Musica senza angoli, impennate, eccessi. Chissà se l’Altissimo è così… Nel Cinquecento si viaggiava in questo modo – sulle ali di pezzi oggi per noi un poco alieni – epoca rivoluzionaria. Di espansione, con in primo piano la spiritualità. A sentir le musiche di quel tempo, sembra di capire il motivo delle incursioni dei compositori d’oggi nel patrimonio musicale del secolo in questione.

Chi volesse incontrare brani cinquecenteschi – cosa non certo facile in un panorama vasto poco incline a volgersi così all’indietro – si ricordi che il San Fedele di Milano tra le sue proposte annovera anche questi repertori così poco frequentati.

Il prossimo appuntamento utile, a proposito, nel centro – il cui direttore artistico è padre Pileggi – è domenica 10 maggio (ore 17, Sacro in musica); carrellata di autori dell’epoca tra i quali, si va da Costanzo Antegnati, Francesco da Milano, Giovanni Animuccia; e ancora: Andrea Cima, Bartolomeo Trombocino, Adriano Banchieri, Pietro da Lodi, Vincenzo Galilei e Francesco Soto. Eseguiranno Angela Alesci (soprano), Massimo Lonardi (liuto rinascimentale), Giuliano Lucini (liuto rinascimentale) e Francesco Catena (organo positivo).