Negli articoli precedenti abbiamo visto come in generale l’approccio all’investimento sui mercati obbligazionari sia ancora molto approssimativo, insieme ad alcune delle cause che determinano questo stato di cose.

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  Tuttavia, oltre alle già menzionate aridità della matematica finanziaria e all’utilizzo di modelli di valutazione praticamente inutili, sopravvivono nella mente degli investitori da due false credenze, alimentate non senza fini reconditi dall’industria finanziaria.   Industria finanziaria che ha tutto l’interesse a spingerci esclusivamente verso le azioni, i derivati, le opzioni, i bitcoin. Vendendoci l’illusione di poter moltiplicare i nostri capitali rapidamente. Incassando laute commissioni. Con le obbligazioni si guadagna poco, meglio le azioni; le obbligazioni non sono interessanti, meglio le azioni; le obbligazioni sono fatte solo per essere portate sempre a scadenza.   Niente di più falso.   Tanto per iniziare, le obbligazioni sono molto più interessanti delle azioni perché offrono una varietà quasi infinita di strutture. E ogni struttura è adatta a particolari fasi di mercato e in particolari fasi del ciclo economico.   Ogni struttura, dalla più semplice alla più complessa, quando compresa a fondo e valutata correttamente può rivelare delle vere pepite.   I tassi sono in salita e i prezzi delle obbligazioni sono sotto pressione? Compro tassi variabili o zero coupon a breve scadenza, riducendo in modo significativo il rischio tasso.   I tassi sono in discesa e i prezzi delle obbligazioni volano? Investo sui tassi fissi, comprando quelli sottovalutati e vendendo quelli sopravvalutati.   Anche le borse stanno andando al rialzo? Compro obbligazioni Equity-Linked e sfrutto la caratteristica della quotazione a corso secco.   L’inflazione morde? Compro titoli Inflation-Linked che proteggono il potere d’acquisto del mio patrimonio, come ben sanno gli investitori che oggi hanno in portafoglio titoli governativi legati all’inflazione che esprimono rendimenti a doppia cifra percentuale.   Altro aspetto è che con le obbligazioni si può guadagnare anche più che con le azioni, con un rischio nettamente inferiore, come dimostrano le grandi banche d’affari USA.   Infatti, come forse abbiamo già detto, la voce di maggior profitto delle grandi banche d’affari americane è il trading sulle obbligazioni. Incredibile ma vero: la divisione alla quale le banche d’affari non rinuncerebbero mai sono le sale operative dove i trader istituzionali lavorano sui mercati del reddito fisso.   Altro che azioni, futures o opzioni.   Senza contare che in termini di rapporto rischio/rendimento i risultati economici che si raggiungono con le obbligazioni sono almeno 10 volte superiori all’investimento in qualunque altra asset class finanziaria.   E questo non lo diciamo noi, ma lo dimostrano i bilanci delle sale trading e i report interni delle divisioni che operano sui mercati del reddito fisso. Come noi, a suo tempo, abbiamo scoperto quando abbiamo preso sul serio le obbligazioni.   Troppo bello per essere vero?   No, questa è la realtà dei fatti. E il motivo è tanto semplice quanto poco considerato.   Tutte le metodologie operative su azioni, derivati o opzioni sono in mano alla statistica. Ed è normale che sia così: lo studio dei mercati e dell’analisi tecnica nasce per portare a proprio favore le probabilità di successo di un’operazione. E avere tra il 70% e l’80% di probabilità di successo è già un ottimo risultato.   Ma se approccio i mercati azionari con l’analisi fondamentale, cioè faccio l’esercizio improbo di calcolare i fair price delle azioni, passo dalla statistica all’aleatorietà pura. Chi ha un po’ di conoscenze della materia sa molto bene che il fair price di un titolo azionario può essere calcolato in molti modi diversi.   E ogni metodo fornisce, ovviamente, un risultato diverso. Basta guardare gli annali delle previsioni di analisti e sedicenti esperti per rendersi conto che i fair price li azzeccano una volta su dieci. Se va bene.   Di contro, tutte le metodologie operative e di valutazione delle obbligazioni sono in mano alla matematica.   Se il fair price di una azione è quanto di più misterioso possa esistere, il fair price di una obbligazione (soprattutto se a tasso fisso) può essere calcolato in ogni istante di mercato; se le azioni sono una scommessa sul futuro, il rendimento ed il prezzo di una obbligazione sono il risultato di una formula. Con calcoli accessibili a tutti.   Il modello di valutazione in Asset Swap Spread, stato dell’arte dell’operatività con le obbligazioni, ci permette di non avere nessun margine di incertezza o di errore sui titoli realmente sottovalutati da inserire in portafoglio.   Un modello che permette di valutare ogni tipologia di obbligazione, da quelle appartenenti alla stessa “famiglia” a quelle di “famiglie” diverse ma con caratteristiche simili.   Con tutto quello che ne consegue a livello di possibilità di investimento e di trading.   Dal 2008 ad oggi abbiamo letteralmente trasformato la nostra visione e la nostra operatività, facendo delle obbligazioni un punto fermo, il cuore del nostro portafoglio.   E grazie a questo, negli ultimi 14 anni, siamo riusciti a far crescere i nostri risparmi ben più di quanto pensavamo possibile con rischi così contenuti.   E questa esperienza ci ha insegnato che il modo migliore per investire bene non è rincorrere potenziali rendimenti sempre più elevati ma riuscire ad ottenere un solido rapporto rischio/rendimento nelle scelte operative.   Questo è uno dei nostri segreti, di cui tra gli altri parleremo nel prossimo articolo.   Infine, sono ancora aperte le iscrizioni al Workshop live con classe operativa del 06.04.2023 alle 18:00, durante il quale scenderemo ancora più in profondità e durante il quale sarà possibile confrontarsi direttamente con noi su molti aspetti dell’investimento su obbligazioni.  

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