Resistere e costruire nel tempo della barbarie
La vittoria del duo Grillo-Casaleggio porta con sé varie conseguenze: per il sistema politico e, più in generale, per le prospettive stesse della società italiana.
In primo luogo, è chiaro che stanno venendo al pettine le conseguenze nefaste di decenni di predicazione avversa al mercato, al mondo industriale, alla finanza, al capitalismo. Nel cuore e nella mente dei “grillini” c’è la volontà di costruire un’Italia affrancata dal profitto e volta a indirizzare i comportamenti individuali verso stili di vita frugali: anche usando la forza coercitiva della regolazione pubblica. I militanti cinquestelle sono cresciuti, in questi anni di oscura militanza, leggendo Serge Latouche e Maurizio Pallante. Non sono autori che meritino un’attenzione teorica, ma testimoniano senza dubbio che l’Occidente che ha perso la bussola: che la libertà individuale ha smarrito ogni interesse e attrattiva agli occhi di molti.
Il pauperismo antimoderno che caratterizza la mentalità di questo nuovo ceto politico allo sbaraglio è il frutto di decenni di propaganda post-marxista in vario modo ambientalista e assembleare (nelle scuole, nelle televisioni Rai e Mediaset, nei libri pubblicati da Einaudi e Mondadori, ecc.), che ora s’impone come nuovo linguaggio corrente e quale senso comune di una gioventù che adotta tutto ciò senza nemmeno avvertirne le implicazioni ideologiche. Siamo sempre più nelle mani di fanatici ultrapoliticizzati che neppure immaginano di esserlo. E per spaventarsi non c’è bisogno di evocare gli scritti e i video – non certo esoterici – dello gnosticismo da quattro soldi della Casaleggio Associati: basta scorrere il programma politico del movimento cinquestelle e ascoltare le autopresentazioni in You Tube di questi nuovi legislatori emersi dal nulla.
Intanto, a Roma quel che resta della Seconda Repubblica gira a vuoto. Nella disastrata politica dell’Italietta in declino, ci si affanna perché manca una maggioranza e perché ci si dirige a grandi passi verso nuove elezioni: forse – a detta di alcuni – anche prima dell’estate. Vi sono però ampie probabilità che il prossimo parlamento non sia in grado di dar vita a un governo e quindi potremmo trovarci, a giugno, nella stessa situazione in cui siamo ora. C’è anche la possibilità, perfino più inquietante, che l’onda rivoluzionaria porti il M5S ad avere la maggioranza alla Camera e al Senato, così che l’Italia potrebbe consegnare l’esecutivo nelle mani dei “nuovi barbari” che sognano la decrescita. In quel caso, aspettiamoci leggi contro il trasporto privato, contro i consumi individuali, contro le produzioni industriali, e insieme a ciò la moltiplicazione delle pretese e dei diritti sociali. La follia conquisterà definitivamente il potere e il parassitismo s’imporrà quale pratica generalizzata e perfino obbligata.
La Terza Repubblica si annuncia orribile perché la Seconda è stata tragica. In effetti, la peggiore classe dirigente dell’Occidente sta producendo una ribellione verso tutto e tutti, la quale nasce da una cupa insofferenza verso ogni autorità. Grillo – tra le altre cose – è anche la versione casereccia di Julian Assange e, se preferite, una specie di Michel Foucault dei poveri: il rigetto di ogni istituzione, non solo politica (come è giusto e comprensibile), ma anche culturale ed economica. Un egualitarismo radicale (“uno vale uno”) che si nutre della retorica democraticistica della rete e poi si converte nella celebrazione del Nuovo Capo, che tutto decide.
In questa situazione, è probabile che si salverà chi riuscirà a distaccarsi dall’impero in decomposizione. Anche perché la tassazione aumenta mese dopo mese, e il grillismo promette altri incrementi e una nuova stretta sul privato.
Dato il quadro generale, molti emigreranno: e già nel 2012, dopo tanti anni, il numero degli italiani che se ne sono andati ha superato quello degli stranieri venuti da noi. Qualcuno proverà a costruire una sua polis parallela, tentando di realizzare un proprio universo – culturale, economico, relazionale, religioso – al riparo dalla follia del vecchio ordine in decomposizione e di quel nuovo che ne è in larga misura il prodotto.
Al Nord, è legittimo prevedere il ritorno dei temi che la Lega agitava vent’anni fa e che poi ha abbandonato. Se a Roma s’insediano i barbari, è possibile che la Milano di sant’Ambrogio e sant’Agostino si sforzi di costruire un suo percorso catalano: dividendo il proprio destino da quello di un sistema politico impazzito.
Comunque sia, saranno tempi difficili e non è agevole essere ottimisti. Ma è anche necessario che ognuno provi a costruire una sua via d’uscita da questa trappola infernale.
Un solo appunto: la Seconda Repubblica è iniziata con la legge elettorale uninominale, ed è finita quando è morta quella.
Siamo quindi già nella Terza. In quanto è la legge elettroale che fa la classe dirigente. E s’è visto.
Cerchiamo perciò di parlar chiaro su questo punto.
I grillini non vinceranno un accidente, rimarrà solo l’incapacità dell’esecutivo di ogni istituzione parlamentarista ed il menefreghismo dell’elettore proprio delle partitocrazie.
Se mai si farà una Quarta repubblica, sarà per una quarta legge elettorale, magari fatta per decreto, magari presidenziale, magari dalla Bonino.
Oppure, nessuna modifica sostanziale, solita solfa italiana da 120 anni.
L’unica soluzione è quella individuale.
Caro Carlo,
come posso non condividere le tue parole? Questa mattina riprendendo Huerta De Soto ho trovato un riferimento stupendo alla descrizione dell’innalzarsi della preferenza temporale dei fiorentini dovuta alla peste nel Decamerone di Boccaccio. Avevo sempre avuto in mente Poe a riguardo, pur avendo Boccaccio sotto il naso. Nello sfascio, quando cadono gli dei, il domani non conta. Voterei grillo solo per accelerare il declino. Un abbraccio
Caro lottieri,
i pareri non in linea (leggo “non pertinenti”) non dovrebbero essere silenziati, se sono “idonei alla discussione”.
Ribadisco comunque che è evidente che nel nostro paese l’affermazione di una qualche forma di libertarismo, reale e/o comunque formalizzato, è un ardua faccenda che deve passare per tormentate vicende (quali forse l’affermazione di grillo).
Ribadisco che molti dei liberali e simili in italia lo sono solo a parole. Citano ad ogni piè sospinto le virtù del mercato ma poi, se qualcosa va storto, chiedono i “giusti” interventi correttivi, allo stato ovviamente. La strada da percorrere per la libertà è dunque ancora molta, come dimostra il tuo fastidio per valutazioni delle cose diverse dalla tue.
Caro Lottieri,
il libero mercato in Italia non può venire dai liberali e liberisti, che sono troppo affezionati come tutti noi al sistema mutualistico-protettivo.
Viva il mercato, ma poi appena si produce qualcosa di storto subito a chiedere di intervenire etc. etc.
Quindi si deve trovare un’altra strada…
In italia ci sono le condizioni per molto libertarismo (opinione di walter Block) ma questo deve trovare una strada obliqua…
errata corrige: tra virgolette avevo scritto “popolo nuovo”
Francamente ho smesso di cercare una qualche coerenza ideologica all’interno del Movimento 5 Stelle.
Forse che il Wi-Fi gratis e le centrali eoliche si possono “autoprodurre”? Per non parlare degli assorbenti sterilizzabili, riutilizzabili e… condivisibili (sic)
L’unica, preoccupante costante che ho trovato sta nella retorica di Grillo e del partito, sempre e letteralmente fascista.
Illudere la gente che ci possa essere una casa per tutti, un reddito minimo per tutti, illudere la gente che ci siano una “politica buona” e una “politica cattiva”, una “politica vecchia” e una “politica nuova” – la politica dei partiti contro uno stato guidato da camerati virtuosi – illudere quindi la gente che “la politica” e “lo stato” abbiano padroni diversi, volendo prendere le redini del secondo e volendone aumentare i poteri coercitivi previa l’arrendevolezza (sic) degli altri partiti innanzi ad un <>.
Tutte cose che già scritte nero su bianco nei manifesti propagandistici degli anni ’20 e ’30, in italiano ed in tedesco.
Dopottutto, Grillo non ha fatto altro che mettere in piedi un partito-ombrello non solo per gli indecisi ed i delusi, ma anche e soprattutto per i militanti di destra sociale e di estrema sinistra, per i fanatici dell’ambientalismo ed i giovani che non hanno mai fatto una fila in posta, quelli per la sovranità monetaria e per un governo di integerrimi… Comandando il tutto dal suo computer, magari dietro al confine ed al passaporto svizzeri.
Ora mi sembra che qualche nodo stia venendo al pettine, tanto che negli ultimi giorni ho trovato molte conferme a queste mie pessimistiche opinioni, ma mi piacerebbe poterle in qualche modo rileggere sulla stampa, soprattutto quella estera tanto cara a Grillo, che sembra sottovalutare questo lato del fenomeno, attribuendo agli elettori del “movimento” una ingenuità od un idealismo in qualche modo “innocenti”, per quanto stupidi.
Indubbio Carlo Lottieri rappresenta una luce nel buio pesto in cui siamo entrati. Speriamo che in Veneto Luca Zaia abbia il coraggio di prendere decisioni estreme a favore dell’indipendenza, ora pare, supportato in Consiglio Regionale anche dal PDL. Ci vuole un atto di coraggio per salvare un popolo alla deriva non per propria responsabilità ma per essere stato inglobato in un organismo che non gli appartiene. Il rigetto deve avvenire subito altrimenti è morte sicura.