Un referendum in Crimea, e uno a Venezia. Per l’indipendenza
Le caratteristiche del conflitto russo-ucraino – per ora solo potenziale – sono chiare. Le stranezze della storia hanno posto, a seguito di una lontana decisione di Krusciov, la penisola di Crimea all’interno dell’Ucraina. Ma allora la divisione tra i due Paesi contava poco, entro un’Unione sovietica retta da un regime totalitario. Poi il socialismo è crollato, l’unità si è dissolta e la Crimea (a larghissima maggioranza russa) si è trovata sotto il governo di Kiev. Ovviamente i russi non hanno mai smesso di rivendicare un controllo su quell’area e quando è venuta a profilarsi una dirigenza anti-russa e tutta proiettata verso Bruxelles, ne hanno tirato le conseguenze.
Così ora in Crimea si è votato, entro un quadro che comunque predefiniva il risultato: non solo per la presenza delle truppe russe, ma anche per l’ampio favore della popolazione. Nelle stesse ore, però, ha preso le mosse un referendum sull’indipendenza di tenore assai diverso.
Organizzato da un’associazione politica costituitasi lo scorso anno e sostenuto da un gran numero di volontari e militanti, in Veneto si è cominciato a votare – con procedure on line – in una consultazione che chiede ai cittadini di esprimersi su una scelta secca tra Italia e Veneto indipendente. Secondo i dati diffusi dagli organizzatori, alle 12 avevano votato circa 150 mila persone e alle 18.30 il numero era salito a 430 mila. Le urne telematiche resteranno aperte fino al 21 marzo e la speranza degli organizzatori è che in questi giorni le luci dei riflettori si accendano su questa iniziativa indubbiamente coraggiosa e anche assai innovativa sul piano formale. In un certo senso, il voto del Veneto assomiglia a quello della Crimea, e al tempo stesso si differenzia in maniera radicale. In entrambi i casi si tratta di ridefinire le frontiere europee interpellando la gente e mettendo in gioco le regole della democrazia, ma mentre in Crimea sono le autorità locali filo-russe e l’esercito di Putin a gestire le operazioni, a Venezia o a Padova è la società civile “dissidente” che prova ad attribuire un nuovo diritto alla popolazione. Il regime politico italiano avversa ogni espressione politica di questo tipo ed è quindi solo l’intraprendenza di alcuni visionari che sta ponendo il tema della libertà del Veneto al centro della scena.
All’estero di questa vicenda si sta iniziando a parlare. Qui ne parla “The Telegraph”, qui “Express”, qui la BBC, qui “The Independent”, “The New Zealand Herald ecc.
Presto se ne accorgerà anche la politica italiana. Non c’è dubbio.
Avanti cos? Corinna Lucciano
Con la presente’ e’ mio desiderio “rispondere” a coloro i quali si sono letteralmente scatenati, facendo una specie di gara, a congratularsi con il “popolo veneto” per la raggiunta “indipendenza” dallo “Stato Italiano” oppressore e, addirittura, “colonizzatore”. In questa orgia di tipo mediatico-secessionistica che sembra pervadere per ogni dove la mia amata Penisola, mi siano consentite alcune, modeste e, mio malgrado, lacunose, riflessioni. Premettendo di comprendere il disagio economico di gran parte di tutti noi (compreso il sottoscritto che non naviga certo nell’oro ma che al tempo stesso non ha nessuna intenzione di secedere certo dall’Italia in alcun modo ne’ tramite computer, ne’ tramite gazebo piu’ o meno assolati). Di seguito:
1) Autodeterminazione dei popoli
si parla tanto di “popolo” veneto e che questo avrebbe il diritto di autodeterminarsi e quindi scegliere il proprio destino in base ai suoi interessi. Non sono un esperto di diritto internazionale, ma la domanda nasce spontanea : siamo sicuri che si possa parlare di “popolo” in questo caso? Il popolo e’ quello Italiano tutt’al piu’…quali requisiti sono necessari perche’ si possa parlare, correttamente da un punto di vista formale, di “popolo”. Esiste un popolo delle dolomiti concettualmente separabile da quello del Polesine? Si puo’ parlare di popolo veronese allora? E quello rodigino no?
Esiste allora anche un popolo “texano” o dello stato di “New York” o ancora del “Wisconsin”? Di questo passo esisterebbero piu’ “popoli” che Stati…
Quando sento parlare di popolo “senza patria” mi viene in mente quello curdo che e’ stato massacrato da piu’ parti e che non disponde di una propria terra.Non certo quello Veneto, con tutto il rispetto. Attendo risposte (possibilmente educate).
2) Sui blog e’ presente una perenne offesa a “Roma ladrona” , ai romani fannulloni , ai meridionali che non lavorano e via discorrendo…a parte gli slogan di stampo leghista, alquanto strampalati per non dire altro, (da qual pulpito verrebbe da sottolineare visto come i leghisti hanno “investito” i soldi dei rimborsi elettorali in “opportunita’” alquanto discutibili vedi Tanzania ma di esempi sembra ce ne siano a iosa…). C’e’ del vero in tutto cio’? Le cifre ufficiali dicono che le regioni del Nord sono quelle piu’ industrializzate e piu’ ricche, non sono certo io a negarlo ci mancherebbe ma, posso assicurare, che, nella mia modesta esperienza professionale, ho trovato molte persone del Sud pronte a lavorare sodo e a dedicarsi alla vita lavorativa con il massimo impegno. Si trattava di persone lontane dalla loro terra di origine, segno, inequivocabile, che in quelle terre e’ oltremodo difficile esprimersi come uno desidererebbe;
3) Altra riflessione: i veneti 30 anni fa’ non mi pare se la passassero cosi’ bene, in alcuni viaggi all’estero ricordo di aver incontrato (oltre a moltitudini di meridionali ovviamente) non pochi veneti segno che le cose non andavano particolarmente bene nella loro terra dal punto di vista economico. Perche’ non promulgare un referendum allora? Forse perche’ non c’erano I computer e non si poteva votare?
4) Sempre su internet gira la vulgata che lo Stato Italiano (sempre scritto in minuscolo da lor “signori” per offendere e denigrare alla fine anche loro stessi visto che, fino a prova contraria ne fanno,ahime’, parte) avrebbe occupato con la forza il Veneto e lo avrebbe poi trattato da “colonia”…a me non risulta. Su quali fatti storici basano la loro analisi e convinzioni? Sento anche dire che la Repubblica di Venezia era un modello di democrazia (quello si era uno “Stato”!). Ma vogliamo scherzare? Coloro che dissentivano dalla politica del doge di turno venivano torturati, sbattuti nei tristemente famosi “Piombi” o uccisi. Venezia adotto’ anche lei, se non sbaglio, una forma di polizia segreta che doveva smascherare I “traditori” e coloro che si oppenavano alla sua forma autocratica di governo. Altro che democrazia e “autodeterminazione”! Si parla poi della “politica imperialista” dello Stato Italiano aggressore e si porta ad esempio la Prima Guerra Mondiale. Io credo che quella fu una Guerra di liberazione delle terre irredente di cultura italiana. Forse che le tanto acclamate “democrazie occidentali” come Francia e Gran Bretagna abbiano diffuso le loro rispettive “culture” con i fiori e le colombe pasquali in tutto il mondo? Sinceramente non mi risulta. Risulta invece che abbiano provocato milioni di morti eppure continuano a sventolare, orgogliosamente, le loro bandiere. Chiedo: io, come Italiano, mi devo vergognare? Di cosa?
5) E’ evidente da parte di tanti Italiani la voglia di denigrare, di distruggere, di rinchiudersi nel proprio “particulare” avendo solamente a cuore il perseguimento dei propri interessi materiali. Mi appello alla generazione dei nostri padri che, in un’Italia devastata dalla Guerra civile susseguente alla sconfitta nella seconda Guerra mondiale, seppero tra mille difficiolta’ e mille intoppi ricostruire la propria Patria. La generazione di cui faccio, ahime’, parte sembra solo preoccupata e dedita al mantenimento delle proprie posizioni e ad approffittarsi del prossimo appena possibile. Abbiamo bisogno di ritrovare quello spirito dei “Padri Fondatori” altro che secessioni piu’ o meno legali e mascherate e perpetrate da signorotti locali solo desiderosi di vedere ritagliato un loro profilo sui media regionali e nazionali.
6) Sull’articolo che ho letto sul Giornale (non ricordo il nome dello scrivente chiedo scusa) sembrava fosse manifesta l’idea che gli Stati Nazionali sarebbero passati quasi di “moda” e dunque si aprirebbe una nuova “stagione” di nascita di Stati piu’ vicini ai bisogni della gente. E l’articolo continuava con vari esempi: Belgio, Scozia, Catalogna…..io penso che non sia questa la strada anche perche’ ritorneremmo ad un Europa medioevale, feudale in cui il particolare trionfa. Come competere con Cina, Russia, Stati Uniti? Con la Repubblica Veneta ed il Regno delle Due Sicilie? Questi nuovi Stati sarebbero piu’ efficienti solo perche’ “piu’ vicini alla gente”? che vuol dire? Io penso che la vera discriminante perche’ si possa avere uno stato efficiente sia invece la ricerca di una classe dirigente (non solo politica!) competente e onesta! A prescindere dalla forma di stato! Che esso sia di stampo “federalista” o meno.
7) Perche’ non si uniscono le nostre forze per denigrare, tutti insieme, l’Europa dominata da Francia e Germania che curano solo i loro interessi avendo spregio e disprezzo di tutti noi? Ho letto con grande curiosita’ il fatto che lo stato francese sia entrato nel capitale della Peugeot in evidente difficolta’ finanziaria. Ohibo’! Non e’ questo un aiuto di stato? Severamente vietato dai trattati europei? Che facciamo? Gli 85 milioni per Alitalia sono aiuti di stato ed il miliardo di euro (se non di piu’) da parte del governo francese non lo sono? E’ questa l’europa che si vuole? Dove trionfa il prepotente di turno? Se non sbaglio, inoltre il Parlamento tedesco pochi giorni fa’ ha approvato un pacchetto di aiuti (se non sbaglio 10 miliardi di euro) all’Ucraina che se fosse vero griderebbe vendetta! Ma come non volevano aiutare neanche la Grecia! Ed aiuterebbero l’Ucraina che con l’Europa non c’entra nulla! Dove sono le voci indignate delle moltitudini di Italiani a difesa dei nostril interessi. Non le sento perche’ non ci sono.
Buona Italia a tutti e scusate la lunghezza da esodo biblico ma la materia lo merita
max
Con la presente’ e’ mio desiderio “rispondere” a coloro i quali si sono letteralmente scatenati, facendo una specie di gara, a congratularsi con il “popolo veneto” per la raggiunta “indipendenza” dallo “Stato Italiano” oppressore e, addirittura, “colonizzatore”. In questa orgia di tipo mediatico-secessionistica che sembra pervadere per ogni dove la mia amata Penisola, mi siano consentite alcune, modeste e, mio malgrado, lacunose, riflessioni. Premettendo di comprendere il disagio economico di gran parte di tutti noi (compreso il sottoscritto che non naviga certo nell’oro ma che al tempo stesso non ha nessuna intenzione di secedere certo dall’Italia in alcun modo ne’ tramite computer, ne’ tramite gazebo piu’ o meno assolati). Di seguito:
1) Autodeterminazione dei popoli
si parla tanto di “popolo” veneto e che questo avrebbe il diritto di autodeterminarsi e quindi scegliere il proprio destino in base ai suoi interessi. Non sono un esperto di diritto internazionale, ma la domanda nasce spontanea : siamo sicuri che si possa parlare di “popolo” in questo caso? Il popolo e’ quello Italiano tutt’al piu’…quali requisiti sono necessari perche’ si possa parlare, correttamente da un punto di vista formale, di “popolo”. Esiste un popolo delle dolomiti concettualmente separabile da quello del Polesine? Si puo’ parlare di popolo veronese allora? E quello rodigino no?
Esiste allora anche un popolo “texano” o dello stato di “New York” o ancora del “Wisconsin”? Di questo passo esisterebbero piu’ “popoli” che Stati…
Quando sento parlare di popolo “senza patria” mi viene in mente quello curdo che e’ stato massacrato da piu’ parti e che non disponde di una propria terra.Non certo quello Veneto, con tutto il rispetto. Attendo risposte (possibilmente educate).
2) Sui blog e’ presente una perenne offesa a “Roma ladrona” , ai romani fannulloni , ai meridionali che non lavorano e via discorrendo…a parte gli slogan di stampo leghista, alquanto strampalati per non dire altro, (da qual pulpito verrebbe da sottolineare visto come i leghisti hanno “investito” i soldi dei rimborsi elettorali in “opportunita’” alquanto discutibili vedi Tanzania ma di esempi sembra ce ne siano a iosa…). C’e’ del vero in tutto cio’? Le cifre ufficiali dicono che le regioni del Nord sono quelle piu’ industrializzate e piu’ ricche, non sono certo io a negarlo ci mancherebbe ma, posso assicurare, che, nella mia modesta esperienza professionale, ho trovato molte persone del Sud pronte a lavorare sodo e a dedicarsi alla vita lavorativa con il massimo impegno. Si trattava di persone lontane dalla loro terra di origine, segno, inequivocabile, che in quelle terre e’ oltremodo difficile esprimersi come uno desidererebbe;
3) Altra riflessione: i veneti 30 anni fa’ non mi pare se la passassero cosi’ bene, in alcuni viaggi all’estero ricordo di aver incontrato (oltre a moltitudini di meridionali ovviamente) non pochi veneti segno che le cose non andavano particolarmente bene nella loro terra dal punto di vista economico. Perche’ non promulgare un referendum allora? Forse perche’ non c’erano I computer e non si poteva votare?
4) Sempre su internet gira la vulgata che lo Stato Italiano (sempre scritto in minuscolo da lor “signori” per offendere e denigrare alla fine anche loro stessi visto che, fino a prova contraria ne fanno,ahime’, parte) avrebbe occupato con la forza il Veneto e lo avrebbe poi trattato da “colonia”…a me non risulta. Su quali fatti storici basano la loro analisi e convinzioni? Sento anche dire che la Repubblica di Venezia era un modello di democrazia (quello si era uno “Stato”!). Ma vogliamo scherzare? Coloro che dissentivano dalla politica del doge di turno venivano torturati, sbattuti nei tristemente famosi “Piombi” o uccisi. Venezia adotto’ anche lei, se non sbaglio, una forma di polizia segreta che doveva smascherare I “traditori” e coloro che si oppenavano alla sua forma autocratica di governo. Altro che democrazia e “autodeterminazione”! Si parla poi della “politica imperialista” dello Stato Italiano aggressore e si porta ad esempio la Prima Guerra Mondiale. Io credo che quella fu una Guerra di liberazione delle terre irredente di cultura italiana. Forse che le tanto acclamate “democrazie occidentali” come Francia e Gran Bretagna abbiano diffuso le loro rispettive “culture” con i fiori e le colombe pasquali in tutto il mondo? Sinceramente non mi risulta. Risulta invece che abbiano provocato milioni di morti eppure continuano a sventolare, orgogliosamente, le loro bandiere. Chiedo: io, come Italiano, mi devo vergognare? Di cosa?
5) E’ evidente da parte di tanti Italiani la voglia di denigrare, di distruggere, di rinchiudersi nel proprio “particulare” avendo solamente a cuore il perseguimento dei propri interessi materiali. Mi appello alla generazione dei nostri padri che, in un’Italia devastata dalla Guerra civile susseguente alla sconfitta nella seconda Guerra mondiale, seppero tra mille difficiolta’ e mille intoppi ricostruire la propria Patria. La generazione di cui faccio, ahime’, parte sembra solo preoccupata e dedita al mantenimento delle proprie posizioni e ad approffittarsi del prossimo appena possibile. Abbiamo bisogno di ritrovare quello spirito dei “Padri Fondatori” altro che secessioni piu’ o meno legali e mascherate e perpetrate da signorotti locali solo desiderosi di vedere ritagliato un loro profilo sui media regionali e nazionali.
6) Sull’articolo che ho letto sul Giornale (non ricordo il nome dello scrivente chiedo scusa) sembrava fosse manifesta l’idea che gli Stati Nazionali sarebbero passati quasi di “moda” e dunque si aprirebbe una nuova “stagione” di nascita di Stati piu’ vicini ai bisogni della gente. E l’articolo continuava con vari esempi: Belgio, Scozia, Catalogna…..io penso che non sia questa la strada anche perche’ ritorneremmo ad un Europa medioevale, feudale in cui il particolare trionfa. Come competere con Cina, Russia, Stati Uniti? Con la Repubblica Veneta ed il Regno delle Due Sicilie? Questi nuovi Stati sarebbero piu’ efficienti solo perche’ “piu’ vicini alla gente”? che vuol dire? Io penso che la vera discriminante perche’ si possa avere uno stato efficiente sia invece la ricerca di una classe dirigente (non solo politica!) competente e onesta! A prescindere dalla forma di stato! Che esso sia di stampo “federalista” o meno.
7) Perche’ non si uniscono le nostre forze per denigrare, tutti insieme, l’Europa dominata da Francia e Germania che curano solo i loro interessi avendo spregio e disprezzo di tutti noi? Ho letto con grande curiosita’ il fatto che lo stato francese sia entrato nel capitale della Peugeot in evidente difficolta’ finanziaria. Ohibo’! Non e’ questo un aiuto di stato? Severamente vietato dai trattati europei? Che facciamo? Gli 85 milioni per Alitalia sono aiuti di stato ed il miliardo di euro (se non di piu’) da parte del governo francese non lo sono? E’ questa l’europa che si vuole? Dove trionfa il prepotente di turno? Se non sbaglio, inoltre il Parlamento tedesco pochi giorni fa’ ha approvato un pacchetto di aiuti (se non sbaglio 10 miliardi di euro) all’Ucraina che se fosse vero griderebbe vendetta! Ma come non volevano aiutare neanche la Grecia! Ed aiuterebbero l’Ucraina che con l’Europa non c’entra nulla! Dove sono le voci indignate delle moltitudini di Italiani a difesa dei nostril interessi. Non le sento perche’ non ci sono.
Buona Italia a tutti e scusate la lunghezza da esodo biblico ma la material lo merita
max
E poi c’è il Capolavoro del padrone di casa
https://www.ilgiornale.it/news/interni/attuali-istituzioni-europee-sono-figlie-unepoca-lontana-e-1003876.html
Il mondo reale prosegue inesorabile per la sua strada, nonostante quello virtuale dell’informazione mainstream di regime faccia di tutto per ignorare la realtà o addirittura nasconderla.
Un saluto ed un grazie a Carlo Lottieri per questo bellissimo articolo.
https://www.ilgiornale.it/news/interni/lurlo-popolo-1003884.html
Lou,
“Temo uno Stato dispotico o totalitario che limita in modo arbitrario le libertà dei cittadini e proprio perché temo il suo ritorno…”
Ma dove vivi ? ? ?
Guarda che è già così, e da un bel pezzo, ma forse eri distratto, abbagliato dalla “magnificenza dello stato”, della sua costituzione e del socialismo.
“Secondo il suo modello di convivenza civile priva di Stato, dove vige la legge del più forte, del libero mercato senza regole,”
Nel mio modello vige il rispetto dei princìpi fondamentali per una civile e pacifica convivenza: rispetto della proprietà privata, dell’individuo e delle sue scelte, sono queste le condizioni necessarie al funzionamento perfetto di un mercato perfetto, che per essere tale non ha certo bisogno di regole artificiali.
“in sostanza quell’anarchia che fa comodo ai più ricchi e potenti,”
Giusto l’opposto. Ai ricchi e potenti fa comodo aver leggi e privilegi dagli stati perché li favoriscono, tipo la possibilità di gestire ed imporre una moneta, la possibilità di prestare a pagamento soldi che non esistono, la possibilità di veder salvate le proprie imprese fallite mentre le altre devono chiudere e la possibilità di ottenere regole (sempre degli stati) per operare in regime di monopolio.
Questa tua affermazione fa il paio con quell’altro luogo comune propagandato dal regime socialista statalista: “le cause di tutti i mali sono il capitalismo e il liberismo”.
Non possono esserlo perché in questo momento non esistono, non esiste né un vero capitalismo, né un libero mercato.
Un vero capitalismo ed un mercato libero premierebbero gli imprenditori più capaci e competitivi, non quelli più potenti.
“per quale motivo le cose dovrebbero andare meglio?”
Perché ci sarebbe innanzitutto giustizia per tutti, poi perché ci sarebbe un sano interesse che stimolerebbe a produrre per il mercato cose che lo interessano, perché se l’individuo produce e lavora per arricchire sé stesso è incentivato a farlo, se invece produce e lavora per conto di uno stato capisce ben presto che, oltre ad essere ingiusto, i suoi sforzi sono vani e quindi smetterà di farlo.
Nell’arricchire sé stesso poi arricchirà tutta la comunità poiché scambierà la ricchezza prodotta con altra prodotta dagli altri, cosa che invece non può succededere quando più nessuno è incentivato ad arricchirsi perché nessuno produce più nulla.
“sfoltire le leggi superflue”
Non solo quelle superflue, ma anche tutte quelle antimercato, che inibiscono la creatività imprenditoriale, che attentano alla proprietà e che limitano la libertà dell’uomo.
“migliorare la burocrazia”
La burocrazia è una procedura di controllo condivisa tra due parti che volontariamente scambiano, nel caso di uno stato quindi non può esistere poiché lo scambio tra le parti non è volontario ma forzato.
“rinnovare la politica”
Prima cambio il sistema. Una macchina che non può funzionare non andra più veloce cambiando il pilota, continuerà a non funzionare.
“investire nell’istruzione pubblica”
Nemmeno per idea! È il privato che deve liberamente decidere in quale tipo di istruzione investire per i propri figli, non qualcun’altro.
Potrei al limite tollerare un’istruzione pubblica se si limitasse alla matematica ed alla lingua scritta, anche se sulla lingua avrei già delle riserve poiché la moda degli ultimi decenni è diventa il modificare o stravolgere il significato delle parole per piegarlo, intrpretarlo, renderlo funzionale ed utile al regime.
“in una parola lottare per uno Stato migliore”
In una parola direi, lottare per una società migliore, spero tu riesca a cogliere la differenza.
“Un Veneto indipendente non avrebbe bisogno di uno Stato?”
Non lo so, potrebbe essere. Chiedilo a loro, immagino che eventualmente adotteranno un modello di stato che gli piaccia e che pensano possa funzionare, di sicuro non mi sognerei di imporgliene uno in particolare.
“Le cause della crisi?”
Già dette: mancanza di libertà di mercato, tasse, furti bancari, moneta imposta, mancanza del diritto alla proprietà quindi dell’interesse individuale e protezionismo a (quasi) tutti i livelli.
“I problemi sono iniziati quando l’Italia ha accettato i vincoli della UE”
I problemi c’erano anche prima ma si riusciva a mascherarli meglio, i problemi iniziano quando aumentano le regole dello stato, la spesa pubblica ed il debito.
“.. e lo spostamento delle risorse dall’economia reale alla finanza, a vantaggio di poche e protette élites.”
Su questo son d’accordissimo, chiediti come è stato possibile, se per l’assenza di regole in campo monetario e bancario o invece per la loro presenza (privilegi).
Se poi riesci a darti una risposta, chiediti anche chi è che impone a tutti di sottostare a quelle regole.
“La vera retorica che dovrebbe farla divertire è stata quella di fare credere che con la UE fossimo diventati tutti amici e fratelli e che gli interessi nazionali sarebbero stati accantonati in nome di una fantomatica solidarietà di stampo federalistico”
D’accordissimo anche su questo, infatti non si capisce perché dal momento che si prende atto del fatto che il socialismo tra stati non può funzionare, si voglia insistere nel volerlo applicare ad un singolo stato.
Ultima osservazione: anche l’Italia unita è stata creata dal nulla senza un mandato popolare.
Un saluto .
I numeri del referendum per l’indipendenza del veneto sono chiarissimi: esiste una maggioranza trasversale alle diverse appartenenze politiche che vuole la fine del sistema burocratico ed oppressivo dello Stato unitario e il ritorno alla Serenissima.
La Serenissima è un sentimento forte in tutto il nord est perché rappresenta le radici storiche di quelle popolazioni, come lo sono gli Sforza per la Lombardia occidentale o i Medici per Firenze.
Se nel Veneto il sentimento indipendentista ed il riconoscimento delle proprie radici storiche rappresentano un denominatore comune per tutti gli abitanti, analoghi sentimenti possono essere riconosciuti nelle popolazioni di tutte le Regioni, sebbene espressi con minore forza. Questo dimostra ancora una volta, se mai fosse necessaria una ulteriore dimostrazione, che lo Stato unitario non è riuscito a creare nulla a parte opportunità per le corporazioni che gestiscono centri di potere alieni alla stragrande maggioranza della popolazione.
P.S.
Un piccolo spunto da un blog ispirato alle radici venete: http://lnx.raixevenete.com/annessione-della-crimea-alla-russiae-il-veneto-come-fu-annesso-allitalia/
Damy Eku, ti sei confuso riportando:
“Il mondo non è fatto solo di imprenditori, fornitori e clienti. E’ fatto di servizi altrettanto reali e utili alla collettività”
Questa frase NON È MIA, né potrebbe esserla e né la condivido, è di Salvatore Franco cui ho replicato integrando in questo modo: “Che vanno prodotti e pagati per dei clienti, e che possono benissimo essere forniti dal mercato”, riferendomi ai servizi che invece ora son monopolio di stato e per cui lui solo stabilisce il prezzo che tutti devono pagare indipendentemente dal fatto che usino, che vogliano usare ed in che misura, quei “servizi”.
“Bisogna ammettere che l’Italia ha avuto cicli prosperi anche.”
Secondo me c’è stato un periodo in cui hanno coinciso due fattori, uno positivo ed uno negativo, che insieme hanno contribuito alla percezione di una prosperità che era solo per metà reale: da una parte c’era meno stato, meno tasse e meno regole, e questa è la parte sana che ha contribuito ad una metà di quella prosperità (quella reale e buona), dall’altra il credito facile che deriva dal non avere una moneta vera e dal fatto che le banche possono per legge prestare soldi che non hanno, e questa è la parte malata che immediatamente ha ulteriormente apparentemente incrementato la prosperità (quella finta).
È causa due gravi conseguenze: sono stati fatti investimenti improduttivi o sbagliati dovuti ai “soldi facili”, e aumentato il debito sempre più.
La metà insana della prosperità è stata fatta a debito, quello che noi stiamo ereditando, oltretutto poi nel frattempo son sempre diminuite le condizioni buone per favorire la parte sana (poche tasse e poche regole). Peggio di così si muore, infatti stiamo morendo.
Questo è il risultato di uno stato antimercato libero e di una moneta imposta.
Un saluto .
E ora, di fronte ad un plebiscito perfettamente democratico, vedremo il mostro-stato mostrare il suo vero volto, cioè quello del regime totalitario. Speriamo solo che il popolo veneto abbia la forza di fal valere il suo diritto. E poi speriamo nell’effetto-domino in Italia e in Europa.
“la Costituzione e le leggi che questo Stato democratico ha posto a fondamento della sua legittimità.”
Questa affermazione non ha alcun aggancio nella realtà. Non ne può avere, se è lo stato stesso che calpesta la sua costituzione e le sue leggi, se insomma lo stato può infrangere le leggi che impone ai cittadini, in questo modo ponendosi nè più e nè meno come un monarca assoluto o peggio come una associazione a delinquere. Cosa che è avvenuta sistematicamente in tutta la storia repubblicana. Non vi può essere alcuna legittimità se le regole non valgono prima di tutto per lo stato. E NON è così, fatto sancito direttamente dalla costituzione. Ne consegue logicamente che questo stato non ha alcuna legittimità. Così come si è ritenuto giusto abbatere i poteri totalitari del passato, non si capisce perchè non si dovrebbe abbattere anche questo. La differenza è inesistente.
Quanto al democratico, meglio stendere un velo pietoso…
@depaoli.fabrizio@libero.it
altrettanto esilarante e retorica è, per chi non la pensa come lei, la sua fiducia sconfinata nel mitico laissez faire. Io non credo nello Stato in quanto tale, credo nelle persone oneste che lavorano anche per il bene comune. Temo uno Stato dispotico o totalitario che limita in modo arbitrario le libertà dei cittadini e proprio perché temo il suo ritorno (sempre dietro l’angolo) penso che occorra difendere la Costituzione e le leggi che questo Stato democratico ha posto a fondamento della sua legittimità. Secondo il suo modello di convivenza civile priva di Stato, dove vige la legge del più forte, del libero mercato senza regole, in sostanza quell’anarchia che fa comodo ai più ricchi e potenti, per quale motivo le cose dovrebbero andare meglio? Non credo nella perfezione, che invece lei dà per scontato nel suo modello, penso solo che bisogna MIGLIORARE CIO’ CHE ABBIAMO GIA’, sfoltire le leggi superflue, migliorare la burocrazia, rinnovare la politica, investire nell’istruzione pubblica, in una parola lottare per uno Stato migliore, non per demolirlo! Se questo Stato è degenerato, se sembra essere contro i cittadini e non per i cittadini, la colpa è della classe politica che ci governa. Un Veneto indipendente non avrebbe bisogno di uno Stato? Le cause della crisi? I problemi sono iniziati quando l’Italia ha accettato i vincoli della UE, dallo SME in avanti è stato un crescendo di harakiri a favore delle altre economie europee, con una deindustrializzazione progressiva del nostro tessuto economico e lo spostamento delle risorse dall’economia reale alla finanza, a vantaggio di poche e protette élites. Prima o poi i nodi verranno al pettine. Il fallimento del neoliberismo e del mercantilismo è già sotto gli occhi di chi vuole vedere: è quello conseguito dalla UE a guida tedesca e reso possibile dall’euro. La vera retorica che dovrebbe farla divertire è stata quella di fare credere che con la UE fossimo diventati tutti amici e fratelli e che gli interessi nazionali sarebbero stati accantonati in nome di una fantomatica solidarietà di stampo federalistico! Niente di più falso. I paesi più forti hanno continuato a fare i propri interessi, tranne ovviamente l’Italia, e non ne vogliono sapere di aiutare gli altri, come dovrebbe avvenire nel decantato paradiso della Unione Europea. Ma presto il giochino (l’euro) si romperà, e chi dovrà rimediare alla scempiaggine di coloro che hanno cacciato gli italiani e gli altri (greci, francesi , etc. …) in questa trappola che si sapeva non avrebbe funzionato? E poi chi sono i parassiti? Che mi dice di tutti coloro, non ultimi gli imprenditori, che con lo STATO si sono arricchiti ai tempi delle (finte) vacche grasse, con gli interessi sui BOT altissimi, grazie ai banchieri, ai politici, ai tecnici, ai burocrati che hanno spianato la strada agli attuali disfattisti euro-fanatici, politici che si dichiarano di sinistra e INFATTI perseguono le peggiori politiche di destra? Ecco, se cerca le cause della crisi le vada a chiedere a quei politici, burocrati, tecnici e banchieri anti-Stato (o meglio anti-cittadini italiani) che hanno creato le basi dell’attuale disastro. Essi non rappresentano l’Italia, ne hanno solo occupato le istituzioni. Per non parlare dell’Unione Europea, un mostro biogiuridico-economico, secondo la definizione del giurista Guarino. Struttura abnorme, elefantiaca, che ci costa più di quanto renda, questa sì, creata dal nulla e priva di legittimazione popolare, lontana dalle sue finalità originarie. Cordiali saluti
fabri mi trovi d’accordo sulla frase:
depaoli.fabrizio@libero.it il 20 marzo 2014 alle 17:18:
(Parlo per me) Troverò pace quando lo stato non avrà piu il potere di ottenere qualcosa con la forza.
Ecco perchè sono a favore della TASSA-UNICA in base al reddito.Perchè lo Stato non deve avere il potere di ottenere qualcosa,ma di ottenerlo in base ad una soglia reddito per stare entrambi felici e contenti.
“Il mondo non è fatto solo di imprenditori, fornitori e clienti. E’ fatto di servizi altrettanto reali e utili alla collettività.”
Altro saggio passaggioo fabri.
@Lou il 20 marzo 2014 alle 23:16:
Complimenti!!! Poi accostare la situazione della Crimea al Veneto non ha alcun senso, se mi permette dott. Lottieri….
Infatti,non la vedo per il verso giuso anche my.Dovessi scegliere tra l’indipendenza della Crimea e quella del Veneto,non saprei proprio dove è l’indipendenza anche volendomi aggregare.
Dico solo:giusto che un popolo sia indipendente e faccia referendum,ma non passare da una mano all’altra.La Crimea va via dall’Ucraina,ma si fa assorbire dai russi,il Veneto vuole andare via dall’Italia,ma più di uno vuole stare sotto un altro Paese.La chiamate indipendenza?
Ho spiagato su altri posti,che per essere indipendenti,bisogna avere prima il DNA ANARCHICO-INDIVIDUALE.”Quindi apartito/ico” Quanti del Veneto non hanno mai votato? Ecco queste persone meritano di merito e DN la vera INDIPENDENZA.
fabri,non condivido questo passaggio:
se la nostra unica salvezza è restare uniti, come mai visto che siamo stati uniti fino ad ora ci troviamo alla fame?
Bisogna ammettere che l’Italia ha avuto cicli prosperi anche.E bisogna ammettere che nessuno ha fatto prevenzione prima succedesse il disastro.”PREMEDITATO”E mi riferisco a tutti gli italiani che non hanno saputo buttare giù a calci in kiull i politici che da 30-40-50 e 60anni hanno votato.
Piero il 20 marzo 2014 alle 14:29:
D’accordissimo del tuo post.
Aggiungerei,comunque:tagli del 70-80% a tutti i manager della PA,no buonuscita e tutti i privilegi.Ogni caduta di una amministrazione a casa pure lui se il Comune è in debito oltre una soglia.
Spero Renzi mi legge:i 10 miliardi,vanno dati ai dipendenti che hanno un mutuo e un affitto da pagare!!! No a dipendenti pubblici.Anzi,qualcosa ai pensionati che hanno la minima e un affitto da pagare.Ciàcià.
Ricordo:il male dell’Italia è che ha aiutato sempre tutti,chi più chi meno,ecco perchè ci troviamo in questa situazione anche.
Salve tutti!?
16mar 14
Un referendum in Crimea, e uno a Venezia. Per l’indipendenza
Secondo i dati diffusi dagli organizzatori, alle 12 avevano votato circa 150 mila persone e alle 18.30 il numero era salito a 430 mila. Le urne telematiche resteranno aperte fino al 21 marzo e la speranza degli organizzatori è che in questi giorni le luci dei riflettori si accendano su questa iniziativa indubbiamente coraggiosa e anche assai innovativa sul piano formale.
I sondaggi di oggi 21 marzo riguardante Lega:(3,5%)
Mi domando,come mai alle 12 avevano votato 150 persone e alle 18.30 oltre 430 dopo 4 giorni la Lega non va oltre il 3,5%?
E se fosse un referendum ANTILEGA? Nel senso di cacciare tutti i leghisti LADRI da vent’anni a questa parte visto i sondaggi?.
I vero voto per l’indipendenza è:o nelle urne alle elezioni votando lega ecc. o non andare a votare.Miglior soluzione quest’ultima.
Non ho avuto risposta al riguardo,perchè i signori che vogliono l’indipendenza vanno a votare,essere eletti,e fregarsi i soldi italiani?.
Amate l’indipendenza e il Veneto? Che Maroni e tutti i colleghi leghisti politici lascino le cariche!!! Chi per prima lascerà lo stipendio italiano?.
Qualche utente poi ha scritto:con l’Austria saremmo più ricchi.
Cioè,vuoi l’indipendenza e stare sotto un altro Paese?
Saremmo più ricchi:cioè lo sei comunque!?
@sandro il 21 marzo 2014 alle 14:38:
Parla per te.
Moro insegnava mistica fascista all’Università di Bari. Poi è diventato democristiano . Nulla da eccepire. Ingrao, da federale fascista divenne comunista, e non da poco. mi sembra se non ricordo bene è stato anche Presidente della Camera. forse sbaglio. erano i tempi. Moro, Uno dei fautori del compromesso storico doveva accattivarsi i comunisti e chiuse quindi la grave parentesi anglo-americana sull’Istria. ora se un giorno vorremmo che l’Istria ritorni all’Italia dovremmo fare una guerra. Ma purtroppo in quelle terre ormai ci sono pochi italiani. gli altri sono venuti in Italia, come profughi e trattati da pezzenti dai sigg. comunisti italiani e l’altri sono stati infoibati. Perchè il Presidente della Camera – lo fece al suo insediamento – non riapre anche il caso Istria ed il caso Moro? ci sarebbe da ridere.
Andrea Pellis il 21 marzo 2014 alle 14:18:
un motivo in più per licenziarlo.
erpigna il 21 marzo 2014 alle 13:06:
Anche il sig. Aldo Moro ha regalato l’Istria alla Yugoslavia
Scusi sig erpigna, questa non la sapevo. Perché Moro ha regalato una terra Italiana al nemico comunista? Traditore pure lui degli Italiani come il Napoletano del quirinale?
PS: dico quel che penso ora:visto quel che è successo a Caporetto,visto che Moro ha venduto gli Italiani istriani al comunismo criminale, andando più indietro, visto che i nobili italiani erano MOLTO propensi al tradimento del popolo nativo italico,per favorire Francia, Spagna,Austria, Ungheria,Germania,forse Polonia( come si chiamava la Polonia a quei tempi?C’erano comunque famiglie moooolto importanti su quel territorio, e influenti anche nel vaticano) e l’immancabile Inghilterra e l’altrettanto immancabile vaticano,visto il comportamento di molti personaggi politi italiani di oggi,compreso Napolitano, ho capito che l’Italia è terreno molto fertile per i traditori.Suggerirei(modestamente)un capillare controllo di tutti quelli che hanno un ruolo importante nelle Istituzioni Italiane, e di provvedere alla loro totale estirpazione con un ottimo diserbante. Il popolo Italiano, quello vero, ha le capacità per diventare il numero uno nell’arte di creare oggetti adatti a migliorare e gratificare lo stile di vita di interi popoli,come la Cina prima del comunismo, la Russia sempre prima del comunismo, e la cultura araba dell’Irak( ex Mesopotamia),della Persia,dell’Egitto ecc. ecc., prima del prolificarsi del fondamentalismo islamico, che nulla ha a che fare con il Corano.Finanziati da chi non vuole che i popoli siano indipendenti e che abbiano una loro cultura, che non è cultura di morte come quella dei seguaci dell’antico testamento,del dio guerrafondaio, vendicativo, iracondo e distruttivo.
Questo penso io.
Giusto oggi sento in TV del nuovo filone magna magna in Lombardia ,l’altra settimana in Trentino alto adige…nel veneto c’è esattamente la stessa cosa ,basta aspettare che salterà fuori.E così c’è ancora chi crede di risolvere tutto con l’indipendenza dall’Italia?.-Cari veneti,sarete indipendenti anche nel magna magna,ovvero le mazzette,anzichè doverle andare a prendere a Roma,risparmierete strada: Venezia è più vicina!!! Perché voler andare contro l’UNITA’ D’ITALIA QUANDO UN UNICO DENOMINATORE CI UNISCE :siamo tutti una massa di ladri!!!
Andrea Pellis il 21 marzo 2014 alle 11:50:
il Ceccobeppe della principessa Sissi? Ma va…I friulani ne sentono la mancanza? Ma te pensa un po’…I lombardi invece non ce li hanno i ritratti del ceccobeppe ne di tanti altri.E sa perché?? Perché venivano sfruttati dai crucchi. Se i baristi in Friuli se la passavano bene con l’esercito austroungarico in casa e con le residenze estive dei nobili al seguito degli Asburgo e della Sissi, i baristi lombardi invece non vedevano l’ora che si togliessero dalle balle,ste razza de lader, che quando la zent la protesta contro le troppe tasse, i fà parlà la boca del canù.
Ma poi che fine ha fatto la tanto amata Sissi? Non è mica stata uccisa?
Vuol dire che gli Asburgo tanto amati non erano.
@Al2011 il 21 marzo 2014 alle 11:55:
Vabbè, il moretti è un ex sindacalista, se non ricordo male. Cioè uno che il lavoro non sa nemmeno cosa sia. Certo, se bastasse abbassargli lo stipendio per levarselo dai c*****i… Ma quella bella poltrona comoda a spese nostre non la mollerà MAI, anche perchè uno così o lavora per lo statoladro o muore di fame, nessuna azienda privata lo prenderebbe mai nemmeno per fare il leccafrancobolli di fantoziana memoria. E per favore evitiamo di dire cazzate tipo “ma le ferrovie sono private, ora!”…
Alla luce dei risultati parziali vorrei dire
FORZA VENETI! SIETE AD UN PASSO DALLA LIBERTÀ .
Andrea Pellis, vale la pena di leggere il tuo ultimo link e soffermarsi a riflettere, anche sul commento di Annibale.
Un saluto .
premessso che non me ne frega niente della Crimea e di tutto ilresto, ma i signori americani che parlano tanto di legalità si sono dimenticati che loro hanno fatto una guerra contro i secessionisti del Sud ? fino a prova contraria – dato che i russi hanno comunque le palle e il gas – si stanno riprendendo la Crimea che il buon Kruscev aveva regalato all’Ucraina nel 1954. Anche il sig. Aldo Moro ha regalato l’Istria alla Yugoslavia ed un giorno forse gli italiani del futuro cercheranno riprendersela. speriamo.
http://www.lindipendenza.com/il-giudice-litalia-non-aveva-alcuna-sovranita-su-trieste/
🙂
http://www.lindipendenza.com/plebiscito-digitale-veneto-per-gli-organizzatori-superato-il-quorum-del-50/
🙂
I SUPER-STIPENDI DEI MINI-MANAGERS DI STATO
a proposito di stato parassita, leggo ora le esilaranti dichiarazioni di Moretti delle FS, che sostiene che il suo stipendio di 850.000 euro è equo (anziché essere una vergogna), sostenendo che in Germania pagano 3 volte tanto il suo omologo, e che lui se ne andrebbe se gli tagliassero lo stipendio.
Ora, le ferrovia tedesche almeno funzionano, su quelle italiane rischi il deragliamento ogni volta che sali sul treno, Moretti manco è mai riuscito a far pagare i biglietti ai portoghesi, mettendo i tornelli come altrove.
Io uno come lui lo licenzierei in 3 minuti, e lo sostituirei con una casalinga, che riesce a gestire uno stipendio da 1000 euro in famiglia, mentre lui i soldi li butta a palate.
E comunque, brutta cosa l’avidità Moretti.
La vita è breve, potrebbe prendersi una leucemia fulminante, anche la Bellisario era una super-manager, ma in poco tempo ci ha lasciato.
Idem il povero Giovannino Agnelli, giovane 33 anni, ma in brevissimo tempo un tumore lo ha stroncato.
Moretti, mi creda, le resta poco, faccia penitenza è quaresima, i soldi che prende ingiustamente al contribuente italiano non se li può portare all’inferno, là bruciano subito.
@Lou il 20 marzo 2014 alle 23:16:
Ma davvero? Ti sei fatto mai un giro in Friuli? Perchè vedi, ci troveresti le foto di Checcobeppe appese alle pareti nei locali pubblici. Non certo quelle dello zar giorgino il traditore. Ci trovi le bandiere del Friuli fuori dalle case, non certo quelle italiote. E se l’avessi fatto qualche decennio fa, avresti sentito i racconti di chi ha vissuto in entrambi i periodi. Devo dirti cosa rimpiangevano?
E lo dico per esperienza personale, visto che sono friulano…
@depaoli.fabrizio@libero.it il 20 marzo 2014 alle 22:12:
🙂
L’ho ben detto: nei panni di Putin pubblicherei una mia foto con la mano appoggiata ad un rubinetto del gas, per poi girarlo di un grado ogni volta che i sedicenti democratici USA e la dittatura neuropea aprono le loro sudicie bocche.
@Salvatore Franco il 20 marzo 2014 alle 22:23:
No, considero inutile e anche dannoso discutere IN PRESENZA DI DIVERGENZE INSANABILI. Se vuoi citare, cita come si deve.
Per il resto, mi farò una ragione della tua delusione. 🙂
Lou, quanta esilarante ed inutile retorica di stato, per fortuna ne sono ormai impermeabile da anni.
“La nostra unica salvezza è restare UNITI.”
Questo discorso lo si sente da un qualsiasi parassita statalista, dall’altra parte si fa il ragionamento opposto: “la nostra unica salvezza è STACCARSI da tutto ciò che è parassitismo, burocrazia, rapina, socialismo, regole antimercato e tirannia, in due parole: lo stato italiano”.
Comunque vorrei fare solo un’osservazione ad una delle affermazioni più assurde ed illogiche che si possano sentire: se la nostra unica salvezza è restare uniti, come mai visto che siamo stati uniti fino ad ora ci troviamo alla fame?
Evidentemente l’equazione “unità = salvezza” non sta in piedi, eh eh… ci dev’essere dell’altro che non quadra…, che sia per caso l’impostazione statalista e socialista?
Credere nello Stato? Perché questa mistificazione? Credere nell’Italia vuole dire MOLTO di più che credere semplicemente nello Stato. E io credo fermamente in un’Italia libera e indipendente, unita e non vincolata a trattati capestro come la UE e l’euro, anche se non credo in questa classe politica che ha tradito l’Italia, che si è impossessata dello Stato, così facendo credere che il cattivo sia lo Stato e non loro…. Volete ritornare sotto gli austriaci, o meglio, ai tedeschi, tanto cari ai politicanti nostrani? Forse i vostri nonni o bisnonni non sarebbero tanto d’accordo, magari ci hanno lasciato pure la pelle… credete forse che sia possibile un Veneto indipendente? Illusi, i tedeschi farebbero di voi un solo boccone. La nostra unica salvezza è restare UNITI. Non è romanticismo, è solo realismo. Poi accostare la situazione della Crimea al Veneto non ha alcun senso, se mi permette dott. Lottieri….
x Andrea Pellis il 20 marzo 2014 alle 12:06:
C.V.D.(Come Volevasi Dimostrare)
Andrè, che delusione, però…!
Insomma, facciamo il punto:
per te, tolti “trollaggi” e i “komunisti”, “neuropa” e “neuro”, cosa resta su di un blog? Dovrebbe restare il confronto, mi pare.
Altrimenti uno che scrive a fare, giusto?
Io, qualcosa, perlomeno penso di avertela rappresentata (giusta o sbagliata che sia). E tu, cosa mi rispondi, mentre dici: “alla fine la sintesi è molto più efficace”?
Rileggiti pure: la tua sintesi è, due punti e a capo “non ho nè tempo nè voglia… considero non solo inutile, ma anche dannoso discutere.”
Minchia, Andrè! questa me la segno sul quaderno degli aforismi celebri… Ho giusto un po’ di spazio sotto quelli di monsieur de lapalisse!
DANNOSO, poi, addirittura! dannoso perché? dannoso per chi?
Fammici pensare un attimo… “né tempo né voglia” di che? diii… discutere?!? Ma allora che ci fai su di un blog? E poi perché? perché non la penso come te? Perché non faccio parte del tuo “duo” (perché, al trio, mi pare che non ci arriviamo)? Questo mi riporta a quel “se vuoi essere ben accetto da queste parti..” dell’altra metà del duo, giusto? Complimenti, eh..
Poi c’è il linguaggio. Anche quello è importante. Perché se uno naviga tra il criptico e l’esoterico, butta lì due slogan, qualche anatema su troll e Komunisti, sciorina qualche nomignolo come “neuropa” e “neuro”, o qualche acronimo più o meno comprensibile (massì, ci sta tutto sui blog) però poi non dice manco che fa quando vota, e se glielo chiedi ti dice (sei già il secondo): “Come voto (o non voto) alle elezioni, con tutto il rispetto, non sono affari tuoi nè di nessun altro”, soprattutto dopo aver detto: “Quale sia la mia posizione sul voto credo di averlo detto più e più volte.” allora l’altro può anche legittimamente chiedersi: ma questo, così “splendido” a criticare tutto, sotto sotto… che pesce è? Ma che vuole fare, il fubbbo?
C’è di più: un linguaggio del genere mi ha fatto tornare in mente una cosa che mi aveva detto un filosofo che ho avuto il privilegio di conoscere in Georgia nel 2008. Mi disse: “noi georgiani, anche a vent’anni di distanza dalla caduta dell’Unione Sovietica, quando diciamo qualcosa verbalmente o per iscritto, ancora non riusciamo a dirla in modo chiaro. Normalmente deve potersi intendere almeno in due modi diversi.” Roba da farsi accapponare la pelle: quel regime li aveva ridotti in questo stato!
Ma qui è un’altra cosa. Qui ognuno può dire la sua cazzata senza finire in Siberia. Ho visto insulti pesanti, calunnie, termini da far arrossire quasi pure me che non sono un’educanda e… non è successo mai nulla. Per questo non mi spiego perché mai uno debba rispondere così. Se uno non vota: dice che non vota, se vota: dice che vota (se si trova su un blog politico dovrebbe motivarlo..), e se è indeciso: lo dice pure (vedi Rustego da Molin). Non c’è mica nulla di male, no?
Ma quando uno ti da una risposta come la tua, e poi ci mette vicino anche la faccina sorridente, che vorrà mai dire? Che ti vorrebbe prendere per il culo? Boh..
Ancora complimentoni, mr. Pellis! Comunque, contento te…
PS: vedo ora il commento di Fabrizio, al quale risponderò in seguito (forse domani o dopodomani), ma intanto.. a proposito del “dire e non dire”: nel tuo commento a seguire (visto che Fabrizio si rivogeva a me…) a cosa ti riferisci esattamente quando – faccina sorridente compresa – scrivi:
“Come se non li conoscessi fin troppo bene, quei motivi..”?
Ti riferivi a tutto il commento, a qualche parte in particolare, alle ultime due righe…? A cosa?
Così, giusto per capire.. (o manco quello?)
Andrea Pellis, facciamoci due “risate”.
Traggo dall’articolo de Il Giornale:
https://www.ilgiornale.it/news/esteri/stati-uniti-annunciano-nuove-sanzioni-colpire-leconomia-1003300.html
Senti cosa dice il pupazzo Obamba: “..Ribadendo di ritenere “illegale” il referendum che ha portato la Crimea a staccarsi da Kiev,..”
Una dittatura che si rispetti non prevede che un referendum sia legale.
Che governo di merda, …quasi come il nostro.
La cosa che mi rincuora è che anche gli Americani ne hanno le palle piene.
Un saluto .
@depaoli.fabrizio@libero.it il 20 marzo 2014 alle 17:18:
Come se non li conoscessi fin troppo bene, quei motivi… 🙂
Salvatore Franco,
“X Andrea e Fabrizio (sulla… “risposta perfetta di Andrea”)
“..non è per nulla così e non mi metto nemmeno ad elencare i molteplici motivi per cui non lo è…”
Non ce li elenchi? Non ci spieghi?
Va beh, pazienza, ci accontenteremo di una vittoria a tavolino.
“in quale parte del pianete sia successa una cosa del genere”
In tempi più recenti il caso degli Usa prima maniera è il più evidente, massima libertà e rispetto dei princìpi, infatti son cresciuti.
“Esistevano faraoni, imperatori, re, principi etc.”
Le comunità organizzate lo diventano nel momento in cui dei princìpi (non principi) sono accettati e condivisi. Può capitare che un re o un imperatore abbiano rispetto, condividano i princìpi e si comportino di conseguenza: diventano dei garanti. Ma non è sempre così e la loro presenza non è la causa principale dell’organizzazione. Il principio lo è.
“Nel senso moderno del termine le nazioni non esistevano prima delle rivoluzioni di fine ’700, che hanno affermato il principio della sovranità popolare. La nazione è stata intesa come una comunità ampia, unita da un legame che non è né l’assoggettamento a uno stesso monarca, né l’appartenenza a una religione o a uno stesso status sociale.”
Potrebbe andar bene, ma incompleta: non compare il concetto di territorio fisico sul quale dovrebbe esistere questa nazione e manca l’oggetto del “legame”.
“è stato necessario convincere popolazioni disparate che, nonostante le evidenti differenze, esse avevano in comune un’identità, la quale costituiva il fondamento di un interesse collettivo.””
Mi spieghi come “popolazioni disparate” possano avere in comune “un’identità”?
“Per passare dall’Europa dei principi all’Europa delle nazioni, è stato necessario convincere popolazioni disparate che, nonostante le evidenti differenze, esse avevano in comune un’identità, la quale costituiva il fondamento di un interesse collettivo.”
Mi pare che su questo siamo d’accordo. È lo stesso meccanismo applicato per “creare” l’Italia unita e le condizioni di partenza molto simili.
Infatti l’Europa unita non funziona e nemmeno l’Italia unita.
” è proprio sugli interessi collettivi che si fonda ogni costituzione moderna. Ed ogni Stato-Nazione. E non vedo cosa ci sia di male, visto che non soffro di turbe sociopatiche”
C’è di male che se gli interessi collettivi vengono decisi dagli stati e non dal mercato si arriva al collasso che sta riguardando, chi più chi meno, tutto il mondo occidentale.
Nemmeno io soffro di turbe sociopatiche, infatti frequento altri individui, ma non tutti, solo quelli che mi interessano.
“..da “poteri occulti” a “Eurogendfor” sono tutte entità in grado di condizionare comportamenti di miliardi di individui”
Che secondo me sono ingranaggi della “macchina dei sogni” che ha gioco facile nel condizionare gente che preferisce illudersi piuttosto che capire.
A proposito di condizionamento, non ci vedi un’analogia coi meccanismi di creazione di stati più grandi (Italia unita ed Europa unita)?
“Se poi voi due non siete d’accordo, non vedo dove potreste trovare pace. L’intero pianeta è fatto di nazioni e stati. In cui l’uso della forza fisica è altrettanto tangibile, laddove presente.”
(Parlo per me) Troverò pace quando lo stato non avrà piu il potere di ottenere qualcosa con la forza.
“Le guerre a cui assistiamo e partecipiamo non sono vituali.”
Lo ripeterò alla nausea: sono gli stati che fanno le guerre, sono gli stati che TI fanno partecipare alle guerre, sono gli stati che distruggono vite e ricchezze nelle guerre.
E sai perché?
Perché non c’è in giro ancora abbastanza egoismo individuale, quello che fa sì che un individuo dia valore a se stesso, alla sua vita ed alla sua ricchezza in modo da non mettere tutto ciò con facilità e superficialità nelle mani degli stati.
“Il mondo non è fatto solo di imprenditori, fornitori e clienti. E’ fatto di servizi altrettanto reali e utili alla collettività.”
Che vanno prodotti e pagati per dei clienti, e che possono benissimo essere forniti dal mercato.
“Ecco! E perché quella sarebbe la parte sana del Paese? Perchè lo ha deciso Fabrizio de Paoli?”
(Il riferimento è ai produttivi), non lo decido io, lo decide la logica: i produttivi senza i parassiti mangiano lo stesso (anche meglio), ma i parassiti senza i produttivi crepano, oppure diventano produttivi, in quel caso ne deriverebbe una maggiore ricchezza totale da scambiare con vantaggio per tutti quanti.
“tu e Pellis non fornite soluzioni condivise dai più”
Lo so, questo è il limite della democrazia impostata su una base socialista: io e Pellis, più tutte le persone di buon senso, forniamo soluzioni che funzionano, ma in una democrazia socialista se prevalgono quelli che inseguono i sogni impossibili da realizzare a quelli che propongono soluzioni che funzionano si arriva ad avere un sistema che (ovviamente) non funziona, e siccome questo malfunzionamento si traduce in mancanza di cibo, si arriva all’estinzione.
“Voi quanti ne avete in quella stanza? Perché, checché ne pensiate, è solo da lì che può partire un cambiamento,”
Questo è tutto da vedere, i nostri sono in trincea nel mondo reale e il cambiamento parte dal basso, senza tante parole ma con i fatti tipo votare col portafoglio.
“che farete alle prossime elezioni del 25 maggio”
Elezioni? Di quale stato…?
“una vostra opinione sulla manipolazione dei cervelli da parte dei media. Se lo ritenete o meno un fenomeno di massa.”
Esiste ed è di massa, riguarda in diversa misura tutti, me compreso.
Per questo è importante essere molto critici basandosi SOLO sui fatti di cui siamo certi, in definitiva ridurrei quei fatti solo a quelli che riguardano noi stessi.
Poi si possono adottare trucchetti utili, per esempio io ho staccato la tv sei anni fa.
Un saluto .
P.s la risposta dal vicino non l’ho ancora letta, avevo controllato un giorno o due ma si vede che è arrivata dopo. Andrò a cercarla.
Ti chiedo di nuovo, per favore, se puoi limitarti ad un punto o due per volta, se tu hai tempo a disposizione io ne ho poco.
O magari la tua è una tattica?: aumentare il “volume di fuoco” per cercare (invano, ih ih..) di prevalere.
Egreg.Sig. Lottieri
devo informarla che i Veneti, residenti in Veneto posso votare, quelli residenti all’estero, anche se iscritti all’AIRE, non sono in grado di votare.
Mi spiego:
1. votare per internet è impossibile, perché i loro formulari non riconoscono gli indirizzi, incl. CAP di altri Paesi.
2. Al telefono il personale di supporto non sa cosa fare ed abbandona, chiudendo, dopo 20-30 sec. la linea. Tre volte in fila.
Constato quindi che non solo Roma ma pure Venezia ha abbandonato i suoi cittadini residenti all’estero. I dispatriati come lo scrivente non esitono più. Tutti noi all’estero non esistiamo più, l’Italia è felice della nostra partenza: meno problemi. E pensare che qui, in Isvizzera, sono braccia aperte!
Questo referendum è una carnevata come tante altre. LO dico perchè la disorganizzazione non merita lo spazio, che voi attualmente dedicate.
Ah…allora se stiamo qui a discutere io voglio questo e io quell’altro, io Piero dico che non voglio la serenissima,(perché si faceva la fame)non voglio i Gonzaga guerrafondai, non voglio gli Avogadro dedelissimi della serenissima, ma sempre pronti a tradirla coi francesi, e a farne le spese era il popolo lombardo. E già che ci sono non voglio neanche i crucchi austroungarici, pure loro ci facevano fare la fame, e se ci ribellavamo, ci prendevano a cannonate.
Teniamoci l’Italia che è meglio,al massimo consiglierei di comprare una damigiana da 50 lt. piena di un potente vermifugo, da far bere ai parlamentari e ai loro lacchè, che guadagnano 150.000 euro all’anno per fare un cazzo. Come hanno detto le Jene. E un’altra damigiana al colle.
questo penso io.
x mariolino il 20 marzo 2014 alle 00:39:
“..e allora noi rivogliamo Lorenzo il magnifico.”
E no, eh! Non ci allarghiamo troppo!
Allora io rivoglio Ferdinando I di Aragona della casa reale di Castiglia, detto Ferdinando il Giusto, Re di Aragona, Valencia e Maiorca, Conte di Barcellona e delle Contee catalane. Non è finita: investito da Benedetto XIII re di Sicilia, Sardegna e Corsica, tiè. Vuoi mettere?!?
Così il capoluogo che i catanzaresi ci hanno fregato nel ’70 torna a Reggio come quando c’era lui.
Io vado a vivere nel castello aragonese che è a due passi da casa mia, e appena arrivano quelli della Celere di Milano gli faccio scatenare contro l’ esercito, così li polverizza.
E se fai ancora lo spiritoso mi faccio nominare Duca, e vengo a prendermi pure il Granducato di Toscana. Poi mi stabilisco all’isola d’Elba a fare pesca subacquea. Come dici? A quell’epoca la pesca subacquea non c’era? Sai chemmefrega! Io so tutto in anticipo. Anzi, sai che c’è? mi metto a fare pure l’inventore e divento meglio di Leonardo da Vinci!
Così glielo do io a Fabrizio, il mercato libero… Mi infilo subito nel Bilderberg e nella Trilaterale, mi faccio nominare capo del WTO e poi ti faccio vedere che fine fa il mercato libero di Fabrizio. Tanto, così non sposto una virgola dalla Storia (o quasi).
Ah.. quel Pellis, già: lo faccio fucilare subito. Non prima di averlo fatto torturare dai miei giannizzeri finchè non mi dice che farà alle prossime europee. Poi magari, se vota giusto, FORSE gli concedo la grazia. E sarò ricordato dalla Storia per la mia magnanimità.
Poi vengo a trovarti, Mariuccio caro… così mi spieghi “quella del telecomando”. E se non mi piace la spiegazione chiamo un tuo collega e diventi subito una bella nuvoletta di fumo.
Per Fabrizio è più difficile, ci sto pensando… ancora non ne ho trovato una abbastanza “caruccia” per lui: tortura e fucilazione non mi soddisfano… Quando la trovo mi presento pure da lui, e gli dico: Fabrì, siccome sei un amico, per te avrei pensato a questa bella sorpresina… e se non ti piace porta pazienza, non si può avere tutto dalla vita. Sai… mariolino m’ha detto tutta quella roba… “mors tua vita mea… per fare certe cose ci vuol il pelo irto sullo stomaco come un cinghiale… andare avanti come uno schiacciasassi fregandosene di chi rimane sotto… cè anche chi gode a fare così…”. Insomma, Fabrì,come potrei dirtela… alla fine mariolino mi ha convinto! D’altra parte tu stesso hai detto “L’egoismo e l’altruismo fanno parte dell’uomo, ma NESSUNO può imporci quanto essere egoisti o altruisti, possiamo deciderlo solo noi.”. Giusto Fabrì, parole sante, oro colato! mi hai convinto pure tu; ecco, io mi sono dato un’occhiatina al pelo, e avrei deciso. NESSUNO me lo ha imposto, ho deciso SOLO IO, come dici tu… così ti faccio vedere IO qual’è la realtà, quella vera. Che non è nel mezzo, e nemmeno a tre quarti…
Quando avrò finito pure con lui, vado dal re e gli dico: zio Ferdinà, vedi che qui arrivano i clandestini, che poi se li piglia il PD e gli da la cittadinanza per farsi dare il voto. Attenzione perché questi ci scassano il reame: che dobbiamo fare? E lui mi nomina subito capo dell’operazione “Mare Nostrum”. Così esco con la flotta e gliela suono io, la musica, pure a quelli… Altro che Serenissima!
Alla fine divento Papa. Il primo Papa-sommozzatore della Storia. Tanto, il sommozzatore lo so fare già. A fare il Papa… checcevò? 🙂
@Salvatore Franco il 19 marzo 2014 alle 20:28:
Ho pensato di rispondere punto per punto, ma alla fine la sintesi è molto più efficace: se avessi tempo e voglia potrei ribattere uno per uno. Ma non ho nè tempo nè voglia, nè soprattutto credo che sia utile visto che ammetto le divergenze insanabili, sulle quali considero non solo inutile, ma anche dannoso discutere. E in quei punti ce ne sono diverse.
Sembra una fuga dalla discussione? Magari lo è. O forse no?
Come voto (o non voto) alle elezioni, con tutto il rispetto, non sono affari tuoi nè di nessun altro. 🙂
Mariolino, veramente ho detto un’altra cosa: “Dove sta la realtà? Di solito si dice “nel mezzo” ma in questo caso ovviamente è completamente dalla mia parte.”
“Nel mezzo” è il luogo comune usato dal partito del “volemose bene”, ma la sua applicazione non è una regola: a volte si può applicare ed a volte no.
Nel caso della realtà no.
La realtà è quella che ognuno di noi vede con i suoi occhi ed elabora col suo pensiero ed essendo noi tutti diversi non può essere uguale, ma ci sono realtà che stanno in piedi ed altre no, ovvero:
Qualcuno tipo me pensa che per tenersi vivi sia necessario mangiare, quindi produrre, lavorare e creare ricchezza.
Altri invece pensano che la realtà sia solo che per tenersi vivi si debba mangiare e basta, ignorando completamente o volutamente la provenienza di quel cibo.
Dove sta la realtà?
“Le cosidette leggi del mercato sono artifizi creati dall’uomo, quante volte bisogna dirlo che l’economia è la scienza più fasulla che esista, infatti ce ne sono tante”
Eh no mio caro, le leggi di mercato sono semplicissime: un mercato presuppone scambi di beni, quei beni a loro volta presuppongono che ci sia un proprietario ed un mercato presuppone che gli scambi siano volontari e non FORZATI, quelli diventano RAPINA.
La Scuola Austriaca ben descrive quei meccanismi partendo proprio da come l’uomo agisce.
Gli artifici di cui parli invece sono distorsioni applicate con la forza (dagli stati) per bypassare la volontarietà degli scambi. Le distorsioni più gravi sono: manipolazione dei valori di mercato e sopra tutti quello della moneta (moneta fiat), possibilità di prestare a pagamento denaro che non esiste, ed impossibilità (divieto) per moltissimi a partecipare a certi tipi di scambi.
Su questa base già terribilmente difettosa si costruiscono poi studi “economici” che nulla hanno a che fare con l’economia ma che vengono spacciati come “scuole” che tu giustamente definisci fasulle.
“non vi pare di essere un tantino integralisti nelle vostre affermazioni, quasi da bolscevichi o fedeli fissati una qualsiasi religione, non ci sono verità assolute nella cosidetta economia, pensi davvero che l’austriaco abbia scritto il cosidetto Verbo, mai nessun dubbio vi attraversa.”
Se essere integralisti significa prendere atto di una realtà indiscutibile allora sì, in questo caso sono integralista.
La religione non c’entra proprio nulla, è agli antipodi, la religione ha inevitabilmente delle falle, dei dogmi, o ci credi o non ci credi ma non la puoi comprendere o vedere.
Le verità assolute ci sono eccome: l’acqua è bagnata, il sole è caldo, la notte e buia, l’uomo agisce, il valore è soggettivo, ecc. ecc. ecc. e, a meno di stravolgere il significato delle parole, restano verità assolute.
Un esempio di religione può essere il keynesismo per esempio, che ti dice che la domanda crea l’offerta, …che bizzarria! Oltretutto, senza nemmeno addentrarsi nel tecnico, è già di per sé una contraddizione in termini: se uno offre qualcosa è perché nessuno glie lo sta chiedendo.
“ma il portafoglio può essere anche mezzo e andare bene lo stesso.”
Beh.. , insomma.., se il mio portafoglio era pieno e il tuo era vuoto otteniamo due portafogli mezzi ma direi che solo uno dei due può affermare che “va bene lo stesso”, ..o no!?
Adesso ribalta i soggetti: tu sei quello col portafoglio pieno ed io con quello vuoto, ti va ancora bene il portafoglio mezzo?
L’egoismo e l’altruismo fanno parte dell’uomo, ma NESSUNO può imporci quanto essere egoisti o altruisti, possiamo deciderlo solo noi.
Un saluto .
Resto un fedele lettore del Giornale, ma sono profondamente deluso dal fatto che anche voi, come TUTTI i media italiani, stiate volutamente ignorando quello che sta accadendo in Veneto, dove un popolo di 1.4 milioni di persone di sta democraticamente ribellando ai soprusi e sta facendo sentire la sua voce di protesta.
Questa notizia dovrebbe essere in prima pagina su tutti i quotidiani italiani e in tutti i telegiornali. Il nulla assoluto.
Io stesso, come Veneto residente all’estero dal 1998 mi sto adoperando per far conoscere questa iniziativa a tutti i Veneti dell’AIRE.
I Veneti emigrati sono oltre 3 milioni.
Se non riusciamo questa volta a raggiungere un numero significativo, ci riproveremo coinvolgendo i Veneti all’estero.
Paura che la gallina dalle uova d’oro abbia deciso di tenersele per sè? Paura assolutamente giustificata.
Io voto sì a tutte e tre le domande.
E’ dal 1994 che aspetto, da quando si parlava della via cecoslovacca.
Lasciateci andare via in pace, lasciateci trovare la nostra libertà, abbiamo sempre dato e non abbiamo ricevuto nulla in cambio. E come ex-Ufficiale in congedo, considero sciolto il mio voto, perché ingenuamente dato, in una gioventù piena di idealismo, ad uno Stato che ha cercato di portarmi via tutto quello che conquistavo con il mio lavoro.
E stasera mi riguardo Braveheart alla faccia di tutte le remore attaccate alla nostra splendida Serenissima.
Juno il 19 marzo 2014 alle 23:18:
Rivogliono il doge, e allora noi rivogliamo Lorenzo il magnifico.
Salvatore, scrivo dal posto che sai, io approvo quasi tutto quello che hai scritto nel lungo post, però anche i tuoi grillotti non mi convincono per niente, anche loro hanno gli spin doctor, direi che sono praticamente telecomandati dal comico e dal ricciolone, probabilmente a loro volta da altri più invisibili.
La democrazia diretta non si fà in 35000 su internet come stanno facendo loro, si dovrebbe fare nelle urne, se sono manipolabili i voti veri figurati quelli elettronici.
Per q1uanto riguarda la questione con Fabrizio e Andrea la vedi più o meno come me, quelle teorie sono basate appunto sul detto che ho postato.
La società non è certo formata solo di imprenditori e fornitori e clienti,ma in grandissima parte del popolo normale, che conta meno del due di brisca, qualunque sistema si sia visto finora sulla terra.
A volte non sò se loro hanno letto la storia del mondo dalle origini, come vorrebbero non è mai esistito, qualche padrone cè sempre stato, e ci sarebbe anche nel loro sistema, io che ho provato tutti e due i tipi il privato e lo stato posso dire senza ombra di smentita che il privato se può e non è impedito da leggi ti incula anche di più, in questo momento lo vedo benissimo sui miei colleghi, anche su di me, ma io sono volontario e me ne posso andare in qualsiasi momento, ma per chi ci deve campare è diverso, bocca chiusa e andare,
Chi ha parlato troppo è stsato cacciato nel giro di 5 minuti, il tempo di chiamarlo in ufficio, e voleva solo un pò di aria più pura, visto che qui è abbastanza fetida come puoi immaginare, se potessero ti metterebbero anche la classica scopa al culo così mentre cammini spazzi pure.
Anche negli altri cantieri era così, quando sento dire che i lavoratori hanno troppi diritti, sputerei in faccia a chi lo dice, certamente hanno sempre lavorato nella bambagia per parlare così.
Dare totale mano libera ai padroni vuol dire tornare alle condizioni del secolo passato, ovvero servi della gleba o poco più, il sogno di molti di costoro, un mondo senza davvero padroni di alcun genere credo che sarebbe meglio per tutti, ma certo nel liberismo libertario non è così, non vale certo per tutti, o solo in teoria, il mondo reale funziona come diciamo noi purtroppo.
Nel mondo degli affari se non sei ben sveglio, ovvero far colazione con pane e volpe come si dice quà, duri quanto un abbaio di cane, lì non cè pietà per nessuno, mors tua vita mea, durante la vita mia e della famiglia ne ho avuta prova più volte, infatti io che non sono volpe ne carogna mi sono ritirato.
Per fare certe cose ci vuol il pelo irto sullo stomaco come un cinghiale, e andare avanti come uno schiacciasassi fregandosene di chi rimane sotto, cè anche chi gode a fare così, a volte spero che ci sia l’inferno dantesco e grande anche.
Buonanotte.
tante chiacchere, tanto bla bla per non voler ammettere a se stessi che la democrazia alla fine è fatta solo di votazioni su tutto e su tutti ….viva la libertà del Veneto!
Nel sito del Referendum molto democraticamente c’e una sezione nella quale vengono elencate le ragioni per il si al’indipendenza e quelle per il no. In quella per il si c’e’ una pagina lunghissima piena di argomentazioni, in quella per il no solo la seguente scritta:
“A breve pubblicheremo le ragioni del Comitato del No”.
Non c’e’ che dire: molto professionali ed equi!
Leggo, inoltre, nella presentazione di uno dei candidati a diventare futuro Doge:
“….Faremo di tutto perchè non ci sia spargimento di sangue. FORMA DELLO STATO: Repubblica monocamerale (Senato) elettiva, presidenziale (Doge). Separazione dei poteri. Potere Legislativo al Senato. Potere Esecutivo al Doge. Potere Giudiziario indipendente, Corte Suprema nominata dal Senato. Il Doge è il capo del Governo, nomina e revoca i ministri. Il Senatori ed il Doge restano in carica per 5 anni non rinnovabili. DIRITTO DI VOTO Hanno diritto di voto attivo e passivo solo i cittadini veneti, ossia quelli che possono dimostrare di avere almeno 4 generazioni di antenati veneti (ius sanguinis) nel ramo patrilineare, matrilineare od entrambe. ASSETTO MONETARIO Nella prima fase di transizione continuiamo ad utilizzare l’Euro, poi la Repubblica Veneta acquisisce Sovranità monetaria ossia lo stato (non la Banca Centrale) emette moneta (Ducato), convertibile 1 a 1 con l’Euro. Coesistenza delle due monete….”
DIO SALVI IL VENETO DA CHI LO VUOL SALVARE !!!!!
PS: ecco.. non avevo ancora letto mariolino.
E’ proprio quell’ “ognuno per se e Dio per tutti” senza tener conto degli altri che non mi convincerà mai.
Ci vedrei solo dell’egoismo, perdonate la franchezza…
X Andrea e Fabrizio (sulla… “risposta perfetta di Andrea”)
“..non è per nulla così e non mi metto nemmeno ad elencare i molteplici motivi per cui non lo è…”
-Invece io sarei interessato a conoscere, non tanto dal punto di vista teorico, quanto da quello pratico e verificabile, in quale parte del pianete sia successa una cosa del genere. Non faccio il saccente di professione e riconosco che ho sempre da imparare anch’io, come tutti.
-Se però questi casi non ci sono (non parliamo di piccole tribù, naturalmente, di qualche decina o centinaio di persone) allora non saprei che dirti.
“le comunità umane organizzate esistevano prima dell’invenzione sia dello stato che della nazione, e continueranno ad esistere anche dopo che ce ne saremo liberati.”
-Credo sia meglio chiarire quest’equivoco una volta per tutte. Le comunità umane esistevano prima, sì’, ma non erano affatto organizzate, se per organizzate intendete il principio di autodeterminazione. Esistevano faraoni, imperatori, re, principi etc.
“Nascita dell’idea di Nazione
Nel senso moderno del termine le nazioni non esistevano prima delle rivoluzioni di fine ‘700, che hanno affermato il principio della sovranità popolare. La nazione è stata intesa come una comunità ampia, unita da un legame che non è né l’assoggettamento a uno stesso monarca, né l’appartenenza a una religione o a uno stesso status sociale. La nazione non procede dal principe, è indipendente dalle alterne vicende della storia dinastica o militare.
Per passare dall’Europa dei principi all’Europa delle nazioni, è stato necessario convincere popolazioni disparate che, nonostante le evidenti differenze, esse avevano in comune un’identità, la quale costituiva il fondamento di un interesse collettivo.”
-E qui c’è stato l’inganno colossale che stiamo subendo. Dunque noi possiamo solo tornare all’idea del primo paragrafo, quella che afferma il principio di un’ampia comunità che ha ben saldo il principio della sovranità popolare, come sancito dall’art.1 della Costituzione Italiana. Sul fatto che attualmente questa sovranità popolare sia considerata aria fritta, nulla questio. Le responsabilità di ciò sono endogene e sono dipese anche da noi, non solo dal marciume politico che abbiamo mantenuto dov’era.
-Io non mi sento di parlare a cuor leggero di “baggianate di costituzioni collettiviste”, perché è proprio sugli interessi collettivi che si fonda ogni costituzione moderna. Ed ogni Stato-Nazione. E non vedo cosa ci sia di male, visto che non soffro di turbe sociopatiche. Per questo non riesco a comprendere che due persone normalissime e di buoni principi come voi due possano abbracciare certe teorie che giudico un po’… strampalate, ancorchè suggestive. Per questo parlo di inutili utopie.
-Il mondo reale non è quello che pensate voi e quello virtuale è quello degli altri. E’ l’esatto contrario, perché da “poteri occulti” a “Eurogendfor” sono tutte entità in grado di condizionare comportamenti di miliardi di individui. E quindi fatti veri che puoi toccare con mano. I cui effetti sono altrettanto reali su gente fatta di carne ed ossa.
Se poi voi due non siete d’accordo, non vedo dove potreste trovare pace. L’intero pianeta è fatto di nazioni e stati. In cui l’uso della forza fisica è altrettanto tangibile, laddove presente. Le guerre a cui assistiamo e partecipiamo non sono vituali. E fanno milioni di morti. Anche quelle finanziarie producono effetti devastanti. Come si fa a non accorgersene? E il baciaculo ai potenti ne fa parte.
-Il mondo non è fatto solo di imprenditori, fornitori e clienti. E’ fatto di servizi altrettanto reali e utili alla collettività. Mi spiace, Fabrizio che ti sia “svanita” la tua replica. Puoi farlo quando vuoi, anche punto per punto, e con tuo comodo. Però non puoi dire: “tutte le volte che tu non mi rispondi nel merito, io anziché stare a puntualizzare e rimarcare una tua evidente defaiance, me ne fotto completamente”. Perchè io non ricordo di aver… svicolato. Semmai il contrario: anche sul blog accanto: sei passato, mi hai detto qualcosa, ti ho risposto e… buonanotte al secchio! Se vai a cercare, trovi. Poi una svista può capitare a tutti. Tu segnalamela e sarà mia cura risponderti.
-Ma non è nemmeno questo il punto: è che tu e Pellis non fornite soluzioni condivise dai più, almeno questo mi consentirai. Poi quello che penso io, alla fine non è così importante. Per quanto mi riguarda io cerco soluzioni condivise, che non significa scendere a compromessi con la propria coscienza, ma solo andare verso gli altri, nella consapevolezza che siamo tutti animali sociali, non so se mi spiego.
-Infine tu Fabrizio dici: “La parte sana del paese ormai ragiona nell’unico modo possibile: devo salvare me stesso e non lo stato perché di sicuro lo stato non mi salverà, non può farlo perché è già morto, è fallito, e con lui anche il superstato e tutto il sistema economico artificiale.”
Ecco! E perché quella sarebbe la parte sana del Paese? Perchè lo ha deciso Fabrizio de Paoli?
Rileggiti ogni tanto, non fa male, quello che tu chiami “stato” sono anche gli altri, non solo chi indegnamente li rappresenta…
-Se poi tu ed Andrea preferite lottare secondo i vostri criteri, per carità: il mondo e bello perché è vario. Ma dovrete perlomeno ammettere che ogni cosa si misura dai risultati. Reali anche questi e non virtuali. Perdonate la brutalità ma…quali sono stati quelli conseguiti finora, oltre a congressi, conferenze etc.? Tu stesso mi hai detto, Fabrizio: “il tuo gruppo è più numeroso del mio”. Il che significa che quasi dieci milioni di Italiani hanno portato nella stanza dei bottoni una cento cinquantina di uomini. E sono pochi solo grazie a quella legge truffaldina che non potranno mantenere a lungo. Per ora sono in minoranza rispetto ai delinquenti. Voi quanti ne avete in quella stanza? Perché, checché ne pensiate, è solo da lì che può partire un cambiamento, come è successo in altre nazioni, vedi l’Islanda o l’Ecuador. E quella del M5S è democrazia diretta, senza se e senza ma. Io li ho eletti direttamente, gli ho conferito un mandato e quelli non mi hanno tradito, come quegli altri di prima. La vostra come si chiama, democrazia fai da te? Spiacente ma non la conosco, e come non la conosco io dovrete perlomeno ammettere non è una formula sperimentata. Né credo ci sia il tempo di sperimentare qualcosa, vista la situazione. Sempre reale e non virtuale.
-Vi faccio sommessamente notare che leggendo i giornali, nessuno sta parlando delle prossime elezioni europee.
Io vi avevo chiesto più volte una semplice dichiarazione di ciò che farete alle prossime elezioni del 25 maggio e, se non mi è sfuggito nulla, non ho ricevuto risposta. Così come una vostra opinione sulla manipolazione dei cervelli da parte dei media. Se lo ritenete o meno un fenomeno di massa.
Alla vostra cortesia…
Un saluto
depaoli.fabrizio@libero.it il 19 marzo 2014
Fabrizio, dici che in genere la verità stà nel mezzo, e poi asserisci che stà senza ombra di dubbio dalla tua parte, sei così sicuro di te da poter asserire certezze così assolute, come il sig Andrea del resto.
Le cosidette leggi del mercato sono artifizi creati dall’uomo, quante volte bisogna dirlo che l’economia è la scienza più fasulla che esista, infatti ce ne sono tante, mentre la matematica e la fisica sono sempre quelle anche se le scrive un comunista o un fascista.
Te vedi certe cose nel tuo ambiente, io ne vedo altre nel mio, ricordati che sono entrambe vere, non vi pare di essere un tantino integralisti nelle vostre affermazioni, quasi da bolscevichi o fedeli fissati una qualsiasi religione, non ci sono verità assolute nella cosidetta economia, pensi davvero che l’austriaco abbia scritto il cosidetto Verbo, mai nessun dubbio vi attraversa.
Parli di quelli che non pagano, se li strozzi prima difficile che possano farlo, al massimo raccatti un decimo del debito, possibile poi che contino solo i soldi e niente altro, vero è che per pensare ci vuole la pancia piena, ma il portafoglio può essere anche mezzo e andare bene lo stesso.
Mi pare che andate bene dietro al vecchio detto ognun per se e Dio per tutti, molti la pensano diversamente per fortuna, anche se tanti si svegliano la mattina cercando subito qualcuno per gargli il servizietto, io non sono trà quelli ai quali un mondo ridotto in quel modo non piace, dove conta solo il soldo.Statemi bene
Salvatore Franco, al tuo post sul topic precedente non ho risposto perché stavo preparando una lunga risposta al tuo lunghissimo (come al solito, a proposito, non ti riesce di sintetizzare e ridurre a uno o due punti per volta, sai non è che ho solo questo da fare) post, quando inavvertitamente l’ho cancellata e non ho più avuto voglia di riscrivere tutto quanto.
Se ci tenevi in particolare, me ne dispiaccio, per quest’unica volta che non ho risposto ti consiglio di fare come me: tutte le volte che tu non mi rispondi nel merito, io anziché stare a puntualizzare e rimarcare una tua evidente defaiance, me ne fotto completamente.
La risposta di Andrea Pellis è perfetta, la condivido al 100% e mi associo.
Il punto è che secondo me voi vivete tra le nuvole, e secondo voi invece sono io (o Pellis, o quelli che ragionano come noi) a vivere tra le nuvole.
Dove sta la realtà? Di solito si dice “nel mezzo” ma in questo caso ovviamente è completamente dalla mia parte.
Esistono poteri occulti? lo spread manipolato? giornalisti asserviti? spin doctor? mercati artificiali? Informazioni falsate? politica corrotta e fasulla? Eurogendorf?…
Si certo, non c’è dubbio, …e allora?
Quella è la realtà virtuale alla quale vuoi aderire nella speranza di migliorarla con le loro regole. Quella realtà virtuale fatta di immagine, politica, palle, leggi e propaganda è alla frutta, sta collassando, e completamente scollegata dalla realtà reale, è un mondo parallelo che ha sempre meno influenza sugli eventi conseguenti alle sue regole assurde e antimercato.
Io al momento lavoro nel mondo reale, e cosa vedo? Vedo aziende che non riescono a pagarsi tra di loro perché magari quella uno scalino sopra è fallita, o magari non è fallita ma ha qualche “santo in paradiso” che le ha permesso di fare un concordato inculandosi quindi i creditori, vedo che quelli che non hanno debiti con le banche selezionano i clienti, diminuiscono il fatturato, sono anche disposti ad andare al ribasso ma non con tutti, solo quelli che pagano, vedo una selezione tra i dipendenti, quelli che si adattano, i piu fidati e quelli più efficenti vanno avanti, mentre gli altri vanno a piagnucolare dallo stato fallito.
Ecco, questa è la realtà che conosco io. A questa gente (che non dimentichiamolo mai è quella che fino ad ora ha tenuto in piedi l’apparato virtuale) glie ne frega sempre meno del mondo dell’immagine virtuale proiettata dalla politica, o dalle istituzioni, o dai media, per questa gente 2+2 fa 4, questa gente ha capito che avere una fattura da riscuotere o i soldi in tasca sono due cose MOLTO diverse, questa gente è il mercato vero, quello che si evolve ad una velocità supersonica rispetto all’immagine virtuale che viene proiettata dal teatrino della finzione.
Il castello di carte si sta disgregando dal basso, la realtà sta emergendo in tutta la sua cruda sincerità, la gente pratica e dinamica e risoluta, crede sempre più ai fatti e i fatti sono: quel cliente paga = teniamolo e trattiamolo bene, quell’altro non paga = eliminiamolo senza nemmeno fargli causa, butteremo altri soldi.
In questo momento chi ha il senso della realtà sa bene che è già un traguardo perdere il meno possibile e non ha alcun dubbio sulle cause di questo schifo: stato, tasse e regole.
Che cosa vuoi che glie ne fotta a questa gente se Renzi va a leccare il culo alla Merkel o se il M5s ti viene a parlare di reddito di cittadinanza, tutte le informazioni che ormai arrivano dal mondo virtuale non vengono nemmeno prese in considerazione, giustamente IGNORATE.
La parte sana del paese ormai ragiona nell’unico modo possibile: devo salvare me stesso e non lo stato perché di sicuro lo stato non mi salverà, non può farlo perché è già morto, è fallito, e con lui anche il superstato e tutto il sistema economico artificiale.
Capisci cosa succederà?
No? Non ci credi?
Non importa, tu fai quello che ritieni giusto.
Ed io farò altrettanto.
Un saluto .
“Se vuoi eliminare quei sistemi devi prima eliminare quegli uomini.”
Questa mi era sfuggita…
Oltre a chiederti “come?” ti domando: e se fosse il contrario? Cioè se eliminando i sistemi che danno loro da mangiare e hanno loro permesso di emergere, eliminassimo gli uomini e i sistemi insieme? Perchè, parliamoci chiaro, te li vedi quelli che si guadagnano da vivere onestamente? I sistemi vanno eliminati perchè chiaramente premiano la mediocrità e la disonestà e non vi è alcun motivo per sperare che una eventuale nuova classe dirigente non diventi altrettanto schifosa.
Poi si potrebbe tornare a discutere di quali migliori sistemi adottare o non adottare. Per esempio partendo dal fatto che non necessariamente il sistema deve essere unico (cioè imposto con la forza) in un dato territorio…
Sai bene che considero il principale e più pericoloso nemico l’US(N)E, ma trovo molto più razionale abbattere quel nemico più grosso attraverso l’abbattimento di quello più piccolo (lo statoladro): due piccioni con una fava. Perchè sinceramente liberarmi della neuropa per poi continuare ad essere schiavizzato dallo statoladro non è una prospettiva che mi aggrada.
@Salvatore Franco il 19 marzo 2014 alle 13:31:
Velocemente.
Ma io non voglio mica impedire a mariolino di esprimere la sua opinione, ci mancherebbe. Dico solo che non trovo costruttivo discutere con lui e quindi tendenzialmente non lo farò più.
“b) se cadesse totalmente il concetto di nazione (quello che voi chiamate impersonalmente “stato”) ognuno farebbe il cacchio che gli pare.” Beh, non è per nulla così e non mi metto nemmeno ad elencare i molteplici motivi per cui non lo è, ne a segnalare le confutazioni di questa argomentazione portate avanti da gente ben più in gamba di me. Mi limito a contestare l’assioma “no stato (o nazione) = anarchia” facendo notare che le comunità umane organizzate esistevano prima dell’invenzione sia dello stato che della nazione, e continueranno ad esistere anche dopo che ce ne saremo liberati. Che poi parlare di nazione in Italia non ha alcun senso, visto che non lo siamo mai stati e non è neppure auspicabile che lo si diventi. Anzi, buona parte del problema nasce proprio da lì, che invece di pensare a come costruire uno stato sul “materiale umano” esistente, sono 200 anni che si prova a cambiare le persone per adattarle ad astratte idee di stato e nazione. I risultati parlano da soli. E ora ci troviamo con una serie di criminali che vorrebbero fare la stessa porcata a livello continentale e addirittura mondiale. Noi popoli italiani più di tutti dovremmo sapere quanto malvagia sia questa idea.
Poi certo, io parlo per me, ma oggi magari sono solo ad oppormi e considerare lo stato mio nemico, domani saremo in due e così via. Non aspiro ad essere un capopopolo, mi limito a seguire la mia filosofia morale che è in netto contrasto con le baggianate scritte nella costituzione collettivista che ci ritroviamo. E che pertanto per me è e rimane cartastraccia. Se questo porterà delle conseguenze le accetterò, ma la mia integrità viene certamente prima dello statoladro, che pretende che io mi abbassi al suo livello (criminale).
Per Salvatore, Andrea, Fabrizio e tutta la compagnia.
Io ho detto tante volte che non ho la soluzione a nulla , ma anche che le proposte di qualcuno le vedo irrealizzabili, e per moltissimi anche deleterie.
Andrea parla di aziende leader mondiali, ma di cosa, dove le ha trovate queste fantasie, in Italia di alta tecnologia non si fà più niente da decenni, si sono venduti tutto, riducete tutto ad economia, ma esiste anche altro oppure no.
Gli altri ci fanno caso eccome, infatti il nostro principale difetto in questo momento è che siamo divisi su tutto o quasi, e gli altri ci inchiappettano a man salva.
I rapporti di forza e la forza contano ora come hanno sempre contato, Fabrizio dici che siamo civili e non succederebbe niente, sei proprio sicuro, basta guardarsi un pò in giro e di bagni di sangue ne vedi quanti ne vuoi, anche molto vicini, Gandhi nella storia è stato unico e penso irripetibile.
Riducete tutto ad un fantomatico mercato che credete sia la panacea di tutti i mali, invece per me ne è l’origine, perchè permette e ha permesso la concentrazione di potere in pochissime mani, ho anche spiegato cosa mi piacerebbe ma che non lo credo possibile,ed allora l’unica è adattarsi al male minore.
Se ora la gente come me, e anche come voi mi pare, non conta un cacchio, nel sistema puramente mercantilistico che vi piace conterebbe ancora meno, se non siete o diventate quelli che tengono la barra del timone, o si toglie il timone a tutti oppure tocca pedalare.
Dite anche che Europa e Usa stanno crollando, noi forse si, ma America Germania e molti altri non mi pare per niente.
Quello che dico io sono solo teorie, lo stesso le vostre, possono funzionare su qualche libro letto da pochini, ma in pratica le vedo anche più dannose delle attuali, direi che siamo messi così male perchè si sono avvicinati sempre più a quel sistema che ambireste vedere nella sua totalità.
Con tutti i sistemi sperimentati finora chi stà alla base della piramide lo ha sempre preso in quel posto, non credo che possiate confutare questa affermazione, l’unica cosa che cambia sono i centimetri che ti infilano, ma ora và anche di moda.
Saluti lo stesso e incazzatevi meno che alza la pressione.
Ps, io prendo per quello le pasticche che mi passa lo stato ladro, altrimenti forse sarei già morto, come succedeva un tempo non tanto lontano, si fà alla svelta a tornarci.
X Fabrizio e Andrea
Ooooh.. ciao Gord… oops Fabrizio! Parli del diavolo e spuntano le… eh eh! Mi fa piacere risentirti dopo tanto ignorare quello che scrivo, specialmente quando mi rivolgo a te e a Pellis. Bene (anzi male, comunque fa lo stesso) x le politiche. Sul tuo “votare col portafoglio” mi pare di averti già risposto, senza avere replica, giusto? Ma c’era anche quell’altra domanda (sempre nello stesso intervento) sulle future europee, per la verità, e sul ruolo dei media… Quando vuoi/volete io attendo sempre…
Andrea: “quello che trovo inutile è dire sempre che le proposte altrui non vanno bene, ma evitare di proporre qualcosa di diverso. Il che denota l’accettazione dello status quo”
Perfetto, concordo, e gliel’ho detto pure io un milione di volte. Ma se quello è così non possiamo farci nulla. Gli riconosco, come a tutti, la libertà di ripetere la sua su quell’argomento. Lo fucilerei pure, ogni tanto, ma mi sa che spara meglio di me. Per il resto non mi pare che vaneggi. Nella “norma”, insomma. Rassegnati!
Fabrizio: “mi devi spiegare quale è secondo te il criterio per cui una cosa è possibile e l’altra no. La legge dello stato italiano?”
Certo che sì: ti piaccia o meno solo a quella puoi fare riferimento, sic stantibus rebus,non ad altro. Se ne vai al di fuori diventi subito un fuorilegge. Come il cow boy che ammiri tanto. Se ognuno si proclamasse come quello varrebbe ancora la legge del Far West, quella con le sfide all’ O.K .Corral. Non ci sarebbero più megapadroni da combattere (cosa ancora possibile e puoi farlo usando solo le stesse loro norme) e, vista l’imperfezione della natura umana, ci ammazzeremmo l’uno con l’altro. Io almeno, lo ammetto, come ti ho già scritto.
Tu, invece, mi continui a parlare del mercato libero; ma dove l’hai visto ‘sto film? I tempi del baratto tra privato e privato sono finiti da un po’ di tempo mi pare. Può non piacerti quello che dice anche mariolino, ma quello è il mondo reale. Eppoi, ‘ste cose, te le avevo scritte proprio su quel commento a cui non hai risposto. Assieme a Pellis, naturalmente. Per cui, ogni volta che mi ripeti il mantra: “è dallo stato italiano che ci si vuole affrancare.” è inevitabile, automatico, lapalissiano, che io ti faccia la solita domanda: “ci si” chi? Tu e Pellis e va bene, qualcuno di passaggio stavolta su questo blog, e poi? Sui veneti ho già detto quello che penso: rispettabilissime persone, grandi lavoratori, ma ESASPERATI. E’ facilissimo fare referendum di quel tipo. Ma poi, dopo le 18 del prossimo venerdì, cosa accadrà? Vorresti spiegarmelo tu, visto che con i miei “potenti mezzi” (due grammi e mezzo di cervello) non ci arrivo?
Perché quello che può succedere dopo (effetti pratici, eh..) l’ho già scritto alle 02:16 di oggi.
Dimostrami il contrario. A meno che non sia tutta una manovra per ottenere un autonomia amministrativa regionale (ed ho i miei dubbi che gliela concedano, per altri motivi di pappatorie già esposti) non vedo COME sia possibile “sganciarsi” dall’Italia e fare una Repubblica a sé, con tanto di bandiera, Costituzione, ordinamenti giuridici etc. Già una nazione Europea può “sganciarsi”, solo se mantiene SALDO il concetto di sovranità, una regione della nazione certamente no. Perché non ti riconosce nessuno, neanche a livello inter-nazionale (occhio al labiale di quest’ultima parola!). Hai ben visto cosa è successo dopo la caduta dell’Unione Sovietica. Ti assicuro che quelle nazioni stavano meglio prima, nonostante tutto lo schifo che c‘era anche lì. Ed ho informazioni familiari di prima mano, come sai. Oltre ad esserci stato. Dopo la caduta del muro si sono ritrovati tutti poveri e pazzi perché Lenin prima e Stalin dopo, avevano pianificato l’accentramento del potere a Mosca, con un ingegneria geniale di interdipendenza industriale tra le repubbliche. Finita l’URSS, i russi si son portati via tutto. Noi, che non stavamo neanche male per cazzi nostri, mille volte meglio di loro, ci siamo ritrovati nella stessa situazione dei sovietici, con l’UE di ora. C’è un potere sovranazionale che riconosce solo a se stesso il diritto di interferire nelle politiche economiche, fiscali, commerciali, e legislative delle nazioni. Esautorando i parlamenti, come quello italiano, da ogni potere decisionale, per giunta. E noi invece di fare il fugone subito dai poteri centrali sovranazionali, ci continuiamo a fare inchiappettare tenendoci il mignottume politico mummificato che lo ha reso possibile. E che a sua volta pappa a quattro ganasce pure lui. Oltre al danno, la beffa. Ma che furrrbi, gli italiani! Ecco perché io parlo di uomini, prima che di “sistemi”. Se vuoi eliminare quei sistemi devi prima eliminare quegli uomini. E non ci sono Santi che tengano, se vuoi restare vicino alla realtà. Possiamo solo discutere sul come, non su altre cose.
Altro che i “nel cuore d’ogni veneto ghe xè on Leon, miga on cojon.” di Zaia! Vorrei vedere lui, in prima persona, mettere il culo a rischio come chiede di fare ai veneti! Brava gente, ripeto, pure troppo. Anche se vedo qualcuno di loro sufficientemente.. “bastardo” che s’è mangiato la foglia. E posso solo complimentarmi. Per me sono fratelli e i cazzi loro sono anche cazzi miei, se non avevi colto, Fabrizio… problemi NATO compresi.
Potremmo essere i primi della classe sul bacino mediterraneo, con gli occhio rivolti ad est, all’ovest europeo, al Nordafrica, ed allo stesso Nordeuropa senza vincoli di sorta, potremmo continuare a prosperare, e invece siamo diventati la fetecchia delle fetecchie, lo zimbello di tutti in questa UE di merda ed in Nordatlantico, con i cosiddetti “alleati”. Invece noi, imperterriti, continuiamo a scornarci, mentre gli altri ci inchiappettano. Questo come lo chiami, Fabrizio: statalismo socialista? A me non interessano le definizioni, ma solo come stiamo. E prima stavamo certamente meglio di ora, chiedi a chi vuoi.
Comunque questo è un semplice blog dove tu stesso hai detto che ognuno può esprimere liberamente la propria opinione. E posso solo dartene atto, per quanto mi riguarda. Dunque non credo sia il caso di scaldarsi tanto come hai/avete fatto ultimamente. Anche se non con me, spero.
LA COSTITUZIONE:
Attenzione, se ti rivolgi a me: io non tiro in ballo la “sacralità” della stessa. Quando dico che va rispettata non intendo dire che me ne sono perdutamente innamorato. Una parte di essa mi andrebbe anche bene, se fosse applicata alla lettera. Fondamentalmente non mi va più bene la rappresentatività politica per come è diventata, soprattutto negli ultimi decenni. E sono più per una forma di democrazia diretta su modello elvetico. Quel link che ho postato rappresenta quello che vorrei, e non giudico impossibile arrivarci. Su una confederazione vera, accorpata sotto un’unica bandiera e con un unico esercito, sarei anche d’accordo. Su altre… “cose” no. Ma anche questo è secondario, visto che io sono uno qualunque, quindi mi pare inutile sviscerare ora. La vera questione è che io mi limito ad osservare sulla Costituzione è che: C’E’. E che, fino a quando non viene cambiata da qualcuno, ci si (nota bene il mio “ci-si”) può sbattere fino alla consunzione, ma resta tutto com’è.
Se la vìoli (e non è un discorso così astratto come vorrebbe Andrea) passi dalla parte del torto. E sei perseguibile. Questa allora, non puoi più considerarla carta straccia, come vorresti, Andrea. Perché se vuoi rischiare da solo è un conto, ma se ragioni per “gruppi omogenei” (come dice Fabrizio) allora ha ragione mariolino a dire che (a seconda del numero) ti ritrovi sotto casa vigili urbani, polizia, esercito e fino agli F-35 (che per fortuna non funzionano tanto bene). Perché a) sei schedato e controllato, e ormai lo sanno anche i bambini, e b) se cadesse totalmente il concetto di nazione (quello che voi chiamate impersonalmente “stato”) ognuno farebbe il cacchio che gli pare.
Non è per nulla vero, Fabrizio, che: siccome siamo al 2014 siamo tutta gente civile e per bene. Quando mai? Quello è il mondo di Alice nel Paese delle Meraviglie. Non sono io a dirlo ma gli stessi dati sulla micro e macro criminalità, redatti dal ministero dell’Interno su territorio nazionale. Io non mi sono inventato niente ed anzi penso che quei dati siano in difetto, non il contrario. Perché fanno riferimento solo agli eventi denunciati.
Dunque trovo obsoleto (e piuttosto noioso, in verità) disquisire su nobili principi che ci troverebbero tutti d’accordo. Vedo che ci troviamo nella merda (per responsabilità anche nostre, naturalmente) e mi sforzo di trovare una via d’uscita. So di avere di fronte solo schifosissimo materiale umano, alla fine, più che concetti accademici. E cerco di capire cosa ho in mano per combatterlo. Solo che finora, ancorchè imperfetta quanto volete, l’unica arma reale (e non immaginaria) è una matita quando sono dentro un’urna.
Se non moralmente, dunque, PRATICAMENTE tra ciò che c’è, e ciò che vorremmo che ci fosse, ci sono soltanto regole che possono essere cambiate (o meno) dai semplici cittadini, allo stato dei fatti. E tutto, lo ripeto fino alla noia, dipende da quanti siamo. Di rivoluzioni armate (ecco il nesso di mariolino ed il mio con la Crimea e con le “primavere” in generale) mi pare non sia neanche il caso di parlarne. Anche se, superati i limiti (molto variabili) della umana sopportazione, comprendo e giustifico anche le rivoluzioni armate. Che non sono azioni, bensì legittime reazioni, come insegna la Storia. Soprattutto per quella francese. Noi non siamo ancora arrivati a quel punto e spero sempre in altre alternative. Temo che ci arriveremo nel giro di due anni, scrivevo qualche mese fa. E nessuno più di me spera di sbagliarsi, ma i segnali ci sono tutti.
La “rivoluzione del portafoglio” non mi convince e ne ho spiegato il perché. Più di una volta, per giunta. Orbene:non so se siamo coglioni (sembrerebbe di sì) , ma di certo non siamo leoni, e non vale solo per i veneti. Quei maiali di sempre hanno messo mano alla Costituzione per impedire il giusto referendum che doveva aver luogo nel caso del Fiscal Compact, anglicismo dal suono rassicurante per indicare lo scellerato Patto di Stabilità (revisione art.81) che ci massacra per vent’anni, e lo hanno votato all’unanimità. Poi come ti ho già suggerito, Fabrizio, se vai in giro a chiedere cos’è, questo è quello che viene fuori parlando con la gente comune:
http://www.youtube.com/watch?v=wGXvHZKuG1g
E parliamo di Milàn l’è on gran Milàn, mica del paesello sperduto da qualche parte.
Circa l’ESM o MES, è lo stesso, fidatevi a scatola chiusa. Già sperimentato nella mia città, che non è piccola.
Ecco perché prende corpo quella domanda sui giornalisti, a cui non avete risposto, nonché quella sul prossimo 25 maggio…
Un saluto a entrambi e che Dio ci aiuti (per chi ci crede)
EMILIO il 19 marzo 2014 alle 11:41:
LOMBARDO DOC…stà farneticando.
Sotto l’Austria il popolo era più povero di adesso e con meno diritti, e c’era la pena di morte contro chi osava ribellarsi. Ricchi erano i leccaculo e i faccendieri e chi con l’impero austro ungarico trafficava. Ricchi si, ma con i soldi estorti al popolo.
Proprio come adesso. I Formigoni, i Ligresti ,i Berlusconi e i quelli che dal 1917 cominciarono a farsi chiamare comunisti, ma in realtà erano fannulloni incapaci ma con una gran voglia di vivere da ricchi con i soldi degli altri, c’erano anche allora.Invece di chiamarsi sindacati si facevano chiamare nobili di corte.Vivevano a sbaffo sulle spalle degli altri.
L’ITALIA E’ NATA CON LA VIOLENZA NON CON VOLONTA’ UNANIME DEL POPOLO.LA COSTITUZIONE ANCHE… IL POPOLO L’HA APPROVATA? NO, E’ STATA IMPOSTA DAI COMUNISTI. LE ISTITUZIONI NON MOLLERANNO MAI NE IL VENETO,NE LA LOMBARDIA, SENZA QUESTE 2 REGIONI,L’ITALIA FALLIREBBE SUBITO.
SE IL CATTANEO E MAZZINI SI FACEVANO I CAZZI LORO ORA SAREMMO CON LA GRANDE AUSTRIA LIBERI E MOLTO RICCHI…. SALUTI DA UN LOMBARDO DOC.
Salvatore Franco
se i pupari dell’alta finanza mondiale hanno già pensato a mettere i loro uomini in tutti i partiti, che a parole dicono di non volere l’UE come il MSS,ma nei fatti non si staccherebbero una volta ottenuto voti a sufficienza( la storia insegna)perché i pupari non glielo permetterebbero, non si fa prima a mettere i sigilli ai seggi e dire:” Noi non vi votiamo, perché non vi riconosciamo, non fate parte dell’Europa, ma siete solo dei cavalli di troia entrati per seminare zizzania e distruggerci dall’interno.”
Non vi RICONOSCIAMO E NON VI VOGLIAMO, come padroni.Punto
PS non avendo il nostro voto non potrebbero più dire: dovete ascoltarci perché ci avete eletti per fare il vostro bene.
Un saluto
Mi vien spontaneo di fare una domanda a tutti i veneti che credono nell’indipendenza e la forza non fa l’unione.
La Merkel POTENTE di oggi, senza l’unificazione delle due germanie, il suo potere sarebbe stato lostesso o no?
Va ricordato che l’Italia unita si è impadronita della stessa iniziando a difendersi e cacciando dalla sua proprietà il colonialismo.
Risultati ufficiali del referendum in Crimea:
96.77% ha votato per la Crimea per unirsi Russia
02,51% ha votato per la Crimea a rimanere una repubblica autonoma all’interno della sovrana Ucraina
00,72% dei voti è stato dichiarato nullo
83.10% degli aventi diritto al voto hanno partecipato a questo referendum (quindi: il 16,9% non ha votato).
Perchè hanno vinto i russi?
In 22 anni di indipendenza dell’Ucraina,il popolo Crimea non ha avuto nessun aiuto per compensare la loro cultura,lingua ecc.Al contrario la Russia ha approvato una legge chiamata”Legge sulla riabilitazione dei popoli soppressi”.
Riporto la Legge e i suoi art.in traduzione italiano.
Articolo 1 . Riabilitare tutti i popoli repressi , pur riconoscendo i illegali e criminali atti di repressione contro i popoli .
Articolo 2 . Popoli repressi riconosciuti ( Nazioni , nazionalità o gruppi etnici e altre comunità storica culturale – etnico di persone, per esempio i cosacchi ) , che sulla base della nazionale o altra affiliazione è stata effettuata presso le politiche a livello di Stato di calunnia e genocidio, con il loro delocalizzazione, l’abolizione delle formazioni statali nazionali , rimaneggiamento dei confini nazionali -territoriali , che istituisce il regime di terrore e violenza nei luoghi di insediamenti speciali forzata.
Articolo 3 . La riabilitazione dei popoli repressi significa il riconoscimento e l’esercizio del loro diritto al ripristino dell’integrità territoriale , le politiche incostituzionali precedenti costretti ridefinizione dei confini , per ripristinare le formazioni statali nazionali , formata prima della loro soppressione , così come per i danni causati dallo Stato .
La riabilitazione comporta la restituzione dei popoli che non hanno avuto le proprie formazioni statali nazionali , secondo i loro desideri , nei luoghi di residenza tradizionale nel territorio della RSFSR .
Nel processo di riabilitazione dei popoli repressi non devono essere violati i diritti e gli interessi legittimi dei cittadini residenti nei territori dei popoli repressi .
Articolo 3.1 . I cittadini dei popoli repressi sottoposti a repressione sul territorio della Federazione russa per motivi di origine nazionale o altro, sono soggetti alla legge della RSFSR sulla riabilitazione delle vittime della repressione politica . ” ( Articolo 3.1 della legge della Federazione russa dal 01.07.93 # 5303-1 )
Articolo 4 . Nessuna agitazione o di propaganda , per impedire la riabilitazione dei popoli repressi . Gli autori di tali atti , così come li incitano , perseguite a norma di legge.
Articolo 5 . La ricostruzione e il cambiamento delle formazioni statali nazionali dei popoli repressi vengono effettuati sulla base della regolamentazione legislativa delle relazioni interetniche .
Articolo 6 . La riabilitazione territoriale dei popoli repressi comprende l’implementazione in base alla loro espressione delle misure giuridiche e istituzionali per ristabilire i confini territoriali nazionali esistenti prima della loro cambiamenti forzati incostituzionali .
Per l’applicazione della riabilitazione territoriale ove necessario , può essere un periodo di transizione . Decisione sull’istituzione del periodo transitorio e il ripristino dei confini nazionali – territoriale è stato adottato dal Soviet Supremo della RSFSR .
Articolo 7 . Riabilitazione politica dei popoli repressi , in precedenza avevano il loro abolito illegalmente istruzione pubblica nazionale , prevede il restauro di tali enti , secondo la procedura di cui all’articolo 6 della presente legge.
Articolo 8 . Riabilitazione politica dei popoli repressi , non hanno le proprie formazioni statali nazionali , significa che il loro diritto al libero sviluppo nazionale , tornare ai loro precedenti luoghi di residenza nel territorio della RSFSR , e fornendo loro pari opportunità con gli altri popoli nell’esercizio delle loro diritti politici e delle libertà garantite dalla legge.
Articolo 9 . I danni causati dai popoli repressi e privati da parte dello Stato a seguito di rappresaglie , è rimborsabile .
Compensazione delle persone e dei popoli riabilitati è stabilito da atti legislativi dell’Unione di SSR , RUSSO SFSR e repubbliche della Federazione russa .
Restituzione ai popoli riabilitati e individui viene attuato in fasi , meno in termini di compensi e benefit percepiti dai cittadini sulla base della legge della RSFSR sulla riabilitazione delle vittime della repressione politica ” . ( Come modificata dalla legge della Federazione russa Federazione dal 01.07.93 # 5303-1 ) (vedi il testo nella precedente edizione )
Articolo 10 . Reinserimento sociale dei popoli repressi significa che i cittadini che sono stati sottoposti a repressione , durante il loro soggiorno a specposeleniâh ( riferimento di terra ) è conteggiato nella lunghezza dei risarcimenti elevatissimi . Esso prevede inoltre un aumento delle dimensioni di pensione di vecchiaia per ogni anno di lavoro , tenendo conto dei periodi previsti dalla legge della RSFSR sulle pensioni nel RSFSR ” .
Articolo 11 . Riabilitazione culturale dei popoli repressi comprende una serie di misure per ripristinare il loro patrimonio spirituale e soddisfare le loro esigenze culturali .
Significa anche il riconoscimento per i popoli repressi giuste per restituire i vecchi nomi storici e luoghi , ottorgnutym hanno illegalmente durante gli anni del potere sovietico .
Articolo 12 . Tutti gli atti del federale , repubblicana e le autorità locali e funzionari taken on popoli repressi , con l’eccezione degli atti di ristabilire i loro diritti , sono riconosciuti come incostituzionale e vuoto.
Articolo 13 . Caratteristiche dell’applicazione della presente legge in relazione ai popoli repressi viventi e vissuti sul territorio della Federazione Russa sono soggetti di separati atti legali della Federazione Russa, adottate in relazione a ciascuno degli repressione del popolo.
Una domanda:a chi credere,agli Stati Uniti l’europa o i Russi e la Crimea?.
Non capisco tutti questi discorsi sull’Italia che dovrebbe “contare qualcosa”, e come questo sarebbe impossibile se fosse finalmente divisa.
Qualcuno si è preso la briga di controllare quante migliaia di aziende sono leader mondiali e/o unici produttori di qualcosa? A queste aziende non credo importerebbe granchè di trovarsi in Italia, in Veneto o su marte, continuerebbero ad essere leader mondiali e/o unici produttori di quel qualcosa. Così come non fregherebbe nulla ai loro clienti. E questo solo per citare una delle cose più eclatanti.
Si continua cioè ad identificare lo statoladro (che giustamente non conta nulla) con i popoli italiani e l’economia del paese, ma per fortuna le due cose NON coincidono. Qualcuno si è domandato perchè dobbiamo essere schiacciati?
Se lo stato italiano non vuole abbandonare l’Europa socialista allora è giusto abbandonare lo stato italiano.
E voi volete un’Italia forte?
Forse confondete le cose, voi forse confondete uno stato forte con una nazione ricca.
A me interessa una comunità ricca non uno stato forte, mi importa ben poco di quanto sia grande la comunità perché non è per nulla scontato che una comunità grande diventi necessariamente ricca: Europa e Usa lo dimostrano: stanno crollando sotto il peso dello stato.
È il modo di agire che fa la differenza, le regole che ci si danno e che nella fattispecie, oltre a non basarsi su princìpi sani, sono troppe e vanno ad influire sul grado di libertà di chi deve subirle, quindi a limitare fortemente la loro libertà di azione sul mercato con conseguente impoverimento dello stesso, cioè di tutti.
L’Italia è entrata in Europa per far parte di uno stato ancora più forte col risultato che il costituire uno stato ancora più forte ha portato ad un’impoverimento generale di tutti gli stati. È il fallimento dell’Europa, dell’impostazione centralista e socialista di quel sistema.
E se l’Italia fosse rimasta sola?
Uguale, stesso risultato, era già povera perché malata di statalismo e socialismo anche prima.
E voi volete perseverare su quella strada?
Voi siete pazzi.
Fatelo pure se volete, ma per conto vostro…
@Salvatore Franco il 18 marzo 2014 alle 22:50:
Quale sia la mia posizione sul voto credo di averlo detto più e più volte.
Quanto alla difesa d’ufficio del mariolino, quello che trovo inutile è dire sempre che le proposte altrui non vanno bene, ma evitare di proporre qualcosa di diverso. Il che denota l’accettazione dello status quo (o peggio che se ne trae vantaggio). Per questo ignorerò. Che poi il soggetto in questione proprio non ascolta (o non capisce, non so cosa è peggio…). Perchè quando si dice “lottare per la libertà” lui, forse per l’estrazione che conosciamo, sempre pronta alla violenza, pensa che questo non possa voler dire altro che imbracciare il fucile. E hai voglia a spiegargli che ora ci sono moltissimi altri modi anche più efficaci. Guarda anche l’ultimo post per rendertene conto. Ci si è provato in tanti a fargli capire che c’è vita oltre le sue convinzioni, e forse altri ci proveranno, ma per quanto mi riguarda mi sono stufato.
Tu dici che la costituzione c’è e va rispettata. E io domando (di nuovo!): perchè dovrei rispettarla io, se essa viene sistematicamente calpestata dallo statoladro stesso? La penseresti allo stesso modo se lo statoladro decidesse di sequestrare la tua casa o qualunque altro tuo avere, cosa perfettamente possibile in punta di diritto costituzionale, visto che questa porcata socialista è scritta addirittura nella costituzione? Per di più non mi ci riconosco per nulla, fin dai principi fondamentali. Per me resta cartastraccia, così come sono cartastraccia le leggi dello statoladro, che infatti ignoro e aggiro per quanto mi è possibile. Che poi spesso non è nemmeno difficile, perchè sono talmente assurde che fanno acqua da tutte le parti.
x Mila il 19 marzo 2014 alle 06:24
“Gli Italiani dovrebbero essere piu’ uniti e cercare di riacquistare la sovranita’, e l’Italia potrebbe contare ancora qualcosa.”
Ancora uno/a…
Meno male: quando sono entrato su questo blog, cominciavo a credere di essere di essere io l’unico “scemo del villaggio”.
L’atavica disunione italiota, quella politica (seconda solo a quella calcistica a cui si ispira), ha già avuto fin troppi effetti devastanti per tutti, finora: imprese falcidiate, suicidi di imprenditori e operai, gesti insani, disoccupazione galoppante, invasione clandestina, miseria, disperazione. L’altra faccia della medaglietta che ci propinavano i media fino a ieri. Tutto in nome di quel “ce lo chiede l’Europa” di cui quei cani – che ci hanno lasciato mettere il cappio al collo – si sono riempiti la bocca mentre andavano a baciare il culo dei capi di Stato stranieri.
Ed è sempre peggio: oggi fanno la stessa cosa e ti dicono che l’Italia può stare tranquilla perché è arrivato il “nuovo”, l’Unto del Signore che andrà a rinegoziare tutto e blablablà; “home” però “ ‘un te lo dice”, l’ennesimo non-eletto. Sta di fatto che è subito pappa e ciccia proprio con Germania (Merkel) e Francia (Hollande), come i suoi due predecessori. Non eletti, per l’appunto, come lui. Ed ecco la nuova figura del “cane-chiacchierone”:la “nuova Europa”, le “riforme” etc. Quel crimine è già stato commesso da altri e ora continuerà tutto come da copione.
Vorremmo, come ciliegina, cercare di autodistruggerci, per di più?
E questi sono proprio i… “cazzi nostri”, al paese mio.
Quando basta, Gordon?
Salvatore Franco, non sbagli, mi son guardato bene dall’andare a votare.
Io, come sai, da un po’ di tempo voto col portafoglio, molto più efficace…
Un saluto .
Salvatore Franco, mi devi spiegare quale è secondo te il criterio per cui una cosa è possibile e l’altra no. La legge dello stato italiano?
Ma è proprio questo che si sta mettendo in discussione, è dallo stato italiano che ci si vuole affrancare.
Visto che molti di voi tirano in ballo la storia, voi appassionati avrete sicuramente notato che nel mondo nel corso dei millenni, per quanto riguarda il numero e la dimensione degli stati, non c’è mai stato nulla di definitivo ma una continua trasformazione, cosa volete fare? Fermare il mondo? WOW… che arroganza, che spocchia, che presunzione…
Poi arriva gente come Mariolino a sventolare lo spauracchio della guerra civile e dei bagni di sangue come se fossero inevitabili in una qualsiasi trasformazione.
Ma siamo nel 2014, siamo gente civile, abbiamo un rispetto per la vita sicuramente maggiore che 200 anni fa, c’è stata evoluzione nei modi di pensare e di affrontare le decisioni: prima si parla (referendum) e poi eventualmente se se dall’altra parte si fanno “orecchie da mercante” si “spara” (embargo).
Alla fine una soluzione la si trova sempre.
Il voler continuamente tirare in ballo la “sacralità” della costituzione mi sembra invece, questa sì, una minaccia di tipo mafioso. Il vero rischio che si corre è che se si insiste nel mantenere questo stato di cose con la forza (leggi dello stato), si arriverà prima o poi ad una vera guerra civile, e questa non è una minaccia ma soltanto una logica conseguenza.
Insomma, la volontà di scatenare una guerra non dipende certo dai Veneti ma eventualmente dallo stato se vuole continuare a tenerli nel recinto.
Tra persone civili i divorzi sono consensuali.
Un saluto .
x Francesco p -Nell’Europa dei 100 Stati federati e autonomi comanderebbe ugualmente la Germania, come e’ logico, perche’ e’ piu’ forte e i suoi abitanti uniti e con un senso dello Stato (anche un po’ troppo). Gli Italiani dovrebbero essere piu’ uniti e cercare di riacquistare la sovranita’, e l’Italia potrebbe contare ancora qualcosa. Poi si potrebbe fare uno Stato veramente federale o anche una secessione del Nord, ma gli Italiani sono politicamente incapaci o di idee di sinistra-anarcoidi e quindi rassegnamoci.
@ Rustego Piovan da Molin il 18 marzo 2014 alle 21:39:
i giornalisti non sono al 100% della loro competenza?
I giornalisti riportano notizie, non tutte, purtroppo (è il fenomeno del gatekeeping, come dicono gli “addetti ai lavori”). Quando le riportano, possono manipolarle quanto gli pare, edulcorarle o criminalizzarle, ma non sono così fessi da stravolgerle totalmente. In ambito nazionale, perlomeno, perché sarebbero subito sconfessati. In campo internazionale diventa un’altra cosa: è sufficiente che una emittente di importanza mondiale (es. la CNN) fornisca anche un falso clamoroso, ed ecco che “a pioggia” le altre emittenti si aggregano. E’ il fenomeno degli spin doctors: il vero cancro dell’informazione, di cui a volte gli stessi giornalisti sono vittime inconsapevoli. In questi ultimi anni questi fenomeni sono stati resi noti, e sempre meno gente crede all’informazione ortodossa (giornali e TV). L’Italia fa eccezione, come al solito.
Detto questo, non mi pare che “…il massimo che può fare Zaia è sostenere e spingere l’idea”.
Zaia è il governatore della regione Veneto, e conosce benissimo l’art.5 della Costituzione. Sa perfettamente che, qualunque sia l’esito del referendum, questo non cambierà nulla. Da qui i miei riferimenti al Gattopardo. Lui dice che “nel cuore d’ogni veneto ghe xè on Leon, miga on cojon.”
E saltano fuori i commenti del tipo “…riprendiamoci il nostro amato territorio e la nostra dignità! Viva San Marco!”, e similari, come avrà letto. Poi – avrà letto anche questo – ce ne sono altri totalmente diversi. Più realistici, a mio avviso, e che arrivano dagli stessi veneti!
Sì, capisco, dico io: Viva San Marco (e viva pure San Gennaro e Santa Rosalia, per carità), ma… con gli effetti pratici di questa storia, come la mettiamo? Se la protesta montasse al punto da far succedere qualcosa di strano interverrebbero proprio i militari del “San Marco”. Oltre che l’Eurogendfor che hanno/avete proprio in casa. Ha visto come sono stati isolati i sindaci della Val di Susa? Attenzione, io non parlo dei black block, ma dei legittimi rappresentanti eletti da quelle popolazioni con tanto di fascia tricolore, eh.. Cosa le fa credere che nel vostro caso ci sarebbe qualcosa di diverso? Crede forse che quei mariuoli di governanti prenderebbero in considerazione la protesta veneta? Diranno un po’ della solita aria fritta, a mio parere, e poi si sgonfierà tutto, come sempre. Questo per essere gentile.
Se invece seguo il mio istinto e tengo conto di quanto è successo altrove, penso che abbiano già i loro uomini all’interno. Non parlo degli onesti imprenditori veneti, ma dei sobillatori. Ecco perché quei riferimenti ai veneti che non sono coglioni, ma leoni, mi puzza di bruciato. Dobbiamo credere che la maggior parte di loro siano disposti a morire per i loro ideali? Guardi, ho conosciuto qualche veneto, ed anche qualche mio ex collega lo era. A me sembra gente pacatissima (forse anche troppo) per rispondere alle disinvolte definizioni di Zaia.
Intanto – e le credo – dopo aver lanciato il sasso, Zaia ha cominciato a dire che lui non c’entra nulla con l’organizzazione del referendum. Ma perché, scusi, glielo aveva chiesto qualcuno? Non si era messo forse, forte della sua posizione di governatore, a fare perlomeno da cassa di risonanza?
E quando succedono queste cose io mi faccio sempre la solita domanda: cui prodest?
Che interesse ha Zaia, uomo di potere leghista, e con quel popò di sistema di potere a lui ascrivibile, a fare il novello Spartacus? E’stato toccato dalla Grazia? Ha mai detto forse che TUTTI i vecchi partiti, compreso il suo, sono TOTALMENTE inaffidabili? Ha forse detto che siamo tutti una colonia di qualche asse neomercantilista? Che siamo in mano ai Pupari della Tecno-Finanza mondiale? No eh, mica è scemo, Zaia! Lui fa parte di un apparato politico, fradicio e puzzolente, che è diventato ormai un cartello unico, fatto di schiavi, lacchè e traditori. Una massa di quaqquaraquà che andrebbero processati in blocco per Alto Tradimento. Altro che maggioranze e opposizioni! E lei deve aver compreso qualcosa se non ha dato il voto al cdx o al csx (se ho capito bene). Lei ha votato un partito minore, dice.
Ma un partito minore può essere solo uno “zerovirgola” indipendente, quelli che si sa in partenza che non otterranno un tubo, oppure uno di quelli dell’Armata Brancaleone che poi finiscono (o già ci sono) dentro il cdx o il csx.
Anch’io che sono (anzi: che ERO) di dx avrei avuto la tentazione di votare Storace, ma purtroppo (l’ho anche scritto) il Partito di Storace si trova nel giocattolo sbagliato. Quello del Berlusca, che avevo votato nel’94. Personalmente ho ritenuto di dare il mio voto al partito-movimento che ha fatto il maggior numero di voti, DA SOLO, in Italia alle politiche 2013. Che poi, per una legge elettorale truffaldina, quei parlamentari non ottengano tutti i risultati che si prefiggono, è solo perché hanno contro il Superpartito Unico dei Papponi, diviso solo a chiacchiere sui giornali e in TV. Anche a non voler seguire le loro proposte e mozioni, quelli che ho votato sono gli UNICI che restituiscono invece di pappare. Dunque Grillo non c’entra nulla, per quanto mi riguarda, allo stato dei fatti. Approvo quel sistema e lo voto, punto.
E se lei parla di “Democrasia Direta”, non capisco quale altro partito possa aver votato. Se è dubbioso sulle prossime “europee” dia un’occhiata a ciò che è già previsto sul loro programma, circa UE ed Euro. In Italia è stata, è, e sarà sempre una questione di numeri e percentuali, al voto. Oggi, tra un “incaprettamento” e l’altro, è diventato tutto maledettamente più difficile di ieri. Tuttavia, chi pensa che il VOTO POLITICO non sia l’unica arma rimasta in mano agli italiani, non ha molti punti di contatto con la realtà. Anche quando è in perfetta buona fede.
Sempre a mio parere, naturalmente.
Egregio R03ERT0 60RETT1 il 18 marzo 2014 alle 15:29:
Le afferma che “Quando l’Italia era divisa in tanti piccoli staterelli questi non contavano niente e i grandi stati europei di allora facevano il bello e il cattivo tempo nella penisola. Gli staterelli italiani erano solo colonie e gli italiani succubi.”
La questione è che l’Italia oggi non conta nulla, proprio nulla, ne in Europa ne fuori dall’Europa. Mussolini finì nelle mani di Hitler, trascinando l’Italia alla rovina, perché il Bel Paese non contava nulla e fu isolato in quanto osò disturbare le politiche coloniali inglesi e Francesi. Ci sono anche esempi più recenti di come l’Italia non possa più neppure difendere i propri interessi vitali in modo autonomo.
Anche l’Europa conta poco sulla scena mondiale. Semplice, NON è una federazione, ma è un’accozzaglia di stati centralisti con tre politiche estere in contraddizione fra di loro, quella tedesca, quella inglese e quella francese. Gli altri 25 Stati non possono semplicemente fare cose sgradite ai padroni.
S’immagini cosa sarebbero gli USA se il Texas facesse una politica estera diversa da quella della California ed entrambi gli Stati operassero sulla scena internazionale in modo antitetico allo Stato di New York. Oppure, se in Canada l’Ontario, il Quebec e l’Alberta facessero politiche estere diverse, impedendo alla British Columbia di averne una propria!
L’Europa dei cento Stati, per intenderci quella in cui la Baviera, la Catalunya, la Serenissima, ecc., fossero degli Stati autonomi federati, funzionerebbe alla grande.
L’EU dei 28 Stati nazionali NON FUNZIONA e NON FUNZIONERA’ MAI.
Andrea Pellis il 18 marzo 2014 alle 21:22:
Prima ringrazio Salvatore del sostegno, io parlo del passato, ma che potrebbe anche tornare, basta guardare in giro per il mondo quello che succede, sono di tendenza pessimista questo è vero, ma spesso ci indovino.
Per quanto riguarda salire sulle barricate non mi sembra che siamo ancora a questo punto, ieri ho fatto un giro di prova in una delle più costose palestre della città, di una nota catena mondiale, ed era piena zeppa di gente nonostante fosse lunedi mattina, quella più economica dove vado normalmente è piena anche di più, quando questi posti saranno vuoti ne riparliamo.
Come ho detto altre volte io le armi le sò anche usare e di svariati tipi, ma conosco i brutti effetti che hanno, solo in teoria per fortuna avendo avuto addestramento specifico da militare, se arriverà il momento vedremo, anche se ormai vecchiotto, Fabrizio e Duro e puro mi hanno visto personalmente, non mi farò inchiappettare zitto zitto.
Spero che non arrivi, perchè la gente come noi lo prenderebbe sotto la coda anche di più, oltre a lasciarci la pelle in molti, che siamo tutti schedati te lo possono dire in tanti, a me lo ha detto direttamente il mio ex superiore in marina, sapeva molte cose, cè chi non ci crede ma è la realtà.
Io sono abituato a discutere e anche litigare con tutti, ma non credo di essere portatore di verità rivelate, come invece molti che scrivono qui.
Ro3erto 60rett1, io ci andrei cauto a dare dei giudizi a chi vuole andare verso stati piccoli, ci sono ragioni morali e logiche precise su cui vale la pena di ragionare prima di dare dei “cojones” a vanvera.
Innanzitutto chi desidera indipendenza e sovranità è una persona che dà valore alla ricchezza, la rispetta e la difende, questo lo fa perché è una persona ONESTA, e una persona onesta prevede di entrare in possesso della ricchezza producendola (lavorando) e scambiandola, in questo caso rispettando la ricchezza che è il risultato della nostra azione, rispettiamo noi stessi.
Cosa che invece non succede a chi è abituato a rubarla, in quel caso non avrà problemi ad appoggiare uno stato sempre più grande e potente, perché vedrà in esso un mezzo formidabile per sottrarre ricchezza a chi invece la produce.
Il fatto che una persona onesta sia disposta a cedere una parte della sua ricchezza per la gestione di un SUO stato, che voglia quello stato più vicino e controllabile nonché più adatto alle sue esigenze, non mi sembra un ragionamento da “cojones”, tutt’altro, mi sembra sacrosanto e logico.
Secondo me qui non c’entra più né la storia né l’identità, c’entrano caratteristiche morali ben precise di un certo tipo di persone.
A proposito vorrei collegarmi a Rustego Piovan da Molin, è vero che la storia di Veneto ed Usa non sono paragonabili, ma le persone che cercano indipendenza e libertà e che credono in certi valori sì, quelle persone, Veneti e Americani e tanti altri sono in quel tipo di caratteristiche molto simili e paragonabili.
Questo non è più un discorso nazionalista “come da costituzione”, la mia nazione diventano i miei simili e non un’area geografica imposta da qualcuno che ha deciso di chiamarla Italia, o Usa, o quant’altro.
Io ammiro quel cow boy che si è rifiutato di pagare al governo Usa, perché ha indebolito lo stato, e se lo stato Usa è più debole farà un po’ meno il furbo anche con me, oltre ad ammirarlo lo ringrazio pure.
Poi vorrei chiedere a tutti quelli che osteggiano l’indipendenza del Veneto: ma perché vi affannate tanto? Perché vi preoccupate tanto? Di che avete paura? Perché questa smania di voler tenere tutti sotto controllo, e possibilmente schiavi, del vostro stato fallito? Chi vi autorizza farvi i cazzi degli altri? Chi vi credete di essere? È questo il rispetto che riservate a persone degne e nobili che vogliono semplicemente farsi gli affari loro senza chiedervi nulla?
Uno stato Veneto indipendente non è un traguardo facile, non lo vuole l’Italia, non lo vuole l’Europa e via dicendo. É nell’interesse dei veneti raggiungerlo, ma credo sia impossibile.
@ Pierantonio il 18 marzo 2014 alle 21:54:
Da sudddista non avente diritto a un ciuffolo…sembrerebbe anche a me (si può dire?)
Saluti da Reggio Calapppria
Ah.. Andrea, ho dato per scontato che tu e Fabrizio non avete votato alle ultime politiche. Almeno così mi sembra di aver capito. Se mi sbaglio correggimi pure. Un saluto.
@ Andrea Pellis il 18 marzo 2014 alle 21:22:
Azz.. Andrea, che mariolino sia un pessimista cosmico non ci piove!
Glielo dico sempre anch’io in privato quando ne ho occasione. Tuttavia non mi pare che stia dicendo soverchie stronzate sull’art.5. Cartastraccia, dici? Tu puoi fregartene quanto vuoi, ma finchè sta lì: o ti mangi ‘sta minestra… E poi(repetita iuvant): una cosa è la tastiera e un’altra è la realtà.
E poi ancora: il buon mariolino è un amico, eddai… perché trattarlo male? Un povero cristo come tutti noi, alla fine, giusto? Per sbarcare il lunario gli tocca di fare pure il… “monnezzaro”! Ti pare il caso di prendersela giusto con lui?!?
Ti fa incazzare? E vabbuò, com’è che dicevi a me? “Ignorare…”, mi pare eh.. eh.. (è la dura legge del contrappasso).
Piuttosto, visto che io (per natura… “bastarda”) faccio il “prezzemolo in ogni minestra” (altrimenti che gusto c’è?), mi sarei aspettato una risposta a quello che ho chiesto a te e a quell’altro amico (della mia stessa “razza”) sul thread precedente (il 16 marzo 2014 alle 18:55). E’ la stessa cosa che ho appena chiesto a Rustego. Il quale, una risposta, almeno me l’ha data (vedo ora) e lo invito a leggere quel mio intervento…
Dunque: che faranno, i nostri due eroi, alle prossime “europee”?
Poi c’era anche una domanda sulla manipolazione mediatica…
Qualunque sia la tua risposta, vai pure liscio con me.
I blog mi hanno insegnato ad essere di bocca buona… 🙂
Da veneto avente diritto al voto mi chiedo se ci sono dei veneti disposti a morire per il Veneto indipendente. Se è così allora la repubblica dovrebbe tremare, altrimenti farsi una bella risata.
Non per niente ma in Ucraina sparano, non mandano diffide.
Per quanto riguarda la NATO la proposta mi sembra la solita fregnaccia demagogica dato che uno stato serio che succede ad un altro mantiene gli accordi con chi vuole gli sia amico.
Sarebbe poi curioso sapere una secessione e una possibile guerra (civile o meno) potrebbe far scattare l’obbligo della NATO ad intervenire in aiuto della nazione attaccata.
Saluti da Venessia.
@ Salvatore Franco il 18 marzo 2014 alle 18:12:
Circa il link che mi ha fornito, mi consenta di farle notare che ultimamente i giornalisti non sono al 100% della loro competenza… e in ogni caso il massimo che può fare Zaia è sostenere e spingere l’idea, non può certo appropriarsene, perché sul sito che ospita la consultazione (in particolare negli articoli delle news) gli organizzatori ribadiscono (e se le interessa sto seguendo un programma su rete Veneta, che dubito lei purtroppo riesca a ricevere in tv, in cui Zaia ha appena affermato che l’iniziativa non è sua) che l’idea è loro, e quei “loro” sono sotto forma di movimento apolitico e finanziato da liberi imprenditori Veneti che sostengono l’iniziativa 🙂 In regione c’è sì un disegno di legge riguardante un referendum, che però non è quello in atto, e che ribadisco è stato bloccato numerose volte.
Alle ultime politiche ho votato un partito minore perché aborrivo l’idea di dare sostegno ad uno qualsiasi dei partiti maggiori almeno quanto detesto l’idea di non esprimermi. Alle Europee sono ancora indeciso, e d’altronde non si è ancora capito bene il programma di alcuna parte.
@mariolino il 18 marzo 2014 alle 18:58:
Io davvero non capisco perchè continuo a perdere del tempo con te. Ogni volta, OGNI VOLTA che si parla di qualcosa, arrivi tu con il tuo pessimismo cosmico, dicendo che è inutile, che tanto finisce male, che comunque vincono sempre i cattivi, che la polizia ci scheda e che qualunque cambiamento finisce nel sangue. Ne prendo atto. Come prendo atto che palesemente a te le cose stanno bene come stanno, o peggio. Contento tu…
C’è chi è anche disposto a morire combattendo per la propria libertà e per il futuro dei propri figli, e chi non lo farà mai perchè è già morto dentro e schiavo. Tu a che categoria pensi di appartenere?
E con questo chiudo definitivamente la perdita di tempo. Buona fortuna.
Non c’e’ bisogno di alcuna consultazione on-line, era sufficiente, negli anni precedenti, utilizzare la matita in cabina elettorale. Partiti dichiaratamente secessionisti esistono da svariati decenni in Veneto, perche’ racimolano (e parliamo del 2013, non 1980) appena il 2% quando il fantasmagorico Referendum ottiene quasi il 20 % (ricordo che si dovrebbe avere il 51 % per ottenere l’indipendenza): forse qualcosa non quadra?
Ecco come si viveva bene ai tempi del Veneto indipendente, e dell’Italia divisa in staterelli.
http://www.treccani.it/enciclopedia/l-ultima-fase-della-serenissima-la-politica-la-municipalita-democratica_(Storia-di-Venezia)/
Terra di saccheggi, rapine e guerre da parte dei soliti noti.
Il problema delle tasse alte va risolto da noi e per noi.Per VIVERE dignitosamente senza morire.
mariolino il 18 marzo 2014 alle 18:58:
mariolino…BRAVISSIMO…
qualcuno non conosce la storia abbastanza bene, a quanto pare. Oppure (e qui voglio essere un po’ maligno)è al servizio di chi comanda da millenni,usando il sistema del”divide et impera”.
Oggi questa nazione la divido, poi fra qualche hanno la riunisco,poi sposto i confini di qua, poi li allungo di là, quì faccio la curva e qui il triangolo. Insomma quelli della squadra e compasso, che si divertono tanto a creare confusione e a far scorrere il sangue.
Andrea Pellis il 18 marzo 2014 alle 11:40:
Aspettavo proprio questa risposta, ho nominato apposta l’art 5, cosa si intende per popolo, anche quello del quartiere o del condominio magari, fino a che livello si deve fare lo spezzatino, ho letto i tuoi link, vai a Siena, ti ricordo che la strada per Firenze è lastricata di sangue, i “liberi” comuni si facevano la guerra vera quella con i morti, trà un campanile e l’altro.
Parlano poi di uno stato minimo, però con il monopolio dell’uso della forza, esercito, polizia,magistratura, ci pigliamo forse per il culo, e chi comanderebbe in quel caso, quelli armati di sicuro, stai certo che in breve tempo ti spremerebbero lo stesso come un limone.
Anche farne a meno è inutile, ci sarebbero i più furbi con il pelo sullo stomaco, che formerebbero “associazioni” tipo mafia, e ci penserebbero loro a mantenere l’ordine.
E’ andata sempre così nei secoli passati, che ora siamo pronti ad un sistema veramente autogestito dal basso, e senza controllori, è fantascienza che neanche Asimov avrebbe saputo scrivere.
Nel mondo di oggi dove ci sono un miliardo e mezzo di cinesi, uno e oltre di indiani che corrono non immagini come, sai cosa ci fanno con i liberi comuni italiani, ci si puliscono dopo averla fatta, oppure ritornano dirattamente gli eredi dei longobardi o simili, sperando che non arrivi un nuovo Attila.
Dare libero sfogo alla fantasia va bene fino ad una certa età, ma dopo no.
Ps, il mio comune era un principato indipendente ad esempio, non contava niente allora figurati ora.
Lo stato italiano è finito per una semplice ragione, non è più in grado di creare ricchezza, al contrario, immiserisce sempre più i suoi cittadini, mi domando, può avere un futuro una stato che non dà alcun futuro ai suoi cittadini? perchè è questo vero il futuro prossimo che ha davanti a sè un lavoratore, un giovane, un pensionato etc etc? Oppure crediamo nel potere salvifico della maglia di Mario Gomez? Ecco, prima prendiamo atto della realtà e meglio è. Per tutti.
stefano il 18 marzo 2014 alle 13:06:
….sinceramente a me Sig. pilone interessa essere onesto e nella mia famiglia 2 sono stati i voti…..spero vivamente in un veneto indipendente…quelli che non lo vogliono sono coloro che sanno che senza il veneto l’Italia perde un braccio ed una gamba….
Quelli che non vogliono il Veneto indipendente sono le regioni del nord che hanno l’economia più positiva.Vedasi l’ultimo posto del Veneto in classifica.Allora di che parlate che mantenete l’Italia? L’Italia che godeva i primi posti del: G2-G3-G4-G5-G6-G7-G8 ecc.era una potenza,le colpe non sono degli italiani”Anche se le hanno in parte” ma dei politici SICARI-PARASSITI che se la sono divisa come”ABBIAMO UNA BANCA”.Bello essere indipendenti.Però vorrei capire quanti sono i Comuni nel Veneto che hanno aderito all’accorpamento dell’Unione dei Comuni per fregare soldi allo STATO “ITALIANO?”.
Non voglio entrare nei dettagli,visto l’ha fatto R03ERT0 60RETT1 con il post:
R03ERT0 60RETT1 il 18 marzo 2014 alle 06:20:
Buona serata.
@ Rustego Piovan da Molin il 18 marzo 2014 alle 16:50:
“Lei continua a parlarmi di politica, quando è già stato detto in precedenza che il referendum in corso non è stato organizzato, né indetto, da alcun politico o organizzazione politica”
Ah no?
http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/zaia-indipendenza-veneto-plebiscito–09c15e97-fac3-481b-be0d-0f83178ea3cb.html?refresh_ce
…Poi si lascia andare e aggiunge: “Mi piacerebbe che pensassero all’indipendenza come movimento culturale, tipo Catalogna o Scozia”.
Ecco: e dopo il “movimento culturale”… cosa viene? Lo ha detto, Zaia?
Azzardo? Massì, chemmefrega:
non è che questo… “referendum” del Veneto serve proprio a:
DISTOGLIERE L’ATTENZIONE delle prossime europee…?
E lo dico proprio a voi fratelli veneti, dal mio profondo Sud.
Della serie… un “Luca Zaia, il referendum” = “Se non ce la fa il Grande Veneto, figuriamoci se può farcela il resto dell’Italietta” come… l’ “Alfano 2, la vendetta” e al momento opportuno: “amici come prima”.
Il nuovo Gattopardo! E’ forse la prima volta che succedono ‘ste porcherie in Italia?
E’ singolare che non ne parli nessuno: capisco i giornalisti, ma i commentatori..?!?
E’ sicuro di aver letto con attenzione quel report 2010 di Dagospia?
Nessun problema, Rustego, circa le scuse. Non sono necessarie (sono abituato a ben altro eh..eh..).
Non c’è misunderstandings, e non stavo supponendo nulla. Se mi rilegge bene era una semplice domanda che si aspettava un sì o un no per le “politiche” passate. E un intenzione di voto per le prossime “europee”. Ok:lei ha votato. Bene: dunque, un’idea politica c’è!
“Se si riferisce al fatto che il voto andrebbe rispetato anche nel resto d’Italia, è palese”.
Certo, è palese anche per me. Tuttavia non mi è sfuggito il suo “W la Democrasia Direta”. E su questo, con me, sfonda una porta aperta.
Sono indiscreto se le chiedo per chi ha votato alle ultime politiche 2013? E per chi voterà il prossimo 25 maggio alle europee? 🙂
Alcuni interventi sono veri e propri esercizi acrobatici …. tranquilli, la realtà che piaccia o no è questa: ogni giorno che passa un crescente numero di persone in Veneto identifica, a ragione o a torto, lo stato italiano con la miseria economica e simmetricamente individua nel superamento dello stato italiano mediante referendum la via maestra per uscire da questo stato di cose …. è un processo irreversibile, inutile scomodare Caporetto, Zaia etc etc …. è come provare a fermare l’acqua con le mani …..
@ Salvatore Franco il 18 marzo 2014 alle 16:33:
Lei continua a parlarmi di politica, quando è già stato detto in precedenza che il referendum in corso non è stato organizzato, né indetto, da alcun politico o organizzazione politica. Venga in Veneto e testimoni coi suoi occhi quanti indipendentisti sono stanchi della Lega Nord.
Ciò detto, tutti i suoi discorsi sulla politica in questa occasione decadono.
Quando parlavo dell'”utopia”, mi riferivo all’Italia: chiaramente, in Veneto si vota eccome, a differenza del resto del paese, quindi anche lei non mi metta in bocca concetti che non ho espresso. Comprendo che sia difficile capire tutto quello che ci si dice, e lo stesso dunque vale per me, mi scuso se le ho affibbiato cose che non ha mai detto, si tratta probabilmente di misunderstandings.
E no, non l’ho mai letta prima perché non mi è mai capitato il piacere di incrociarla nel vasto mondo di internet, né ho mai seguito questo blog prima. Quindi le mie critiche, se critiche sono, sono esclusivamente riguardanti ciò che lei ha detto in questa sede. Non mi azzarderei mai ad esprimermi su quanto non conosco, a differenza di qualcuno. Forse lei ha avuto questa impressione, ma le assicuro che evidentemente si sbaglia.
Sì, alle ultime elezioni ho votato, e ho sempre espresso il mio voto quando mi è stata data la possibilità di farlo, sin da quando ho ottenuto il diritto di voto con la maggiore età. Ma lo vede che lei non mi conosce per niente? Stava per caso supponendo che io non sia andato a votare? Quando in realtà mi sto sbattendo giorno e notte per far andare i Veneti a votare, indipendentemente da quale sia il loro voto? Signore, per me il referendum popolare è la massima espressione di Democrazia.
Concludendo, mi spieghi meglio in che modo “le [mie] considerazioni andrebbero applicate all’intera popolazione italiana”? Se si riferisce al fatto che il voto andrebbe rispetato anche nel resto d’Italia, è palese. Non rassegnamoci a non vederlo rispettato, d’accordo?
@ R03ERT0 60RETT1 il 18 marzo 2014 alle 15:29:
Per favore, la Repubblica Veneta era uno degli stati più importanti, ricchi e liberi del mondo, tanto che nel 1509 i più potenti stati europei, tra cui Francia, Spagna e Chiesa, crearono la Liga di Cambrai ed attaccarono in massa. Il Veneto vinse comunque.
Si legga “La Repubblica del Leone” di Alvise Zorzi per quanto riguarda la storia, e qualche citazione diretta di artisti e personaggi famosi dell’epoca (politici e non) su Venezia e il suo stato per quanto riguarda la libertà. Oppure si legga le leggi della Repubblica e faccia un confronto lei stesso con le leggi italiane moderne.
Ma detto questo, ricordo che questo referendum non re-instaura la vecchia Repubblica, bensì guarda al futuro.
Comprendere la cosa prima di giudicarla, e ciò vale tanto per le cose materiali quanto per i punti di vista altrui, e lo spirito con cui vengono indetti i referendum, ecc.
@Rustego Piovan da Molin il 18 marzo 2014 alle 13:39:
No, Rustego, aspetti un momento.
Come sarebbe : “lasci stare la politica, che in questo referendum non c’entra nulla. Oltretutto non tutti gli indipendentisti sono leghisti.”? Non cadiamo nel solito tranello: lei ed io stiamo scrivendo sul blog di una Testata che fa riferimento a una proprietà precisa e identificata. Io me ne rendo conto (e mi sarebbe costato qualcosa fino al momento…), e lei? Zaia è della Lega Lombarda: quella delle mazzette al Trota, delle false promesse di soppressione delle province etc. E’ un vecchio politico consumato, ancorchè relativamente giovane. Tra il 2008 e il 2010 è stato ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali del governo Berlusconi IV. Il 19 dicembre 2009 viene ufficializzata la candidatura di Zaia alle elezioni regionali del Veneto dalla direzione nazionale della Lega Nord riunitasi a Padova. La candidatura di Zaia è stata votata all’unanimitá ed è stata sostenuta dalle liste della Lega Nord, del PDL e da una terza lista comune tra Alleanza di Centro di Francesco Pionati, l’attuale Democrazia Cristiana e alcuni esponenti dell’UDC usciti dal partito di Casini.
La Lega, leggo, in Veneto è al 3%…
Ora, benedetto Rustego, come fa lei a non parlare di politica quando lo stesso Zaia è stato
L’ORGANIZZATORE DEL REFERENDUM?
Allora devo riportarle qualcosa letta qua e là (fin dal marzo 2010, eh…):
“LEGA LADRONA (SI CHIAMA LUCA ZAIA, MA SEMBRA BISAGLIA) – IL PROSSIMO FUTURO GOVERNATORE DEL VENETO HA COSTRUITO UN SISTEMA DI POTERE CHE SOMIGLIA NON POCO A QUELLO DEL MITICO RAS DC DEGLI ANNI ’70: DAL LIBRETTO ELOGIATIVO A SPESE DEL MINISTERO AI RICCHI INCARICHI AL CLAN DI TREVISO – BOOM DI EVENTI PER IL CUOCO DI FIDUCIA…
Si vanta di aver preparato il prosecco per George Clooney e il baccalà per Werner Herzog, ha gestito catering alla Mostra del cinema di Venezia e alle Olimpiadi di Vancouver, ma nessuno è profeta in patria e di Tino Vettorello, in Veneto, sanno ben poco.
“Ciao a tutte le sposine! Ho sentito parlare del catering Tino Eventi di Treviso, ma non ho trovato informazioni. Qualcuna lo conosce?”, si informa la futura sposa Chiara sul forum Matrimonio.it. Passa qualche settimana e risponde Chivan: “Ho lavorato con loro. Da fuori tutto appare ben curato, il servizio al tavolo, l’insieme armonioso. E invece non hanno una grande organizzazione e neppure un grande rispetto per le persone”.
Conclude Chiara: “Ci hanno fatto perdere un mese. Trattano male i dipendenti e anche i clienti”. A meno che non ti chiami Luca Zaia e di mestiere fai il ministro delle Politiche agricole. Perché Tino, incontentabili queste ragazze, è il ristorante preferito dove il ministro della Lega ama mangiare e ricevere.
Ed è un tassello importante del suo sistema. Quello che ha trasformato lo sconosciuto Vettorello, macellaio di San Polo di Piave con locale a Ormelle, in una macchina da soldi. E che ora gira a pieno regime per raggiungere l’obiettivo della vita: portare l’ex ragazzo di Godega alla conquista del Veneto, tramutarlo nel Doge del Carroccio.
“Par el so’ ‘vivo interessamento’/casca la neve, cresse el frumento/nasce i putini, more i porsei, canta la lòdola, se mucia i schei…”, recitava una filastrocca degli anni Settanta quando il bello e il cattivo tempo in regione lo faceva Antonio ‘Toni’ Bisaglia, il padrone della Dc, gran intenditore di grappe, una montagna di preferenze.
Sul frumento e sui porsei, i suini, ci siamo, gli schei non mancano. Rispetto alla ricetta degli antichi maestri dorotei, che non amavano l’apparire, Zaia il giovane ha introdotto due novità: la cura ossessiva della propria immagine. E l’attenzione privilegiata per la sua provincia, il trevigiano, e per i suoi sodali. Ben ricompensati per la fedeltà.
Una settimana fa, con la Lega che in Veneto vola nei sondaggi, quasi dieci punti sopra il Pdl, la Procura di Venezia ha chiesto di saperne di più sull’opuscolo ‘Il Welfare dell’Italia’. Stampato a spese del ministero, fa parte dell’accordo tra Buonitalia e Federsanità per “promuovere la dieta mediterranea”. Costo: 3 milioni di euro. Il libretto, 32 pagine, 500 mila copie in italiano e in inglese, si legge nel contratto, sarà diffuso “con distribuzione di massa in Italia e in America”.
Per ora è arrivato in massa nelle case delle famiglie venete, in piena campagna elettorale. Copertina: Zaia in gessato scuro e fazzoletto verde di ordinanza, che brinda con un calice di vino. Titolo: ‘La salute vien mangiando’. E siccome viene anche l’appetito, ecco le foto del ministro tra forme di parmigiano, tartufi, frutta e salumi. Altro che dieta mediterranea, un’abbuffata di voti, si spera. Grazie all’involontario contribuente.
Il ministro nega indignato ogni responsabilità e reclama chiarimenti. Non sarà difficile averne, dato che il libretto è stato prodotto in casa. La Federsanità è presieduta da Angelo Lino Del Favero, direttore generale dell’Asl 7 Veneto Pieve di Soligo, in provincia di Treviso, un feudo del ministro-candidato. E il committente del progetto è il presidente di Buonitalia Walter Brunello. Trevigiano doc anche lui, naturalmente. Come il radicchio. E come Zaia.
Doppiezza padana: in Veneto sbraitano contro Roma ladrona, nella capitale non disdegnano le delizie di Roma godona. Macchine ad alta cilindrata, appartamenti in centro, stipendi da favola, voli in business class. Favori, regalie, elargizioni agli amici degli amici. Viva il campanile, a spese dello Stato.
Buonitalia, società del ministero delle Politiche agricole interamente pubblica, nata nel 2002 per valorizzare l’agroalimentare made in Italy, è il cuore del sistema Z. Il motore, la centrale operativa.
Il primo anello della catena clientelare, pardon alimentare. Perfino il sito della società, a lungo oscurato, è stato ristrutturato un mese fa, giusto in tempo per le elezioni, affidato alla City Center, agenzia di Treviso, che cura la comunicazione della gloria locale, indovinate chi. Se clicchi sopra il credit ti rimandano direttamente al sito di Zaia, così non si perde tempo. E Brunello, il presidente di Buonitalia, è un perfetto esemplare della nuova razza padana, il leghista di lotta e di sottogoverno.
Una carriera all’ombra di Zaia: con Luca vice-presidente del Veneto, è il responsabile dell’azienda regionale di promozione turistica. E quando il suo padrino in camicia verde approda al ministero di via XX settembre, nel 2008, Brunello lo segue a Buonitalia. A Paese, il centro del trevigiano dove risiede, tiene parcheggiata o a disposizione della moglie l’auto di servizio, una Bmw X3 bianco latte (“Come quella del ministro”, raccontano).
A Roma, dove guadagna 160 mila euro l’anno più l’affitto di una casa in centro, si sente un novello Marco Polo sulla via della Seta e si allarga: l’ultima assunzione è il leghista tirolese Franz Mitterrutzner, nominato direttore con un contratto di quattordici mensilità e quasi 8 mila euro al mese per non meglio precisati incarichi (“Assistere il presidente sia in fase preparatoria che durante lo svolgimento delle riunioni di lavoro…”).
E può contare su una formidabile leva economica a sua disposizione: 50 milioni di euro per progetti di promozione dell’agroalimentare, stanziati già nel 2005 dal ministero dell’Agricoltura insieme all’Economia e mai spesi, in attesa dei bandi di gara.
Con Zaia e Brunello la musica cambia e partono i finanziamenti. Sponsorizzazioni. Tour promozionali. Contributi a pioggia, su cui arrivano le interrogazioni del deputato Pd Emanuele Trappolino. Progetti per lo più gestiti dall’Aicg, l’associazione che raggruppa alcuni consorzi alimentari, dove gli uomini di Zaia sono ben rappresentati: ai rapporti istituzionali c’è il trevigiano Luca Giavi, l’uomo del radicchio, a occuparsi dei progetti Buonitalia il direttore del consorzio prosciutto di San Daniele, Mario Cicchetti.
Un pacchetto che si ripete: affidamento del progetto, società e agenzie per allestimento e catering, quasi sempre le stesse. La veneta Publitour cura gli allestimenti, per esempio. Ma il vero beneficiario di Buonitalia, nella quasi totalità dei casi, è lui, il cuoco di Odelle, il Vissani della Lega, il ruspante Vettorello. La sua Tino, nata nel 2007 con un unico socio, Vettorello, e appena sette dipendenti, nel 2008 quando Zaia diventa ministro decolla. È lui che cura i pacchi dono del ministero a Natale.
Ed è lui, soprattutto, che fa il pieno degli eventi targati Buonitalia: catering degli stand ai Mondiali di nuoto (insieme alla Relais di Stefano Ottaviani, genero di Gianni Letta), della Mostra del cinema di Venezia, degli Internazionali di tennis e del giro d’Italia. Solo nell’ultimo mese una tripletta: i suoi camerieri con il logo Tino Eventi hanno sfamato gli atleti italiani alle Olimpiadi a Vancouver, i visitatori della Bit a Milano e della fiera internazionale del biologico a Norimberga. Povero Tino, non ha più tempo per organizzare neppure un matrimonio come si deve. Per fortuna alla guida della regione sta per arrivare l’amico Zaia. E allora sai che tavolate.”
Understood, Rustego?
Le confermo l’ingenuità che le ho attribuito. Ma non la prenda come un’offesa. Un’ulteriore riprova me la da lei stesso: “Se questi si esprimessero per il Sì all’indipendenza, sarebbe giusto rinegoziare la presenza della nato, diventando il Veneto un nuovo stato, e tali negoziazioni dovrebbero essere fatte nel rispetto dell’opinione espressa dai Veneti stessi”
“Sarebbe giusto… dovrebbero essere”? Ma scusi, in che mondo vive lei? Non le viene in mente che le sue considerazioni andrebbero applicate all’intera popolazione italiana, schiacciata proprio dal fatto che, come lei stesso dice: “… votare e veder rispettato il proprio voto è un’utopia.”?
E se questa è un’utopia, vorrei chiederle sommessamente: alle ultime politiche per chi ha votato? Se ne è stato a casa facendo il gioco di chi c’era prima? E alle prossime europee per chi voterà?
Lei mi dice “dispiace per lei che non vede in tale valore una cosa importante”.
Ecco, questa mi mancava: come si permette di mettermi in bocca parole che non ho detto e che non penso?!?
Io mi limito a commentare quello che vedo accadere intorno a me. Non ho padroni, e posso dirlo a voce alta. Se in questo momento sono una vittima è perché troppa gente si è lasciata manipolare per troppi anni. Ma questa è un’altra storia. Evidentemente lei non ha letto molto di ciò che ho scritto finora, signor Rustego, soprattutto sugli altri blog della Testata.
Su questo giornale, viceversa, io non l’ho mai letta prima.
Si informi meglio prima di sparare giudizi sugli altri…
Io comunque nei panni di Putin ad ogni sparata della US(N)E e degli USA chiuderei di un grado i rubinetti del gas, così, giusto per vedere l’effetto che fa.
Certo c’è dell’ironia a dover ringraziare un ex-KGB perchè sta facendo venire a galla tutta l’ipocrisia delle cosiddette democrazie occidentali…
Quando l’Italia era divisa in tanti piccoli staterelli questi non contavano niente e i grandi stati europei di allora facevano il bello e il cattivo tempo nella penisola. Gli staterelli italiani erano solo colonie e gli italiani succubi.
Adesso I grandi superstati sono quelli che comandano (USA, Cina, Russia) non certo il Lussemburgo o la Slovenia. Anche all’interno della UE sono gli stati grandi che comandano, non la Grecia o la Lettonia.
Secondo me dovevano essere coinvolti nel referendum i Veneti nati in Veneto, iscritti all’AIRE e residenti all’estero.
Io avrei incluso nel referendum anche chi è Veneto ‘de sanguinis’, come il sottoscritto.
Mi rendo conto della difficoltà operativa nel gestire la cosa, ma sono contento che comunque l’iniziativa ci sia stata ed auguro una schiacciante vittoria dei sì, sia in termini assoluti che percentuali.
@ Salvatore Franco il 18 marzo 2014 alle 13:10:
Prima di tutto mi riferisco all’ultima parte del suo commento: lasci stare la politica, che in questo referendum non c’entra nulla. Oltretutto non tutti gli indipendentisti sono leghisti.
In secondo luogo c’è da fare un po’ di chiarezza: il presente referendum serve per conoscere la volontà dei diretti interessati, e cioè dei Veneti. Se questi si esprimessero per il Sì all’indipendenza, sarebbe giusto rinegoziare la presenza della nato, diventando il Veneto un nuovo stato, e tali negoziazioni dovrebbero essere fatte nel rispetto dell’opinione espressa dai Veneti stessi. E’ la base della democrazia, anche se è difficile accettarlo al giorno d’oggi, visto che votare e veder rispettato il proprio voto è un’utopia. Ma il referendum è importante proprio per questo: è una pietra miliare di importanza epocale, perché si chiede la volontà della gente con l’obbiettivo esplicito di rispettarla, qualsiasi essa sia.
Concludo dicendo che sì, si dovrebbe sempre contare sull’onestà della gente, e mi dispiace per lei che non vede in tale valore una cosa importante. Ad ogni modo, mi sono informato meglio e il sito plebiscito.eu dispone di un meccanismo che assicura che tutti i voti dei “furbetti” (finora 917 in totale) non siano contati: infatti a norma di legge il Comitato ha ottenuto la lista degli aventi diritto di voto in Veneto, e se incrociando i dati dovesse emergere qualche incongruenza, ecco che l’algoritmo di eliminazione scatta. E ricordo che falsificare il proprio voto o quello di qualcun altro è un reato molto grave, e non perde la sua importanza solo perché il referendum è fatto online.
Premetto (avendo letto alcuni commenti un po’ confusi…) che il referendum veneto è organizzato tecnicamente in modo da fugare ogni dubbio di broglio. E vorrei rassicurare in tal senso Rustego Piovan da Molin (beata ingenuità…) che NON E’ “ovvio che si conta sull’onestà della gente, quella dovrebbe essere scontata”. E’ invece verissimo, come egli scrive, che uno dei quesiti referendari è: “NATO sì/no”, anche se l’articolo di Lottieri, nella fretta di fare un paragone con la Crimea – che non c’entra nulla, a mio parere – non lo riporta. Tuttavia, prima di ogni ulteriore commento …
… @R03ERT0 60RETT1 il 18 marzo 2014 alle 06:20:
“…Poi mi aspetto quelli che faranno il referendum di condominio per dichiarare l’indipendenza dal vicino”
Pure io, ed anche a me piacerebbe impallinare una mia vicina di casa, ma forse non si può… A parte ciò, ci sarebbe un altro problemino, riportato dal blogger di cui sopra:
una delle domande del referendum veneto è esattamente così formulata: VUOI CHE LA REPUBBLICA VENETA ADERISCA ALL’ALLEANZA CON LA NATO?
Ora, è un po’ imbarazzante, ma…
“Elenco basi americane in Veneto”:
1. Camp Ederle (VI). Quartier generale della NATO e comando della SETAF della US Army, che controlla le forze americane in Italia, Turchia e Grecia. In questa base vi sono le forze da combattimento terrestri normalmente in Italia: un battaglione aviotrasportato, un battaglione di artiglieri con capacità nucleare, tre compagnie del genio. Importante stazione di telecomunicazioni. I militari e i civili americani che operano a Camp Ederle dovrebbero essere circa duemila.
2. Vicenza. Comando Setaf. Quinta Forza aerea tattica (USAF). Probabile deposito di testate nucleari.
3. Tormeno (San Giovanni a Monte, VI). Depositi di armi e munizioni.
4. Longare (VI). Importante deposito d’armamenti.
5. Oderzo (TV). Deposito di armi e munizioni.
6. Codognè (TV). Deposito di armi e munizioni.
7. Istrana (TV). Base USAF.
8. Ciano (TV). Centro telecomunicazioni e radar USAF.
9. Verona. Air Center (USAF) e base NATO delle Forze di Terra del Sud Europa. Centro telecomunicazioni USAF.
10. Atti (Vr). Centro telecomunicazioni USA.
11. Lunghezzano (Vr). Centro radar USA.
12. Erbezzo (Vr). Antenna radar NSA.
13. Conselve (PD). Base radar USA.
14. Monte Venda (PD). Antenna telecomunicazioni e radar USA.
15. Venezia. Base navale USA.
16. Sant’Anna di Alfaedo (PD). Base radar USA.
17. Lame di Concordia (VE). Base di telecomunicazioni e radar USA.
18. San Gottardo, Boscomantivo (VE). Centro telecom
Sento dire…. “Anch’io ho votato…speriamo di farcela”, che mi riporta al titolo di quel romanzo da cui è stato tratto il film “Io, speriamo che me la cavo”.
Mi aiuti a capire… ma – questi – di cosa stanno parlando? Di sbattere fuori, gli USA, la NATO e la NSA (forse non sanno neanche cos’è…) da quei territori? E come, con un referendum che parte già non riconosciuto dal governo attuale?
Ah già… ma c’è Luca Zaia che respinge sdegnosamente il concetto ed afferma che… “nel cuore d’ogni veneto ghe xè on Leon, miga on cojon.”! Allora possiamo stare tranquilli…
L’ultima, per ora, solo perché è imperdibile…
Dall’intervista di Francesco Specchia a Zaia:
Specchia – A Treviso, però nell’ex «Zaiastan» il sindaco è renziano del Pd…
Zaia – «Onore ai vincitori. Ma io non ho problemi nel mio rapporto con gli elettori. Votano per me ancora 6 su 10. La verità, veda, è che la ricreazione è finita».
Specchia – Questo lo dice anche Renzi.
Zaia – «Questo lo tolga…».
eh..eh.. e invece, quel figlio di buona donna, non l’ha tolto 🙂
Allora possiamo stare tranquilli…
Auguri, eh..
….sinceramente a me Sig. pilone interessa essere onesto e nella mia famiglia 2 sono stati i voti…..spero vivamente in un veneto indipendente…quelli che non lo vogliono sono coloro che sanno che senza il veneto l’Italia perde un braccio ed una gamba….
@ R03ERT0 60RETT1
Non puoi paragonare gli Stati Uniti al Veneto, che ha una storia lunga dieci volte la loro. L’indipendenza del Veneto avrebbe solide basi storico-culturali, quella della California un po’ meno.
E poi ad altri che scrivono dico questo: smettetela di paragonare la “””secessione””” (io personalmente preferisco il termine “liberazione”) ad un ritorno al medioevo, siete dei poveri idioti. Studiatevi la storia, l’indipendenza dei popoli deve essere fatta sugli unicum culturali, cosa che l’italia non ha, e cosa cui “il giardino di casa mia che si separa dal tuo” non è nemmeno paragonabile. La “secessione capillare” è un’argomentazione futile
@mariolino il 18 marzo 2014 alle 09:22:
L’art.5? Ah, quello che viola clamorosamente il diritto all’autodeterminazione dei popoli sancito dal diritto internazionale?
E poi, un articolo della cortastraccia non è che abbia poi tutto questo peso, come le molteplici violazioni perpetrate dallo statoladro alla sua stessa costituzione dimostrano ampiamente. E se della cartastraccia se ne frega lo statoladro, perchè io dovrei seguirla?
Chi crede che con impossibili secessioni di non avere più padroni è un povero illuso, i padroni ci sono sempre, se non cambia radicalmente il sistema socile, ai bei tempi andati Venezia succhiava le risorse di tutti i suoi possedimenti, i padroni erano quelli di palazzo ducale.
Ho vissuto due anni a Venezia e mi sono studiato la storia nelle antiche biblioteche, chi sogna l’antica grandezza, solo per pochi era come sempre, deve svegliarsi dal sogno, quei tempi sono finiti e non torneranno più, come l’impero romano che sognavano un tempo.
Rileggete anche l’art 5 della costituzione.
Qualcosa si muove…
http://www.lindipendenza.com/liberi-comuni-ditalia-basta-con-la-costituzione-del-1948/
Fabri, soprattutto leggiti il manifesto che si trova qui: http://www.liberisti.org/
Una vera boccata di aria fresca tra i miasmi statalisti e socialisti.
Io a Siena ci sarò.
per Juno il 17 marzo 2014 alle 21:06:
Nessuno vuol farsi del male. È però lecito ed augurabile che la Storia sia letta senza gli occhiali affumicati della retorica patriotarda. L’Italia fu splendida e forse irripetibile sul Piave, con Armando Diaz al comando. Lo sfacelo dell’Austria-Ungheria era però già visibile e documentato prima del conflitto armato. Lissa dette l’esatta misura dei comandi italiani e piemontesi: tronfi ed incompetenti. Gli errori di questi signori furono coperti durante la 1a GM con le decimazioni delle truppe. Se una classe dirigente fa fucilare i propri soldati, colpevoli solo di essere stati coscritti ed inviati al macello, beh, allora la crisi è assai profonda. Il Veneto chiede indipendenza perché s’é accorto di aver dato fiducia a dei traditori, di destra, di sacrestia e di sinistra. Da qualche parte bisogna pur ricominciare.
Anche qui in America ci sono un sacco di cojones che vorrebbero secedere da quello oquell’altro stato. L’ultima e’ di dividere la California in 6 stati. Non tanto tempo fa ci fu uno che dichiaro’ l’indipendenza del proprio ranch dal resto degli USA e lo fece a suon di pallettoni contro le autorita’ a cui non voleva pagare le tasse visto che essi erano agenti di uno stato estero dopo la sua dichiarazione d’indipendenza.
Adesso e’ il Veneto che vuole essere indipendente dal resto d’Italia. Domani Sara’ la provincia di Venezia a voler essere indipendente dal resto del Veneto, poi sara’ il Comune di Venezia, poi quelli di Dorsoduro che non vorranno piu’ pagare le tasse per mantenere quei terroni di Cannaregio. Alla fine ritornerete tutti al feudalesimo dove ogni Castello in cima a una collina face a stato a se’. Poi mi aspetto quelli che faranno il referendum di condominio per dichiarare l’indipendenza dal vicino.
[…] […]
Rustego Piovan da Molin il 17 marzo 2014 alle 21:14:
A Caporetto il tradimenti ci fu e palese. Solo chi non è esperto di strategia militare può dire che erano degli incapaci quei generali. Intano erano massoni, e con questo ho detto tutto.
Anche con Monti al potere si disse che era un incapace pur avendo studiato alla bocconi, poi è venuto fuori che il disastro economico italiano fu progettato e poi fu ordinato a Monti(massone) di eseguire.
Ci son solo tre cose da imparare dalla storia:
1) non dare agli stati né soldi né potere, perché poi giocano a fare le guerre.
2) l’evoluzione, il progresso, la civiltà e la ricchezza sono merito degli uomini e non degli stati.
3) non dar retta agli imbecilli.
@ Piero il 17 marzo 2014 alle 19:48:
Certo che dire la propria non è illegale, ci mancherebbe. Però parlare senza cognizione di causa abbassa il “valore” dell’opinione, rispetto a quella di chi magari sull’argomento si è informato
@ Oltregottardo
Continuiamoci a farci male, si ricorda una battaglia persa (Caporetto) e non una guerra vinta (magari poteva anche ricordare il napoletano Diaz tra i sopraelencati).
A Lissa l’Italia aveva appena 4 anni, l’impero austriaco diversi secoli:una bella differenza di know how, magari una sconfitta ci poteva pure stare, non crede ?
Rustego Piovan da Molin il 17 marzo 2014 alle 17:08:
perché lei crede che se i veneti vincono il referendum su nato si/no, questa se ne va e toglie il disturbo insieme con tutta l’Eurofendfor? Poi magari prima di andarsene si scusa anche per aver occupato illegalmente il suolo veneto. Ma va la…Sparo opinioni, e anche se fosse,è illegale? Siete voi che vivete di fantasia e volete creare casini illegali in Italia.Ma ci mancherebbe anche la nazione fatta a spezzatini, non ne abbiamo abbastanza dei parlamentari con il cervello pieno di vermi.
Oltregottardo il 17 marzo 2014 alle 19:28:
A Caporetto i generali TRADIRONO eccome se tradirono, altro che incapaci, almeno i più importanti. E anche i servizi segreti. Non si possono fare certi sbagli, se non volontariamante.
per Piero il 17 marzo 2014 alle 15:49:
A Caporetto i generali italiani non tradirono: erano talmente incapaci che un giovane Erwin Rommel li annientò. Nel 1866 a Custoza e soprattutto a Lissa i grandi militari piemontesi fecero vedere che schiappe erano. Non vorrà mica paragonare un von Tegetoff con i suoi equipaggi veneti, triestini, istriani e dalmati, sicuri, affidabili ed audaci con un Cadorna o un Badoglio, senza credibilità di fronte alle loro truppe umiliate e mandate allo sbaraglio dall’assoluta impreparazione degli alti comandi italiani!
W il Veneto indipendente sotto le elezioni europee!!! Ma tacete,ladri prima di Roma ladrona.Indipendenti lo sarete se non parteciperete alle elezioni europee.invece i politici vostri indipendenti sulla carta che fanno? Sse fregano voti di aggregazione e soldi italiani dati alla UE per far ritorno nei cc di chi aizza l’indipendenza.
Come ho citato su,non dovreste partecipare alle elezioni se veramente amate l’indipendenza.Ma purtroppo,i soldi fanno gola a tutti.Quanti anarchici individuali esistono in Veneto? Zero credo,visto i tanti schieramenti.
L’indipendenza,la chiesta l’astensionismo creatosi ultimamente alle votazioni italiane,e sono più del 40%.Questi i veri difensori della patria,e non chi vuole l’indipendenza e mangia in comune con i soldi altrui.
chi è contro il referendum se ne faccia una ragione, è impensabile che i confini dell’europa occidentale restino eternamente come sono, quella in corso in italia non è una solamente una fase di crisi economica, ma è la fase finale dello stato italiano.
grazie valentina …. comunque credo che in questa battaglia l’argomento più forte, ossia quello più difficilmente smentibile, secondo me è questo: la democrazia, in ultima analisi, è fatta di votazioni su tutto e su tutti, devono quindi spiegare a se stessi, perchè sono contro la possibilità di pronunciamento popolare coloro che si riempiono tutti i giorni la bocca della parola democrazia.
@ Piero il 17 marzo 2014 alle 15:49
E’ meglio che smetti di scrivere, credimi, se non sai che cosa sta succedendo. Informarsi prima di sparare opinioni e supposizioni a casaccio. Il Veneto non vuole padroni, il Veneto vuole la vera Libertà. (infatti il referendum è anche su Europa sì/no, euro sì/no e NATO sì/no)
depaoli.fabrizio@libero.it il 17 marzo 2014 alle 12:59:
i veneti finalmente sceglieranno di non avere padroni. Ma è sicuro che la secessione sia voluta dal popolo veneto e non dagli amministratori filo asburgici o filo crucchi, che non hanno mai digerito il fatto che il Veneto è entrato a far parte dell’Italia?
Si ricorda la prima guerra mondiale con i generali dell’Esercito Italiano che hanno tradito l’Italia a Caporetto, per far avanzare l’armata austro ungarica e tedesca? No, non si ricorda, forse non era ancora nato.Ma la storia parla, eccome se parla.
Paragonare l’Indipendenza della Crimea con la presunta fanta-secessione veneta e’ quanto meno comico.
Gli stranieri vorrebbero vederci divisi, non aspettano altro, ricomincerebbero a trattarci come fecero per secoli prima del risorgimento; su Lottieri, incroci le dita che forse qualche testata internazionale arrivera’ pure ad intervistarla.
In bocca al lupo agli indipendentisti veneti, sono decenni che occupate le piazze dei paesi in Veneto con la vostra ricostruzione strampalata del passato fatta da storici falliti aggrapatisi all’ultimo vagone dell’indipendentismo; siete ovunque su youtube, mitragliate di commenti ogni articolo che accenni ai vostri cari temi, eppure alle elezioni rimediate al massimo un bel 3% in Veneto…non c’e’ che dire, come insegna Lottieri, proprio ad un passo dall’autodeterminazione…
Tutti i nordisti si scordano di una cosa, non è stato il sud ad conquistare il nord con la forza, ma il contrario, i mille di Garibaldi erano nella maggior parte nordisti e la più alta schiera erano bergamaschi, se poi andiamo ancora indietro siamo stati tutti invasi dai laziali, forse bisogna ripensare a quei tempi, e non alle repubbliche marinare, sono finite con la scoperta dell’America, Pisa non è più neanche sul mare, non saranno le troppe ombre a fare effetto.
Per favore, non tirate fuori la storia dei chilometri quadrati: uno staterello piccolissimo eccetera. Altrimenti dobbiamo chiedere al Principato di Monaco, a San Marino, al Lussemburgo, al Liechtenstein, alla Città del Vaticano, a molti paesi arabi come fanno a sopravvivere. Non sempre uno stato vasto è uno stato grande, non sempre il più grosso vale di più: esistono i cavolfiori ed esistono i diamanti. A casa mia abbiamo votato tutti.
La volontà dei popoli e sottoposta al benestare dei poteri ormai non tanto più occulti??
La libera determinazione dei popoli vale soltanto quando serve agli interessi delle oligarchia europea e USA???
Grande mazzata sui denti della Ue, i dittatori europeisti iniziano a sentire scricchiolii poco rassicuranti.
Molto bene!
Quando il Veneto sarà finalmente indipendente l’evento avrà una portata ben più importante di quello della Crimea.
La Crimea infatti ha solo scelto autonomamente di “cambiare padrone” (un piccolo miglioramento verso la libertà, magari non soddisfacente, ma comunque rispettabilissimo).
Il Veneto invece sceglierà di NON AVERE PADRONI, una scelta ben più nobile ed importante.
Forza Veneti! Entrerete nella storia a testa alta e nel farlo darete coraggio ai pavidi nel resto del Nord.
Un saluto .
Andrea Pellis, sto ancora godendo per la risposta che hai dato a Mario 64.
Michele del vecchi, mi mandi la polisia veneta? Ho solo denunciato un fatto in cui riesco a far votare i mie vicinanti inserendo i loro dati con tanto di ringraziamenti per il voto. i comuni che non hanno aderito (cioè la stragrande maggioranza) non credo diano il numero allo sportello quando uno si presenta in nome di un plebiscito non autorizzato da nessuna istituzione. Se poi un solleva un dubbio e la risposta è la denuncia…….quale reato avrei trasgredito?
Sono 150 anni che provano ad azzerare la nostra identità veneta vecchia più di 1000 anni e noi giù la testa e lavorare, ma è ora di finirla, alziamo lo sguardo, riprendiamoci il nostro amato territorio e la nostra dignità! Viva San Marco!
@Mario 64 il 17 marzo 2014 alle 10:03:
Non ne ha bisogno, la fa già. E vince.
Fa ridere vedere tra i commentatori gente che si lamenta per il metodo e ne discute e non pensa minimamente al significato del referendum veneto. La forma sopra la sostanza. Immagino siano quelli che si riempiono la bocca di democrazia e popolo, ma solo nel rassicurante alveo delle elezioni-farsa.
Ovviamente, fa ridere per non piangere e spiace solo che gli effetti benefici che una eventuale secessione del Veneto dallo statoladro (cioè il collasso dello statoladro medesimo) verranno goduti anche da loro.
Quanto alla Crimea, non ne conosco abbastanza la storia per poter esprimere un giudizio, ma certamente mi danno un enorme piacere le reazioni scomposte dell’Unione Sovietica Neuropea e degli USA del “nobel per la pace a priori”. Non stupisce che soprattutto la prima sia sconvolta da una votazione libera, visto che al suo interno le votazioni sono delle farse per gli sciocchi. Per questo, al di là della situazione contingente, spero che ci siano sempre più Crimee, così che finalmente si possano abbatere i moloch violenti.
Poi però una volta indipendenti ve la tenete voi l’Eurogendfor,non la mandate in giro per le altre regioni a bastonare chi dissente.Altrimenti non vale.
Io e la mia famiglia abbiamo votato perchè questa è l’unica soluzione su questo stato corrotto, fatto di tante persone super pagate per non far nulla. In altri paesi europei dove le cose funzionano meglio i politici guadagnano meno e i posti dirigenziali non vengono venduti e tanto meno consegnati ai familiari ed amici. Noi veneti vogliamo la legalità e solo con un nostro Stato riusciremo ad averla.
La cosa che fa paura è questo incredibile silenzio da parte di giornali e tv, parlano di cose stupidissime ma nemmeno una parola di quello che stà succedendo in veneto! W la democrazia! W il Veneto indipendente!
E poi che succede ,il Veneto “indipendente” sfida…la Cina??
Dunque,vediamo.L’america dice che il voto in Crimea è illegale.Con la stessa logica è illegale la loro dichiarazione di indipendenza.Chiamiamo le giubbe rosse?Le analisi storiche sono interessanti ma non portano soluzione perchè complicano i problemi.Fino a quando si recede nella storia?I Longobardi dove li mettiamo?Meglio ragionare sul presente,rebus sic stantibus altrimenti si parla di niente.Il referendum veneto è interessante ma già è complicato da gestire con i mezzi usuali figuriamoci con internet.Mancano le regole di supporto senza le quali ognuno può dire ciò che vuole ma supponiamo che vinca l’indipendenza.La risposta internazionale sarà uguale a quella per la Crimea?Buona confusione a tutti.
Grandi i veneti, noi LOMBARDI lavoriamo, lavoriamo e paghiamo le tasse, a questa classe di politicanti disonesti e degenerati, senza un minimo di integrità morale. Non possiamo più stare con mafiosi, camorristi e associati alla ndrangheta, che se le tengano al sud queste porcherie immonde. Ciao.
Pilone, spero che la risposta di Panto ti abbia fatto capire il grave reato che hai commesso.
Ci sono delle differenze fondamentali. Mentre il Veneto ha un’identità etnica e storica plurisecolare che portò i confini della Serenissima ad includere la Bergamasca nel XV secolo, la Crimea subì un azzeramento delle sue radici storiche nel 1944-45 con la deportazione staliniana dei tatari, accusati strumentalmente di collaborazionismo con gli invasori nazisti. Contemporaneamente Stalin ripopolò la regione (strategica per il controllo aeronavale del mar Nero) con l’immigrazione forzata di centinaia di migliaia di russi.
Oggi i russi, che rappresentano il 58% della popolazione, sono loro malgrado invasori (forzati da Stalin). Gli immigrati ucraini, un’altra forzatura del comunismo, rappresentano circa il 27%. I tatari sopravvissuti allo scempio etnico e rientrati in Patria sono circa il 12%.
E’ gia ‘ stato spiegato, ogni notte il sistema lancia una procedura batch che cancella i voti e gli account fatti con nomi non iscritti e non riscontrati nelle liste elettorali ufficiali dei cittadini residenti in Veneto aventi diritto di voto , il cui database e’ inserito nel sistema, e’ pubblico ed e’ stato ottenuto dai comuni a norma di legge.
Chi tenta inserimenti fraudolenti o sostituzioni di identita ‘ dunque non ottiene alcun risultato sulla votazione e commette un reato passibile di denuncia.
Ah be’, forse ho sbagliato a capire qualcosa allora, certo è che non sono così sciocchi da indire un referendum tanto facilmente falsificabile. Sicuramente c’è un database, parola degli organizzatori, forse non contiene il numero delle carte di identità, però esiste. Poi è ovvio che si conta sull’onestà della gente, quella dovrebbe essere scontata
Io chiedo solo,correttezza. Voi non potete avere il mio numero di carta d’identità. Non è che uno va in comune e si fa dare tutti i dati privati dei singoli cittadini. Non ti danno per legge nemmeno i dati per organizzare la cena di classe.
@ Pilone, c’è un database in possesso del comitato organizzatore che contiene tutti i codici delle carte d’identità degli aventi diritto di voto. Il voto di chi non è compreso nel database (p.es. perché vive fuori dal Veneto, o la sua carta d’identità non esiste) non sarà contato.
W la Democrasia Direta, viva la volontà de la xente, viva la Libartà de i populi!
Io ho votato un paio di volte con nomi falsi, provate, basta cambiare ogni volta email e mettere una serie di numeri compatirli con quelli di una carta d’identità e ogni volta viene dato un codice nuovo per il voto. Provate.
Questo referendum è stato gestito nel migliore dei modi e in tutta sicurezza, non si possono inventare nomi come dice “Pilone” anzi dovendo inserire obbligatoriamente il codice della carta d’identità si evita qualsiasi tipo di broglio, informatevi prima di sparare a zero
Ma quale validità può avere questa consultazione se posso ottenere vari codici inserendo nomi inventati con diverse email? Perché sarà quello che i giornalisti vi faranno notare.
Non ho capito cosa vuol dire Carlo Butti.
Forse se scrve meglio la sua osservazione riesco a dare una risposta.
Anch’io ho votato…speriamo di farcela
Io voto domani. Quasi tutti i miei amici votano. La libertà non ha prezzo.
Società,popolo, nazione,indipendenza, libertà democrazia, autodeterminazione, e via di seguito: tutti termini da ridefinire, se non vogliamo agitare scatoloni vuoti; sono suppergiù gli stessi concetti che stavano alla base dell’aborrito risorgimento ottocentesco, quando magari si diceva plebiscito invece di referendum, ma la sostanza era la stessa. Ridefiniamo con precisione e poi parliamone.”Distingue frequenter, numquam errabis” diceva Tommaso d’Aquino. Mi si permetta un’altra considerazione un po’ cattiva: Andreotti diceva di amare tanto la Germania da volerne due; gli indipendentisti sembrano amare tanto lo Stato da volerne …una miriade, purché piccoli piccoli. Continuo a non capire: come se un ladruncolo non continuasse a essere un ladro.
Ho votato: io ci credo e spero che si arrivi ala meta. @ lagodiseo: pienamente d’accordo.
viva la libertà di stare con chi si vuole e con chi mi vuole