Sui media di oggi si trovano interviste e riflessioni riguardo all’universo mondo della musica. Alcune sono “degne” di essere sottolineate e ri-proposte, perché punti e spunti per riflettere e dibattere. Ecco alcuni scampoli scelti vergati da altrettanti autori, il tutto accompagnato con video e musica di compositori

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Giorgio Colombo Taccani (compositore)
1) “Nella danza la musica deve essere una componente dello spettacolo, non è l’unico oggetto sui cui si concentra l’attenzione del pubblico, il compositore deve capire che è funzionale all’insieme, questo comporta una focalizzazione sul dettaglio che non può prevaricare”; 2) “Perché in Italia la musica contemporanea è quasi ignorata? I motivi sono svariati, sicuramente alcune sperimentazioni musicali hanno avuto una certa responsabilità, troppo celebrali, autoreferenziali, hanno creato un problema nell’immaginario collettivo creando una separazione con il pubblico; 3) La musica contemporanea è un mondo dalle mille sfaccettature, tantissime esperienze andrebbero conosciute, gustate: la cosa più triste in Italia è vedere quanto poco coraggio c’è fra il pubblico). (da “Il Giorno” di Grazie Lissi)

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Ezra Pound (poeta e critico musicale)
1) “Il critico non partecipa ai concerti per simpatizzare o commiserare gli artisti. Il critico è il rappresentante del pubblico. Il suo elogio è pari al consigliare ai suoi lettori di spendere qualsiasi cosa a fronte del privilegio di ascoltare una bella esibizione, e la sua credibilità sarebbe rovinata se consigliasse di perdere il costo del biglietto. Presumibilmente, il critico ha, o dovrebbe avere, ascoltato una certa quantità di musica veramente eccellente, e dovrebbe mantenere alcuni standard di perfezione nella speranza di assistervi, o persino di forzare, per migliorarle, prestazioni inadeguate. La sua fedeltà alla perfezione e all’eccellenza è molto più importante di qualsiasi mimetizzazione dell’adulazione”. (da “Il Giornale” di Mattia Rossi)