La nave con cui Filippo Mazzei raggiunse l’America, salpando dal porto di Livorno era la Triumph: una tre alberi da 220 tonnellate nata come nave da guerra della Marina militare britannica e poi acquistata da un armatore, William Rogers, che la trasformò in mercantile. Proveniente da Lisbona con un carico di zucchero, arrivò a Livorno il 3 agosto 1773. Vi rimase un mese, per alcuni lavori di sistemazione e per raccogliere il carico di Mazzei, deciso ad avventurarsi in Virginia per aprire un’azienda agricola, come consigliato dai suoi amici Thomas Jefferson e Benjamin Franklin.

Interessante soffermarsi sul carico che Mazzei fece stivare sulla Triumph: centinaia di piantine di olivo e talee di vite, sacchi di granturco da semina, orci d’olio, piccole botti di legno contenenti malvasia e vinsanto, forme di formaggio, numerose pezze di stoffa, scarpe e vestiti, vari tipi di indumenti, attrezzi per lavorare la terra (vanghe, zappe, aratri, pennati, erpici). Poi materiale per coltivare lo spirito: libri e carta da musica. Tra i volumi c’erano diverse copie del Dei delitti e delle pene (di Cesare Beccaria), stampate a Livorno.  A bordo della nave c’erano solo due animali, due pecore. Uno dei problemi principali, a bordo della Triumph, era l’acqua dolce: dodici botti dovevano bastare per tutto il viaggio, trenta giorni circa, non solo per bere ma anche per annaffiare le piantine.

Anche se ancora oggi poco conosciuto al grande pubblico, Filippo Mazzei partecipò attivamente alla guerra d’indipendenza americana come mediatore per l’acquisto di armi per la Virginia, e dagli storici è ritenuto uno dei padri della Dichiarazione d’Indipendenza americana, in quanto amico stretto dei primi cinque presidenti statunitensi: George Washington, John Adams, James Madison, James Monroe e soprattutto Thomas Jefferson, di cui fu vicino di casa, ispiratore, socio in affari e con cui rimase in contatto epistolare fino alla morte.

Sostenitore della cultura liberale, illuminista e repubblicana, in Europa così come in America, Mazzei  fu precursore di molte conquiste legate alle democrazie moderne, in ambito giuridico e istituzionale ma anche in materia economica e commerciale. Fu inoltre testimone privilegiato della rivoluzione francese, come rappresentante presso la Corona di Francia del re di Polonia Stanislao Poniatowski.

 

 

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