Elezioni sarde, il 16 febbraio. Autodeterminarsi?
In questa convulsa società italiana che pare condannata a un inesorabile declino e che continua a ruotare attorno alle logiche di una politica politicante, il prossimo appuntamento elettorale riguarda la Regione Sardegna e – ne sono tutti persuasi – anche stavolta tutto sarà letto in termini “romani”. Opinionisti e analisti proveranno a vedere quanto guadagna Berlusconi stando all’opposizione del governo Letta, quanto può aiutare il Pd avere trovato un segretario rottamatore, cosa varranno in termini di voti gli scissionisti del centro-destra, e via dicendo.
È facile prevedere che la Sardegna non interesserà nessuno: neppure a molti sardi, che a causa di un’informazione nazionalizzata hanno il corpo sull’isola e la testa a Roma (Saxa Rubra) o a Milano (in via Solferino).
Sarebbe invece una buona cosa che questa terra, tanto bella quanto penalizzata da una storia troppo segnata da conquiste e domini, provasse a chiedere una sola cosa: il diritto a decidere del proprio futuro. Il diritto a essere libera, a governarsi da sé, a tassarsi e gestire in proprio le risorse prodotte. E tutto questo per ridurre quella presenza di Stato, politici, burocrati, aiuti assistenziali e apparati parassitari che impedisce alle tante forze vive dell’isola di esprimersi appieno.
Qualche mese fa in Veneto è stata depositata una proposta di legge regionale, primo firmatario Stefano Valdegamberi (eletto in consiglio regionale nelle liste dell’Udc) per un referendum consultivo con un quesito molto semplice, che chiede ai cittadini se vogliono essere indipendenti o restare all’interno della Repubblica italiana. Una richiesta secca: basata sui principi fondamentali di ogni ordinamento civile, e non dissimile da quella a cui risposero anni fa gli elettori del Québec e a cui dovranno presto rispondere gli elettori della Scozia.
Venezia è stata libera e potente per undici secoli. La storia della Sardegna è diversa, e registra molti più soprusi che libertà. Ma esiste sempre un momento in cui la storia può prendere una strada diversa.
Forse è il momento che i candidati sardi di destra, sinistra, centro e via dicendo pongano pure loro al centro della discussione questo tema cruciale: istituzionale per eccellenza. Si tratta di vincere la logica della “dipendenza”, essere responsabili, capaci di disporre di sé, chiamati a dare il meglio, pronti a vincere le sfide più difficili.
Se non ora, quando?
@depaoli.fabrizio
Mah, sul fatto che le tasse non verranno mai abbassate, solo perché AL MOMENTO c’è un governo o dei politici, e delle potenti lobby stataliste (Rai, giornali, sindacati, magistratura, ecc.) che si oppongono, non credo sia il problema decisivo.
Ripeto, se perfino lo stato più comunista e statalista del mondo, la Cina di Mao che mandava a coltivare il riso tutti, e vestiva tutti con la stessa divisa verde o grigia, DOPO la morte di Mao l’ha capita, e dagli anni ’80 in poi ha SMANTELLATO lo stato che occupava il 100% dell’economia, rendendo attraente investire perfino agli americani, non vedo perché non potrebbe farlo l’Italia, che non ha certo avuto Mao, o Lin Piao, o le Guardie Rosse, o la Rivoluzione Culturale del 1966 (al più il ’68).
La Storia cambia sempre, nulla resta fermo, anche chi ci ha provato a fermarla ha fallito.
Quello che mi lascia perplesso è che tu in sostanza suggerisci L’ASTUZIA (o arte di arrangiarsi) contro lo stato.
Ma l’astuzia è già praticata da tanti (coloro che possono), e NON CAMBIA NULLA, fa comodo proprio a gente come Letta, Saccomanni, Monti, i piddini, ecc. e tutti i politici che hanno ridotto l’Italia così.
E’ quello che VOGLIONO, è la MENTALITA’ LEVANTINA, ti dicono: “amico, noi ti mettiamo le tasse al 70%, perché pensiamo che tanti evadano, quindi le teniamo alte, per prendere i soldi dai fessi che riusciamo a beccare!”
Ma così non se ne uscirà mai!
Non mi interessa uno stato che mi dice: “io ti metto le tasse al 70%, poi se puoi fai il furbo e se riesci evadi pure!”
NO!
C’era un articolo del 2007 sul Corriere, dove parlavano degli altoatesini che dopo il ’15-’18 si trovarono ad avere a che fare per la prima volta con lo stato italiano, mentre prima erano sotto il governo dell’Austria.
Abituati ad avere a che fare con una p.a. di tipo teutonico, rigorosa ma LEALE, loro dichiaravano TUTTO, e non avevano mai avuto problemi.
Poi arrivò lo stato italiano, e chiese loro tasse anche 3-4 VOLTE PIU’ ALTE, di quelle che pagavano abitualmente, perché non credeva alle loro dichiarazioni, e faceva il furbo.
Quindi quei piccoli imprenditori altoatesini vennero ROVINATI da un fisco italiano di figli di mignotta, che fece il furbo e si comportò slealmente con loro che erano sempre stati corretti (e questo fu uno dei motivi per la nascita dei movimenti secessionisti sud-tirolesi).
Ebbene, io SONO STUFO di questo, non so se ti è chiaro.
Io voglio uno stato che ci chieda al massimo il 30-35% di tasse, che sia leale, che creda al contribuente e sia lui a dover dimostrare che il cittadino evada (e non il cittadino a dover dimostrare che non ha evaso!), che NON butti via i soldi delle tasse per darli a Cimoli, o al rom come casa popolare (quando ci sono italiani che pagano da anni tasse, e sono in lista da anni e anni), o al fondo salva stati, o ai dirigenti Rai e alle loro mignotte, ecc., ecc.
E’ tanto difficile ciò?
Come mai all’estero in dozzine di stati ci riescono?
Ci abbiamo forse scritto pirla sulla fronte, noi italiani, per tenerci uno stato di lavativi e furbi, che divide la gente in furbi e fessi da spennare?
L’unico modo per cambiare le cose è, tutti insieme, CAMBIARE LA POLITICA, non mettersi tutti a fare i furbetti.
Attenzione! Non dico che non si possa – anzi si debba! – ricorrere a mezzi come lo SCIOPERO FISCALE, ecc., ma bisogna farlo TUTTI INSIEME!
Se lo fanno in tanti tutti assieme e DICENDOLO PRIMA, le cose cambiano, se lo fanno in tanti di nascosto non cambia niente.
A parte il fatto che ormai la “furbizia” che consigli tu non serve a nulla: perché se hai una casa te la massacrano e finiranno per espropriartela, se hai un c/c te lo spremono, se hai un’attività in proprio te la bombardano.
Certo, forse può fare il “furbetto” quello che ha una piccolissima attività, niente dipendenti, ecc., ma NON è un consiglio che puoi dare a tutti, a chi ieri aveva un’azienda con 10 dipendenti che pagava il 30% di tasse, e oggi se ne trova il 70%, e deve chiudere.
Non può mica renderla invisibile, non può mica dire ai dipendenti: vi pago in nero! (avrebbe subito qualcuno che lo denuncia), non può mica dire a 150 fornitori e a 500 clienti: “da domani non faccio più fatture a nessuno!”
Quindi, caro Fabrizio, vediamo di guardare in faccia la realtà: la realtà è che devono essere i POLITICI a cambiare, NON NOI!
Il tuo consiglio di fare un po’ furbi lo davano anche alcuni ebrei ai loro amici, negli anni ’30 quando era andato su Hitler.
Non è servita, o uno scappava, oppure con uno così c’era solo da usare bombe e carri armati, altro che fare il furbo.
E le nostre bombe e carri armati non possono che essere le reazioni politiche di TANTI CITTADINI, non le cose fatte di nascosto, perché non servono a nulla.
Un saluto
http://www.youtube.com/watch?v=i36Xe7yBeDQ&feature=player_detailpage
http://www.youtube.com/watch?v=i36Xe7yBeDQ&feature=player_detailpage
fabri, ciàcià.Mi trovi in sintonia.
Damy,
“Però bisogna rispettare e accogliere i new entry di qualsiasi schieramento”
Personalmente l’ho sempre fatto fino al punto in cui vengono a mancare i presupposti per un confronto che per me sono: onestà e logica.
Sono per la diversità, è utile all’evoluzione del pensiero se c’è onestà ovviamente.
Quando invece non c’è, si può instaurare un confronto formale, una competizione per far emergere la propria ideologia. È quello che non sono mai riuscito a spiegare ad Andrea Pellis che ha il terrore dei troll anziché considerarli materiale utile alla causa.
Comunque non credo debba esserci una regola di condotta precisa, perché se arriva uno che provoca ad oltranza o fa gratuitamente il maleducato, alla fine gli altri non lo considerano più, lo emarginano naturalmente, in pratica lui si autoesclude. Ed è già successo.
Il tuo italiano per me va benissimo, riesco a comprendere (quasi sempre) i concetti che vuoi esprimere e tanto mi basta.
A proposito, vorrei rimarcare l’inutilità dello stato, e in questo senso, tu che dichiari di non aver frequentato la scuola, ne sei la prova dal momento che riesci ad avere rapporti ed esprimerti con tutti senza problemi.
Per come la vedo io, è sicuramente molto più importante che gli schiavi imparino a ragionare anziché tu (che invece sai ragionare) impari perfettamente a scrivere in italiano. Avrai notato anche tu come la forma diventi spesso un pretesto per i “furbi”.
Un saluto .
Mariolino & Al 2011. Quanto al fatto che l’uomo abbia una naturale istintiva tendenza ed attitudine ad aiutare i più deboli, basti pensare a due genitori che allevano, nutrono, educano e cercano di fornire al figlio le conoscenze e strumenti necessari per camminare con le sue gambe; nessuno mette in discussione che non sia una cosa positiva, è una cosa considerata trasversalmente positiva da tutti, liberali, sinistri, destri, religiosi e atei.
Quello che va discusso ferocemente e molto criticamente è il fatto che sia necessario lo STATO in quel processo spontaneo e naturale che invece È dell’uomo.
Basti pensare al fatto che le prime organizzazioni sanitarie o di mutuo soccorso nacquero PRIVATAMENTE e SPONTANEAMENTE, NON grazie allo stato, NON le ha inventate lo stato, lui ci ha messo gli occhi sopra, e subito dopo le mani intravedendo il business (stesso IDENTICO discorso per la moneta).
Il business è lo stesso che intravede una qualsiasi compagnia assicurativa: raccogliere più quote e soci possibili.
La differenza sta nel fatto che una compagnia privata deve per forza offrire un buon servizio perché i soci aderiscono e accettano di versare la quota su base VOLONTARIA, ed in quel caso sappiamo tutti, che se vendi qualcosa che non mi serve o non mi piace non lo compro, mentre invece uno stato agisce con la FORZA, ti OBBLIGA a versare la quota ed accettare i suoi “servizi”, oltretutto anche quando non richiesti.
Trovo stupido continuare a contrapporsi all’interno del “recinto stato” quando qualunque persona umana e ragionevole che si sforzi un’attimo di comprendere certi meccanismi sposterebbe la discussione su “stato sì, stato no”.
Un saluto .
Salve tuuti!? E…Buon Weekend.
depaoli.fabrizio@libero.it il 24 gennaio 2014 alle 07:17:
EkuAnarkyko, sì, questo blog deve diventare il riferimento per i veri liberali/libertari che leggono Il Giornale.
fabri d’accordissimo!? Però bisogna rispettare e accogliere i new entry di qualsiasi schieramento,oltre non postare più di qualche post ot.Nel blog di Foa non mi faceva entrare pià con DamyEku,cambiando nik con EkuAnarkyko qualche utente mi ha dato addosso pensando fossi un new entry.
Di Foa e del suo blog,non vorrei parlare più e in negativo e in positio.Dico solo che in quel blog ho imparato tanto,naturalmente complici gli utenti che ho frequentato.Infatti,credo essermi sempre dichiarato che non ho la scuola d’obbligo.Al che vorrei essere esplicito con Carlo Lottieri che mi ospita al riguardo.nel senso che farò errori grammaticali ecc.nel postare commenti.A prescindere,ringrazio chi sopporterà le mie opinioni,sperando almeno abbiano senso nel contenuto.grazie a tutti e chi ci ospita con fiducia-liberale.Infatti rientro con il mio vecchio nik”DamyEku”visto non c’è moderazione anche.Buona giornata.
Ciao AL 2011, ..ottima scelta! Eh eh..
Sul punto 1): troppe tasse sicuramente, e poi l’Italia è il paese meno adatto alle tasse: per natura siamo individualisti quindi non ci serve un socialismo così spinto, diventiamo collettivisti solo per opportunismo, cioè per RUBARE ad altri tramite lo stato ma cambiamo subito idea quando in quegli “altri” ci siamo noi a dover subire il furto. Certa gente manca ancora di coerenza, sempre meno per fortuna.
Sull’euro sai come la penso: il fallimento è di quel tipo di moneta (fiat) che va ad esprimere il valore di un gruppo e non un valore di mercato, con l’aggravante che quel “valore” è modificabile in modo arbitrario da chi gestisce quella moneta.
Ma di solito all’euro non viene mossa questo tipo di critica, chi vorrebbe passare alla lira (sempre fiat) lo farebbe solo per poter modificare ulteriormente al ribasso quel “valore” che sarebbe sempre espressione del gruppo (in quel caso gli italiani).
Grossolanamente si può riassumere così: siccome l’Italia vale poco vogliamo una moneta che valga poco. Ma a me non sta affatto bene, se all’interno di quel gruppo (Italia) ci sono gruppi dai valori diversi non voglio una moneta che faccia una media tra gruppi buoni e gruppi cattivi, VOGLIO SEPARARMI DAI GRUPPI CATTIVI.
Nota bene, i gruppi diversi, non lo sono tanto per regioni, ma per categorie: es. un operaio che lavora per un mercato reale (alimentare, manufatturiero, export, ecc) fa parte del gruppo buono perché è quello che produce ricchezza quindi valore vero.
, mentre uno statale o anche un’azienda che vive di sussidi ed aiuti o di un tipo di “economia” creata ad arte dallo stato, es. energie alternative, regole assurde, strutture e sovrastrutture imposte alle aziende ma assolutamente INUTILI al fine di produrre ricchezza, fa parte del gruppo CATTIVO.
La divisione o autonomia dei gruppi serve a permettere loro di confrontarsi, mentre l’unione forzata porta ad un appiattimento e livellamento che creerà inevitabilmente scintille perché quell’unione non è naturale.
Sul punto 2) Son d’accordo, credo che qui il problema siano le caratteristiche di cui parlavo prima: opportunismo unito ad incoerenza che si può riassumere in una parola: FURBIZIA, ed i politici sono dei campioni.
E allora mi pongo una domanda: voglio dei politici onesti? O voglio un sistema che non necessiti di politici?
Non essendo disponibili politici onesti in nessuna parte del mondo, scelgo per il sistema che non necessita di politici.
Sul punto 3) mi confermi quello che dicevo prima: la porcata è che una moneta imposta ad un gruppo formato da gruppi diversi tra loro, va ad esprimere un “valore” medio e ad appiattire. Io vedo la moneta fiat come la forma più raffinata, evoluta e subdola per raggiungere il comunismo perfetto, dove naturalmente la sua gestione è saldamente nelle mani di pochi “eletti illuminati”.
Se poi invece andiamo a confrontare con altre monete il valore dell’euro non sarebbe neanche male, ma nel momento in cui vado a fare un confronto del genere dò per scontato che mi vada bene mantenere paesi parassiti o pelandroni o inefficenti, o, se sono invece tra quelli, che mi vada bene fare il parassita pelandrone.
Una moneta fiat non va bene per principio.
Sul punto 4) l’economia di mercato è imperfetta perché il mercato non è libero, ci si ficcano gli stati di mezzo.
Col termine “perfetto” intendo GIUSTIZIA! Un mercato GIUSTO è quello dove tutti gli attori possono scambiare ed arricchirsi grazie alle loro capacità e meriti, dove non si può rubare, ma anche dove sono OBBLIGATI a farlo confrontandosi continuamente con i loro concorrenti.
In quelle condizioni non mi disturba più che ci sia qualcuno più ricco e qualcuno più povero perché le regole sono uguali per tutti. Regole di libero mercato e non di stato.
Tasse al 30%: tu pensi davvero che in un paese come il nostro dove se solo qualcuno parla di abbassare di un punto (ho detto uno, non quaranta) le tasse “casca il mondo”, ci siano margini di manovra seguendo l’Inter istituzionale classico?
Io non ci credo. Preferisco andarmene, ma andarmene restando a casa mia, andarmene da questo sistema: STACCARMI, SECEDERE, RIVOLTARMI.
Un saluto .
@mariolino
Ohhhhh, e allora lo vedi anche tu che non ha senso credere che mantenere uno stato super-gonfiato e ladro come quello di oggi, possa aiutare i meno abbienti e le famiglie più povere!
Ecco perché adesso mi rendo conto anch’io che forse ho sbagliato a parlare solo di “catto-comunismo”. Forse la cosa + giusta sarebbe parlare di “fisco-statalismo”.
E comunque, i conti sono presto fatti: negli anni ’50,’60, ’70, anche le famiglie più povere del sud hanno potuto trovare lavoro, mettere da parte i soldi per fare studiare i figli, comprarsi l’auto, e molti anche casa o addirittura avviare attività in proprio: negozi, officine, piccole aziende, ecc.
Mentre invece dal 2002 in poi, sia per l’euro che per le tasse, ben 3 milioni di italiani sono finiti in povertà (mentre prima vivevano decorosamente), e 2 su 4 hanno visto scendere di brutto la loro condizione economica, sono impoveriti.
Quindi è evidente che sia l’euro che le tasse sono la causa della crisi, maggiore in Italia che altrove (Grecia a parte)
E attenzione! Negli anni 50-60-70 non c’era ancora il debito pubblico mostruoso! Il debito pubblico (la scusa con cui i politici ci rapinano sempre più) è cresciuto proprio dagli anni ’80 in poi, con le politiche della DC, del PCI, dl PSI e di TUTTI i partiti.
E solo dagli anni ’70 hanno cominciato a mettere in piedi enti su enti, dalle Regioni che hanno assunto e cominciato a sprecare, ai mille enti nati poi.
Quindi, di fatto, lo stato negli ultimi anni ha aiutato si e no 3-4 milioni italiani, su 40 che lavorano, e ha rovinato gli altri.
Ecco perché dico che qui non è più questione di parole e definizioni e mi pare che anche con te Mariolino finalmente si riesca a capirci.
Qui sono TUTTI i politici (Berlusconi incluso) che non si decidono a cambiare davvero la struttura dell’economia italiana: – tasse e – sprechi.
Un saluto anche a te.
Al 2011 il 24 gennaio 2014 alle 09:30:
Ieri sera ho cenato con Fabrizio, discutendo trà un bicchiere di barbera e l’altro, chiaramente in modo assai più approfondito e personale di quello che si può fare qui sopra, ti può dire lui come la penso sulle tasse, visto il tafanario che mi hanno fatto, tipo 1200 euri di imu nel mio caro comune sinistro, ladri maledetti direi, e non dico quanto mi fanno pagare di irpef, altrimenti passerei per ricco come mi considera lo stato, purtroppo io sono costretto dagli eventi a pagare tutto, me li levano prima, ma potendo farei certo come chi lo può fare, pagare il meno possibile.
Un livello giusto sarebbe proprio il 30% o poco più, non quello che invece si paga qui, dovendo poi anche pagare una buona parte dei cosidetti servizi statali, per i quali ho sempre pagato il massimo senza sconti, e anche ora è così pur essendo in pensione, non da 1000 euro certamente, e poi lavorando mi tocca anche il cumulo, figurati come sono contento a vedermi portar via quasi mezzi anche di quelli.
Sentendomi parlare dal vivo diceva che secondo lui non ero comunista come ho sempre detto, ed eravamo d’accordo su moltissime altre cose, come anche su quelle che hai scritto qui ora, e non le solite inutili contumelie.
Che non ci sarà mai il modo perfetto è una delle poche certezze che ho, ma perfettibile si, però la soluzione non la conosco, può darsi sia quella che dici, certamente non il ritorno al socialismo realizzato, io e Fabrizio ci troviamo abbastanza d’accordo che l’oligarchia bancaria di ora non è poi molto lontana da quello, così come la destra estrema forse anche più statale della sinistra.
Saluti a tutti.
@Fabrizio (+ mariolino)
Dopo il contatto personale via mail con Fabrizio, aderisco volentieri al suo invito a traslocare qui, visto che il blog di Foa ormai sembra la sede del PD a via Botteghe oscure = la vetrina dello statalista.
E qui ne approfitto per replicare sia a Fabrizio che a Mariolino, sintetizzando in breve alcuni punti che mi sembrano essenziali, nei discorsi che leggo.
1) Il declino della politica italiana nasce dalla sua incapacità – sia del PD, FI, Lega, M5S, di capire il PRIMISSIMO problema dell’Italia: eccesso di tasse e di peso dello stato (= sprechi continui) + fallimento del sistema dell’euro.
2) NON, ripeto, NON, è un problema di destra o sinistra.
Voi andate in Cina, o in Romania, o in Russia, o in Bulgaria, Polonia, ecc., ecc., e NESSUN partito, né di destra né di sinistra, si sognerebbe (una volta andato al governo) di massacrare famiglie e imprese con tasse fino al 70%, per tenere in piedi sprechi di ogni genere.
Un conto è dare la pensione a chi ha pagato i contributi, o pagare le cure mediche a un povero che ha un tumore o un infarto, ecc., e questo va bene, e ben altro buttare i soldi per decenni nella Salerno-Reggio Calabria, o dando auto, bonus, ecc., a politici delle regioni che hanno già 100 o 200.000 euro l’anno di stipendio, o mettendo in piedi un ente che non serve a nulla, o tenendo in piedi un carrozzone immondo come la Rai, con ben 50.000 dipendenti e dove 600 dirigenti hanno stipendi pazzeschi, anche di 500 mila euro ed oltre.
NON CE LO POSSIAMO + PERMETTERE!!
Voi andate all’estero, e vi ridono in faccia sapendo che in Italia i soldi pubblici sono sprecati con tanta facilità, ma vi ride in faccia sia l’ex comunista dell’Est, che l’americano, che lo svizzero, che l’olandese, ecc.
A me uno svizzero ha detto: “avete tasse così alte? Ma allora non vale la pena lavorare!”
Tutto qui!!
Bisogna tornare ad un’economia in cui, con uno stipendio medio di 1200 euro x italiano che lavora, la gente torni a poter mettere da parte i soldi per comprare casa, avere un tenore di vita decente, consumare e progettare il proprio futuro, come negli anni pre-2000 e pre – euro.
Non dico crescere al 3% annuo, ma almeno dell’1-2% sì.
3) Idem per quella porcata dell’euro
Noi non possiamo stare a farci rapinare da Monti e Letta, con l’imu che poi va a finire al fondo salva-stati, per “aiutare” Lettonia, Lituania, ecc., che peraltro stanno molto meglio di noi!
O peggio sentire un ex calciatore paraculato come Olli Rehn, che viene a darci lezioni e a dirci che dobbiamo tenerci l’imu, che ha massacrato le famiglie.
4) E qui sorprenderò Mariolino.
E’ vero che l’economia di mercato è imperfetta, e al mondo ci sono anche 85 persone, da Bill Gates, a Murdoch, ecc., che hanno in mano META’ dei beni del mondo, e ciò non è giusto.
Ma la soluzione non è certo massacrare (come vorrebbe la sinistra italiana) il pensionato che ha risparmiato una vita per comprarsi la villetta da 70 mq. col giardinetto, e ora campa con meno di 1000 euro al mese, lui e la moglie.
Né la soluzione è tornare al sistema comunista dei paesi dell’Est, che aveva ridotto tutti in miseria e schiavitù, dando tutto il potere a una casta di dittatori tipo Ceausescu, Hoxha, Breznev, ecc.
La “soluzione” (sempre però accettando il fatto che sulla Terra non ci sarà mai il paradiso e l’economia perfetta) è un’economia di mercato in cui ci siano tasse basse che servano a pagare i servizi MIGLIORI dello stato (pensioni, sanità, scuola, trasporti, ecc.) ma con tasse che non arrivino mai oltre il 30-35%, non certo il 70% come in Italia!
Poi puoi anche obbligare i super – ricchi (come negli USA a inizio secolo) a non diventare monopolisti, a vendere e a permettere che in ogni settore ci siano almeno 100 imprese, e non solo 3-4, come spesso accade.
Ma questa non può essere una scusa per mettere tasse su tasse a Mario Rossi con la casettina, o a Franco Russo col negozietto!!
Qui ci sono politici, a destra e a sinistra che ormai credono si possa continuare a puntellare con le tasse uno stato marcio e sprecone.
Noooo!!
Quando una casa è marcia, anche se metti i puntelli poi crolla, niente da fare.
Fabrizio, tu scrivi che il 30% di tasse è troppo.
Magari fossero appena il 30%!!
In America paga il 30% la Microsoft, in Italia perfino l’officina di Manerbio con 4 dipendenti paga il 70%!!
Ci farei subito la firma, ad avere in Italia tasse fino al max del 30%!
EkuAnarkyko, sì, questo blog deve diventare il riferimento per i veri liberali/libertari che leggono Il Giornale.
Ma bisogna essere realisti: non basta l’impegno di Lottieri (che ha anche tolto la moderazione) e la nostra partecipazione, serve che la redazione, direzione o comunque chi decide al Giornale di queste cose, dia spazio e visibilità a questo blog.
Qualche tempo fa è stato visibile per circa una settimana nella schermata principale dei blog, era tra i primi di quella lista ed in quel brevissimo periodo ebbe un successo enorme, poi venne subito relegato nelle retrovie dove se lo vuoi leggere devi proprio andartelo a cercare.
Forse per la direzione viene considerato “troppo libero” e sovversivo… mah… mistero, magari non è così, ma il dubbio viene.
Sarebbe interessante sapere quali sono i criteri per stabilire l’ordine di visibilità perché la nostra partecipazione non è sufficiente visto che in prima pagina ci sono post di altri blog con 0 commenti per lungo tempo. Altro mistero.
Insomma, i blog de Il Giornale non seguono le regole di mercato ed al momento non è nemmeno dato sapere le “regole d’ingaggio” stabilite da Il Giornale.
Su.. forza Sallusti, spiegaci un po’ come funziona, …se c’è una logica…
Un saluto .
fabri mariolino,ciàcià.A me non piace stare in più di un blog perchè scriverei stesse opinioni,e non mme garba.Nel blog di Foa ho iniziato a postare con un utente e sappiamo pian piano dove era arrivato.”Con qualche record”.Ora non ho ancora tempo libero per postare ma se ci daremo una mano… fabri mariolino, credo possiamo portare il blog di Carlo Lottieri”Senza offesa per lo stesso” un pò più su se ci impegnassimo.mariolino passa voce a Salvatore Franco anche,sai che lo abbiamo sempre stimato grazie.
Ho notato spesso che le elezioni regionali hanno dato sempre un indicazione su quelle Nazionali,è successo in Piemonte con la sinistra è successo in Sicilia con Grillo.Spero le elezioni in Sardegna indichino in positivo renzi e FI,per spianare un nuovo ciclo i tal senso alle nazionali.
A prescindere sare a favore dell’ASTENSIONISMO! Se i sardi dovessero optare per tale evento,ne vedremo di belle.Mi domando:perchè non non approvano una legge elettorale come i referendum con il quorum al 51%?.Eh…Eh…Eh…Buona serata.
Mariolino,
“si può stare anche in più di un posto, io scrivo a volte anche dove cè la moderazione, dipende da cosa si dice”
Questo e sicuro, ma il “cosa si dice” non riesco a scinderlo completamente dal chi lo dice.
Quando si instaura un rapporto nel tempo, non superficiale, anche se da alcuni considerato virtuale come in un blog, non riesco a fare a meno di rilevare le contraddizioni, strumentalizzazioni, manovre subdole e le incoerenze di pensiero dell’autore (e dall’altra parte ne vedo sempre più), quindi mi sembra normale associarsi a persone più pulite e coraggiose.
Mi spiace che elementi che stimo continuino a preferire il mercato del “pifferaio magico”, forse più per abitudine e consuetudine che altro. Mah…
Io ormai considero quel posto un ritrovo di statalisti e mi chiedo cosa ci stia ancora a fare lì gente che invece è sinceramente ANTISTATALISTA o comunque lo è in potenza.
Un saluto .
Luigi, ho seguito tutto il discorso di Michela Murgia e anche se, da anarco-capitalista, non ne condivido alcuni dettagli, ci sono due cose che credo siano più importanti di qualunque altra: il fatto che i Sardi si siano (spero definitivamente) stufati di farsi prendere per il sedere da questo stato centralista e la loro fiera e sacrosanta voglia di indipendenza.
In questa fase la cosa prioritaria è invertire la tendenza, cioè andare verso l’autonomia, verso il piccolo, e spero che gli altri schiavi restanti nella penisola inizino a ragionarci su e prendere i Sardi ad esempio.
Una cosa che spesso viene equivocata, secondo me strumentalmente, è che si associa l’andare verso l’indipendenza ad una chiusura. Non è affatto così.
Essere indipendenti non significa affatto chiudersi ai mercati, ma semplicemente poter scegliere in autonomia con chi fare affari tenendo ben stretto il potere di scegliere nelle proprie mani e di conseguenza scegliere con la propria testa.
Implica autostima, consapevolezza, intelligenza, riflessione e coerenza, tutte cose che ormai per molta gente lobotomizzata dai media di regime hanno perso di significato o comunque sono state annacquate dallo squallido spettacolo politico e dalla “cultura” mainstream.
L’atteggiamento sardo, come pure quello veneto, sono l’evoluzione del pensiero umano, il riscatto ed il futuro per tutti quelli che avranno l’intelligenza ed il coraggio di mettere in discussione le “certezze” imparate alla dottrina di stato.
Un saluto .
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EkuAnarkyko, oppure, trasferimento dei poteri direttamente dallo stato al mercato, che in pratica poi si tradurrebbe solo in una rinuncia al potere da parte dello stato.
Un saluto .
EkuAnarkyko il 21 gennaio 2014 alle 16:36:
Ottimo, è quello che NON succederà con il sistema ceh voglio il duo RenSilvio, ovvero il parlamento al servizio del governo come mero votificio, come è in Francia ad esempio, dove le president gode di poteri davvero quasi illimitati, ha anche l’impunità totale, visto l’andazzo presidenzialista forse era meglio il vecchio sistema americano, questi dalle mie parti si direbbe che vogliono fare “manone”, indovina che vuol dire.
Fabri, si può stare anche in più di un posto, io scrivo a volte anche dove cè la moderazione, dipende da cosa si dice.Saluti.
Ricordati che trà poco vado via.
http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=3&ved=0CEQQ7gEwAg&url=http%3A%2F%2Ftranslate.google.it%2Ftranslate%3Fhl%3Dit%26sl%3Den%26u%3Dhttp%3A%2F%2Flegal-dictionary.thefreedictionary.com%2FTrias%252Bpolitica%26prev%3D%2Fsearch%253Fq%253DPolitica%252Btrias%2C%252Bsignificato%2526client%253Dfirefox-a%2526hs%253D0fe%2526rls%253Dorg.mozilla%3Ait%3Aofficial&ei=7I7eUsC6CKPzygPjyYHIAg&usg=AFQjCNEsqr3HDR9NpbrRyXvqlC8gPI-5zA&bvm=bv.59568121,d.bGQ
Dimenticato il link.
Salve tutti!?
Separazione dei poteri
La divisione di stato e di governo federale in tre rami indipendenti.
I primi tre articoli della Costituzione degli Stati Uniti chiamata per i poteri del governo federale di essere diviso in tre rami distinti: il legislativo, l’esecutivo, e il ramo giudiziario. Sotto la separazione dei poteri, ogni ramo è indipendente, ha una funzione distinta, e non può usurpare le funzioni di un altro ramo. Tuttavia, i rami sono correlati. Essi cooperano tra loro e anche prevenire uno all’altro dal tentare di assumere troppa potenza. Questa relazione è descritto come uno dei pesi e contrappesi, in cui le funzioni di un ramo servono a contenere e modificare la potenza di un altro. Attraverso questo elaborato sistema di garanzie, gli artefici della Costituzione cercato di proteggere la nazione contro la tirannia.
Sotto la separazione dei poteri, ogni ramo di governo ha una funzione specifica. Il ramo legislativo del Congresso, fa le leggi. Il ramo esecutivo presidente implementa le leggi. Il giudice-la magistratura sistema interpreta le leggi e decide controversie legali. Il sistema di tassazione federale fornisce un buon esempio di ciascun ramo sul lavoro. Congresso approva la legislazione in materia di tasse. Il presidente è responsabile della nomina di un direttore del Internal Revenue Service per effettuare la legge mediante la riscossione delle imposte. I giudici si pronunciano su casi riguardanti l’applicazione delle leggi fiscali.
Nell’ambito del sistema di controlli ed equilibri, ogni ramo agisce come un freno sui poteri degli altri due. Il presidente può o firmare la legislazione del Congresso, il che rende la legge, o veto esso. Il Congresso, attraverso il Senato, ha il potere di consigli e consenso sulle nomine presidenziali e può quindi respingere un incaricato. I tribunali, dato il potere esclusivo di interpretare la Costituzione e le leggi, possano sostenere o confutare gli atti del legislatore o la regola sulle azioni da parte del presidente. La maggior parte dei giudici sono nominati, e quindi il Congresso e il presidente possono influenzare la magistratura. Così in nessun momento tutte le autorità riposo con un solo ramo del governo. Invece, la potenza è misurata, ripartito, e trattenuto tra i tre rami del governo. Gli stati seguono anche il modello a tre da parte del governo, attraverso i governatori statali, legislature statali, ed i sistemi giudiziari statali.
Il nostro sistema di governo degli Stati Uniti è in gran parte attribuita a James Madison ed è talvolta chiamato il modello di Madison. Madison esposto la sua convinzione della necessità di potere del governo equilibrato in The Federalist, n ° 51. Tuttavia, il concetto di separazione dei poteri non ha avuto origine con Madison. Si è spesso attribuita alla francese Montesquieu filosofo barone, che la descrisse nel 1748. Alla Convenzione costituzionale del 1787, Madison ha svolto un ruolo di primo piano nel convincere la maggioranza degli Artefici di incorporare il concetto nella Costituzione.
Chissà un giorno non lontano assisteremo in Italia ad un inizio di separazione consensuale tipo gli Stati Uniti.
Sarà la Sardegna,il Veneto a portarci in questa direzione? Ma io vorrei tanto fosse il governo italiano a poter dare il visto a regioni a Statuto di privilegio come:sicilia,Campania,Trentino ecc.visto l’italia di oggi non può più mantenerle se deve mantenere le banche,i comuni e salvare il kiull di chi ci ha portati in questo disastro PREMEDITATO-COMPLOTTATO.Buona serata fabri e tutti.fabri il my nik ne è l’esempio di come la penso.Dalla nascita mi sono sentito sempre un anarchico individuale”Ma con il rispetto altrui”.Ciàcià.
EkuAnarckyko, ciao Damy, sai cosa stai facendo? Stai naturalmente preferendo un mercato libero (questo blog) rispetto ad uno chiuso (Foa).
Quello che però secondo me non ha senso e che tu voglia continuare a comunicare con quelli del mercato chiuso facendolo da un mercato aperto non frequentato dagli “schiavi abituali” che orbitano da Foa: loro son chiusi là. Non si può aver l’uovo e la gallina.
Andare verso la libertà ci pone davanti ad un bivio, in questo caso abbandonare un mercato chiuso e di conseguenza l’avere rapporti con chi invece continua a preferire quel mercato, rapporti che invece possono continuare se anche gli altri “schiavi” scelgono un mercato aperto. Ma sta a loro, nessuno li può obbligare, li puoi solo invitare a liberarsi.
Credo che tu capisca il mio tono “provocatorio”.
Un saluto .
Scusate “l’OT” fabri ciàcià.Posto nel blog del Sig.Lottieri un commento bannatomi nel blog che abbiamo frequentato da anni,”io da otto”.
Spero il padrone di casa mi dia consenso al riguardo.”Non avrò da dirLe male anche se non vorrà farlo passare”.Grazie sig.Lottiere per l’ospitalità.
Nicola Scipione il 19 gennaio 2014 alle 23:53:
Mandiamo EkuAnarkyko al posto di Letta?
victor carlos il 20 gennaio 2014 alle 00:21:
Tuttavia, il limite insuperabile che consiglia d desistere sta nella titanica impresa indispensabile a bypassare presenze quali EkuAnarkyko! Blog va bene ma quando è troppo è troppo!
Foa,la capisco:”Per i new entry”.
victor carlos,Nicola Scipione,”SALVE”.Intanto, credo mi sia scusato.(STOP)
A prescindere,nel blog di FoA ho sempre scritto”da quasi otto anni” che ho votato Berlusconi per la sua intelligenza,sarebbe stato a sinistra lo avrei votato comunque.”Renzi entra in questa mia analisi o in questo mio modo di vedere o intuire”(sbaglio o no,è un mio diritto di libertà pensarla come la penso senza offesa per chi la pensa diversamente).
Qualche utente nel blog ha scritto che nello stesso ci si stà comportando come i comunisti,nel senso di essere TARATI su un canale.”Non credo abbia tutti i torti”.
E veniamo al compromesso incontro tra il cav.e Renzi.Credo mr.Bean oltre all’intelligenza usa anche la furbizia rispetto al Berlusconi del 94.Infatti lui capta opinioni dal web,li accumula per selezionarli e alla fine scegliere il meglio vicino alle sue idee.La differenza in tal senso tra il cav.e Mr.Bean è che:Berlusconi per attirare voti moderati,astensionismo ecc.lo dice,mr.Bean fa incontri trasversali per accaparrarseli.”Vedasi gli incontri con politici americani,europei e italiani di idee diverse dalle sue.
Mr.Bean,ha organizzato l’incontro storico con Berlusconi sapendo che il 30% del PD essendo non d’accordo a tale evento INTELLIGENTE potrebbe con la rabbia ad arrivare a far cadere il Governo Letta e fare così il gioco di Renzi;il quale potrà sempre, durante la campagna elettorale trovarsi al disopra di ogni sospetto per la caduta di Letta.”Che in occulto è il golpe sognato da un pezzo”.Vedrete che si andrà a votare a maggio.
Al tempo stesso,Mr.Bean con una fava avrà preso tre piccioni:voti di Berlusconi,di Grillo e del 10% del 30% dei bersaniani”E magari anche di sc e qualche alfaniano”.fabri,buona serata,”anche agli amici”.
http://www.rischiocalcolato.it/2014/01/indipendenza-ed-anarchia-come-piattaforma-politica-comune.html
Mariolino, gli americani quali?
I cittadini produttivi americani?
O i governanti americani e i gestori della moneta fiat?
Guarda che son due categorie ben diverse e distinte, proprio come da noi.
I primi producono e lavorano e non hanno nessuna voglia di continuare a mantenere i secondi o farsi rapinare per permettere la costruzione di portaerei, missili, andare a massacrare gente e mantenere fancazzisti in generale siano essi governanti o socialisti.
L’interesse e l’indipendenza economica individuale è pace: se io ho cento dollari e permetto allo stato di prendermene 30, questo potrà andare ad ammazzare qualcuno.
Se io proteggo e mi tengo tutti i miei soldi, il governo non potrà ammazzare nessuno.
” i furlan chi vuoi che se li cachi, figurati quelli di un paesetto.”
Se i “Furlan” hanno qualcosa di buono da offrire al mercato (e ce l’hanno), il mercato è il primo a prenderli in considerazione. Al mercato non interessa la prepotenza ma la sostanza, possibilmente di qualità.
Un saluto .
depaoli.fabrizio@libero.it il 14 gennaio 2014 alle 08:45:
Credo che agli americani piaccia molto questo sistema, che gli permette di drenare risorse da tutto il mondo, e senza possibilità di proteste da parte degli altri, sempre per il motivo delle portaerei e delle migliaia di testate nucleari, pensi che non servano a nulla secondo te, oltre ad assicurare la supremazia tecnologica, quasi tutto compreso computer e internet viene dalle ricerche militari fatte senza limiti di spesa.
Per la secessione ricordati anche di cosa fecero in Usa, e poco tempo fà in Jugoslavia, se è consensuale non si sà come và a finire, e poi quelli “grossi” comanderebbero ancora meglio, i furlan chi vuoi che se li cachi, figurati quelli di un paesetto.
@Mila il 14 gennaio 2014 alle 06:02:
Con veneti e friulani sarà la culona a dover venire in ginocchio a mendicare, non certo il contrario. Quanto ai debiti, roma li ha fatti e roma (non) li pagherà (MAI). Obama chi?
Che poi, saranno mica queste le cose importanti di cui discutere?????
Mila, e sarà ancor più divertente vedere lo stato centrale rimanere col cerino acceso in mano.
Quanto ad Obama, credo che dovrà arrangiarsi da solo, e quando dico da solo intendo da solo, perché la maggior parte degli americani si sono rotti le palle di finanziare i loro governanti per farli giocare a Risiko in giro per il mondo.
Un saluto .
Sara’ divertente vedere Sardi, Veneti, Friulani eccetera andare dalla Merkel a trattare, per es. a stabilire quale sara’ la quota di debito pubblico italiano che dovranno addossarsi, oppure andare da Obama per assicurare la loro partecipazione alle spedizioni della NATO.
EkuAnarkyko, ciao Damy, ho letto della class action, iniziativa d’effetto ma che non condivido assolutamente.
Mi spiego: innanzitutto è un’ammissione di debolezza, inferiorità, e sudditanza nei confronti dello stato, si invoca pietà all’aguzzino: lo stato. E come la invochi? Tramite lo stato (che ridere). In pratica lo stato prima ti bastona e poi ti mette un cerotto (sempre che la class action abbia successo, e comunque il cerotto è solo per quelli che si sono lagnati, gli altri no).
È l’atteggiamento che è sbagliato, se tu mi dai una bastonata io ti rompo la faccia anziché mettermi a piagnucolare chiedendoti per pietà un cerotto.
Poi è comunque un atteggiamento statalista: si crede nell’istituzione statale quale garante di giustizia per chi ha subito l’aggressione dello stesso stato. È da statalisti stupidi, illusi e recidivi.
Damy la gente debole di cui si parla, è vero che è debole perché stremata, debilitata e confusa, ma secondo me non la si aiuta ribadendole che è debole ed illudendola di trovare conforto nello stato, facendolo quindi apparire come superiore e “divino”, no no.
Aiuto quella gente facendo giusto il contrario, spiego a quella gente che si trova in quelle condizioni perché lo stato si è rubato tutte le energie, fisiche e psichiche, e che rinnegando lo stato possono viaggiare a testa alta perché non hanno rubato niente a nessuno, che non sono colpevoli, che lo stato è il BANDITO, che se si trovano in quelle condizioni la responsabilità è dello stato e di chi lo vuole (se per caso tra quelle persone ci fosse qualcuno che vuole lo stato, beh.. allora per coerenza che non si lamenti) che che lo stato, al contrario di loro, è il NULLA, vale NULLA, ZERO, e va abbattuto al più presto in modo che smetta di succhiare altre energie ad altre persone a rischio, e siamo tutti a rischio se non smettiamo di farci rapinare.
Un saluto .
Un ciàcià a tutti gli amici,in particolare a Fabio Cenci che non leggo da tempo.
Letta e Monti colpevoli d’istigazione al suicidio x i morti della crisi
Letta e Monti colpevoli d’istigazione al suicidio x i morti della crisi
La class action che migliaia di italiani stanno facendo contro i due presidenti del consiglio più tedeschi che l’Italia abbia mai avuto
http://bit.ly/1lUh9pL
OT interessante.
“I troll vanno massacrati a suon di logica”.
Si, è esattamente quello che LORO vogliono…
I Sardi si sono già portati avanti col lavoro eh eh..
http://daily.wired.it/news/internet/2013/10/11/secessione-sardegna-google-maps-nomi-citta-paesi-546536.html
Bisogna tifare per loro. La loro battaglia è anche la nostra.
http://www.affaritaliani.it/cronache/la-sardegna-vuole-la-secessione300412.html
Esatto Pellis, LIBERAMENTE e svincolati il più possibile.
Modello svizzero ma ancora più leggero.
Un saluto e ben trovato.
P.s. I troll vanno massacrati a suon di logica ih ih ih..
Mariolino,
“Visto che aumentano gli estimatori della disintegrazione, fino a che punto vorreste arrivare”
E chi lo sa, direi ad un punto di equilibrio soddisfacente per il gruppo.
Uno dei vantaggi di avere aree sovrane indipendenti e vicine tra loro è che entrano in competizione per soddisfare i loro occupanti e saranno molto più attente perché potrebbero veder fuggire gli insoddisfatti dal loro vicino, che magari offre un’ambiente più piacevole.
Un po’ come succede nei blog, traslochi dove ti trovi meglio (ih ih..).
Competizione utile.
A proposito, un grazie enorme a Carlo Lottieri per essere riuscito a togliere la moderazione.
Un saluto .
Fabio Cenci,
“Prima tappa: prendere consapevolezza che o siamo uniti o si muore.”
Posso essere d’accordo se prosegui la frase con “uniti nel cercare l’indipendenza”.
Fabio, cosa stiamo cercando?
Ipotesi 1.
Uno stato diverso da questa dittatura che governi tutta la nazione Italia? (Che non mi interessa).
In quel caso se per restare uniti ti riferisci al popolo italiano allora non è sufficiente perché si dovrebbe andare uniti contro il potere statale che però per buona parte è stato regalato alla Unione Socialista Europea, in quel caso allora si tratterebbe di essere uniti e mettere d’accordo tutti gli europei su di uno stato europeo diverso da quello socialista. Mi sembra praticamente impossibile se non a costo di imporre nuovamente condizioni a qualcuno che non le condividerebbe, ci ritroveremo nella stessa condizione dalla quale stiamo cercando di sottrarci.
Ipotesi 2.
Uniti come popolo italiano nel cercare uno stato diverso da sostituire a questa dittatura socialista entro i confini nazionali facendo finta di essere uno stato sovrano (e non lo siamo)?
E con chi vorresti unirti? Con gli statalisti? Con i socialisti? Non si risolve nulla, a questi le cose stanno bene così, o meglio, non stanno bene ma perche vorrebbero andare addirittura nella direzione opposta, che è anche peggio.
Ipotesi 3.
Uniti con chi è produttivo, oppure onesto, oppure idealista nel cercare di rendere indipendente il proprio territorio, sganciarsi dalla tirannia e gestirsi autonomamente un proprio stato con le proprie risorse?
Secondo me è già più probabile: è più facile trovare gruppi che parlino la stessa lingua (nel senso che abbiano una visione culturale, sociale ed un atteggiamento più affine), e più riduci le aree, più i gruppi sono uniformi quindi più sono facili da unire contro questo stato.
Secondo me non bisogna farsi venir l’ansia nella ricerca della “massa critica” sparpagliata, la massa diventa critica quando è concentrata su un dato territorio possibilmente ben delimitato.
La Sardegna in questo senso secondo me ha un vantaggio anche geografico per esempio.
Un gruppo, anche piccolo, ma compatto ed uniforme che si ribella è più difficilmente attaccabile perché offre meno pretesti cui appigliarsi, l’istituzione “stato centrale europeo” deve solo prendere atto e rassegnarsi a ridurre la sua spavalderia.
Lo stato italiano è solo un intermediario, un referente formale ma comunque il nostro referente. Noi ci ribelliamo a lui, poi su come presentare il suo problema all’autorità europea sarà un problema suo che a noi non interessa.
Invece un’unione ideologica, ideale (nel senso di ideali condivisi), di aspiranti gruppi secessionisti, anche di continenti diversi, secondo me è positiva per trovare quel conforto psicologico che gli stati centrali faranno di tutto per distruggere.
Sarebbe la base per una ribellione globale inarrestabile.
Un saluto .
Il superamento necessario degli stati nazionali è questo: non certo la loro sostituzione con uno stato più grande e tantomeno mondiale, ma il ritorno a una dimensione più umana di localismi la cui esistenza è giustificata dalla storia e non dalla politica (poi eventualmente e LIBERAMENTE uniti in federazioni, cosa che è probabile accada). I movimenti indipendentisti che stanno sorgendo come funghi in tutta europa e non solo (anche gli USA hanno le loro belle grane in tal senso) sono una delle poche cose che mi danno fiducia nel futuro.
Visto che aumentano gli estimatori della disintegrazione, fino a che punto vorreste arrivare, le regioni, le provincie, i liberi comuni o le signorie come nel rinascimento, ducati contee e qaltra roba simile, riscrivere la storia al contrario mi sembra difficile, gli stati attuali ci hanno messo secoli a nascere, in fil di spada anche, dividersi darebbe ancora più potere all’Europa.
Il mio paesello era un principato indipendente fino agli inizi dell’ottocento, lo sà solo chi ci abita, non credo venga a nessuno l’idea di rifondarlo, che poi a me piacerebbe un mondo anche senza stato è un’altro discorso, non lo vedo attuabile in tempi storici, trà secoli forse, ma noi non ci saremo, coma cantavano i Nomadi.
Prima tappa: prendere consapevolezza che o siamo uniti o si muore. Non creare isole della tortuga o montenegri.
Seconda tappa: liberarci di quelli che in prima pagina il Giornale spara come IL NUOVO (Monti e Epifani), e che ci condanneranno a morte
Ci vogliono partiti che lottino veramente per il nuovo; rinnovo totale della classe dirigente. Se un partito veramente proponesse al punto 1 del suo statuto questo rinnovo, partendo da sconosciuti professionisti, avrebbe un grande successo.
La gente non ne puo’ piu’ di questo schifo, e dei soliti raccomandati dal piu’ Europa…
In Italia nessuno ha il coraggio di farlo, non abbiamo un UKIP noi; abbiamo Grillo e Casaleggio che non si sa che vogliono, se ne guardano bene dall’esporsi; non vogliono fare la fine di Silvio.
So che non sei d’accordo ma dobbiamo essere realistici e puntare al rinnovamento di una nazione, non di “canicatti’ est”.
Prima tappa: SECESSIONE!
Credo che i Sardi metteranno dei gazebo davanti ai seggi sia per raccogliere firme, sia per ricordare alla gente che andare a votare significa farsi prendere per i fondelli dall’istituzione statale (in questo caso alludo al referendum per l’abolizione delle province), e quindi per dissuaderli dal votare ma incoraggiandoli a secedere.
I Sardi sono risoluti, intelligenti, seri e decisi: lo possono fare e dobbiamo tifare per la loro libertà perché, parlando da piemontese, vedo che i miei conterranei non brillano né per audacia, né per iniziativa, ma l’esempio di altri più determinati e coraggiosi (veneti, sardi, friulani, scozzesi, catalani, ecc.) potrebbe essere lo stimolo giusto per farci muovere.
Un saluto .