[youtube otGIH5x8orU nolink]

Sessant’anni or sono, in estate, mancava uno dei grandi rivoluzionari della musica europea: Arnold Schonberg, nato a Vienna nel 1894 e morto a Los Angeles nel 1951. Come è noto a chi s’intende un po’ di musica (o meglio teoria musicale), mise in discussione il sistema tonale. Un personaggio cardine nella storia, con una vita che toccò altri e altrettanti personaggi di grande calibro. Si va da John Cage, del quale fu maestro, a Gershwin, senza contare la sua amicizia con Chaplin e Einstein, nel suo periodo americano dopo la fuga dal nazismo.

Ed è proprio dedicato al suo periodo negli Usa il nuovo saggio “Schoenberg’s new Eorld – The American Years” di Sabine Feisst, dell’Oxford University press. A parlare dell’ideatore della dodecafonia è stata la figlia Nuria, che recentemente ha concesso una delle sue rare – anzi rarissime – interviste alla giornalista Leonetta Bentivoglio, su repubblica domenica 17 luglio. Nuria, che è stata moglie del compositore Luigi Nono, oggi vive a Venezia, dove guida l’Archivio Nono ed è presidentessa dell’Arnold Schonberg Center di Vienna.

Chi era Schoenberg è bene ricordarlo per i non cultori della materia. In estrema sintesi: “E’ stato uno dei più grandi maestri di tutti i tempi, uno di quelli che non si possono superare perché in loro si incarnano insieme il sapere e la semsibilità di un’epoca”, ha detto il collega-compositore Alban Berg. Ha ideato la cosidetta “dodecafonia”: “Un metodo di composizione con dodici note poste in relazione soltano l’una con l’altra, diceva lui. E rispetto alle accuse di troppa cerebralità della sua musica rispondeva: “Un cinese non parla soltano in cinese ma dice qualcosa. E’ questo qualcosa che conta, non la lingua che usa”.
In allegato: musiche di Schonberg