L’America che condanna Ulbricht non è più l’America di Jefferson
Condannato all’ergastolo: con scarsissime (per non dire nulle) possibilità di vedere modificata una sentenza tanto pesante. È questa la pena che è stata inflitta a Ross Ulbricht, il fondatore di Silk Road, una piattaforma libera usata essenzialmente per sviluppare tutta una serie di commerci “illegali”. Ma qui è il problema. Per quale motivo, infatti, un commercio dovrebbe essere proibito? Il commercio si basa su una serie di fondamenti giuridici ed economici. In primo luogo, ogni scambio implica il diritto di proprietà e la libertà di iniziativa. Se posseggo legittimamente un bene, ho il diritto di venderlo ad altri. Impedire questo o quel commercio significa aggredire, allora, le basi di una società libera. Dal punto di vista meramente economico, per giunta, è chiaro che ogni interazione volontaria ha luogo perché entrambi gli attori (nella loro soggettività) ritengono di trarre beneficio da quel contratto. È una sorta di “miracolo” che si compie dinanzi a noi innumerevoli volte, dato che anche se non sembra produttivo (non costruisce nulla che prima non vi fosse) ogni compravendita implica un accrescimento del benessere di tutti gli attori coinvolti. Ulbricht è stato condannato perché sulla sua piattaforma informatica si vendevano sostanze chimiche e farmaceutiche, armi e documenti falsi. Andiamo per ordine. Una società libera è una società in cui ogni paternalismo è messo da parte. La cocaina e la marijuana (come il tabacco, l’alcol, gli zuccheri in eccesso e via dicendo) fanno male alla salute, ma la scelta di farne uso o meno dovrebbe essere lasciata ai singoli. Questo non solo perché il proibizionismo fallisce sempre, come proprio la storia Usa mostra, ma soprattutto perché ogni dirigismo in questo ambito lede i diritti fondamentali della persona. Dovremmo evitare di considerare “reati” i “vizi”, o i comportamenti irresponsabili che non hanno ricadute sugli altri. Quanto alle armi, il diritto di difendersi è sacrosanto. Negli Stati Uniti è pure tutelato da un articolo costituzionale (il secondo articolo del Bill of Rights) dal momento che solo una società armata è in grado di resistere di fronte alla possibilità di esiti autoritari, totalitari, oppressivi. Chi produce e vende armi risponde a un’esigenza fondamentale della società e quindi non bisognerebbe interferire con questo commercio. Una società in cui non si producono e vendono liberamente armi è una società destinata a finire assoggettata da un potere illimitato. Che dire, infine, dei documenti? Qui la questione potrebbe essere più complicata, dal momento che un documento falso (ad esempio, un passaporto con la mia fotografia collegata dati personali che non sono i miei) può essere usato quasi esclusivamente per compiere atti truffaldini. Anche stavolta, però, è difficile considerare come un atto aggressivo passivo di un’azione legale la semplice produzione di un documento, quando esso non sia utilizzato. In fondo, pure le pistole possono essere acquistate per rapinare una banca, ma nessuno può pretendere di impedirne il possesso in assenza di altri elementi. Per lo stesso motivo, se volessi dotarmi di documenti fasulli e non li utilizzassi, in una società libera non vedo chi potrebbe accusarmi di avere leso i diritti altrui. Ma questo è il punto. L’America di oggi è lontana dall’America dei Padri fondatori. Certamente si è lasciata alle spalle molti problemi (si pensi alla schiavitù), ma al tempo stesso ha progressivamente smarrito quello spirito libertario che riconduceva il diritto semplicemente alla tutela dell’altro e dei suoi diritti naturali. Oggi si può essere condannati per commerci che, a rigore, dovrebbero essere del tutto liberi. C’è solo da sperare che gli americani se ne avvedano e reagiscano come possono.
@ Fabrizio de Paoli, naaaa, giusto, giustissimo! Non lo vogliamo no cosi’, la Potenza dev`essere nostra, dei cittadini e semmai al nostro servizio lo Stato, com`e’ giusto che sia, ma dipende da noi che cosi’ sia e rimanga tale. Ma qualcuno che queste cose le sappia mettere in testa alla gente ci dev`essere, bastera’ un blog?
Mariolino,
“poi qualcuno si è inventato la bufala dell’anarcocapitalismo, definendolo pure libertario, ma certamente non per tutti, per chi ha i soldi e tiene le leve del potere,”
Non è stato inventato proprio nulla.
Le dinamiche del mercato sono le stesse da migliaia di anni, il mercato libero si fonda su due semplici regole: libertà e volontarietà dello scambio e rispetto della proprietà. Funziona benissimo e soprattutto è giusto.
Sono regole naturali, scaturite dalle società e dai comportamenti umani nei secoli, in questo non c’è nulla di anarchico.
Quando però intervengono regole artificiali, che vanno a cozzare con le regole naturali e condivise, allora si sente la necessità di liberarsi di quelle regole artificiali, “l’anarchia”, l’assenza di regole riguardo al mercato si riferisce alle regole artificiali, a tutte quelle regole che vogliono imporre gli stati e non ai princìpi che fanno funzionare il libero mercato, tutt’altro.
“…ma certamente non per tutti, per chi ha i soldi e tiene le leve del potere,”
Quelle che tu chiami “leve del potere” sono possibili solo in presenza di regole artificiali imposte da uno stato. L’anarco-capitalismo esclude che ci possano essere “leve del potere”, non perché le vieta ma semplicemente perché in un sistema di libero mercato queste non possono svilupparsi. Si può sviluppare solo la ricchezza.
Però Mariolino, dovresti fare attenzione a non confondere la ricchezza col potere.
Essere ricchi in un sistema di libero mercato non è disdicevole, anzi è onorevole, perché significa che tutta la ricchezza di cui posso disporre me la sono meritata, e di sicuro non ho potuto rubarla o estorcerla facendo uso delle “leve del potere”.
Ti faccio un esempio: abbiamo un mercato libero formato da dieci persone tra cui me e te, tutti scambiamo tra noi ciò di cui possiamo disporre, qualcuno sarà bravo a produrre peperoni, qualcun’altro bistecche, altri vino, io computer e tu invece siccome sei pigro scambierai saltuariamente il tuo lavoro.
La ricchezza totale sarà la somma di tutta la ricchezza prodotta da quelle dieci persone, quella ricchezza verrà scambiata solo VOLONTARIAMENTE, tu essendo pigro deciderai quindi volontariamente di non scambiare il tuo lavoro e di conseguenza non riceverai in cambio altra ricchezza dagli altri, sarai il più povero di tutti. Ti sembra ingiusto?
Ti faccio lo stesso esempio con un mercato NON LIBERO: sempre dieci persone, tu però hai in mano la “leva del potere”, ovvero puoi imporre ai restanti nove di farti consegnare una quota della ricchezza che producono. A quel punto tu, senza aver particolari capacità e meriti, diventi il più ricco di tutti senza fare un cazzo. Ti sembra giusto?
L’ingiustizia non è diventare ricchi.
La differenza sta nel “come” si diventa ricchi.
L’anarco-capitalismo esalta la ricchezza e la giustizia.
Un saluto .
P.s. Vai a scoprire i ragionamenti di Bastiat, von Mises, Rothbard, Say, Menger e altri “austriaci”, se ti confronti con loro e se ci metti un po’ del tuo buonsenso magari ti scopri anarco-capitalista anche tu e ti liberi definitivamente da quella contraddittoria ed inumana ideologia socialista che ti rovina l’esistenza…
Federico Covella il 3 giugno 2015 alle 21:49:
IO invece Fabrizio lo conosco di persona, su alcune cose andiamo d’accordo, ma su molte altre no, come accostare anarchia e capitalismo, è come mettere insieme il diavolo e l’acqua santa.
L’anarchismo storico si basa su principi socialisti, ovvero lo stato non ci dovrebbe essere, ma tantomeno lo strapotere dei privati, che è sicuramente peggio, poi qualcuno si è inventato la bufala dell’anarcocapitalismo, definendolo pure libertario, ma certamente non per tutti, per chi ha i soldi e tiene le leve del potere, cose che nella vera anarchia non esistono, per un mondo del genere sicuramente non siamo pronti.
Purtroppo ora come ora lasciando briglia sciolta totale come credete che vada a finire, il potere lo prenderebbero i più criminali, ci penserebbero loro a mantenere l’ordine con metodi poco liberali.
Pensa che gli Usa siano il posto più libero dove vivere, di sicuro non per tutti, come ho già scritto hanno il più grande apparato di controllo mai visto al mondo, quelli dei paesi comunisti erano delle barzellette al confronto, la polizia prima ti spara e poi ti chiede chi sei e cosa fai, è possibile incarcerare la gente senza processo e senza possibilità di difesa, basta che mettano presunto terrorista, alla faccia della liberaldemocrazia, è roba da dittatura militare.
Che poi andando in giro non si veda a prima vista è indice che sono assai furbi nella gestione del sistema, tengono le briglie lasche, ma con in fondo il nodo scorsoio.
Certamente leggono anche quello che si scrive qui, chissà che qualcuno sparisca qualche volta.
Federico Covella, …naaa, niente cattedra,, presupporrebbe uno stato che certifica, e noi non lo vogliamo così potente, giusto?
Un saluto .
Lottieri, il tuo articolo m`ha convinto e m`ha fatto capire, io, che mi ritenevo un Liberale, di non esserlo stato abbastanza.
Concordo in pieno anche con l`eccellente commentatore Fabrizio de Paoli, del quale non so nulla, ma penso che dovreb`esser titolare d`una cattedra in “Umana Dignita’” in un`universita’ privata naturalmente, perche’ in una bubblica, dove le imporrebbero il politicamente corretto, non ci resisterebbe un secondo. Maaa… Fabrizio, un aiutino dallo stato c`e’ lo possiamo far dare affinche’ istituisca un “Ministero dell`Intelligenza”, dote cosi’ succube alla furbizia?
Anche da quel Signore, dal complicato codice “fr4nk18”, oggi ho scoperto qualcosa, d`essere cioe’ io, un Liberale con striature profonde d`Anarchia. Son d`accordo con te anche sul fatto che gli USA, nonostante i difetti che hanno ed a quelli che gli si vorrebbero attribuire, restano e devono (magari non soli) rimanere il posto piu’ libero dove vivere. Obama passera’ e sulle macerie si ricostruira’ il Sogno, che mi auguro sia, a breve, rigoduto anche da Mr. R. Ulbricht.
Pieretto, mi fa piacere che tu condivida e ti ringrazio.
Sembrerebbe che molta gente abbia difficoltà a vedere ciò che ha sotto i suoi stessi occhi.
Penso che solo in rari casi si possa parlare effettivamente di incapacità o stupidità, ma sono persuaso che nella stragrande parte dei casi sia solo un problema di coerenza: non si è ancora riusciti ad accettarsi per ciò che si è: noi tutti siamo, a seconda delle circostanze, compratori o venditori, egoisti o generosi, dominati o dominanti, capaci o incapaci, forti o deboli, produttori o consumatori, ecc. ecc., ed a seconda dei casi ignoriamo o esaltiamo, se ci fa comodo, il principio.
La furbizia ci porta a scegliere di volta in volta tra legalità e principio come se fossero la tessa cosa.
In realtà sappiamo benissimo che non lo sono: ce ne accorgiamo ogni volta che subiamo un sopruso a causa della legalità.
Non c’è territorio migliore della nostra pelle per verificare quanto spessissimo legalità e principio siano in contrasto.
La legalità vuole escludere il principio ed il principio in certi casi esclude la legalità, non possono quindi essere considerati la stessa cosa.
Serve il coraggio di scegliere, capisco che sia tutt’altro che semplice ma iniziamo almeno a farlo mentalmente, cominciamo ad essere critici ed a selezionare ciò che è giusto e ciò che è sbagliato seguendo il principio e non la legalità.
La coerenza ci dovrebbe imporre di seguire rigorosamente il principio, per questo motivo credo che il problema sia più che altro L’INCOERENZA.
Un saluto .
Fabrizio de Paoli 08:40
“poniamo il caso che dei delinquenti vengano a far razzia in casa tua, magari facendo anche del male ai tuoi famigliari, tu che fai? Chiami la polizia ovviamente, non potendo essere armato e non potendo difenderti direttamente non puoi fare altrimenti, la polizia arriva velocissima nel giro di cinque minuti ma nel frattempo i delinquenti vi hanno già derubato, riempito di botte e sono già scappati, a quel punto la difesa non è più necessaria. Si può dire che la difesa c’è ma non serve.”
Non fa una piega, al netto del lavaggio del cervello di tanti politicanti e mass media io mi sorprendo sempre di come tanti ancora non arrivino ad afferrare una cosa così evidente, a differenza di altre considerazioni contenute nel resto dell’intervento qui si parla di un concetto davvero elementare e alla portata di chiunque.
robespierre il 2 giugno 2015 alle 01:26:
Credo che il sistema svizzero invece aiuti da “sorprese”, se il popolo è l’esercito, chi può usare il potere, qualunque esso sia, per fare ad esempio un colpetto di stato, e qui ci siamo andati vicino varie volte nel dopo guerra.
Per il resto un mio collega con moglie svizzera diceva che lì vige la dittatura perfetta, ma non dello stato, è il popolo stesso che limita la tua libertà, e controlla cosa fai anche in casa tua.
Non sò se è vero, ma da alcuni fatti raccontati noi saremmo poco adatti, e anche loro, infatti quando vengono quà e non sono controllati si sbracano peggio di noi, e quelli li ho visti in diretta.
LO stato veramente democratico non esiste, ci sono solo vari gradi di costrizione, dove più dove meno, se potessi essere ben armato starei più tranquillo, un paio di armi le ho, ma ci sono un sacco di controlli, solo per noi, i cosidetti servitori dello stato fanno il loro comodo, ne ho come parenti e conosco il sistema, la maggior parte poi non le sa nemmeno usare come si deve, e quelli sono ancora più pericolosi.
Per lo strapotere americano vedo che siamo d’accordo.
Robespierre, vorrei commentare questa tua frase che mi sembra ottima per fare alcune riflessioni.
“Lo stato democratico è armato per la difesa della popolazione che delega ad un’ entità sovvrapopolare (lo stato appunto) le attività principali per il benessere ecc. ecc.”
“…difesa della popolazione…”
Da chi?
Da altre popolazioni?
Beh, questo non è vero, per esempio molta gente (non io) si sente minacciata e sente il bisogno di difendersi dagli immigrati ma non viene difesa.
Da altri stati?
Nemmeno questo è vero, basta pensare solo al fatto che altri stati hanno addirittura arsenali ed organizzazioni militari in pianta stabile in Italia o, ancora peggio, che sovra-stati decidono ed impongono le loro politiche economiche e commerciali. Laddove però quei cittadini non condividano quel tipo di intromissione non mi sembra proprio che vengano difesi dal loro stesso stato.
Dai delinquenti?
Neanche. Il sistema “a delega” è troppo inefficiente, non intendo dire che la polizia sia inefficiente ma che oggettivamente il funzionamento di quel tipo di difesa non possa produrre risultati utili: poniamo il caso che dei delinquenti vengano a far razzia in casa tua, magari facendo anche del male ai tuoi famigliari, tu che fai? Chiami la polizia ovviamente, non potendo essere armato e non potendo difenderti direttamente non puoi fare altrimenti, la polizia arriva velocissima nel giro di cinque minuti ma nel frattempo i delinquenti vi hanno già derubato, riempito di botte e sono già scappati, a quel punto la difesa non è più necessaria. Si può dire che la difesa c’è ma non serve.
Dalla popolazione stessa?
Se lo stato esprime la volontà del popolo e se quel popolo delega lo stato alla sua difesa significa che vuole difendersi da sé stesso.
Qui ci troviamo di fronte ad un ossimoro o, in alternativa, a dover ammettere che il popolo non è capace di intendere e di volere, ma in questo caso vorrei chiamarmi fuori dal popolo, in questo caso inoltre, se lo stato è il popolo, ne consegue che nemmeno lo stato è in grado di intendere e volere.
“…popolazione che delega…”
Falso!
Nessuno ha mai chiesto al popolo se vuole delegare allo stato il monopolio della forza.
Lo stabilisce la costituzione? …ma la costituzione non è il popolo, e non è nemmeno espressione del popolo, lo dimostra il fatto che nessuno mi ha mai chiesto di votare quella costituzione. È stata redatta da persone che erano una piccolissima porzione di popolo e che l’hanno imposta anche alle generazioni future (noi).
L’affermazione corretta quindi non è: “popolazione che delega”, bensi: “defunti che comandano”.
Ma anche essendo disposti a concedere cieca fiducia nei defunti (e comunque non lo sono (disposto)), da quanto mi hanno fatto studiare ho capito che finita la II guerra c’è stato un referendum tra monarchia e repubblica, scegliere la repubblica implicava in automatico l’accettazione della costituzione, non voglio discutere di questo, discuto piuttosto del fatto che poter scegliere solamente tra due opzioni (tra il veleno per topi e quello per scarafaggi) mi sembra un po’ pochino, ti pare?
Sto parlando in linea di principio naturalmente poiché, te lo ricordo ancora una volta, nessuno si sogna di venirmi a chiedere se quella costituzione mi sta bene oppure no, la si dà per scontata, un dogma dal quale non si può prescindere e di fronte al quale noi minuscoli esseri umani siamo delle nullità insignificanti, delle piccolissime, microscopiche, inutili cacchine di mosca…
“…un’ entità sovvrapopolare (lo stato appunto)”
Mi riesce difficile comprendere come uno stato (ammettendo che sia espressione di un popolo) possa diventare “sovrapopolare”, cioè più importante del popolo stesso.
Un saluto .
-mariolino il 30 maggio 2015 alle 17:05:
Non credo che gli svizzeri stiano meglio perchè hanno un fucile mitragliatore ma perchè hanno un governo ed un sistema politico meno corrotto e sicuramente migliore del nostro.
-Fabrizio de Paoli il 30 maggio 2015 alle 19:22:
Lo stato democratico è armato per la difesa della popolazione che delega ad un’ entità sovvrapopolare (lo stato appunto) le attività principali per il benessere ecc. ecc. Diverso il discorso se lo stato è totalitario e qui ti do ragione ma facciamo appunto l’ esempio di una democrazia.
Comunque l’ America dopo Bush padre ha inteso creare e ci sta riuscendo un Moloch che sarà difficile da abbattere non perchè ha arrestato F.R.Ulbricht ma perchè troppi incidenti stanno portando “l’ Arsenale della democrazia” ad assomigliare ad una teocrazia di potenti nella quale non solo il popolo americano ma tutta la popolazione mondiale soffrirà. Ed allora ecco che Thomas Jefferson si rivolterà davvero nella tomba. E mariolino il 31 maggio 2015 alle 10:47 mi da purtroppo ragione.
Condanna esageratamente incomprensibile.In galera ci si dovrebbe andare solo per reati di violenza alla persona ed in quel caso sì restarci o comunque essere messi in condizioni per sempre di non nuocere più.La società ha diritto di difendersi.Per il resto i suoi ragionamenti mi ricordano i sofisti e la loro arte di “far trionfare la tesi soccombente”.Come si faccia a ritenere giustificato e lecito qualsiasi traffico non lo capisco.Va bene la deregulation ma a tutto dovrebbe esserci un limite.
@Mariolino
Uno stato liberale non si misura necessariamente dal numero di suoi abitanti che sta in carcere ma dalla giustezza delle sue leggi.
Se l’Italia fosse una nazione seria nelle patrie galere a stare stretti dovrebbe starci minimo 4 o 5 volte più gente di quella che c’è attualmente e a scanso di equivoci non mi riferisco al ragazzetto che vende qualche canna o alla vecchietta che si imbosca la confezione di biscotti al supermercato.
Poi lo so che negli Stati Uniti in certi casi esagerano con le pene detentive nel senso che a volte per una stupidaggine che sarebbe più sensato sanzionare con qualche giorno o settimana di lavoro nei campi o nelle case di cura rischi invece di essere ingabbiato, magari con un po’ di psicopatici arrapati con le spiacevoli ( eufemismo ) ricadute che ne conseguono.
Altrettanto vero che pure lì stanno fuori parecchi personaggi per nulla raccomandabili vedi ad esempio intere zone tipo alcune periferie di metropoli dove persino la loro polizia lascia abbastanza fare quindi alla fine come numeri saranno più o meno in pari.
paolo diamante il 1 giugno 2015 alle 06:42:
SE le leggi fossero tutte giuste avrebbe ragione, ma non è così, esistono anche molte leggi liberticide, anzi forse sono la maggioranza, e sono al servizio di chi comanda, del resto sono loro che le fanno, questo senza entrare nel merito della questione.
In America le carceri sono anche un grosso business, molte sono private, e ci tengono oltre due milioni di persone, 8 volte l’Europa, più che da stato liberale sembra da soviet, e non hanno la siberia.
Egregio sig. Lottieri, lei crede davvero a quello che scrive? Esistono, nelle societa’, dei limiti ai diritti che sono indicati dalle leggi. La societa’ ” liberale” perfetta e’ la giungla e lei lo sa benissimo. Per gentilezza, lasci perdere Jefferson che era un impeccabile cui non sarebbe mai venuto in mente quanto lei scrive e gli attribuisce.
fr4nk18 il 31 maggio 2015 alle 08:10:
Sicuro che gli Usa siano così liberali, con i loro sistemi controllano tutte le comunicazioni del mondo, NSA e company, hanno la più grande agenzia di spionaggio mai vista sulla terra.
Bisogna sperare di non incappare in un poliziotto un pò nervoso, perchè prima ti sparano o poi guardano chi sei, anche ai ragazzetti che giocano.
Possono incarcerare gente senza processo e senza avvocati come l’inquisizione, Guantanamo ad esempio, in barba a qualsiasi legge internazionale, che infatti non hanno firmato.
Lo possono fare perchè hanno un potenziale militare dieci volte gli altri, e da New York tessono e disfano a piacimento, e nostro danno, la trama finanziaria del mondo, insieme ai servetti inglesi.
Forse lasciano le briglie sul collo al popolo interno, ma fuori rompono le scatole a tutti, a nominato le dittature sudamericane, chissà chi le creava e finanziava, babbo natale.
Non le piace il nero, ma per quanto riguarda l’esterno sono tutti uguali, guerrafondai come mai visti prima, anzi per quello sono peggio i dem, che ne hanno scatenate di più, tipo Vietnam.
fr4nk18
“In una italia dove chi si dice liberale e’ in realta’ un socialista (Berlusconi) e dove chi si dice di sinistra e’ in realta’ un populista corrotto degno di stare nelle dittature sudamericane di qualche decina d’anni fa (Renzi) non esiste proprio il germe della liberta’ se non nel nostro incontrovertibile anarchismo individuale genetico italico.”
Non essere così pessimista, sii realista.
Il germe esiste, me lo confermi quando parli di incontrovertibile anarchismo individuale genetico.
Io vedo piuttosto due aspetti che contribuiscono a creare confusione:
1) la “cultura” propagandata dal regime non promuove certo l’affermarsi di un approccio individuale e libertario, ma piuttosto educa alla disciplina ed al rispetto delle gerarchie necessarie al sistema collettivista, e necessarie soprattutto a chi intende dominare quel sistema per trarne vantaggio.
2) l’incoerenza individuale e personale. Se da una parte siamo naturalmente e geneticamente anarchici, fatto che implica rigore individuale, assumersi responsabilità e rispetto dei princìpi; rinneghiamo il nostro essere nel momento in cui troviamo conveniente farlo, è a quel punto che vien comodo lo stato che decide, pensa al posto nostro e ci solleva da ogni responsabilità, ed è a quel punto che ci trasformiamo da individui in polli da batteria del tutto privati di ogni senso logico riguardo alla nostra stessa esistenza.
Credo che si tratti solo di scegliere cosa vogliamo essere e come vogliamo esistere: vivi biologicamente (non per molto, vista la miseria provocata dallo stato collettivista) ma morti individualmente? o vivi sia biologicamente che individualmente?
Manca solo la coerenza.
L’altro aspetto genetico legato alla furbizia italica non aiuta, specialmente quando la furbizia supera quantitativamente l’intelligenza. Almeno in democrazia.
Ma ci si può lavorare: l’intelligenza ha sempre vinto sulla furbizia.
Un saluto .
La societa’ occidentale si sta sempre di piu’ trasformando in una societa’ di asserviti fedeli e felici schiavi … felici che lo stato si occupi di loro e non li faccia pensare troppo se non alla nuova auto felici di ricevere mance da clown come renzi anche loro fedeli e felici servi .
Obama e’ l’antiamericano per eccellenza il control freak contro il quale la costituzione americana e’ stata scritta aka lo stampatore di food stamps alla Achille Lauro 2.0 … c’e’ da dire che esiste ancora il secondo emendamento e i germi della liberta’ certo non risiedono in una europa fondamentalmente autoritaria ove anche l’inghilterra cede al putinismo un po’ fascista di Cameron.
Non c’e’ di che stare allegri … cmq sia l’unico luogo nel quale le mie chiacchiere libertarie di anarchico temperato suscitano un yeah! e non un guardare da altre parti per non incrociare lo sguardo di un pazzo (io) restano e resteranno gli Stati Uniti
Li’ si puo’ agire per la facolta’ di ogni uomo di cercarsi la propria felicita’ (a patto ovviamente che non infici quella degli altri) e ad avere uno stato che stia fuori da opinioni e decisioni personali.
(al solito obama e consorte i peggiori nemici di tutto cio’)
In una italia dove chi si dice liberale e’ in realta’ un socialista (Berlusconi) e dove chi si dice di sinistra e’ in realta’ un populista corrotto degno di stare nelle dittature sudamericane di qualche decina d’anni fa (Renzi) non esiste proprio il germe della liberta’ se non nel nostro incontrovertibile anarchismo individuale genetico italico.
Quindi Free Ross Ulbricht vittima (per il momento) di un processo degno della stupidita’ degli enti autoritari dell’america di obama
Se mai sara’ libero certo non lo sarebbe qui,in usa la prigione la stanno costruendo in europa ormai ci siamo dentro.
Lmmmmmmhhhhhhmmmmmhhhh
Sono assolutamente d’accordo sul diritto di possedere e portare armi e su quello di usarle per difendere se stessi o altri innocenti in pericolo, princìpio che in Italia è purtroppo poco rispettato pur se in altri posti è pure peggio, però da titolare di licenza di porto di fucile per uso tiro a volo, quella che in pratica ti permette di detenere l’arma e di trasportarla ( scarica ) nel percorso casa-poligono e ritorno e, da ex guardia giurata in passato quindi anche titolare di porto d’armi per difesa personale, troverei giusti controlli periodici attuati in maniera seria e non spesso semplicemente burocratica ai quali si dovrebbero aggiungere provvedimenti tempestivi quando qualcuno che ne è in possesso dia segni di squilibrio o mostri comportamenti violenti (provvedimenti che ovviamente non dovrebbero limitarsi alla proibizione di acquistare o detenere armi da fuoco bensì mettere questi soggetti in condizione di non nuocere).
Sulle droghe in linea di massima il discorso libertario ha molte ragioni ma anche qui con dei limiti, permettere ad un individuo pericoloso di acquistare cocaina o crack non mi pare una genialata e lo stesso secondo me vale se si è genitori di bimbi piccoli o si fanno lavori che comportino particolare attenzione e concentrazione, inoltre resta inteso che se sotto l’effetto di droghe ad esempio procuri un incidente stradale questa deve essere un’aggravante, poi so che il proibizionismo non è che di solito dia dei gran risultati ma questo è un altro discorso, il limite dovrebbe essere il buon senso.
Sui documenti falsi appellarsi alla libertà di commercio mi pare un’arrampicata sugli specchi.
Non conoscevo quel sito dal nome suggestivo ma presumo non ponesse alcun vincolo e nemmeno esercitasse una qualche forma di controllo preventivo, in tal caso al di là delle questioni di princìpio non mi sembra una cosa molto commendevole, poi si può discutere sull’entità della condanna.
Penso anch’io comunque che, a prescindere dal caso in questione che per la sua peculiarità non rappresenta una cartina di tornasole, gli Stati Uniti da parecchio tempo stiano un po’ perdendo quello spirito di cui scrive Lottieri, questo è un peccato anche se in una certa misura ne conservano ancora, spero possano riacquistarlo completamente riguardo i suoi aspetti migliori.
Considerazioni così intelligenti non possono che far riflettere chiunque, anche i più bacchettoni.
Come al solito è un problema di libertà: lo stato ha la libertà di limitare la libertà altrui, lo fa oltretutto in maniera ipocrita per dare l’illusione che “grazie” al suo intervento concede libertà ai sudditi.
Per esempio -e secondo me è una sottigliezza non da poco- quando lo stato affronta certi argomenti lo fa in termini di legalizzazione anziché di liberalizzazione, vale a dire che un commercio da lui vietato potrebbe essere svincolato da quel divieto ma comunque sempre CONTROLLATO dallo stato, quindi non libero.
Se ci pensiamo non esiste quasi nessun tipo di scambio libero, persino quelli che avvengono nella economia cosiddetta “in nero” non lo sono totalmente, es: se io vendo un kg di pane “in nero”, il prezzo che concorderò con l’acquirente sarà comunque viziato dalle intromissioni dello stato nei passaggi precedenti necessari ad arrivare alla produzione del kg. di pane, dall’iva sulla farina, alle accise sui carburanti per trasportare quella farina, al lavoro tassato, alle tasse pagate per l’aratro necessario a coltivare il grano ecc. ecc. ci si può sbizzarrire e spaziare in eterno notando che in qualsiasi passaggio è presente la lunga mano dello stato e che il prezzo di qualunque bene, fosse anche una pistola venduta di contrabbando, non scaturisce liberamente da un mercato libero ma è comunque influenzato dallo stato. Qualsiasi prezzo (elemento insito in uno scambio) in presenza di uno stato non può essere considerato libero.
Che questo stato venga poi a parlarci di “liberalizzazioni” è, come minimo, ridicolo.
Quando uno stato condanna all’ergastolo un semplice mediatore, lo fa per una ragione ben precisa: non ammette concorrenti ed intromissioni in un mercato che considera affar suo, un monopolio che si arroga con prepotenza inaudita.
Negli ultimi due secoli lo stato ha propagandato sempre più il messaggio che prima di tutto deve essere LUI ad aver diritto di avvantaggiarsi da qualsiasi scambio di noi schiavi. …per “il nostro bene” ovviamente.
Jefferson si starà rivoltando sempre più frequentemente nella tomba, salvo quelle volte che legge articoli come quelli di Lottieri ed altri libertari.
@Robespierre, il punto è che un popolo armato ha più possibilità di rimanere libero.
Anche in presenza di uno stato ci sarebbe comunque un rapporto più equilibrato tra il potenziale di entrambe le parti e quindi una minore inclinazione (o tentazione) a prevaricare o prevalere sull’altra parte.
Qualcuno dovrebbe poi spiegarmi in base a quale principio lo stato può essere armato ed io no… come al solito c’è qualcuno “più uguale” degli altri.
Un saluto .
Concordo perfettamente con Lottieri, che peraltro scriveva questa cose anche vent’anni fa. Viviamo in un regime di libertà condizionata dalle regole degli stati che si ritengono padroni della libertà dei loro sudditi.
E purtroppo anche gli USA non fanno eccezione.
robespierre il 30 maggio 2015 alle 15:10:
Con le armi di ora ai voglia ad andarci con i forconi, specialmente ora che quasi ovunque gli eserciti sono professionali, ovvero ubbidiranno a qualunque ordine venga loro dato.
Esiste un solo paese, che oltreutto non mi piace, dove non è così, la Svizzera, dove tutti gli uomini formano l’esercito e hanno il fucile mitragliatore a casa, difficile mandare degli scherani pagati a far pulizia di chi non è in linea, cosa facilissima qui da noi, se pensa che avrebbero remore a farlo sbaglia di grosso, esistono reparti creati per questo scopo decenni fà.
Io non sono molto d’ accordo sul possesso di armi alla popolazione come sul possesso di cannabis o sulla vendita on line di queste cose. E non credo che l’ America di Jefferson e degli altri Padri fondatori possa essere d’ accordo con questo articolo. La libertà non si regala e si rispetta perche uno ha un’ arma e non la usa e quell’ arma l’ ha comprata alla luce del sole e non al mercato clandestino. La libertà uno se la deve guadagnare. In Francia nel 1789 fu il popolo a ribellarsi senza armi ma con la forza dei numeri. La Bastiglia fu assaltata dai parigini armati forconi e bastoni. Poi successe quello che ormai è storia. Ma contesto che un popolo non è libero se non detiene armi. E contesto che un popolo debba avere in costituzione la vendita di armi per essere libero.