Proprio sicuri che fare deficit produca crescita?
Nelle scorse ore, intervenendo a Cernobbio, il premier Matteo Renzi ha cercato di giustificare il ritardo dell’Italia rispetto a Spagna e Regno Unito sostenendo che a Madrid negli ultimi tre anni la media del deficit si è tenuta sul 6%, mentre Cameron ha portato il deficit al 5%. Lasciateci fare lo stesso, ha lasciato intendere Renzi, e anche l’Italia spiccherà il volo.
È legittimo essere scettici. Spendere soldi che non si hanno (e gravare le future generazioni di debiti) non aiuta l’economia, così come bruciare in po’ di carta non genera un grande falò. La considerazione di Renzi su Spagna e Regno Unito è un classico “post hoc propter hoc”… un po’ come se dicessimo che l’Italia del dopoguerra è cresciuta grazie alla Dc (mentre con ogni probabilità è cresciuta nonostante gli Andreotti, i Fanfani e via dicendo) o che l’America del Novecento è stata il centro della civiltà grazie alla montagna di dollari che spende ogni anno per l’esercito.
Quella frase del nostro primo ministro svela tutta la fragilità del riformismo all’italiana, dato che si basa sull’idea che un Paese cresce quando lo Stato – in un modo o nell’altro – investe, interviene, fa appalti, assume gente, costruisce ponti, organizza Expo e via dicendo. Al di là di una certa retorica genericamente favorevole al merito, Renzi rimane insomma radicato entro una prospettiva statalista, poiché chiedere maggiore “flessibilità” in tema di bilancio e di rigore significa coltivare illusioni: confondere i sogni e la realtà.
Ok… poi Renzi ha aggiunto che dall’anno prossimo comunque il debito diminuirà. C’è sempre, in fondo, un anno prossimo.
Adriano,
“Il debito non è un idolo ma neppure il demonio.E’ uno strumento che in alcuni casi può essere utile e privarsene a priori per un atto di fede è irrazionale.”
Un atto di fede è sempre irrazionale.
Ma privarsi del debito può essere l’atto più razionale del mondo
Se hai come obbiettivo essere indipendente e libero dall’impegno che implica il debito, allora privarsene o evitarlo in partenza è un atto molto razionale, è la cosa più logica che si possa fare.
Puoi ottenere gli stessi risultati dello “strumento debito”, basta sostituirlo con lo “strumento risparmio”: diventi tu la banca di te stesso.
“Chi è contrario all’aumento del debito dovrebbe essere contrario anche all’euro..”
Premetto che sono favorevole all’uscita dall’euro, ma perché si sta inflazionando.
Ipotizzando una moneta forte, chi è contrario all’aumento del debito lo è perché pretende che il suo stato sia in grado di spendere solo quanto i cittadini gli permettono di spendere. Non un centesimo di più, proprio per evitare di essere schiavi di un debito fatto da qualcun’altro.
Un saluto .
Ciao Manty, che fai di bello da queste parti?
Eeeh…, questa MMT non riesci proprio a farla attecchire vero?
Beh, non prendertela dai…
Sai perché non attecchisce?
Perché qualunque persona intelligente capisce che aggiungere soldi a quelli già in circolo ha come effetto quello di abbassarne il valore.
Lasciamo perdere per un attimo quelli che magari vogliono risparmiare del denaro, e che quindi si ritroveranno con MENO valore in mano; ma prendiamo un dipendente stipendiato: il suo stipendio è di x lire però ad un certo punto lo stato (siccome ha bisogno di altri soldi, come al solito) stampa altre lire: inflaziona la moneta e questa si svaluta, tutti i prezzi aumentano.
Tu dirai “e dove sta il problema se tutto aumenta”?
Il problema sta nei tempi: le materie prime saranno le prime ad aumentare ed a cascata tutto il resto.
L’ultima cosa che aumenterà sarà lo stipendio di quel povero cristo e finché non sarà aumentato lui potrà comprare sempre meno roba e servizi. Ci rimetterà.
Per questo se ne fotte della tua MMT .
Ma perche bisogna farsi prestare i soldi dalle banche e pagare interessi e capitale e non fare progetti per infrastrutture finanziati dallo stato stampando moneta la gente lavora acquista consuma paga tassa scienziato Che non capisce questo rag
ionamento essere asino
Non scherziamo, la spesa di qualcuno è sempre il reddito di qualcun altro, il deficit di qualcuno è sempre il surplus di qualcun altro, il disavanzo di qualcuno è sempre l’avanzo di qualcun altro.
Se, ed è incontestabile, la spesa di qualcuno è il reddito di qualcun altro, allora andando a ritroso si arriverà al reddito di qualcuno che non deriva dalla spesa di nessun altro e questi è lo Stato che spende la sua moneta creandola dal nulla. Punto. Poi, la somma dei tre saldi settoriali, Governo, privati ed estero, è sempre uguale a zero: (G-T)+(S-I)+CA = 0
G=spesa del governo
T=tasse
S=risparmio privato
I=investimenti privati
CA=current account(saldo netto bilancia commerciale + saldo netto redditi esteri netti).
Quindi se il saldo di un settore negativo, il saldo di almeno un altro settore è positivo, non possono essere tutti e tre contemporaneamente in avanzo o disavanzo.
Da ciò deriva per logica che i profitti delle imprese sono uguali al disavanzo pubblico più il saldo commerciale, gli investimenti e meno il risparmio privato perché chi riceve uno stipendio non lo spende tutto, ma ne risparmia una parte.
Uno Stato monetariamente sovrano e proprietario, attraverso il Tesoro della sua Banca Centrale, monetizza il disavanzo/deficit, emettendo titoli di Stato, tds, che colloca presso la sua Bce in cambio della moneta, per cui i tds sono un debito dello Stato con se stesso, li deve rimborsare alla sua Bce, in pratica a se stesso, così come gli interessi che paga alla sua Bce che li restituisce al tesoro sotto forma di utili.
Poi la Bce può collocare alcuni tds sul mercato bancario, ma lo fa solo per controllare il tasso interbancario.
Il nostro debito pubblico è passato, da debito dello Stato con se stesso a debito dello Stato con i privati, in seguito al divorzio tra Tesoro e Bankitalia, da quel momento Bankitalia è diventata una banca privata che non ha più ritirato i tds emessi dal tesoro, ma li collocati sul mercato dei capitali privati, infatti dalla fine degli anni 70 il rapporto deb/pil è schizzato da 50% fino a dove tutti sappiamo.
Gianfranco, forse Lottieri ha dato per scontati certi passaggi, ma da come parli ne consegue che tu abbia interpretato l’opposto del significato dell’articolo.
Un saluto .
Se creare debito fosse una spinta all’economia, dovremmo essere secondi o terzi al mondo.
Ne consegue che quanto detto e’ una solenne cazzata.
Ciao.
Gianfranco.
Il debito non è un idolo ma neppure il demonio.E’ uno strumento che in alcuni casi può essere utile e privarsene a priori per un atto di fede è irrazionale.Ci sono provvedimenti che può fare solo lo stato,come garantire la sopravvivenza a chi momentaneamente o stabilmente non ha reddito.L’alternativa per costoro è morire di fame.L’utilizzo del pubblico per lo sviluppo è invece ,come mi pare di capire dica lei,una illusione perchè chi agisce in questo ambito non riesce a garantire la convenienza degli interventi.In questo caso lo stato può solo cercare di agevolare,sempre facendo attenzione a non fare danni.Per quanto mi riguarda ,nel nostro caso,più che l’impiego di risorse pubbliche preferirei una strategia per l’uscita dal sistema di cambi fissi perchè grava le imprese di oneri non sostenibili.Chi è contrario all’aumento del debito dovrebbe essere contrario anche all’euro perchè alla fine sono la stessa cosa.La favola che con la moneta unica siamo costretti ad essere virtuosi è una favola perchè l’artificiosa possibilità di accedere ai mercati a tassi bassi , non per meriti nostri,provoca l’effetto contrario.
Carlo Lottieri,
“Spendere soldi che non si hanno (e gravare le future generazioni di debiti) non aiuta l’economia”
Sacrosanta verità.
È, a mio avviso, una delle ragioni che causano i cattivi investimenti per una ragione semplicissima: spendere è più facile che guadagnare, e un cattivo investimento non aiuta certo l’economia. Un cattivo investimento è una perdita, quindi la deprime.
Se io devo investire un capitale che ho guadagnato e risparmiato precedentemente, sarò molto più attento e prudente nelle mie scelte. Ne deriva una ragionevole maggiore probabilità che il mio investimento avrà successo.
Nel caso poi sia uno stato a spendere, la mancanza di oculatezza è aggravata dal fatto che, non solo si deve preoccupare che l’investimento abbia un tornaconto in termini di ricchezza resa, ma anche dal fatto che né spende soldi suoi né sarà il governo che ha fatto il debito a preoccuparsi di renderli.
E qui arriviamo alla parte più squallida e moralmente INACCETTABILE che lei rileva: gravare le future generazioni di debiti.
Un qualsiasi stato che ti carichi di un debito nel momento in cui vieni registrato all’anagrafe È UN MOSTRO.
Non solo sarò schiavo di quello stato per quanto riguarda le sue leggi assurde, la sua costituzione (anche questa decisa da altri al posto mio), ma dovrò pure farmi carico di debiti decisi da psicopatici irresponsabili che hanno governato precedentemente quello stato e che magari son pure già morti e sepolti.
Il debito lo ereditano i cittadini, sempre più grande.
UNA COSA DEL GENERE NON DEVE ESISTERE!
L’arroganza di chi impone questo tipo di schiavitù è qualcosa di bestiale e il sistema bancario ovviamente gode.
Sarebbe interessante vedere cosa succederebbe se alla fine di ogni mandato di governo il debito da lui generato diventasse per legge inesigibile, o ancor meglio, se dovesserero ripianarlo di tasca loro coloro che l’hanno creato (come succede a qualunque comune mortale).
Un saluto .