Gare di ciclismo più sicure? Stop alle radioline
«Siamo arrivati sulla luna 55 anni fa e non è possibile che non ci accorgiamo immediatamente della scomparsa di un corridore durante una gara…». Olivier Senn, capo del Tour de Suisse e del comitato organizzatore dei recenti Campionati mondiali in Svizzera, chiede il tracciamento Gps dei ciclisti professionisti durante le competizioni. Lancia la proposta alla luce di un biennio tragico che ha visto morire tre corridori professionisti: Gino Mader, Andrè Drege e la promessa svizzera Muriel Furrer , la juniores caduta alla fine di una discesa in un bosco senza che nessuno se ne accorgesse proprio durante la rassegna iridata che si è svolta pochi mesi fa a Zurigo. «Il tracciamento gps dei corridori in gara è una necessità- continua- per poter mantenere il controllo di tutti i professionisti…”. Necessità inderogabile per alzare il livelli di sicurezza delle competizioni che rispetto a qualche anno fa con i nuovi materiali, le nuove bici, le migliorie dell’aerodinamica sono diventate sempre più veloci. E in tema di sicurezza è intervenuto anche il presidente dell’Uci, David Lappartient durante i lavori dell’assemblea Aiocc, l’associazione che riunisce gli organizzatori delle gare ciclistiche da tutto il mondo svoltasi a Riva del Garda in Trentino in occasione della presentazione del Tour of the Alps del prossimo anno. Il presidente Uci, uno dei sette candidati per diventare presidente del Comitato Olimpico Internazionale che sarà eletto a marzo, ha parlato della possibilità di adottare i “cartellini gialli” e le possibili squalifiche per i corridori che adottano condotte scorrette in gara e dell’uso degli auricolari: “Abbiamo notato che c’erano meno cadute quando non c’erano gli auricolari- fa notare- Ad esempio, quando arriva la comunicazione che una carreggiata si restringe, la caduta non avviene quando la strada effettivamente si restringe ma in quel momento dell’allerta. Alcuni corridori, che non cito ma che posso assicurare essere grandi nomi, ci hanno chiesto di rimuovere l’auricolare. Ai Mondiali ci sono state meno cadute senza l’uso degli auricolari e non ho visto alcun corridore lamentarsi della mancanza. I direttori sportivi li vogliono per le tattiche e la strategia ma non è quello che vogliamo perchè questa non è sicurezza». Poi anche Lappartient è tornato sulla tragedia della Furrer: “E’ stato un incidente sconvolgente incidente e siamo in attesa delle indagini della polizia ma noi dobbiamo guardare sempre alla sicurezza e la tecnologia può aiutarci. E’ assurdo che nessuno si sia accorto che Muriel non era transitata sul traguardo…”