[youtube MtSdBtJC42k nolink] 

Che cosa vi piacerebbe ascoltare ai concerti? Bisogna pensare ad ambienti differenti per vivere la musica da quelli del teatro? Gli spettatori dovrebbero contribuire alla ri-progettazione delle modalità di ascolto? La questione è sempre la stessa, ed è a doppia lettura. Da una parte, chi fa od organizza i concerti ha il problema di attrarre il pubblico; dall’altra parte gli spettatori… Ultimamente stanno fioccando proposte insolite rispetto alle già collaudate formule.

Mi viene in mente, perché è tra qualche giorno, la serata del Divertimento Ensemble diretto da Sandro Gorli (mercoledì 22 aprile alla palazzina Liberty di Milano). Bene, per questo incontro gli organizzatori hanno pensato a un programma a sorpresa, nel senso che non si sa che cosa suoneranno. Motivo? Lo aveva spiegato alla presentazione della stagione il direttore-compositore Gorli: “Gli spettatori non venendo inflenzati dalle informazioni date dal programma possono essere più aperti e senza pregiudizi…”.

Chi percorre strade alternative – chissà quante ce ne sono da scovare nello Stivale – è anche il gruppo dei Sentieri Selvaggi, fondato da Carlo Boccadoro e Filippo Del Corno: a parte le innovative idee che si individuano nelle loro programmazioni, il 29 aprire al teatro dell’Elfo nel capoluogo lombardo faranno una vera e propria festa della musica dedicata a John Cage, con un finale che coinvolgerà il pubblico.

Anche la questione degli spazi è sempre più sensibile. C’è chi si esibisce nelle chiese, nella grotte, persino nelle cisterne. “Oggi – diceva Luca Francesconi, compositore e direttore della Biennale Musica di Venezia in un intervista rilasciata al “Giornale” – ci sono più preparazione e curiosità ma bisogna sapere superare i vecchi schemi, tipo il palcoscenico da una parte e la gente dall’altra. Lo spettatore va lasciato libero di circolare come se si trovasse in una galleria d’arte…”. Che cosa ne pensate?
In allegato: