Politica

Gli illiberali di Bruxelles

Nel mirino dell'Unione europea c'è (sempre) l'Italia. In quello di certi commissari c'è, in particolar modo, Matteo Salvini. Tanto che, nel giorno in cui si riunisce l'Eurogruppo, Pierre Moscovici, oltre a criticare l'impianto della manovra economica preannunciando sanzioni economiche contro Roma, attacca il vicepremier leghista accusandolo di creare un "clima" di populismo e democrazia illiberale. Ormai da Bruxelles piovono anatemi quotidiani contro il governo gialloverde. Insulti e accuse che si fanno sempre più violente pur di provare a delegittimare quelle forze sovraniste che, stando ai sondaggi, faranno il botto alle elezioni europee del prossimo maggio. Pierre Moscovici ospite a "In mezz'Ora" Contro Salvini, a Bruxelles, hanno ormai detto di tutto. Gli hanno dato del fascista e del razzista, lo hanno paragonato ai peggiori dittatori del Novecento e adesso lo accusano di instaurare una "democrazia illiberale" in Italia. Rientra tutto nella propaganda che alcuni commissari europei, insieme ai governi di Francia e Germania, stanno cercando di portare avanti per invitare gli europei a non votare i partiti sovranisti alle prossime elezioni europee. Nei giorni scorsi il presidente Emmanuel Macron aveva addirittura fatto produrre (a spese dei contribuenti francesi) uno spot "terrorista" per screditare i "populisti" alla Viktor Orbàn e tra i nemici della Francia aveva ovviamente annoverato pure Salvini (guarda il video). Prima del capo dell'Eliseo erano stati molti i notabili di Bruxelles ad aprire il fuoco: dal presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, al commissario per il Bilancio, Günther Oettinger. Oggi, in una intervista alla radio francese France Info, Moscovici ha rincarato la dose dicendo che "quando ci sono ingredienti come il nazionalismo, come la xenofobia, come gli attacchi contro la libertà di stampa, come gli attacchi contro l'ordine costituzionale, come le minacce contro l'indipendenza della giustizia, c'è un clima nel mondo che è quello della democrazia illiberale nel senso di attacco contro la democrazia delle libertà". E questo "clima di democrazia illiberale" lo vede prendere piede proprio in Italia da quando la Lega è arrivata al governo. Secondo Moscovici, "il nazionalismo deve essere combattuto". Ed è per questo che in molti hanno dichiarato guerra alle forze sovraniste e a politici come Viktor Orbàn, Jarosław Kaczyński, Marine Le Pen e, appunto, Salvini. "Oggi l'Italia, contrariamente alla Polonia e all'Ungheria, non può essere tacciata di non rispettare lo Stato di diritto. Non faccio processo alle intenzioni - ha poi precisato - Salvini non incarna quello che amo. È un leader di estrema destra e che si spinge verso il nazionalismo e la xenofobia. Ma l'Italia resta una grande democrazia". Nonostante la precisazione del commissario europeo le parole hanno un peso enorme. E, se vengono distillate in continuazione per denigrare un leader legittimamente eletto alle ultime elezioni, gli unici illiberali sono quegli stessi politici (non eletti) che spadroneggiano a Bruxelles. Questi non devono poi stupirsi se i continui attacchi non facciano altro che rafforzare i nazionalismi e il malessere nei confronti dell'Unione europea e aumentare i consensi per i partiti populisti.

Eppure lo schianto di Angela Merkel avrebbe dovuto insegnare qualcosa a tutti questi commissari con la democrazia in tasca.

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