pedaDa Milano a Morimondo. Dalla canottieri San Cristoforo alla cascina Lasso seguendo il Naviglio. Una strada «zitta» come la chiamano quelli di Turbolento, un gruppo ciclistico «Un po’ turbo e un po’ lenti» come scrivono sul loro sito ma soprattutto un po’ filosofi che accolgono chiunque si muova su due ruote. Un gruppo ciclistico ma anche tante altre cose insieme che servono a pedalare, a godersi strade dove passano in pochi e soprattutto non passano le auto e a godersi anche le gioie della vita fermandosi, guardandosi intorno e prendendosi il tempo anche per sedersi a tavola a mangiare. Così nasce la «Pedalata al chiar di Luna» che in realtà è alla seconda edizione perchè era già nata l’anno scorso. Paolo Tagliacarne, il presidente del Turbolento cycling club, la spiega in due parole: «Il senso di questa pedalata è quello di riscoprire il Chiar di Luna che i Futuristi volevano cancellare e Filippo Tommaso Marinetti voleva addirittura uccidere…». Poesia a parte, la Pedalata al Chiar di Luna in programma martedì 16 luglio è una romantica passeggiata in bici che parte alle 19 quando le ombre si allungano e va verso il Parco sud in direzione di Morimondo dove ci sono un bellissimo borgo e una bellissima Abbazia. «Una pedalata lenta- spiega Tagliacarne- che terminerà nella cascina Lasso dove andremo a cena per goderci salumi e risotto di quella zona. Il tempo di cenare, di aspettare che faccia buio e di rientrare al chiaro di luna appunto verso la città». Tra Naviglio e stradine che «tagliano» un po’ il percorso si pedalerà, tra andata e ritorno, per un sessantina di chilometri. Lo scorso anno i ciclisti partecipanti furono una ventina, quest’anno dovrebbero essere una decina in più. «Questa pedalata riassume un po’ la filosofia dei nostri eventi- spiega Tagliacarne- che sono sempre più legati alle date e alle stagioni dal solstizio d’estate, all’inizio dell’autunno, all’ora legale…».  La bici diventa così il mezzo e il pretesto per muoversi, conoscere luoghi, scoprire borghi e strade dimenticate che, per chi pedala, sono poi le migliori. Diventa l’opportunità per conoscere altre persone e anche un po’ conoscersi, il modo per viaggiare lenti e ricominciare a guardarsi intorno. Gli itinerari ciclistici disegnati da Turbolento portano sempre in questa direzione. Su strade secondarie, piccole e tortuose. Strade minori di campagna e di montagna nascoste e sperdute. «Spesso presentando i nostri viaggi può venire il dubbio di essere finiti fuori strada- racconta Tagliacarne- Allora mi raccomando ai partecipanti di non chiedere informazioni a chiunque perchè chi non pedala tende ad indicare la via più veloce, statali o provinciali in genere. Invece noi cerchiamo strade zitte di cui è piena l’Italia, basta scoprirle, metterle in fila con fantasia e cognizione, montare in bici e farsi portare».