La classe di Renzi va in paradiso (fiscale)
Grazie a un’interessante ricerca di due giornalisti del Fatto quotidiano (Stefano Caselli e Giampiero Calapà), apprendiamo che pochi giorni prima della cena pro Matteo Renzi, organizzata dal finanziere Davide Serra, l’ente Cassa di Risparmio di Firenze ha investito 10 milioni di euro in Coco bond del fondo Algebris dello stesso Serra. Un investimento “ad alto rischio”, come si spiega nel sito ufficiale della Borsa italiana e come testimonia un rendimento altissimo, l’11 per cento. Secondo alcuni analisti queste obbligazioni “ibride” convertibili, i Coco bond, hanno un margine di rischio talmente elevato da essere come dei nuovi subprime, quelli all’origine della crisi dei mutui americani e della Grande crisi economica che attraversiamo. Crisi nella quale l’Algebris Coco Fund di Serra pare destreggiarsi più che bene, potendo vantare guadagni, nel 2012, pari al 45 per cento per i 900 milioni di dollari gestiti (fonte: Financial Times).
Sappiamo bene che l’etica negli affari non ha mai (o quasi mai) avuto corso legale. E ognuno investe i propri soldi come meglio crede. Se non fosse per due particolari non irrilevanti: che nello Statuto della Fondazione è previsto (come da prassi) che l’ente opera “con lo scopo di favorire il risparmio e la previdenza delle classi meno agiate, prevedendo la destinazione dei profitti esclusivamente a scopi di utilità sociale” e che nel comitato di indirizzo della Cassa di Risparmio fiorentina figura anche il portavoce di Renzi, Bruno Cavini, a suo tempo nominato dallo stesso sindaco (come da prassi). Anche il presidente della CaRiFi, Jacopo Mazzei, è buon amico del sindaco, mentre nel cda della Fondazione siede l’imprenditore Marco Carrai, indicato come vera “eminenza grigia” del sindaco, nonché uomo legato all’Opus dei e insignito di incarichi cittadini (Firenze Parcheggi e Gabinetto Viesseux).
Ogni giudizio morale è rimandato al giudizio dei lettori (e magari elettori delle primarie). Detto senza alcuna simpatia per il finanziamento pubblico ai partiti, ciò che ci appare incontrovertibile per chi plaude alla politica finanziata dai privati è che sa quel che lascia ma non sa quel che trova.