Far votare tutti sulle spese maggiori? In Ticino se ne discute
Stavolta non è passata, ma si tornerà a parlare presto della cosa. Oggi la proposta in tema di finanze e spesa avanzata da Sergio Morisoli – esponente di Area Liberale – nel parlamento cantonale del Ticino, in Svizzera, non è stata approvata. I favorevoli sono stati 30 (Lega, Udc, Al e maggioranza del Ppd), mentre i contrari sono stati 34 (Plr, Verdi e Ps). Eppure un voto positivo avrebbe rappresentato un’importanza conquista di libertà.
In sostanza il Gran Consiglio non ha accolto l’idea di introdurre nella Costituzione cantonale il referendum finanziario obbligatorio. Il principio che si voleva affermare è che il popolo debba dire la propria su tutte le spese più significative votate dal parlamentino. La frattura è stata però di misura e gli sconfitti ora possono pensare a un nuovo progetto: magari a un’iniziativa popolare (sembra la soluzione migliore), per affermare il diritto dei cittadini a essere sempre chiamati a esprimersi con una scheda, in futuro, ogni qual volta sono in gioco spese rilevanti.
La partita resta dunque aperta ed è una partita importante, dal momento che può favorire maggiore trasparenza e soprattutto aiutare a porre un argine alla spesa pubblica.
Colpisce come tanti “democratici”, anche a nord di Chiasso, siano tali un poco a intermittenza: quasi non riconoscendo nella democrazia diretta un elemento portante della società svizzera. Ma i giochi non sono chiusi e anzi è legittimo sperare che presto si porrà rimedio, proprio con il voto di tutti, all’errore compiuto oggi.
Come invidio un paese in cui la “democrazia diretta” si chiama così.Da noi è populismo da evitare con cura.Condivido tutte le sue considerazioni ma purtroppo per noi non è lontana solo l’America e la luna ma anche la Svizzera.Solo la possibilità che una forza politica avanzi proposte simili mi fa sognare e,come dice lei pazienza,che non sia passata.Domani si potrà decidere altrimenti,se il problema sarà ripresentato.E’ quella la strada, se si vuole cambiare.Altro che riforme truccate su province,senato,lavoro,legge elettorale.Quando sono in gioco non solo “spese rilevanti” ma questioni rilevanti le forze politiche dovrebbero elaborare proposte da presentare ai cittadini per la scelta non pretendere un mandato discrezionale col quale si fa quel che si vuole.
I referendum, almeno per l’esperienza italiana, sono un insulto all’intelligenza dei votanti. Casi passati dove la volontà popolare è stata bellamente aggirata, se non addirittura negletta, dalla casta, sono noti a tutti. Sarei favorevole ai referendum, uno su tutti quello degli emolumenti ai politici, se i risultati diventassero obbligatori, nella lettera e nello spirito. Casi come l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti riciclato come rimborso elettorale gridano vendetta al cospetto dell’intelligenza e della morale.