pac-man-google-mapsMettendola sul personale (d’altro canto questo è un blog) ci sono tre cose della vita che compiono gli anni domani, domenica 10 maggio. E si tratta di tre compleanni importanti, perché Bono degli U2 taglia il traguardo dei 55 anni, la collega Serena Coppetti mette insieme un numero assolutamente inspiegabile e che deve restare segreto (per non far fare brutta figura al calendario), Pac Man celebra i 35 anni dalla sua prima uscita. Lasciando il primo agli esperti di musica e la seconda ai giusti festeggiamenti privati, ecco che questo blog non può fare a meno di ricordare il videogame più famoso di tutti, anche perché il primo ad avere un successo davvero planetario. Diciamolo insomma: a Pac Man ci abbiamo giocato proprio tutti, che sia stato nel bar sotto la scuola (ricordo perfettamente, purtroppo) o in una delle prime console sbarcate a casa (tipo “Atari? Magari…”), prima che poi il personaggio mangiapillole e fantasmi arrivasse anche su pc e tablet. Pac Man insomma è il papà di tutti i videogame moderni: fu ideato dal giapponese Tohru Iwatani che ai tempi era un programmatore della Namco e pubblicato appunto  per la prima volta dalla Midway Games nel 1980 nel formato arcade da sala. Il 10 maggio fece il suo esordio in Giappone e fu subito impossibile staccarsene, tanto che oltre ad avere avuto in questi anni decine di versioni e di tentativi di imitazione, è entrato nel Guinness dei Primati (anno 2010, per il numero di pezzo installati nei console arcade, ovvero 293.822) e pure al MoMa di New York. Pac Man è stato dunque anche un grande mangiamonetine, perché una volta eliminati dai fantasmi si era forzatamente desiderosi di mettere altri soldi nella macchinetta per andare avanti con i livelli. E a proposito di questi, la curiosità è che si arrivava al numero 256. Ma non perché non si potesse potenzialmente andare avanti all’infinito, ma perché ai tempi i computer – e dunque anche quelli per i videogame – erano “stupidi”: infatti un bug nella funzione che disegnava la frutta nella barra inferiore dello schermo faceva saltare tutto. E questo perché il codice utilizzato per disegnare gli oggetti era in esadecimale e arrivati al numero 255 la funzione relativa al numero seguente diventava 100 (roba di alta matematica, non vi preoccupate), ovvero con  una cifra in più di quanto il computer poteva leggere. In pratica alla fine la macchina prendeva solo i due zero finali del numero cento e quindi pensava di essere andata in tilt, facendo così apparire simboli e frutti a caso sullo schermo. Per questo di sicuro si sa che il record del gioco non poteva superare i 3.333.360 punti, ma la leggenda vuole che tale Jeffrey R. Yee abbia totalizzato un punteggio di 6.131.940: era il dicembre 1982 e la storia racconta che perfino l’allora presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan si congratulò con quel bambino di 8 anni fenomeno dei videogame. Pac Man così divenne una leggenda e se incontrate ancora oggi Jeffrey ve la racconterà come se fosse vera. Ma importa?

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