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Forse troppo spesso ci dimentichiamo di essere immersi nel suono, non dalla nascita, ma addirittura da prima, quando piccoli piccoli nel ventre materno – come diversi studi documentano – quel che succede fuori a un certo punto ci raggiunge, provocando chissà quali reazioni. Sulla questione – la sonorità che ci avvolge dal principio – ce ne è abbastanza per indurre a occuparsi di più di un mondo che i più spesso magari vivono in maniera poco consapevole. E non sempre senza conseguenze: inquinamento acustico nelle città, musica di consumo non di rado orribile, rumori molesti in casa; come stare col sottofondo delle auto?

“Eh sì, il suono è una materia prima importantissima – attacca Alberto Morelli, compositore elettronico e musicista-ricercatore dedito anche alle contaminazioni (da anni collabora con lo Studio Azzurro di Milano) –. Il suono può essere usato contro la persona; basti pensare che allo studio esistono persino armi soniche, non mortali, ma in grado di provocare terribili sintomi alle persone verso cui vengono usate”.  In questo momento insieme al compositore elettronico Massimo Mariani alle prese con la colonna sonora del docu-film “Io sono con la sposa”, Morelli, complice una commissione arrivata proprio allo Studio Azzurro, è tra quelli che hanno lanciato il corso di Sound Design all’università Bicocca di Milano. E, a suo tempo per l’occasione, in tandem col collega amico Stefano Scarani, ha scritto “Sound Design, progettare il suono”, prima in forma di dispense didattiche poi di volume (Pitagora editrice Bologna): “E’ stata l’occasione per intraprendere un viaggio che ha toccato le più diverse tappe per comprendere di più questo universo (cose ben raccontate nel saggio, ndr): dalla psicobiologia del suono all’ecologia acustica, passando per l’antropologia”.  

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Due chicche e una curiosità: il saggio contiene un’intervista a Peter Greenaway, regista impegnato sul fronte musica-immagini (basti pensare ai suoi film e alla sua collaborazione col compositore Michael Nyman) e un’intervista – probabilmente l’ultima che ha dato – al compositore italiano Franco Donatoni. Ah, a proposito: da dove spunta il termine “Sound Design”? La leggenda, ma non tanto, racconta del regista Francis Ford Coppola che alla fine dei lavori per il film “Apocalypse now” così si complimentò con chi si era occupato delle sonorizzazioni: “Bravo! Ma tu non sei un ingegnere del suono, tu sei un sound design!”.
In allegato: Alberto Morelli e Studio Azzurro