Sull’emergenza rifiuti a Roma grandi responsabilità sono da attribuire alla magistratura e alla sinistra estrema, dichiara Giovanni Hermanin a noi del Negazionista.
Per Hermanin infatti, che è stato assessore all’ambiente della Regione Lazio dal 1995 al 2000 e presidente dell’Ama dal 2006 al 2008,
“La sinistra estrema (DP, Rifondazione etc.) ha sempre fatto dell’opposizione ai termocombustori una questione identitaria del tutto indifferente alla questioni di merito. Infatti -prosegue l’ex presidente dell’Ama- nel momento in cui all’inizio degli anni 2000 le Giunte di centrosinistra avevano costruito il sistema (raccolta differenziata, TMB e trattamento dell’indifferenziato, impianti di separazione del multimateriale) che avrebbe chiuso il ciclo dei rifiuti romano, le prese di posizione della sinistra estrema in consiglio regionale rallentarono molto la procedura di approvazione del termocombustore dì Albano (si persero circa cinque anni prima per la localizzazione e poi per fare i conti con questa opposizione interna). Si distinse nell’opposizione Massimiliano Smeriglio, attuale braccio destro di Zingaretti”, tiene a precisare Hermanin.
Quanto alla magistratura invece, “l’inchiesta contro Cerroni -sempre per l’ex presidente dell’Ama ed ex assessore della Regione Lazio- è stata inventata di sana pianta (come ha dimostrato il processo conclusosi con l’assoluzione di tutti gli imputati “perché il fatto non sussiste”). Una inchiesta, prosegue Hermanin, che “ha definitivamente bloccato il termocombustore nel  2014, quando era in fase di montaggio. A quest’ora Roma avrebbe un sistema di smaltimento integrato come Parigi. Londra, Berlino, Madrid, Kopenhagen, Berna, Milano e Torino”, chiosa Hermanin.
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