“Diritto di Voto”: per monitorare i processi di libertà
Il panorama dell’informazione, oggi, non è più quello di alxuni anni fa. Allora c’era ad esempio un grande spazio per i settimanali, che erano assai influenti, letti, commentati, e che ora nel migliore dei casi sopravvivono. Al contrario uno spazio nuovo è occupato da taluni nuovi media e, tra di essi, da alcuni blog.
Uno dei più interessanti, e capaci di tenere costantemente informati sui processi disgregativi in atto, è il blog Diritto di Voto, animato da Alessandro (Alex) Storti e gestito da Stefano Brunelli, che si avvalgono dell’aiuto di molti autori e di vari traduttori, che a più riprese rendono disponibile in lingua italiana molti documenti importanti. Questo spazio ha un merito, sugli altri: ha individuato un tema specifico (i processi indipendentisti) e si sforza di monitorare le varie realtà più calde – dalla Catalogna alla Scozia, dal Veneto alle Fiandre, da Trieste al Québec, e via dicendo – unendo riflessione teorica e documentazione giornalistica.
In questi ultimi giorni proprio il direttore del blog ha pubblicato due utilissime FAQ (Frequently asked questions) – la prima con quattordici quesiti e la seconda con altri quattordici – riguardanti il prossimo 9 novembre in Catalogna: dove si voterà in un processo parzialmente spontaneo e parzialmente guidato dalla Generalitat, ossia dalle autorità locali.
Nel panorama dell’informazione italiana al momento attuale non c’è un posto che meglio di “Diritto di Voto” aiuti a capire cosa sta succedendo e perché. Un plauso a Storti e a quanti quotidianamente contribuiscono alla realizzazione di questo “piccolo miracolo”.
Ho messo un post ma non appare nemmeno in moderazione, perchè?
La mia opinione è sempre quella, quando ci si volesse staccare da una nazione bisogna sentire tutti, anche quelli che vogliamo cacciare, ovvero TUTTA la Spagna nel caso specifico.
Sia gli interessi che il cuore sono sempre intrecciati e mescolati, quanti “stranieri” ci saranno nella cosidetta catalogna, che dalle mie parti è un’erba mangereccia, che dovranno fare costoro, fare la fine dei russi nei paesi baltici, senza cittadinanza e diritto di voto.
Il passo successivo può essere Sarajevo e simili, successo in gran parte per colpa di chi si affrettò a riconoscere i nuovi “stati”, in particolare furono Germania e Vaticano i primi.
Non tiriamo fuori la ex cecoslovacchia, lì furono forse d’accordo, però vorrei sapere quante migrazioni interne forzate ci siano state, e sempre come furono trattati quelli diventati improvvisamente stranieri in casa propria, a loro non ci pensa mai nessuno.
La pulizia etnica è sempre dietro l’angolo ovunque, non si può dire qui non succederebbe mai, quello che qualcuno crede sia libertà per il vicino diventa schiavitù in un attimo, meglio lasciar stare il can che dorme senza volere riscrivere storia di secoli fà, la situazione odierna è costata lacrime e sangue nel passato.