Il pasticcio delle nomine Rai tra retorica e realtà
Il governo Renzi si vuole innovatore, riformatore, “rottamatore”, ma in sostanza è anche molto schierato a difesa dell’esistente. La norma del decreto Madia sulla pubblica amministrazione che di fatto ora impedirebbe a quattro membri del nuovo consiglio di amministrazione Rai di essere confermati in questa posizione (potrebbero solo per un anno e comunque senza ricevere un euro) nasce dall’illusione che si possa mettere mano a un Paese alla deriva – e in tal modo farlo ripartire – non già riducendo l’area dello Stato (privatizzando, liberalizzando, licenziando…), ma invece correggendo qua e là una macchina elefantiaca che si vorrebbe far funzionare al meglio.
Renzi è insomma vittima della retorica che sia possibile uno statalismo ben efficiente.
Poi però c’è la realtà della politica e questa ha le sue leggi. Renzi ha ricevuto tanti favori e altri intende riceverne. E quindi ora deve piazzare Tizio su una poltrona, Caio su un’altra e via dicendo. Potrai essere di destra o sinistra, giovane o vecchio, pragmatico o sirizista… ma se vuoi comandare all’interno di questo gioco che ha le sue ferree (quanto feroci) leggi, non puoi ignorare di distribuire incarichi e prebende.
E così ora la retorica impatta con la realtà, ma è convinzione comune che sarà la seconda a prevalere. Carlo Freccero, Guelfo Guelfi e gli altri non hanno molto da temere.
Se una cosa come la televisione è pubblica non ha senso privatizzarla, di televisione private ce ne sono decine ormai, trasmettono tutte cazzate ignobili, diciamo che la volete chiudere e facciamo prima.
Dovrebbe essere invece potenziata per i programmi almeno un pò culturali e togliere tante porcherie uguali alle private.
Mi ricordo ancora quando trasmettevano il teatro vero.
Concordo con Adriano. Sulla necessità di privatizzare la Rai ho scritto qui: http://impresalavoro.org/rai-non-cambia-litalia-neppure/
La grande novità renziana? Un CdA espressione dell’inciucio politico e il ritorno all’uso del forno di pseudo-destra nell’ambito della politica dei due forni, dopo che quello di estrema sinistra aveva avanzato pretese eccessive boicottando lo stesso governo del PD. Il tutto fatto con la legge Gasparri tenuta in vita dall’universo dei SEl, dei grillini, dei dissidenti del PD, ecc., per bloccare la pseudo-riforma di Renzi.
Renzi ha superato la vecchia DC. Non c’è mai limite al peggio!
Questo, se uno ci pensa bene, è tragicomico. Tragico per chi vive in Ita(g)lia, comico per chi risiede all’estero.
Purtroppo la macchina infernale del potere consociativo e burocratico può essere spezzata solo dividendo l’Ita(g)lia e ritornando allo stato naturale di popoli e sistemi economici indipendenti.
Esatto.Questo signore cinguetta delle grandi riforme fatte.A parte che a me le riforme non scelte con il voto dei cittadini non mi interessano perchè imposte arbitrariamente,il nodo è quello che sottolinea lei.La riforma del pubblico si misura nella quantità di privato che lo sostituisce,altrimenti è una operazione da gattopardo,come per il bilancio delle ferrovie che qualcuno fantastica risanato e poi si scopre che c’è una media di più di 5 miliardi di trasferimenti annui.La solita storia.Nel pubblico,dove nessuno paga perchè a pagare sono tutti,si può dimostrare quello che si vuole e “annunciare” di cambiare tutto senza poi cambiare niente.Per questo tutto ciò che si fa alla RAI è assolutamente inutile se prima non la si privatizza.Parlarne senza questa premessa è una perdita di tempo.