Politica

In difesa dei tortellini (e della tradizione)

Difendere. A oltranza. Con fatica. Al giorno d'oggi è una battaglia che affrontano in pochi: parare gli urti di una falsa modernità, schermirsi dai colpi del laicismo. Gli assalti vengono sferrati ogni giorno e, poco alla volta, minano la nostra identità privandocene pezzo per pezzo. Finché non ci troveremo nudi e indifesi. Senza la memoria che forgia il nostro presente. E così i veri reazionari sono i nuovi opliti che fanno scudo a questi attacchi e provano a non arretrare in questa guerra ad armi impari. Alla lunga sanno che avranno la peggio, ma nonostante questo continuano a proteggere le proprie tradizioni, a difendere la propria cultura e preservare la propria identità. Finché non soccomberanno. Monsignor Matteo Maria Zuppi (LaPresse) Arriverà un giorno in cui il laicismo avrà la meglio e i crocifissi verranno effettivamente banditi dalle aule scolastiche. Quando facevo le elementari il crocifisso stava lì, sopra la testa della maestra, e a nessuno sarebbe venuto in mente di tirarlo via. Oggi se ne parla. Qualche giudice lo toglie dalla propria aula di tribunale. Prima o poi, però, arriverà il giorno in cui una legge lo vieterà definitivamente. Allo stesso modo arriverà un giorno in cui i diktat della legge coranica non solo avranno la meglio sui menù delle mense scolastiche, ma cambieranno addirittura le tradizioni che per anni hanno accompagnato le nostre ricorrenze religiose. Non stupirà più vedere un cardinale riscrivere la ricetta dei tortellini da servire alla festa del Santo patrono per eliminare la carne di maiale e non urtare la sensibilità della comunità islamica. E non stupirà più vedere il prete di turno rileggere la Natività per raccontare il dramma dei migranti. Tutti novelli Efialte. È a piccoli passi che il nostro passato viene smantellato. Poi arriverà il giorno in cui, guardandoci allo specchio e rivedendoci negli occhi dei nostri nipoti, non ricorderemo più da dove siamo venuti. Consultado la Treccani, mi ha colpito il primo esempio usato dal vocabolario per spiegare il verbo difendere: "Difendere la patria dai nemici". Oggi i nemici della nostra patria, di quel luogo a cui sentiamo di appartenere "per nascita, lingua, cultura, storia e tradizioni", sono gli avvocati del laicismo, gli ultrà del multiculturalismo, i sostenitori del dialogo multireligioso e i portavoce del progressismo. Questi  vestono i panni degli insegnanti, sentenziano dai pulpiti delle cattedrali e dettano legge dalle aule dei tribunali. Sono loro che smontano le nostre tradizioni e gettano nell'oblio la nostra identità predicando l'accoglienza e il dialogo. Non sono nuovi a questo gioco al massacro. Ma se in passato gli opliti pronti a difendere la nostra patria erano un esercito silenzioso ma nutrito, oggi sono rimasti un piccolo manipolo.

Come i trecento alle Termopili.

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