Tutto il 2015 della tecnologia
Come si conviene ad ogni fine anno bisogna guardarsi indietro, anche dal punto di vista tecnologico. E’ stato un 2015 che prometteva grandi cose ed in effetti sul mercato è arrivato molto, praticamente moltissimo. Ma non è stato solo un anno di eccessi positivi, perché alcune case hanno cambiato politica ed altre si sono un po’ chiuse in un vicolo cieco. Ecco insomma un giudizio critico, assolutamente personale, con una premessa: da grande appassionato hitech, auguro a tutti – amici, lettori, aziende – un 2016 di successi.
APPLE Di tutto, di più: l’iPhone 6 e 6 Plus prima e poi il 6s e 6s Plus con il 3D Touch, la nuova Apple Tv, il nuovo iPad Pro. Insomma Tim Cook quest’anno ha stravolto le sue line-up con risultati mai visti dal punto di vista economico. La critica è la solita: non c’è più niente di davvero nuovo. Ma la risposta è: che cosa c’è ancora da inventare? Questo è il momento in cui si punta sui servizi, forse poi la Apple Car – così come quella di Google – sarà un nuovo punto di partenza. Per ora il giudizio resta, ed è, altamente positivo. Per dire: l’Apple Tv è un vero passo avanti, in attesa del funzionamento in Italia di Siri anche su quella. E l’iPhone 6 è quello che ha cambiato di nuovo la storia dei Melafonino. Adesso si aspetta l’iPhone 7 (e oltre al 7Plus dovrebbe arrivare un 7c a 4 pollici) e, personalmente, l’upgrade dei MacBook Air, praticamente l’unico Mac ancora con uno schermo non Retina. Se lo merita.
SAMSUNG Finalmente. Dopo anni passati a militarizzare il mercato con dispositivi di ogni taglia e ogni foggia, l’azienda coreana ha deciso di diventare grande davvero: con la serie A e, soprattutto, con i Galaxy S6 Edge e Edge Plus. Davvero delle fuoriserie e, soprattutto, qualcosa di nuovo – con quelle curve ai lati – a disposizione degli utenti. Molto migliorato anche lo smartwatch Gear S2 con la ghiera rotante. Bello anche il nuovo Tablet Galaxy Tab S2 (design moderno e taglia da vero tablet), strano e curioso il nuovo tabellone da 18 pollici Galaxy View di cui parliamo nel post precedente. Super come sempre il reparto tv con gli schermi S-Uhd e il cosiddetto “bianco”, ovvero la linea di elettrodomestici. Tutto rivolto all’internet of thing e alla demotica più sfrenata. Si può solo migliorare: Samsung, è sicuro, lo farà.
LG Due le cose che mi hanno davvero colpito: lo smartphone LG G4 (sembrava impossibile migliorare il G3) e le tv Oled a schermo curvo. Quest’ultime davvero fanno la differenza con il loro nero perfetto. Lg è anche elettrodomestici di qualità, un settore che ancora fatica ad essere compreso dall’utenza. Ma quando proverete, ad esempio, l’aspirapolvere che segue i vostri movimenti grazie a un sensore, resterete meravigliati. E poi una menzione per il monitor 21:9 ad altissima definizione, adatti per chi lavora su più pronti e per la grafica. Insomma: in casa Lg ci sono tante cose di una qualità eccelsa e se riuscite a fare un giro in uno dei loro showroom ve ne accorgerete.
HUAWEI Ormai è il terzo tenore nell’orchestra degli smartphone. Quest’anno sono arrivate il P8 e il Mate S a sparigliare le carte e la notizia è che i cinesi hanno deciso di puntare sulla fascia alta (con un prezzo medio però) per conquistare mercato. L’hanno fatto e dunque sono stati promossi. Anche perché hanno lasciato ai cugini di Honor la parte inferiore del mercato (con ottimi risultati, vedere l’Honor 7). Bene anche la tecnologia indossabile, che comunque ancora (e questo vale per tutti) resta un gradevole sfizio. Il 2016 sarà probabilmente l’anno in cui Huawei farà ancora un ulteriore salto verso la vetta.
SONY Il caso è misterioso, ancorché non unico: Sony fa degli eccellenti smartphone, personalmente penso siano bellissimi. Hanno qualità, materiali, caratteristiche da numeri uno. In pratica l’Xperia Z5 e lo Z5 Premium sono fantastici. E allora: perché non vendono? O comunque vendono poco? Nemmeno la partnership James Bond è riuscito a migliorare le cose e dunque forse a Tokio dovrebbero magari pensare di migliorare qualcosa sul fronte del marketing. Certo è che se il presidente di Sony un mese sì e uno no parla della possibile chiusura della sezione smartphone, avanti non si va. In pratica: Sony era tv e ora fatica pure a vendere i suoi Bravia, Sony è Playstation e sembra puntare tutto sul suo grande successo. Diciamolo: un vero peccato. Per chi, come me, apprezza il brand.
MICROSOFT Non riesce a sfondare, nonostante Windows 10. Eppure potrebbe avere il suo pubblico, visto che l’80 per cento di chi ha un computer monta un sistema operativo Microsoft. Si punta dunque sul Lumia 950, un ottimo telefono, e soprattutto sul suo dock che consente di trasformare lo smartphone in un piccolo pc portatile da collegare a uno schermo. Un’idea smart, il 2016 potrebbe essere il suo anno.
ASUS Ha conquistato quote di mercato con il suo ZenFone 2, dimostrando che migliorare un proprio prodotto si può. Soprattutto ragionandoci bene. Asus fa bei prodotti (tablet e ibridi compresi) e sta aumentando il suo pubblico. L’intelligenza non si compra, né inventa. Dunque un applauso.
MOTOROLA L’X Force è stato lanciato con la grande idea di evitare agli utenti uno dei problemi maggiori che possono capitare ad un possessore di smartphone: la rottura dello schermo. Che in effetti è granitico e garantito. Tutto bene insomma, comprese caratteristiche super (tipo 21 mpx la fotocamera). Il problema però che a 749 euro la gente non si lascia convincere facilmente e non è bastato l’accordo con Vodafone per far salire ancora le vendite. Da rivedere, Lenovo può fare meglio.
HTC Praticamente sparita dai radar, nonostante abbia sempre fatto prodotti di alta qualità. Vale il discorso di Sony: ha senso fare device eccelsi o accordi di sponsorizzazione con la Champions League, se poi in negozio ti considerano in pochi? Nel 2016 serve aria nuova.
WIKO Brand partito in punta di piedi ed arrivato quest’anno a far uscire il Fever, ovvero il miglior telefono sul mercato nel rapporto qualità/prezzo. A 199 euro non si trova di meglio, ad un prezzo maggiore spesso pure. Insomma è il re della fascia bassa/media e davvero la soluzione per chi non vuol spendere di più per avere la stessa qualità. C’è solo da augurarsi che nel 2016 non si voglia cedere a manie di grandezza. Non serve.
BLACKBERRY Un tormento, per chi ama questo brand. In Canada sembrano finiti in un vicolo cieco. Dopo aver cercato prima di entrare in un mercato, quello consumer, non loro. Poi tornando indietro senza mai però riuscire a sviluppare come si deve il sistema operativo Bb 10 (sia il Passport che il Classic sono due ottimi – ma ottimi – device). E infine cedendo al mondo Android con il Priv, schermo touch e tastiera fisica nascosta, appena arrivato ma proposto ad un prezzo impossibile: 849 euro (però si trova già anche a una cinquantina di euro in meno). E’ un telefono la cui soddisfazione dei clienti è alta, ma finora ha venduto nel mondo 50mila pezzi o poco più. Insomma: è il massimo della privacy, il mercato però vuole altro. E Bb non sembra potere (o volere) ancora darglielo. Speriamo che il 2016 ci smentisca.
GOOGLE Big G ormai è tutto, da Android ai servizi basati su Android. Difficile immaginare cosa possa dare di più visto l’arrivo in rapida successione delle novità grandi e piccole, si sa solo che arriveranno presto (entro un paio d’anni, dicono) le auto che guidano da sole grazie ad un’accordo con Ford. Ma sul lato prodotto qualche pecca c’è: il nuovo Nexus 6p è sicuramente meglio del 6, ma ha ancora difficoltà a farsi accettare come smartphone di punta. E poi il 2015 doveva essere l’anno dei Google Glass, spariti dalla circolazione. Torneranno per uso professionale, ovvero quello che dovevano essere fin da subito. Capire di aver sbagliato pero è già una grande qualità.
MEDIACOM, NGM, STONEX L’Italia c’è e si muove bene soprattutto nella fascia più accessibile. Mediacom quest’anno ha fatto meglio, anzi ha fatto benissimo. NGM si è data al colore sfrenato, ed è molto gradita per questo. Stonex ha fatto parlare di sé in estate: non tutto è andato per il verso giusto, ma sperimentare è segno di vivacità. Il problema ora è come reinventarsi. Insomma: qualcosa di positivo c’è, la speranza è che il 2016 diventi un buon anno per tutti. Perché l’Italia ha bisogno che il suo naturale ingegno si trasformi in innovazione per tutti.
Auguri, dunque: Buon 2016. E non solo tecnologico.