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L’occasione è ghiotta per ricordare l’importanza dell’Ircam, l’istituto per la scienza della musica e del suono e avanguardia elettro-acustica che si trova in quel di Parigi, praticamente attaccato al Centre Pompidou di Renzo Piano. L’occasione è il concerto in programma per il  28 settembre a Palazzo Pisani, a Venezia (http://www.labiennale.org/it/musica/programma/ircam-1.html?back=true) nel corso della Biennale musica (55esima edizione), che inizierà dopodomani. Concerti nei quali vengono presentati autori come Yan Maresz (1966), Yann Robin (1974), Franck Bedrossian (1971) e Roque Rivas (1975). 

Tutto è iniziato trantaquattro anni fa, quando il compositore Pierre Boulez aprì il Centro e ne assunse la direzione. Molti degli studi e delle innovazioni nel campo della musica e dintorni si devono a questo istituto di ricerca. Qualche esempio. Le tecniche associate alla cosiddetta “musica spettrale” (o “spettralismo”; vedi le analisi sulla trasformazioni di Fourier, sono state portate avanti in loco: e ancora: l’Ircam ha sviluppato un microfono speciale in grado di isolare ciascuna delle quattro corde del violoncello; infine: tutti (o quasi) i grandi dell’avanguardia e della musica contemporanea sono passati e passano di lì. Qualche nome per capire.

Da Luciano Berio a Harrison Birtwistle, da John Cage a Luca Francesconi, da Philippe Manoury a Terry Riley, da Karlheinz Stockhausen a Iannis Xenakis. Le migliori menti musical-tecnologiche del nostro tempo. La “voce” mondial-europea del progresso musicale. Che ora, in occasione del festival veneziano, presenta la sua “scuderia”, con opere che tra gli ingredienti principali hanno l’elettronica. Gli strumentisti chiamati in causa per il concerto sono Gabriele Cassone (tromba), Alain Billard (clarinetto contrabbasso) e Brice Martin (fagotto).
In allegato: visita dell’Ircam