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ETICHETTE, CHE QUALCUNO CE LE TOLGA DI TORNO…
Vi è mai capitato, ma si che vi è capitato almeno una volta: di prendere tra le mani un cd in un negozio, aver voglia di saperne di più magari per un eventuale acquisito, dopo aver visto la copertina girarlo per scoprire alcuni titoli dell’opera o dei brani jazz o quel che si voglia, e scoprire che un’etichetta impedisce di leggere. Ecco, se vi è capitato, una volta: be’ che dire sfortuna? Probabilmente no. L’altro giorno a chi scrive, durante una conferenza stampa in un palazzo storico a Milano, per il lancio di una nuova incisione, è accaduta la stessa cosa, un’altra volta, l’ennesima: girato l’involucro ecco l’”inconveniente”, la brutta etichetta messa lì, apposta si può dire, perché lo scherzetto c’è nove casi su dieci. Che fare? Forse, dopo tanti mugugni e delusioni (della serie: “Chissà come s’intitolava quell’ultimo brano?), sarebbe anche arrivata l’epoca di scrivere a qualcuno, a una casa discografica, a un imballatore, all’esperto di turno. Magari qualcuno lo ha già fatto: una voce nel deserto…

IL TERRORE DEL VUOTO ANCHE QUANDO IL VUOTO NON C’E’
Sabato 13 aprile, praticamente il vuoto pneumatico: si sfogliano i giornali e le notizie sulla musica, tanto meno quella contemporanea, non ci sono. O quasi. Forse nessuno ha parlato, ha suonato, suonerà, niente commenti. Qualcosa sicuramente è scappato nella lettura. Ultimamente però non si sa se peggio o meglio, fatto sta che anche quando ci sono, appartengono alle seguenti categorie: presentazioni di concerti, presentazioni di concerti, presentazioni di concerti…. Pardon, meglio fermarsi: la tastiera del pc si è incantata.

L’AUTOBIOGRAFIA, QUANDO LA STORIA SI “RIPETE”…
Ultimamente vanno forte le autobiografie dei musicisti. Spesso vite interessanti,
della serie ricordi di gioventù, del proprio maestro, gli studi, le difficoltà esistenziali, se stranieri in Paese ostile la fuga, il momento della svolta, le ovazioni, il rapporto con lo strumento, con le donne, con la musica. Qua e là pillole di saggezza. A volte autobiografie scritte troppe presto rispetto alla tabella di marcia e l’anagrafe. Ma così gli editori vogliono: del resto il successo c’è. A volte sono gradevoli. Hanno un piccolo grande problema, si può dire spesso: a parte qualche variazione sul tema, letta una lette tutte. E non ci si può consolare con lo stile.