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Immediatezza, freschezza, lirismo, melodia, giusto peso allo style, un occhio alla musica senza confini. Bella la lezione che fa Franceso Maccianti, pianista toscano. Il suo modo di comporre, le melodie (già, perchè lui è assai melodico) è presto detto, ma non facile da farsi, anche se a prima vista non parrebbe, per via della gradevolezza. Il musicista, sulla questione comporre, spiega che mentre studia una sequenza di accordi si trova fra le dita una melodia che poi la trascrive; oppure lavora sul cantato, oppure ancora da una figurazione ritmica.

Su “Musica Jazz” si può leggere una bella intervista; il succo che qui interessa appare racchiuso in una serie di passaggi: per esempio, il suo stile compositivo da lui raccontato, oggi è regolato dall’assenza di preoccupazioni particolari riguardo al linguaggio, sulla sua omogeneità: ammette – sempre nell’intervista a cura di Guido Festinese –  di non essere più condizionato, almeno più di tanto, da questo parametro.

Per il pianista – a proposito di sonorità – gli italiani sono assai “apprezzati all’estero per il loro lirismo e la fantasia musicale che li rendono molto riconoscibili. Alla fine una serie di insegnamenti e considerazioni che possono fare bagaglio, per poter capire non solo la sua musica.
In allegato: Francesco Maccianti in concerto