C’è un che di paradossale e deformante, nella polemica sulla “rottamazione” di vecchi leader politici. Va da sé che l’età non sia un buon metro di valutazione, e che il rincoglionimento possa manifestarsi in qualsiasi stagione della vita (d’altronde, come si dice, è la mamma degli stolti a restare più facilmente incinta). Ma ciò che ci sembra un po’ assurdo è che il popolo degli elettori reclami la non ricandidatura degli stessi personaggi che, da una vita, si ostina a voler eleggere. E’ come se un drogato protestasse contro il pusher dopo essere andato a cercarlo ed avergli chiesto la cocaina. Assodato che certi politici di stupefacente hanno soprattutto la longevità della poltrona, basterebbe che gli stessi contestatori alle prossime elezioni evitassero di votare in massa per i vari D’Alema, Veltroni, Bindi eccetera. Perché hanno continuato a farlo in tutti questi anni? Forse perché i partiti che propongono quelle vecchie star, “di democratico”,  talvolta hanno solo il nome e talaltra neppure quello? O forse c’è qualcosa di deforme nella stessa nostra idea di democrazia? La nostra scelta “libera e segreta” nella realtà delle cose non è purtroppo né l’una né l’altra: sanno già che noi, per forza d’abitudine o per rincoglionimento, finiremo per votare chiunque ci sarà messo davanti. E sarà sempre il peggiore.

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