Le streghe non volano all’alba
Certe streghe, certi fantasmi, certi vizi logici, non sono come gli incubi. Non svaniscono all’alba. Si perpetuano di generazione in generazione, più che volare alto vomitano accuse, più che convincere urlano per reclamare potere, più che pensare battono i piedi. Ma chi scrive male e parla male, dice un personaggio di Nanni Moretti, pensa male. Le parole sono importanti, così come la conoscenza dei fatti. Per uno che vuol fare il giornalista non un precetto, ma una religione. Il resto fa parte del vissuto di una persona, della sua intelligenza, della sua cultura e della sua educazione, ma lì si può fare davvero poco.
Una giovane che scrive sul Manifesto scrive indignata in quanto è stata da me tacciata di strumento (presumo inconsapevole, vista l’età) di logiche vetero-femministe e di mammismo. Sull’esistenza e la storia di entrambi, sulla loro influenza positiva e negativa (più spesso temo negativa) sulla cultura italiana, se non sa, sarebbe bene che procedesse a informarsi. Perché li ho tirati in ballo, scrivendone come di avvoltoi che si gettano su carcasse inermi? Perché la gravissima, ingiustificabile violenza fatta al bimbo di Cittadella merita silenzio o conoscenza dei fatti, lettura delle carte, sensibilità estrema. Atteggiamenti non mostrati dai politici, a cominciare dalla sguaiata Mussolini televisiva, né dai molti giornalisti accorsi a sbranare le carni. Come per tante storie simili, strazianti, ma ognuna diversa dall’altra, si richiede silenzio, rispetto e prudente conoscenza di fatti dolorosi: ogni sbavatura è colpevole. Associare la triste, ininfluente querelle sull’esistenza o meno della Pas, la sindrome di alienazione parentale, alla violenza tout court nei confronti delle donne e dei bimbi – reati penali esistenti, gravissimi, che nessuno mette in discussione – è una colpevole sbavatura. Che offende le tante associazioni di donne e uomini che difendono i diritti dei bambini ad avere due genitori e uno sviluppo equilibrato (che sarebbe persino prescritto dalla disattesa legge sull’affido condiviso).
Si tratta perciò di un atteggiamento da avvoltoi: gente che si vuole infilare a tutti i costi, a sproposito, piedi nel piatto, per specularci su. In questo caso, sulla drammatica vicenda di un papà che, stremato dal dolore, non sa più che fare per rivedere il bimbo (e probabilmente alla fine sbaglia). E una madre che, vittima di una sindrome maternale, ha dimostrato in questi anni un atteggiamento da “lupa” feroce, più che di mamma tesa al benessere del proprio figlio (e ha sbagliato cento volte).
Ma i figli non sono cose, non sono giocattoli. Non sono proprietà privata delle mamme. Non si manipolano. Non deve essere loro sottratto alcun affetto (nonni compresi).
P.S. Non intendo polemizzare con la signorina – di cui non rammento il nome – che ha la ventura di scrivere sul foglio che fu del glorioso Luigi Pintor. Se mi sono soffermato su qualche precisazione riguardo alcuni passaggi di un suo violento e gratuito attacco alla mia persona (oltre che a questo giornale e al suo direttore Sallusti) è soltanto per due motivi. Primo, perché coinvolge persone che nulla c’entrano con ciò che ho scritto (guardi che da noi non funziona il comitato centrale che detta la linea da seguire, benedetta ragazza: lei deve avere brutte frequentazioni e una dieta, a base di avvoltoi, che le fa fare brutti incubi). Secondo, perché il tema di cui ho parlato è davvero troppo importante, per ridurlo a una piazzata tra giornali e giornalisti.
P.P.S. Il vizio denunciato nel mio articolo dev’essere contagioso. La sedicente “Giulia”, associazione o nome collettivo o collettivo femminista che sia, si fa venire una crisi isterica di solidarietà all’articolista del “Manifesto”. Pasticcione e imprecise, violente in ogni manifestazione, costoro sbagliano fatti e circostanze: il caso Sallusti riguarda “Libero” e non il “Giornale”, Renato Farina lo conosco poco e meno ancora lo stimo, il Giornale non è un collettivo e ognuno risponde per sé. Si tranquillizzino: il mandante di me stesso sono io. Riguardo alle più arrabbiate iscritte di questa singolare “Giulia”, più che lezioni di giornalismo avrebbero bisogno di tornare a scuola. In special modo di buone maniere.
Siti per saperne di più sull’affido condiviso e le lotte per la bigenitorialità:
Colibrì, coordinamento interassociativo per le ragioni dell’infanzia
http://www.colibri-italia.it/
info@colibri-italia.it
Adiantum, Associazione di associazioni per la tutela dei minori
Pronto Soccorso Famiglie, associazione nazionale