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Raccolta fondi per incidere. Il sistema è collaudato negli Usa, in Italia forse c’è voluta la crisi per far spuntare il metodo. A lanciarlo ora è il Collettivo T. Monk, formazione italica di matrice jazz che proprio in questo periodo è alla prese con la sua campagna online per l’operazione: in pratica, attraverso il web, familiari, amici, fan, appassionati del genere, pubblico e altri che vogliono contribuire al progetto musical-artistico, possono versare una quota per finanziare la loro incisione. Se la formazione arriva a raccogliere almeno 3mila euro si parte; per dare il contributo: http://www.musicraiser.com/projects/1552-collettivo-t-monk-first-record.

“Non è facile tenere in piedi una band di dieci elementi nella scena jazz di oggi – fanno sapere attraverso il sito quelli del Collettivo T. Monk -. I fondi che stiamo raccogliendo sono necessari per andare cinque giorni in studio. Masterizzare il lavoro, creare il merchandising, girare e promuovere il video e ancora, cercare un’etichetta discografica che stampi il disco”. Non è difficile intuire il genere del gruppo, a partire dal nome che si è dato.

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“Siamo nati – raccontano – come collettivo monografico su uno dei grandi geni del jazz moderno, Thelonius Monk, e oggi ci troviamo ad avere più di un’ora e mezza di musica scritta, cioè i nostri arrangiamenti delle sue composizioni”. Mentre si discute di questo, come si dice a Milano “il tassametro gira”. A quanto è salita la raccolta fondi? Venerdì 21 novembre, ore 18.41: sono arrivate 830 euro.

Chi volesse intanto sentire il Collettivo, sappia che tra novembre e dicembre suona in diverse occasioni: il calendario – ci sono ancora tre date utili – si trova sul loro sito.
In allegato: video Collettivo T. Monk