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Il rumore, la città. Quante volte siamo stati colpiti alle orecchie al cervello dal fracasso della metropoli. Auto che suonano il clacson, il vociare della folla, le musichette spot sparate dalle più diverse fonti sonore. E ancora, in metropolitana: che bordate quasi fisiche, che non si riesce neppure a dire una parola.

Bene, tutto questo ha un prezzo, per la persona. Si chiama inquinamento sonoro. E ricordiamoci, c’è anche una legge (la 447/1995 art. 2), che fornisce la definizione di inquinamento acustico: “L’’introduzione di rumore nell’ambiente abitativo o nell’ambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo e alle attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, dell’ambiente abitativo o dell’ambiente esterno o tale da interferire con le normali funzioni degli ambienti stessi”. Morale?

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Informarsi per prima cosa, mettere il più possibile al riparo e per i propri ambienti pensare a “bonificarli” il più possibile. Pena, gli effetti riportarti dalla suddetta legge e molti altri. E se poi si vuole fare una lettura a proposito interessante, si può ricorrere ai classici del genere, per esempio “Paesaggio Sonoro” di Raymond Murray Schafer (http://it.wikipedia.org/wiki/Raymond_Murray_Schafer) un personaggio assolutamente da ri-scoprire. E il rumore forse diventa un po’ più “amico”.
In allegato: musiche di Murray Schafer)