lettera italiani all'estero

Aut. SMA: GIPA/CN/ER/0002/2013, la chiave per scoprire la verità su chi ha pagato la spedizione della famigerata lettera a favore del Sì ai 4 milioni di italiani residenti all’estero è tutta in questo codice. È stato calcolato che i costi si dovrebbero aggirare trai 4 ai 14 milioni di euretti, che non sono bruscolini, soprattutto se chi li ha pagati non poteva utilizzarli per scopi personali di propaganda politica di parte.

Osservando la foto della lettera inviata a Gerusalemme, e tralasciando la gravità di aver scritto Palestina su cui ogni commento è superfluo, mi è saltato all’occhio quel codice. Cosa vorrà dire?

Qualche rapida ricerca su internet ed ecco che si scopre che SMA indica un servizio di Poste Italiane (Postatarget) per l’invio di posta massiva “Senza Materiale Affrancatura”, utilizzato per spedizioni a migliaia di indirizzi.

E come funziona? Chi è interessato fa una bella convenzione con le Poste e, anziché attaccare i francobolli uno a uno ché la colla è indigesta, viene autorizzato alla spedizione trascrivendo sulle buste quel codice, con cui le Poste capiscono chi è il mittente e gli fanno pagare i relativi costi.

Se si pensa di farne uno solo, magari per una singola campagna elettorale, si fa il pagamento anticipato o contestuale delle lettere spedite.

Se, invece, si pensa di fare diversi invii per un certo periodo di tempo, si può concordare il pagamento posticipato. In tal caso è necessario fare una convenzione tra il mittente pagante e le Poste, che deve essere obbligatoriamente indicata in quel codice.

Primo indizio: il nostro misterioso mittente ha fatto una convenzione per l’invio massivo con pagamento posticipato, perché ne fa tante.

Ora, la sigla GIPA significa “Grandi Imprese” e (attenzione) “Pubblica Amministrazione” ed indica la direzione delle Poste che tratta, appunto, con questi soggetti e sottoscrive le relative convenzioni.

Quel codice ci dà, quindi, un secondo interessante indizio: la convenzione con cui sono state spedite le lettere è stata fatta o da una grande impresa o da una pubblica amministrazione.

Il Comitato del Sì, che sostiene di aver fatto tutto da solo, non mi pare che sia né l’una né l’altra, però.

Ed ora veniamo al terzo indizio: la convenzione utilizzata per la spedizione è chiaramente indicata ed è la n. 0002 dell’anno 2013.

Considerato che l’orripilante riforma costituzionale è stata approvata nell’aprile 2016 e Renzi è disgraziatamente al governo dal febbraio 2014, va da sé che il Comitato per il sì non può avere certo firmato quella convenzione né, quindi, pagato la spedizione.

E allora chi l’ha firmata? Trovate chi ha stipulato quella convenzione e scoprirete così chi ha pagato le lettere per i 4 milioni di italiani all’estero.

Lascio la soluzione del mistero, che mistero poi non è, a chi ha sicuramente più mezzi di me per scoprirlo.

Io ho provato invano a cercare su internet e a chiamare anche le Poste per cercarla, ma francamente un’ideuzza me la sono già fatta.

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