Dove non salterà Grillo
Beppe Grillo a Palazzo Chigi? Tutto è possibile, se il suo Movimento confermerà alle Politiche l’exploit siciliano. Sarebbe una catastrofe? Non è detto, e non soltanto perché i suoi parlamentari, al netto dell’inesperienza, non potranno mai fare peggio di questi politici. Ma resta il fatto che, all’indomani di un eventuale successo, gli uomini di M5S avranno il destino nelle loro mani. Esso si giocherà su tre fattori.
Primo: la qualità degli eletti, considerati i metodi abbastanza approssimativi di selezione, e la qualità dello stesso Grillo (ammesso e non concesso che sia lui il candidato premier). Saranno in grado di fare il salto di qualità richiesto, assumersi responsabilità, avere l’umiltà di studiare e accettare una mentalità organizzativa della quale per il momento non si sono poste neppure le basi?
Secondo: i contenuti “local”. E’ uno dei punti di forza di M5S. I ragazzi che si sono impegnati nel movimento hanno dalla loro l’entusiasmo, l’attitudine al lavoro di gruppo, la capacità di individuare i problemi reali che affliggono i cittadini. Al di là del tipo di scelte che vengono fuori (variano a seconda dei luoghi e delle tematiche), il M5S mostra un buon radicamento sul terreno delle “cose concrete”. Tale da poter rappresentare una modalità fresca e puntuale per affrontare e risolvere molte delle questioni cardine che vengono avvertite come “importanti” nella vita di ciascuno. Sarà essenziale che queste qualità non vengano disperse.
Terzo: purtroppo non tutti i problemi sono a carattere “local”. Anzi, la maggior parte deriva da scelte di fondo che sono a monte, e dunque da politiche “global”. Hic Rhodus, hic salta: qui avverrà il cruciale “salto del Grillo”. Che strada prenderà, una volta al potere? Quella dei movimenti di contestazione, come si sono visti in Grecia, Spagna e altrove, oppure si “calerà” nella realtà dell’Europa? Chiariamoci bene. Le pulsioni anti-europeiste sono un tema di facile presa propagandistica (per il momento è chiaro come Grillo stia saldamente in questa logica). Perché siano linee programmatiche “vere”, bisognerebbe confrontarsi con tutte le conseguenze di una decisione, a partire dall’uscita dall’euro: non basta proporre un referendum tra gli italiani. Persino gli economisti non sono concordi su quanto ne deriverebbe: diciamo che la maggior parte di essi considera l’evento disastroso proprio per i ceti nei quali pesca il M5S (svalutazione della lira, aumento della disoccupazione, balzo del costo delle materie prime, crisi totale per almeno cinque-dieci anni eccetera). Potrebbe un movimento che vuole essere (e restare) popolare, prendersi la responsabilità di scelte così impopolari? Escludendo un golpe di natura dittatoriale, tendiamo a escludere un simile scenario. Ma Grillo ha un’altra possibilità: quella di confrontarsi con la logica dell’Europa unita, come stare al governo gli impone. Come potrebbe farlo? Facendosi paladino europeo della totale riforma dei meccanismi Ue, a cominciare dal deficit di democrazia. Se, come diciamo tutti da mesi, le decisioni economiche sono obbligate e in pratica ci governa la Merkel, almeno che i cittadini d’Europa decidano se votare lei o, faccio per dire, il candidato della Spd. Un voto diretto, che consenta di non essere neppure più costretti a mantenere costose classi politiche intermedie “locali”. Se Grillo fosse davvero un rivoluzionario, dovrebbe anzitutto proporre di invertire il rapporto tra Europarlamento, Commissioni e governi dei singoli Stati. Ogni cittadino d’Europa dovrebbe poter votare per il Parlamento europeo e, dunque, per il premier della Ue e un suo governo con tutti i poteri. Ai politici dei singoli stati nazionali non resterebbe che il ruolo di esecutori di quanto deciso a Strasburgo (o, più o meno, quelli che hanno i governatori dei singoli stati negli Usa). Sarebbe una battaglia epocale, sulla quale trovare ampie convergenze tra gli altri leader europei, forte del consenso della stragrande maggioranza degli europei. Una prova di coraggio sulla quale, temiamo, più che “salto del Grillo” sarebbe Grillo a saltare.