Dopo ogni tornata elettorale, nei commenti dei leader dei partiti, siano essi vincitori che vinti, emerge spesso un sottotesto, un tra le righe, che suona più o meno così: se mi hanno votato hanno capito la proposta, se non mi hanno votato non l’hanno capita. E il sottointeso è che non sono delle aquile, perchè era talmente bello il programma! Insomma la responsabilità sta nell’elettore alla fin fine. Molti sono i fattori che contribuiscono al comporsi del risultato finale di un’elezione politica e in questa senz’altro vi sono stati dei sommovimenti tellurici davvero notevoli nei voti. Tuttavia se andiamo ad analizzare il numero di voti in termini assoluti e non percentuali (che è giusto rappresentare, ma che sono solo una parte di quel che avviene), credo sia importante rilevare che (dati arrotondati e riferiti alla Camera, perchè mancano ancora delle sezioni ai risultati ufficiali del Viminale):

– il centro destra, ovvero la coalizione che ha vinto, ha sostanzialmente il medesimo numero di voti dell’ultima tornata, ovvero circa 12 milioni e trecentomila. Solo che sono stati distribuiti tra i partiti in modo completamente differente. Meno 3 milioni e duecentomila per la Lega, meno 2 milioni e trecentomila per Forza Italia. Più 5 milioni e novecentomila per Fratelli d’Italia (nel 2018 c’era anche l’Udc con 430 mila voti)

– il risultato di Fratelli d’Italia è molto significativo perchè accosta ad una fedeltà alla bandiera (84% di coloro che li votarono nel 2018 li hanno rivotati ora, dato molto più altro di qualsiasi altro partito, ma rappresentativo “solo” del 16% della base elettorale attuale) un numero superiore di voti provenienti da chi ha votato Lega nel 2018, ed anche una bella iniezione di voti da Forza Italia. In pratica le analisi dei flussi rivelano un’identità di FdI notevolmente diversa da quella precedente

 

– il Movimento 5 Stelle, seppur previsto in agonia, raccoglie 4 milioni e trecentomila voti (quasi la somma di Lega e Forza Italia). Tuttavia non si può ignorare che ha più che dimezzato i consensi del 2018 quando erano 10 milioni e settecentomila (quindi meno 6 milioni e trecentocinquantamila voti). Andati dove? Sempre l’analisi dei flussi ci dice che la maggioranza sono andati .. lontano dai seggi, ovvero astensionismo (sarebbe il 36% a essere rimasto a casa)

– il PD ha sicuramente patito un travaso di elettori che han seguito Renzi/Calenda (il 12%), ma anche un 17% che nel 2018  aveva votato PD e che questa volta è rimasto a casa. Il 15% della nuova base elettorale proviene da ex elettori di M5S, ma il risultato netto parla chiaro: quasi ottocentomila voti in meno

– Azione / Italia Viva che ha raccolto quasi due milioni e duecentomila voti ha attratto elettori dalla sinistra (47%) principalmente dal PD (35%), ma anche dal centrodestra (8% votava Lega e 6% Forza Italia) nonchè 13% dal M5S e il 26% si era astenuto nel 2018 (da sottolineare quest’ultimo dato in un elezione che ha visto “perdere” molti elettori che non si sono presentati alle urne

Dopo aver detto che queste analisi di flusso in percentuale sono reperibili pubblicamente presso SWG (che ringrazio) vorrei riflettere quindi su un risultato che letto alla luce dei numeri assoluti si potrebbe riassumere in una “bocciatura con sostituzione” per Salvini/Lega e Forza Italia/Berlusconi a vantaggio di FdI/Meloni: Bocciatura per M5S (che aveva il 32,7% nel 2018, quindi ben di più del risultato di FdI oggi). Flessione per il PD nei voti, ma grosso fallimento nell’assetto assunto. Resta una domanda (che non troverà risposta presso l’interessato): presentarsi in questo modo e andare incontro a una sonora sconfitta è stato un piano studiato a tavolino per cui la recita finale sono le dimissioni? La paura di governare un paese in difficoltà ha prevalso? O si aspetta un po’ per iniziare a tramare un nuovo governo di unità nazionale?

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