!! Era ora 😉
Estranged, la voce di Bruce il suo punto debole? No dai, è uno scherzo vero? 😉
Adesso chi lo sente Buzz?
High Hopes ha delle canzoni straordinarie, Down in the hole e The Wall, che dal vivo daranno delle belle soddisfazioni. Inoltre fa bene Bruce a dare spazio ad artisti che magari il grande pubblico non conosce. Facile fare cover di musicisti che sono sulla bocca di tutti.
Una cosa però: perché nessuno mai ricorda Magic?
Mah…
Luka
gli album più venduti in italia nel 2013 http://worldwidealbums.blogspot.it/2014/01/gli-album-piu-venduti-in-italia-nel-2013.html
Ligabue primo con più di 240.000 copie
Ciao Estranged grazie. Trovo il disco di Springsteen particolarmente bello anche se è piuttosto privo di coesione stilistica, cosa che però non è più così grave come tanti anni fa. Colgo anche l’occasione per scusarmi di essere stato molto assente. Purtroppo sono tempi duri, come si dice.
bravo Paolo.. e bravo Springsteen. Non mi ha mai fatto urlare dal godimento ma lo ascolto sempre con piacere. Credo che la voce sia sempre stata il suo punto debole, non solo ora, ed anche per questo il suo folk/rock da sogno americano ha sempre peccato un tantino nei suoni (su disco, non dal vivo). Testi sempre importanti, e diversi pezzi molto belli (the river, born to run, philadelphia i miei prferiti). Questa è la mia opinione.