Un credente non può amare il potere dello Stato e la sua violenza
Come sottolinea Nicolás Gómez Dávila con la sua consueta precisione d’analisi, «il dialogo tra comunisti e cattolici è diventato possibile da quando i comunisti falsificano Marx e i cattolici Cristo». In questa prospettiva, il cattocomunismo è un marxismo dimentico di Marx e un cristianesimo svuotato, in cui la salvezza è immanente, l’individuo è annullato nella massa collettiva, la carità inutile, lo Stato onnipotente.
La riflessione cristiana più autentica in tema di società, economia e politica è stata deformata solo a sinistra, ma pure a destra. E ne è una prova il distributivismo di autori del passato come Gilbert K. Chesterton o Hilaire Belloc, che hanno ben poco compreso le radici morali del capitalismo e della società liberale.
Di questi temi parla Dylan Pahman su sito dell’Acton Institute, in un post in cui cita pure una mia breve analisi dedicata a un volume di John C. Médaille. Chi fosse interessato può leggere qui quella recensione.
La discussione sulle implicazioni politiche del messaggio evangelico ha molte risvolti, ma il punto cruciale è semplice: e va riconosciuto nel fatto che se l’altro deve essere oggetto di amore e rispetto, non c’è spazio per la violenza del potere, per le logiche dell’esproprio, per il cinismo dell’intimidazione.
È sempre Gómez Dávila ad affermare che “il potere non corrompe: libera la corruzione latente”. All’origine, insomma, c’è sempre e solo la libertà umana, sospesa tra il bene e il male. Ma questa esplosione del negativo coincide con il trionfo dello Stato. I cristiani non possono ignorarlo.
Potremo muovere qualche passo verso una società in cui il ruolo dello stato sia meno invasivo e opprimente solo quando la maggior parte dei Cattolici italiani avrà compreso che, in quanto Dio ci ha creato a sua immagine e somiglianza, con la libertà di perseguire il bene ( e se non ci credete, potete anche intendere il tutto come una metafora, ma il senso non cambia), i diritti individuali sono inviolabili, e il libero scambio, senza mediazioni di entità esterne, fra individui che hanno la dignità, e la capacità di libero arbitrio donata da Dio, è l’unica interazione legittima fra essere umani.
Purtroppo molti Cattolici vogliono imporre un sistema di carità e solidarietà umana attraverso lo stato ma, cosa ancora più inquietante, molti libertarii italiani sono tendenzialmente ostili al Cristianesimo, perché lo intendono come la rinuncia della “proprietà del proprio corpo” in favore di Dio. Basta leggere tanti commenti sui siti libertarii italiani. Ma c’è un altro modo di vedere le cose: se la vita umana è parte di un progetto divino, prima di tutto è inviolabile (come io credo che sia) e, seconda cosa, il fatto che tutti noi individui siamo parte di un disegno divino delegittima ogni prevaricazione dello stato e dei suoi agenti nei nostri confronti.
II, spiegami/spiegaci pure quello che non avrei capito. Grazie in anticipo.
Citando Paolo L. Bernardini: “Il Diavolo esiste. E’ lo Stato.”
allora, caro aurelius ct, dell’articolo non ci hai capito molto…
Ottimo post.
Sono d’accordo. Lo Stato e’ necessario, ma non puo’sostituire Dio.