Beppe Grillo ama sbalordire. E’ il modo in cui si riesce a far parlare di sé in questo Paese e in questo sistema della comunicazione. Ancora più sbalorditivo, però, è il modo in cui il conformismo imperante riesce a camuffare e a travisare le frasi, magari scomode perché toccano nodi profondi dell’agire politico. L’uscita sull'<abolizione dei sindacati> è a suo modo paradigmatica, esempio clamoroso della distanza tra la gente comune, le esigenze del mondo del lavoro e la politica sorda, con i giornali e le televisioni a essa asservita.

Grillo ha sostenuto, magari con qualche dose di velleitarismo, una tesi cara a Karl Marx, che Lenin ha tentato di realizzare con il sistema dei Soviet, che a suo modo era stata fatta propria dal corporativismo fascista e che successivamente è entrata persino nel mondo liberal-capitalistico post-bellico sotto il nome di cogestione. Suggestione talmente raffinata e innovativa da essere accolta nella nostra Costituzione agli articoli 46 e 99. Articoli che sono rimasti, colpevolmente, lettera morta. Per l’imbarazzante precedente del Corporativismo fascista? Anche. Ma soprattutto per l’interesse congiunto dei padroni delle aziende e dei padroni delle organizzazioni sindacali (che ritenevano di essere bypassati in un sistema del genere, perdendo così la loro rendita di posizione, il loro potere di rappresentanza dei lavoratori e di ricatto nei confronti dei padroni).

La frase esatta del leader di Cinque Stelle recitava: <La proprietà delle aziende deve essere dei lavoratori, a quel punto sono inutili anche i sindacati, che hanno la stessa mentalità vecchia dei partiti, e che andrebbero a quel punto aboliti>. Apriti cielo. Incuranti e immemori della loro stessa storia, delle proprie radici, gli eredi del Pci e persino la Cgil hanno subissato di accuse l’ex comico, tacciandolo di fascismo. Nonostante Grillo abbia insistito nel suo Tsunami tour, spiegando che <come succede in Germania e negli Stati Uniti, i lavoratori devono entrare nel cda delle aziende>, il Pd e le mosche cocchiere dei mass media hanno continuato a gridare al reato di lesa maestà. Non capendo, anzi, fingendo di non capire che l’abolizione dei sindacati sarebbe una logica conseguenza dell’ingresso dei lavoratori nella stanza dei bottoni. Grillo si richiama ai Soviet e quelli l’hanno preso per fascista. Ignoranti e truffatori, usano le armi di distrazione di massa per restare inchiodati alle vecchie (e povere) certezze. Vedono nel Grillo parlante il maggior pericolo al loro potere. Dio acceca chi vuol perdere.

Tag: , , , ,