Politica

Macron vuole la guerra

Perché Emmanuel Macron richiama l'ambasciatore francese a Roma, Christian Masset, proprio ora? Nei mesi scorsi da entrambe le parti si sono alzate invettive violentissime. Ad attaccare, per la verità, è stato sempre l'Eliseo che non ha mai mancato di criticare e insultare per il proprio tornaconto politico. Ora, però, in piena crisi dei consensi, eccolo usare una delle più pesanti leve diplomatiche per attaccare Luigi Di Maio, rimangiarsi l'accordo stretto con Matteo Salvini per ripartire i 47 migranti che si trovavano a bordo della Sea Watch 3 e far saltare la trattativa sul salvataggio di Alitalia.

LAPRESSE_20190207171947_28390908

I due governi – quello di Conte e quello di Macron – non si sono mai piaciuti. E non lo hanno mai nascosto. Troppo diversi tra loro. Salvini non aveva ancora chiuso tutti i porti italiani alle navi delle Ong, che dall'entourage di En Marche era arrivato il primo anatema contro le “vomitevoli politiche” del governo italiano. Oggi il portavoce dell'esecutivo, Benjamin Griveaux, è stato (se possibile) ancora più chiaro: “Se si vuole indietreggiare la lebbra nazionalista, se si vuole fare indietreggiare i populisti, se si vuol far indietreggiare la sfida all'Europa, il modo migliore è comportarsi bene con i propri partner”. Vomitevoli, dunque, e per giunta lebbrosi.

Non accadeva dal 1940 che Parigi richiamasse il proprio ambasciatore da Roma. Allora l'Europa si preparava a una guerra che l'avrebbe lasciata in macerie. Oggi si prepara a una tornata elettorale che potrebbe essere il giro di boa per l'Unione europea, almeno per come l'abbiamo concepita sino a oggi. Solo se si tiene presente questo, si possono capire le continue rappresaglie di Macron sull'Italia. Perché, oltre alle invettive, non dobbiamo dimenticare lo scontro sulla nave Aquarius, i respingimenti degli immigrati irregolari scaricati nei boschi al confine, la battaglia nelle sedi europee sullo sforamento del deficit, lo sgambetto della convocazione dei libici di Misurata pochi giorni prima della Conferenza di Palermo, la richiesta di intervento della Commissione Ue per bloccare l'affare Fincantieri-Stx e l'acquisizione dei cantieri di Saint-Nazaire e così via. Sono solo alcuni episodi di un rapporto di vicinato impossibile. Certo, se alle ultime presidenziali avesse vinto Marine Le Pen, probabilmente i rapporti tra i due Paesi sarebbero stati molto meno freddi.

È importante tenere a mente che entrambe le parti stanno giocando una partita cruciale, che poi è quella che si consumerà in occasione delle elezioni europee. Mentre la Lega e i Cinque Stelle hanno fatto della lotta all'élite europea la propria ragione di vita, Macron si contrappone rafforzando i legami con l'establishment di Bruxelles e, soprattutto, con Angela Merkel. Non a caso, in vista del voto di maggio, Salvini e Di Maio sono andati a cercare alleati tra i più acerrimi nemici del presidente francese: la Le Pen e i gilet gialli.

Le ritorsioni di oggi, che hanno fatto carta straccia dell'accordo sulla Sea Watch e della trattativa per il salvataggio di Alitalia, sono la dimostrazione che Macron non vuole neanche lontanamente la pace. Lo sono anche i continui sconfinamenti nei boschi italiani per scaricarci gli immigrati irregolari e le provocazioni dei doganieri sui treni che trasportano i pendolari italiani. Per il futuro dobbiamo, dunque, aspettarci altre provocazioni che avranno ricadute sia sulla politica sia sull'economia.

it/italia-francia-scontro-macron/" target="_blank" rel="noopener noreferrer noopener" data-ga4-click-event-target="external">Le due agende sono talmente contrapposte che solo un rovesciamento o di Macron o dei gialloverdi potrebbe portare a un cambio di linea.

Commenti