Se in Cile crescono mille fiori di libertà
Le ultime elezioni hanno visto il successo di Michelle Bachelet, interprete di quella cultura politica cilena che non ha mai smesso di sognare Allende e i miti simil-marxisti degli anni Settanta. A dispetto di tutto ciò, però, è ragionevole pensare che il Cile continui a essere, negli anni a venire, uno dei Paesi più aperti al mercato e alla sperimentazione della libertà. Bastano due notizie a dare un po’ il tono della situazione.
Uno dei blog del sito dell’Economist (Schumpeter), in un pezzo intitolato Bitcoin Paradise, ha dato ampio spazio a un’iniziativa imprenditoriale – Gult’s Gulch Cine – che, a circa un’ora di distanza da Santiago, intende intrecciare business e progettualità sociale. In particolare, questa iniziativa agricola e immobiliare – ma che già guarda in altre direzioni – ha dato ampio spazio al bitcoin, la nuova moneta non statuale e autovincolata, destinata quindi a evitare quel processo di espansione monetaria e inflazione che flagella ogni valuta.
L’area è di quasi 7 mila ettari e non ambisce a staccarsi dal Cile, né intende violarne le leggi. Punta però a far crescere una cultura alternativa rispetto alle logiche della statualità, del potere sovrano, della coercizione pubblica. Non a caso questa iniziativa si rivolge primariamente a libertari e uomini liberi, che qui vogliano costruire un futuro diverso.
Sempre in Cile è partita un’iniziativa, Exosphere, che si propone di offrire ai giovani della crisi, e cioè a quanti si stanno affacciando ora sulla scena della vita, la possibilità di cercare assieme nuove vie che permettano di produrre produzione, di immaginare immaginazione, di intraprendere intraprese. Ne parla qui – nel suo blog – Antonio Manno, un libertario pugliese che da anni è in Cile e che ora è parte significativa di questo progetto in cui già sono inseriti ragazzi italiani.
L’Europa è chiusa in se stessa: prigioniera dei miti feroci e sanguinari su cui si reggono quegli Stati nazionali giù resi responsabili del massacro di milioni di persone. Questi stessi Stati che hanno sterminato popolazioni nelle trincee e sotto le bombe ora pretendono di garantirsi l’eternità in nome del rispetto di quelle vittime innocenti. Lo stesso progetto di unificazione continentale è folle e destinato a moltiplicare il potere dell’uomo sull’uomo. Il prossimo anno potrebbe forse essere l’anno dell’avvio di processi disgregativi solo salutari, in grado di avvicinare il potere ai cittadini, indebolendolo. È probabilmente l’ultima chance degli europei.
Se così non sarà, ricordiamoci che c’è sempre il Cile.
depaoli.fabrizio@libero.it il 11 gennaio 2014 alle 23:07:
Fabrizio, ma ficchi la moneta fiat dappertutto, te sai come la penso, io vorrei non ci fosse lo stato, ma neanche i potentati economici privati, che si riformerebbero inevitabilmente anche nel tuo cosidetto libero mercato, a meno di mettere regole rigidissime che lo impediscano, e allora dove è la libertà, è un cane che si morde la coda.
Credi davvero che un sistema piramidale non si riformerebbe in breve tempo, io penso proprio di si, e potrebbe anche essere peggiore.
Potrebbe funzionare in un mondo dove non esistesse la grande industria, ma allora sarebbe un sistema di civiltà arcaica molto diverso da quello attuale, le grosse organizzazioni sono per forza strutturate su sistemi simil militari, anche più rigide spesso, e di questo ho avuto ampia prova nei decenni.
Facendo un parallelo animale lo stato lo paragonerei a un lupo, e forse con un bel bastone ce la fai a difenderti, gli altri sono leoni, mangiano te e il bastone, in questo momento ci sono o tutti e due, chi comanda realmente secondo te, gli stati no di certo, sono come i pupi siciliani, tirati con i fili.
Saluti.
Ciao Fabri!
Aria irrespirabile da Foa, ormai. Addirittura adesso ci sono i neuropeisti convinti…
Peccato davvero. Speriamo che qui vada diversamente.
E ricordati, non si da da mangiare ai troll! 🙂
@Fabio Cenci il 12 gennaio 2014 alle 16:19:
Bagnai ha fatto una analisi impeccabile. Peccato che poi proponga una soluzione che è peggio del problema (e non può che essere così, essendo di formazione comunista…). In ogni caso, al momento il nemico del mio nemico è decisamente mio amico, quindi comunque Bagnai è utile alla causa.
@Fabio Cenci il 10 gennaio 2014 alle 09:46:
Cambiare le cose qui comporta eliminare (non riformare, il cancro non si può “riformare”) diverse entità a vari livelli (UE e stato italiota in primis, ma anche la ciste mondialista finanziaria loro complice)… Io almeno la penso così e mi muovo in questo senso. Considero lo stato italiota e la ue come truppe di occupazione straniere e mi comporto di conseguenza, boicottando e/o ignorando quando più possibile, facendo proseliti in questo senso prima ancora che proponendo una alternativa. Il problema qui è che la maggiornaza dei nostri concittadini ancora non si è resa conto che queste istituzioni sono il problema, non la soluzione, e in quanto tali vanno eliminate. Poi si potrà discutere di cosa fare dopo, ma al momento è prematuro. Molto prematuro. Voglio dire, ancora il 60% degli italiani va a vorate, legittimando così il nemico, e per di più vota equamente diviso tra il partito demente (parlare male del quale è come sparare sulla croce rossa), il partito socialista (PDL/sforza itaglia) e comunisti di estrema sinistra (M5scemi). E per di più crede che questo serva a qualcosa! E vogliamo insegnare loro la LIBERTA’???? Prima dovrebbero rendersi conto che sono degli schiavi…
Fabrizio,
non mi infatuo di nessuno per carattere; sono razionale e con i piedi per terra.
Alberto Bagnai dimostra con i numeri e i grafici di avere ragione; l’Euro e’ stato il grimaldello per cambiare le cose a favore dei soliti noti e togliere liberta’ ai popoli: leggi The Telegraph:
http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/europe/eu/10559458/We-want-a-United-States-of-Europe-says-top-EU-official.html
Vogliono piu’ Superstato, Fabrizio, sveglia; e noi che facciamo? Propugnamo la secessione della Sardegna!!
E figurarsi che risate si fanno in Germania e a Bruxelles.
Un’Italia sempre piu’ debole e smembrata, una terra di nessuno che ritorna all’Italia dei comuni. Una vera minaccia per la Merkel & C.
Mi dispiace, lo sai che non siamo d’accordo su queste cose.
Dobbiamo, se vogliamo, creare uno Stato libero, non una pletora di principati del menga dove avremo altri regimi corrotti su scala ridotta.
Non siamo il Liechtenstein.
Con stima e affetto
Mariolino,
“Voleresti su un aereo il cui pilota ci capisce poco e magari non ha fatto neanche la scuola di volo, o farti operare dal macellaio, tanto la ciccia la sa tagliare anche lui.”
Da cliente, certo che no!
E da proprietario di un aereo che costa milioni di euro, ancora meno, non glielo darei mai in mano correndo il rischio che me lo distrugga.
Stesso discorso per il farsi operare.
Ma come tu sai a me interessa dimostrare la dannosità ed inutilità dello stato.
Innanzitutto, sia (mi pare di capire) nel caso dell’impianto in cui lavori e sia nel caso dell’aereo, è molto importante definire il concetto di proprietario.
Per me il proprietario è colui che si è comprato un inceneritore o un aereo con soldi SUOI e che si è guadagnato LUI.
Andando ad analizzare il concetto di proprietà si scopre che praticamente la proprietà non esiste più, la proprietà viene sostituita dal potere, e, guarda un po’ , questo è possibile solo grazie alla presenza dello STATO e dal suo STRAPOTERE.
Si apre un universo.
Alla base di tutto c’è quella che non è una moneta ma che viene imposta come tale: LA MONETA FIAT.
Perché una proprietà possa essere definita tale deve essere acquistata con una moneta che abbia un VALORE riconosciuto da tutti, tutti devono poter accedere a quella moneta con identiche condizioni e difficoltà, e questo lo si può fare solo in un libero mercato.
Ti sembra così?
No. Qualcuno è autorizzato a fare il falsario, ed a partire dal primo autorizzato e scendendo a cascata sempre più in basso, la possibilità di ottenere moneta diventa sempre più difficile, ma il valore arbitrario non uguale per tutti ma legale è imposto.
Ne consegue che più sei vicino alla “fonte” del denaro e più sarai facilitato nell’ottenerlo senza lavorare o produrre qualcosa di reale, quindi darai meno valore a quel denaro ma nel contempo darai più valore al POTERE che ti permette di ottenerlo.
Ma a quel punto non ti interessa più tanto essere proprietario, sei più interessato ad avere o accedere al potere.
Quando vedi che è più facile ottenere denaro grazie al potere anziché al lavoro classico d’impresa la tua scala di valori nei confronti dei soldi viene modificata, i soldi per te hanno meno valore, puoi comprati un aereo, farlo pilotare da un imbecille, rischiare di farlo schiantare, e non patire più di tanto la perdita economica perché tanto per te è facile ottenere altri soldi grazie al potere.
Adesso ti chiedo: chi è che autorizza certi a stampare soldi che non hanno valore ed allo stesso tempo OBBLIGA tutti ad utilizzarli?
LO STATO!
Dove c’è lo stato il concetto di moneta diventa confuso, e quando quel concetto è confuso lo diventa anche quello della proprietà. Il potere diventa molto più importante.
Altra faccia della stessa medaglia sono le regole. In un ambiente marcio e corrotto da una moneta fasulla, ad aggravare ulteriormente le cose ci sono regole artificiali che NON sono uguali per tutti (come invece sarebbero in un libero mercato), infatti ci sono aziende che se non riescono a far quadrare i conti devono fallire mentre altre no. Ci pensa e decide lo stato.
Di nuovo lo STATO, con le sue regole arbitrarie.
Allora se io devo gestire una compania aerea, che di fatto quando deve gestire delle perdite non è mia, nel senso che non rischio soldi MIEI e VERI, selezionare un pilota in gamba e capace sarà l’ultimo dei miei problemi, il mio primo interesse sarà arruffianarmi lo stato/banca per ottenere soldi facili, molto più facili che se dovessi ottenerli confrontandomi sul mercato quindi LAVORANDO BENE.
È la presenza dello stato che crea anomalie assurde e gigantesche, il bianco passa come nero, la notte come giorno, e noi siamo talmente abituati a queste stranezze continue e LEGALI che pensiamo sia normale.
Un saluto .
depaoli.fabrizio@libero.it il 11 gennaio 2014 alle 08:13:
La patente che ho me la sono guadagnata stai certo, con lo studio e con la pratica, e dopo conta l’esperienza, non sono come gli esami della patente di guida, metteresti una potenziale bomba in mano a chi non ne sà nulla, e guarda che al privato non gliene frega un cacchio, se potesse ci metterebbe chiunque, e a volte pure lo fà, poi arrivano gli ispettori e la faccenda si scopre, anche li dove sono ora è successo.
Voleresti su un aereo il cui pilota ci capisce poco e magari non ha fatto neanche la scuola di volo, o farti operare dal macellaio, tanto la ciccia la sa tagliare anche lui.
Quella che ho io è nata prima di quella per le auto, si accorsero subito che il vapore era una bestia molto pericolosa e non poteva essere dato in mano a incompetenti raccogliticci, ce l’aveva anche mio nonno agli inizi del secolo ventesimo e anche ora ci vuole.Saluti.
Ciao Fabi Cenci, è da un bel po’ di tempo che non ci si incrocia ed è un piacere vederti qui, finalmente nel tuo ambiente naturale.
Tra l’altro: ti è passata “l’infatuazione” per Bagnai? Sei riuscito ad iniziare a resistere al canto delle sirene? (ih ih ih), prendi questa mia provocazione a fin di bene e nel tuo interesse naturalmente.
Fabio, tu dici:
“Io penso che non abbia senso essere gli ultimi dei Mohicani”
Certo che ha senso, è proprio il modo per mettere in pratica quello che scrivi subito dopo:
“Serve combattere per cambiare radicalmente le nostre societa’ e questo passa attraverso una capillare rete di informazione che raggiunga i cittadini, anche gli analfabeti, forse soprattutto, dato che il loro numero e’ in crescita esponenziale grazie alla scuola dello stato”.
E ancora più importante dell’informazione è il pensiero liberale/libertario che deve emergere, esso è in ognuno di noi e per farlo emergere si deve fare l’opposto di indottrinare, ci si deve liberare dalle dottrine e fare la fatica di sostituire una qualsiasi risposta preconfezionata da una dottrina con una risposta PERSONALE scaturita da un ragionamento altrettanto PERSONALE, logico, coerente e critico. Come i “Mohicani”.
Il senso di ricercare “un rifugio segreto” di tipo fisico riguarda le nostre valutazioni: gente come noi comicia a farsi la domanda: per quello che cerco, cosa preferisco fare?: combatto per essere libero a casa mia?, oppure mi cerco un’altra casa?
È impossibile elevarsi a giudice per un uomo libero davanti a questioni del genere.
Riguardano solo noi.
Io penso che Lottieri abbia portato quell’esempio per due motivi: per fare informazione e per stimolare il pensiero: qualcuno incuriosito potrebbe chiedersi: perché voler andare in un posto simile?, cosa cercano?, cosa vogliono?, sono solo pazzi o anche intelligenti?, e se sono intelligenti come ragionano?
Beh, credo che molti tra quelli che si pongono queste domande si renderanno conto di essere come quei “pazzi Mohicani”, specialmente quelli che avranno l’ardore di mettere in discussioni dottrine ormai (purtroppo) ben radicate in noi stessi.
Poi, ripeto, scegliere cosa fare è una nostra scelta, per me va bene tutto, non sto a giudicare, l’importante è che l’uomo riesca ad essere libero.
Tanti uomini liberi fanno un posto libero.
Per questo il pensiero è importante.
Tecnicamente questo blog è in un buon posto, potenzialmente può teoricamente raggiungere tutti i lettori de Il Giornale, un bacino enorme se confrontato a Blog altrettanto validi ma con meno visibilità come ad esempio il Movimento Libertario, Leoni Blog, Libertyfigther, Rischiocalcolato, Von Mises, l’indipendenza e altri.
Si tratta di sfruttare la possibilità, non ci vedo niente di male, può essere una buona vetrina.
Appena Lottieri toglierà la moderazione, la sfida sarà far decollare questo blog almeno nelle prime dieci posizioni della classifica.
Un saluto .
Mariolino,
“Prendono quelli come me perchè è necessaria una abilitazione statale per poterlo fare, non basta il primo che passa per strada.”
Quindi mi stai dicendo che ho preso una cantonata gigantesca?
E io che pensavo che ti avessero scelto per le tue capacità e qualità…
Invece no.
Tu mi stai dicendo che ti hanno scelto semplicemente perché lo STATO ti ha dato un patentino!!
Non posso fare a meno di apprezzare la tua onestà nell’ammetterlo, ma a questo punto ti chiedo: come può funzionare bene una qualsiasi azienda se deve assumere gente, che prima ancora di avere capacità e qualità, deve essere “patentata” dallo stato?
Ti è mai capitato di vedere persone alla guida dell’auto fare cose assurde e chiederti “ma chi gli ha dato la patente”?
È la stessa entità astratta che l’ha data a te.
Oltre a pensare che qualsiasi organizzazione (in questo caso l’azienda) senza persone capaci non può funzionare, viene anche automatico chiedersi: ti sembra giusto che lo stato possa decidere chi deve lavorare e chi no a prescindere dalle sue capacità ed impegno?
Un saluto .
Signor Lottieri, l’ho conosciuta, mi pare, circa due anni fa in un incontro tragicomico a Roma vicino a Villa Pamphili, a cui partecipo’ l’attore Montesano. Ero in cerca di qualcosa di diverso dal pantano in cui poi, inesorabilmente, ci siamo cacciati.
Fu appunto ….tragicomico. Strani personaggi parteciparono all’evento, uno piu’ strano dell’altro. Mi perdoni questa premessa, era per ricordare l’occasione dell’incontro.
Su questo suo post, un po’ datato: sono d’accordo che ci siano oasi di liberta’ nel mondo, ma, appunto, sono oasi, e non credo che si espanderanno perche’ gli stati nazionali spegneranno sul nascere qualunque iniziativa “pericolosa” anche in ambito monetario (soprattutto!).
Io penso che non abbia senso essere gli ultimi dei Mohicani e cercare il rifugio segreto “in coda ai lupi” come si dice qui.
Serve combattere per cambiare radicalmente le nostre societa’ e questo passa attraverso una capillare rete di informazione che raggiunga i cittadini, anche gli analfabeti, forse soprattutto, dato che il loro numero e’ in crescita esponenziale grazie alla scuola dello stato ovviamente, e fin qui io concordo con lei e con Fabrizio in pieno.
Se vogliamo vincere la guerra dobbiamo informare QUI, HIC ET NUNC. Altrimenti saremo schiacciati.
E per concludere, questa e’ stata la MEGA COLPA di Berlusconi; non aver inciso nelle carni di questa societa’ putrida e comunista e quindi ladra dato che deve “distribuire” i soldi degli altri.
E’ noto che, parafrasando Lord Ricucci, i kompagni desiderino tanto essere homosex col derriere di chi il benessere l’ha conquistato duramente; e’ facile esserlo. E’ facile distribuire quello che non e’ TUO.
Questa e’ la colpa di Berlusconi, che non votero’ mai piu’ per questo.
Non mi interessano le oasi; mi interessa che cambino le cose qui.
depaoli.fabrizio@libero.it il 6 gennaio 2014 alle 09:24:
Fabrizio, sai la mia situazione,e effettivamente io ho scelto liberamente, potevo tranquillamente stare a casa a fare il pensionato, ma la maggior parte dei miei colleghi non sono nelle mie condizioni, infatti non mi lamento per me, sono volontario e devo stare zitto, ma in pratica gira come dico io, ho visto fare in questo posto delle vere porcherie nei confronti delle persone, visto che non abbiamo tutele di alcun tipo, altro che art 18 che in pratica non esiste più.
Prendono quelli come me perchè è necessaria una abilitazione statale per poterlo fare, non basta il primo che passa per strada.
Ma per me che ci vivo mai vista la condizione di parità che dici, è come la mosca che infastidisce l’elefante, l’entità di cui parli credo sia lo stato, ma resto dell’idea che il privato non è poi molto diverso, basta provarlo sul groppone.
Saluti e buona befana, io anche oggi sono la dentro.
Mariolino,
“mica scegli perchè ti conviene la maggior parte delle volte, accetti quello che ti danno obtorto collo, o così o niente..”
Ah sì..? Ma allora se non ti conviene non accettare, ti pare? Se le opzioni sono “o così o niente”, se non ti conviene scegli per il “niente” perché se invece scegli per il “così” vuol dire che ti conviene.
Secondo me quello che tu non vuoi accettare è la differenza tra potere contrattuale insita in qualsiasi scambio. Le aziende per esempio si trovano a dover far valutazioni e scelte di quel tipo quotidianamente e non si mettono a piagnucolare. Sanno che funziona così: se ho anche una minima convenienza faccio lo scambio, se non ce l’ho non lo faccio.
In uno scambio, tutte e due le parti vorrebbero essere dalla parte del “più desiderabile”, proprio per aver maggior potere contrattuale, infatti un’azienda per cercare di portarsi in quella condizione farà leva su due cose: creare un prodotto desiderabilissimo (qualità ed innovazione) ed abbassarne il costo per poterlo vendere ad un prezzo inferiore rispetto ai concorrenti.
Dimmi una cosa Mariolino: per quale motivo in un impianto di un certo livello come quello in cui lavori, hanno deciso di far lavorare te a quel prezzo quando invece avrebbero potuto far lavorare chiunque altro a metà prezzo, visto che fuori “c’è la fila”???
Non l’hanno fatto perché per le loro valutazioni, a fronte di un costo inferiore, non avrebbero potuto disporre della competenza necessaria, affidabilità, serietà ed impegno che invece tu puoi offrire.
Al contrario avrebbero potuto assumere uno ancor più preparato, serio e laborioso di te, probabilmente ad un prezzo più alto, ma non l’hanno fatto.
Tu per loro, in quel momento sei il miglior compromesso.
Ma anche loro per te sono il miglior compromesso: tu magari saresti potuto andare a lavorare in un posto meglio retribuito che però si trova in Nuova Zelanda, oppure in un posto che sarebbe stato meno impegnativo ma con una paga inferiore, o ancora, in uno posto dove non avrebbero apprezzato e valorizzato le tue caratteristiche.
È sempre una questione di VALUTAZIONE e compromesso. Vale per tutti.
Ma la cosa più importante (secondo me) è il poter decidere e valutare autonomamente e liberamente, in questo senso, se i due attori dello scambio lo possono fare, sono in una condizione di parità.
Secondo un principio di giustizia non si capisce perché quello che può valere per un datore di lavoro non debba valere anche per un dipendente.
E adesso ti faccio una domanda retorica: quale è quella entità astratta che invece non ti permette di scegliere liberamente e di valutare la tua personale convenienza in un rapporto?
Un saluto .
depaoli.fabrizio@libero.it il 4 gennaio 2014 alle 13:16:
Avresti ragioi
ne se i rapporti di forza fossero paritari, ma così non è e non lo è mai stato, mica scegli perchè ti conviene la maggior parte delle volte, accetti quello che ti danno obtorto collo, o così o niente, sai cosa ti dicono, se non vieni te fuori cè comunque la fila, e se ne approfittano abbondantemente.
Queste cosucce le stò vivendo proprio in questo momento, ed è così ti assicuro, la tua possibilità di scelta è accettare le condizioni capestro o restare a girarti i pollici, e io sono uno che lo potrebbe anche fare e non posso neanche lamentarmi, in altro cantiere sai cosa rispose a un foglio scritto dai dipendenti il “datore di lavoro”, con questo mi pulisco dopo averla fatta, così funziona nel mondo reale purtroppo.
Frà pochi minuti vado a prenderlo in quel posto, reale no almeno per ora, ma sfruttato all’osso certamente si.
Ciao e buona befana.
Mariolino,
“nessuno deve essere padrone di un altro uomo, ne il privato ne lo stato comunista che non ti piace, non saprei cosa è meglio, il privato non fà neanche finta quando te lo mette in quel posto, è più “diretto”.”
Infatti nessun uomo lo è se ogni uomo ha la possibilità di scegliere.
Nel momento in cui decido di lavorare per qualcuno mica divento sua proprietà, solo i servizi che lui compra diventano sua proprietà mentre i soldi che usa per pagarli diventano mia proprietà. Che problema c’è?
Il problema nasce dal fatto che la dottrina collettivista ha fatto leva in modo strumentale identificando come “nemico sfruttatore” colui che organizza risorse sue (intelletto e capitale) e dà la possibilità ad altri ad accedere ad un lavoro.
Ma quel suo organizzare mica ti obbliga ad effettuare uno scambio con lui, sei tu che valuti e accetti di avere un rapporto solo se lo ritieni conveniente. Stesso discorso vale per lui.
Come lui ti dà la possibilità di accedere ad un lavoro, tu gli dai la possibilità di accedere alle tue prestazioni, il rapporto è paritario ed avviene solo se c’è coincidenza di interesse, cioè, in teoria dovrebbe essere così, in presenza di uno stato come il nostro purtroppo non è così, infatti se per esempio viene a mancare da parte dell’imprenditore l’interesse nel proseguire lo scambio, non può interrompere quel rapporto liberamente.
Quello che tu definisci “prenderselo in quel posto”, riguarda la valutazione individuale.
Es. Io accetto di fare un lavoro per te per un tot di soldi, tu accetti di darmeli per quel lavoro. Fin qui tutto bene. Poi però ad un certo punto io modifico la mia valutazione e la modifico in virtù del fatto (non si sa per quale incomprensibile ragione) che io stia valutando, non tanto che il mio compenso corrisponda col mio interesse, ma che l’interesse che ti deriva dalla mia prestazione sia eccessivo. Vero? Già, ma perché qualcuno lo dovrebbe misurare? Quello riguarda te, a me riguarda solo il MIO interesse, e se non lo ritengo soddisfacente posso fare solo una cosa: alzare il mio prezzo: se ciò che ho da offrire vale, e tu reputi conveniente spendere di più per il mio lavoro, si ridiscute il nostro accordo e si prosegue il rapporto senza problemi, altrimenti se non si trova un accordo perché io penso di valere di più ma a te non servo (perché fai una valutazione inferiore), anziché continuare a “prederlo in quel posto” (come dici tu) posso interrompere il rapporto. Scelta mia. Io sono responsabile delle mie decisioni ed azioni.
Non ci sono molti altri modi di vedere la cosa, se accetti significa che ti conviene, se non accetti significa che non ti conviene, se invece reputi che non ti convenga ed accetti ugualmente significa che nella tua testa c’è qualcosa che non quadra.
Un saluto .
depaoli.fabrizio@libero.it il 31 dicembre 2013 alle 17:02:
Sempre utopista, una buona parte del discorso mi starebbe anche bene, basta togliere la parola aziende, nessuno deve essere padrone di un altro uomo, ne il privato ne lo stato comunista che non ti piace, non saprei cosa è meglio, il privato non fà neanche finta quando te lo mette in quel posto, è più “diretto”.
Per quanto riguarda le ditte private di eserciti ci sono già state, ai tempi del Colleoni, di Giovanni dalle bande nere e simili, non mi paiono certo fari di libertà, ma ottimi macellai al soldo di chiunque, la parola soldato viene da lì
Adriano da Cingoli, Buon Anno.
“..la consorella gli chiese a bruciapelo perché lei avesse così tanto affetto nei suoi confronti; la Santa fece un semplice sorriso ma quanta violenza”
È proprio questo che va evitato: il “volemose bene” a tutti i costi, non è amore ma falsità, ed è in contraddizione con l’amore per la verità che tu, come me, apprezzi.
Io sono ateo convinto fino a prova contraria, e fino ad ora non ho avuto elementi evidenti ed indiscutibili per cambiare idea.
Questo mio atteggiamento fa si che io rifiuti di accettare qualsiasi cosa che implichi un atto di fede reiterato ed immodificabile.
Lo rifiuto ancor di più se la religione in questione è lo statalismo socialista, di gran lunga la più inaccettabile perché, al contrario della tua, ci viene IMPOSTA.
Dal mio punto di vista non vi è alcun “monopolio” dell’amore detenuto da un Dio, è proprietà degli uomini.
Condivido buona parte delle sacre scritture perché le vedo finalizzate ad una pacifica convivenza tra gli uomini in competizione come ad esempio “non rubare” o “non desiderare la roba d’altri” (a meno che non la si possa comprare e che la controparte sia disposta a venderla ovviamente).
Già che ci sono vorrei invece polemizzare sul “non desiderare la donna d’altri”: la donna, come l’uomo, non appartengono a nessun’altro se non a se stessi. Credo che riconoscere ciò sia un atto di grande rispetto e amore proprio degli uomini e delle donne (non tutti purtroppo).
Il fatto che si cerchi di deresponsabilizzare l’uomo tramite il fargli accettare una entità (Dio o stato) moralmente superiore ad esso, astratta, credo sia un problema. L’individuo viene prima di tutto, ed in potenza ha tutte le carte in regola e risorse per convivere piacevolmente con gli altri individui. È l’uomo che ha inventato Dei e religioni, non il contrario.
Va da sé che un principio valido proveniente da una religione, mantiene lo stesso identico valore anche per un’ateo, quindi, anche se si arriva alla stessa conclusione facendo percorsi diversissimi quello che conta è il risultato.
Un saluto .
Vi anticipo il discorso presidenziale di fine anno.
Cari concittadini,
Quest’anno si conclude all’insegna del successo.
Possiamo rilevare direttamente, noi tutti, una progressiva e duratura crescita economica dovuta direttamente all’ambizione di voi stessi nel creare ricchezza, ed indirettamente dalla volontà del governo di ridimensionare drasticamente il potere dello stato.
In questo senso i progressi più importanti sono stati fatti liberalizzando la moneta, il mercato energetico e quello del lavoro; quest’ultimo mercato sembrava il più difficile da liberare poiché incontrava resistenze culturali radicate da molto tempo, ma ben presto i fatti ed i risultati concreti hanno convinto e sorpreso anche i più scettici, che ora glorificano l’assenza di regole statali e glorificano ancor più la possibilità di accordarsi direttamente tra le parti.
In quest’ambito stiamo ancora lavorando affinché le parti possano scegliersi autonomamente un garante per i loro accordi privati nel caso questi non venissero rispettati o male interpretati.
L’aver liberalizzato la moneta ha portato tutti noi a preferire una moneta fissa, quindi di valore e stabile.
La conseguenza più immediata è stata una presa di coscienza da parte di tutti di cosa sia il VALORE, questo ha fatto sì che a cascata si siano ridotti all’osso sprechi, sovrapproduzioni inutili, inquinamento, ladrocini bancari ed investimenti errati.
Il mercato libero ha incrementato il successo monetario rendendo competitive le imprese, le quali, hanno innovato migliorato la qualità ed abbassato i prezzi a vantaggio di tutti noi.
Oltre al successo economico registrato, c’è da rilevare anche un’altro grande passo avanti, riguarda la serenità, la vantaggiosita’ ed il rispetto nei rapporti tra le varie comunità presenti sul VOSTRO territorio: tutto questo si è ulteriormente incrementato grazie alla vostra esigenza di autonomia e responsabilità diretta.
Aumentare la libertà è sempre un successo, e proseguendo in questa direzione tra qualche anno non avrete nemmeno più bisogno di un presidente a tutela della vostra carta dei princìpi.
Grande soddisfazione provo dalla liberalizzazione, anche se ancora in corso, dell’istruzione, e sono piacevolmente sorpreso dal fatto che, quelle che durante il regime socialista venivano identificate come le classi “meno abbienti”, siano ora invece quelle più attratte dalla possibilità di poter disporre di un’istruzione variegata e libera.
Cari concittadini, c’è ancora molto da fare, penso alla completa liberalizzazione delle armi, della medicina ed al completo smantellamento dell’esercito di stato ormai inutile e surclassato in qualità ed efficenza dalle vostre aziende private da voi scelte e preposte per quel cómpito.
Anche le tasse andranno ulteriormente ridotte passando da una pressione fiscale del 07% allo 03% che verrà completamente eliminata quando lo stato centrale cesserà totalmente la sua funzione ormai evidentemente inutile.
Il mio augurio, cari concittadini, è che tutto ciò si riesca a fare entro il prossimo anno.
Buon anno a tutti voi.
Non so ancora dirvi né il nome di questo presidente né l’anno in cui farà un discorso del genere, ma so che vorrò esserci.
Buon anno .
E’ più forte chi ha pazienza di chi reagisce alle provocazioni.
Ecco un esempio molto calzante della violenza di cui parlo, non si vede all’esterno e che, anzi, sembra quasi una pelle.
Nei suoi Diari, Santa Teresa del Gesù Bambino, che era stata costretta dalla MAdre Superiora a scrivere, racconta di una sua consorella che lei, pur umile, aveva in antipatia naturale.
Dopo molto tempo, direi qualche anno, la consorella gli chiese a bruciapelo perché lei avesse così tanto affetto nei suoi confronti; la Santa fece un semplice sorriso ma quanta violenza.
Caro Fabrizio sono lieto di parlare con un Ateo convinto e dico che, in tutto questo si dimostra l’Amore di Dio; nulla è per caso e nulla ha il suo effetto senza un motivo profondo.
Che la Luce del Natale riesca a fare breccia nei Nos. cuori doloranti di ferite e ci faccia scorgere le Nos. vite e ciò che pssiamo fare; il resto lo fa Dio stesso. Un vero augurio per il 2014, che sia un anno di vero Shalom o, per dirla alla lunga, di Pace, Prosperità e benessere per tutti.
Adriano da Cingoli,
“Farsi violenza significa essere se stessi in ogni circostanza ed in ogni avvenimento che non è una cosa astratta ma consiste nel rapporto intimo con l’Altro e gli altri.”
Dando per scontato che consideriamo entrambi positivo “essere noi stessi”, credo che i rispettivi metodi per raggiungere quel tipo di traguardo siano un po’ diversi.
Io non ci vedo niente di violento nel cercare di essere personalmente indipendenti e liberi, semmai può essere a volte faticoso e magari sconveniente, ma perché usare la parola “violenza”? La vita non deve essere tribolazione e penitenza nel cercare di essere noi stessi, considero raggiungere quel traguardo una SODDISFAZIONE, una cosa piacevole.
Tu stesso dici: “questo mi dona grande serenità e stupore nel considerare che di fronte a Dio siamo tutti uguali ed abbiamo tutti la dignità di Individui nati liberi.”
Grande serenità la dona anche a me, per il resto sai bene che sono ateo.
Sentirmi libero mi dà soddisfazione specialmente se mi rapporto con chi non lo è, mi sento in un certo modo “superiore”, non fraintendere, io vedo gli uomini tutti uguali solo considerando le loro potenzialità per diventare liberi, ma non tutti poi lo diventano, gli uomini scelgono chi e cosa essere in base alle loro caratteristiche e volontà. Dipende da loro e da nessun altro.
Volendola vederla in chiave religiosa si potrebbe dire che Dio ha dato a tutti gli strumenti per essere liberi: però che “si diano una mossa”.
Se fossi un prete, per convincere gli uomini, nelle mie prediche direi loro che in paradiso non vengono ammessi schiavi. So che non considererai questo come una mancanza di rispetto perché sono convinto che cercare la libertà sia nell’interesse dell’uomo.
Un saluto .
Io so che Fabrizio ha intuito la gravità della parola “violenza” che è rappresentata dalla volontà di ogni Individuo di questa terra di fare ciò che la coscienza detta.
Farsi violenza significa essere se stessi in ogni circostanza ed in ogni avvenimento che non è una cosa astratta ma consiste nel rapporto intimo con l’Altro e gli altri.
Seguo questa strada da moltissimo tempo, diciamo dall’infanzia e, questo è stato determinato, non tanto dal mio carattere, ma dal fatto che ho uno spirito molto critico delle cose.
Non ho timore di dire la mia, anche in presenza del mio Arcivescovo o del mio Direttore d’Ufficio, e questo mi dona grande serenità e stupore nel considerare che di fronte a Dio siamo tutti uguali ed abbiamo tutti la dignità di Individui nati liberi.
Non ho scelto io la mia famiglia ma so che questa è la migliore che ci sia e persino il Paese (piccolo per la verità di appena cento anime Villa Pozzo di Cingoli) mi sembra il miglior posto dove nascere e crescere.
Noi cari miei amici siamo forti nella misura in cui agiamo secondo una retta coscienza sapendo che tutto quello che facciamo è fatto per amore della verità; cammin facendo impariamo a cambiare rotta quando il “caso” l’esige.
Ieri era giorno dedicato ai Santi MArtiri Innocenti ed ancor oggi dobbiamo pregare per questi Bambini che non riescono a vedere la luce per il Nos. egoismo; io prego perché questi peccati non ci sommergano del tutto perché gridano vendetta al cospetto di Dio; tutto il resto che volete che sia di fronte a questo Peccato?
Io soffro ed ho sofferto per questo e Vi esorto ad unirvi alle mie preghiere perché non diventiamo come gli Spartani o come Hitler o come certi Scienziati del niente. Shalom
P.S. So che gli Ebrei hanno vagabondato quaranta anni nel deserto perché non riuscivano ad apprezzare la Libertà; si rivolgevano sempre indietro all’Egitto. Auguri a tutti.
Carlo Lottieri, cosa ne pensa della finta liberalizzazione della marijuana in qualche stato Usa?
Non si tratta di liberalizzazione, ma di legalizzazione. C’è una bella differenza.
Lo stato CONTROLLA quel mercato, ne regola il funzionamento applicandovi regole.
I negozi dovranno essere autorizzati dallo stato e si parla addirittura di “prezzo ufficiale” anziché di prezzo di mercato, anche chi volesse coltivarla privatamente sarà soggetto a limitazioni di stato ben precise.
Mi sembra una presa per i fondelli: “diamo la droga al popolo, che poi si chiami marijuana o moneta fiat non ha importanza, l’importante è che IO STATO la possa controllare o farla controllare dai miei amici.”
Un saluto .
Schiavo Roberto, hai appena dimostrato quanto sia libero Il Giornale (in questo caso), visto che lascia spazio anche ai libertari.
Finché cercherai di appiccicare etichette non riuscirai mai a vedere la sostanza (che è quella che dà credibilità) e resterai schiavo.
Adriano da Cingoli,
“La libertà di cui oggi si parla non sappiamo nemmeno dove sia di casa e non è una realtà astratta”
In parte hai ragione poiché siamo nati già in una condizione di libertà parziale, poi ulteriormente ridtta nel tempo, e soprattutto siamo stati cresciuti ed educati a diventare dei bravi soldatini e contribuenti ancor prima che persone responsabili.
Al giovane viene presentata un’esigenza: “l’essere accettato” dalla società, e fatta trovare la soluzione già bell’e pronta: il format del pensiero unico. È il primo passo per diventare uno schiavo perfetto.
Ma la prima cosa da insegnare ad un giovane dovrebbe essere IMPARARE A SCEGLIERE, valutare, essere coerenti, essere autonomi, mettergli in mano gli strumenti di pensiero per affrontare sia il bello che il brutto della vita, mostrargli il mondo per quello che è, che non si può aver tutto e nemmeno si può vivere senza niente, che per fortuna NON siamo tutti uguali.
Dopo sceglierà lui da CHI “essere accettato” e con chi scambiare.
Nonostante noi siamo nati già in una condizione di schiavitù riusciamo però a dare un volto alla libertà ed a sentirne l’esigenza perché ci poniamo domande logiche tipo: “se io non rompo le palle a nessuno, perché gli altri me le rompono?”, oppure, “se io non voglio imporre nulla a nessuno, perché gli altri invece sì?”.
Se qualcuno non ha ben chiaro cosa sia la libertà, quasi tutti però capiscono cosa sia un’ingiustizia, schiavi compresi.
“..vivendo si sperimenta come la libertà sia un Bene da conquistare con la “violenza”; prima su se stessi e non sugli altri.”
Non capisco tanto bene cosa intendi. Perché violenza su se stessi? Essere coerenti non è “farsi violenza”, rinunciare ad imporre arbitrariamente la propria volontà sugli altri non è “farsi violenza”.
L’unico modo di farsi violenza è subire passivamente delle imposizioni, se poi queste arrivano da un’entita astratta come lo stato, oltre che masochisti siamo pure scemi.
Un saluto .
Il giornale che scrive di libertari?
Ma non è lo stesso Giornale che fece una feroce campagna contro la libertà di scelta della Englaro?
Caro Giornalista se vuoi essere credibile scegli un’altra testata.
Caro De Paoli la sintesi non deriva da un’intelligenza superiore né da chissà quale alchimia ma è esperienza di vita (vissuta) e non letta come facciamo molto spesso noi.
Ricordo quando Gesù raccontava le sue Parabole; chi riesce a comprendere la differenza tra un seme ed un albero è consapevole di quello che narrano e vogliono dire.
Se tu dici ad un bambino qual è la differenza fra un agnello ed una pecora o un lupo, se questi li ha visti solo sulle fotografie o sui documentari, non saprebbe nemmeno di cosa parli.
La libertà di cui oggi si parla non sappiamo nemmeno dove sia di casa e non è una realtà astratta; basta leggere il Diario di Etty Hillesum o la Bibbia per comprendere cosa sia.
Non basta comprendere bisogna vivere perché vivendo si sperimenta come la libertà sia un Bene da conquistare con la “violenza”; prima su se stessi e non sugli altri.
Shalom e buon inizio 2014 soprattutto per quanti sono nella sofferenza e nella solitudine.
Correggo loberamente in liberamente.
Persino i tablet complottano contro la libertà…
Adriano, Benjamin Franklin definiva la democrazia così:
” La democrazia è due lupi e un agnello che votano su cosa mangiare a cena. La libertà un agnello ben armato che contesta il voto!”
Quando si dice “il dono della sintesi” eh…
Per me la più bella forma di democrazia è il libero mercato: tutti possono scegliere loberamente, quindi votare, quello che preferiscono senza doverlo imporre a nessuno.
Sulla moneta: voglio produrre beni da farmi pagare in Bitcoin e sto cercando dipendenti da pagare in BitLire, per caso ti interessa un posto visto che preferisci le BitLire?
Un saluto .
Non credo si debba guardare ad un paese dove vota il 40%.Neanche la storia recente è incoraggiante.La nostra atavica esterofilia coltiviamola in direzioni migliori.Anche il bitcoin lo lascierei dove sta.Preferisco l’abolizione del contante e la bitlira.Quanto alle iniziative libertarie non servono sforzi particolari.Allarghiamo la democrazia diretta.”La sovranità appartiene al popolo.”E su tutte le questioni controverse lasciamo decidere ai cittadini .Maggioritario all’inglese o proporzionale alla tedesca?Un sano referendum consultivo senza quorum e si sceglie.Ci sarà chi la chiamerà deriva populista o plebiscitaria,secondo le mode del momento.Per me si chiama democrazia.