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Salvatore Scarrino è uno di quegli autori che ancora in vita viene celebrato, ricordato, omaggiato come una vera e propria icona, figura simbolica ed esemplare della composizione contemporanea. Nei festival c’è sempre un angolo a lui dedicato. Un ritratto, un dibattito. L’ultima delle rassegne che gli dedica “qualcosa”, e quanto pare non poco, è Nuova Consonanza, in quel di Roma. 

Lui, che è uno dei maggiori compositori della nostra contemporaneità, viene festeggiato proprio in questi giorni dalla storica manifestazione capitolina proprio con un “ritratto” dedicato alle sue creazioni più note. Rassegna antologica che per la prima volta viene proposta in modo unitario. In tale occasione, il musicista palermitano (nato nel 1947) presenta un suo nuovo lavoro dal titolo L’altro giardino, per voce e strumenti, eseguito in prima assoluta a cura dell’Ensemble Algoritmo diretto da Marco Angius.

 Sciarrino è anche impegnato come direttore di un workshop di composizione che, sotto il titolo “De Musica ovvero la fabbrica della creatività” tiene fino al 21 dicembre con gli allievi del Conservatorio di Santa Cecilia. Nel contempo, è oggetto di un libro di Paolo Misuraca a lui dedicato che si chiama Itinerario di un Alchimico, riferito alle sue numerose combinazioni fatte di suoni e di silenzi.  Per quanto riguarda la sua novità, c’è da dire che parla con nostalgia della Sicilia (Sciarrino da diveri anni vive altrove ma vorrebbe tornare per riassaporare sapori di un luogo ineguagliabile) che giudica “bellezza abbagliante capace di generare sonnolenta e indifferenza per tutto il resto, una sorta di persecuzione fisica per chi vi abita. Una condizione di isola che colloca la gente in una perenne dimensione di passaggio”.

La novità di Sciarrino è un’opera di musica ecologica, calata come materia immaginaria di un figlio che vive lontano e che per il suo lavoro gira il mondo, per cui, tra echi di vario genere, vive di voce riflessa. “Il mio brano – dice ancora il compositore – è un insieme di tutte le percezioni possibili, un giardino di agrumi nel fresco del mattino. Di quale epoca, passato da venire, non sappiamo…”.
In allegato: musiche di Scarrino