Su Marte con Grillo, io spero che ce la caviamo
Ecco sì, bene, ottimo, geniale idea, come sempre. Caviamocela con un bel “Vaffa“, che era tanto tempo che non lo facevamo più. “Vaffa” alla destra e “vaffa” alla sinistra”, al “centro”, ai problemi e, soprattutto, ai giornalisti. Un giorno da ricordare, come sempre, un “Vaffa” galattico, di quelli che durano ventiquattr’ore di fila. Grazie, Beppe Grillo, grazie. Era tanto tempo che te lo volevamo dire, che c’era malcontento nel gruppo, serpeggiava come un cobra velenoso tra i nostri banchi. Ma al “Vaffa” nessuno di noi ci sarebbe arrivato, come sempre ci hai illuminato. Ci hai risolto un bel problema. Anche perché, metterci qua in queste due Camere, anzi no ci dicono che si chiamano diversamente ma non ci ricordiamo come diavolo si chiama l’altra, non è stata poi un’idea felicissima. No, per carità, senza offesa, intendiamoci, ottima per le nostre vite, per il conto in banca, anche se è davvero triste a fine mese, lo confesso. Ci piange il core a lasciare tutto quel ben di dio ogni mese a non si sa chi, con gli altri che pappano e vivono beati. Ma noi siamo “diversi”, e siamo fieri di esserlo. E poi, anche se ci resta poco, a caval donato non si guarda in bocca, e tu, caro Beppe, ci hai insegnato che non si fa. E noi non lo facciamo. Però qua è una noia, i giornalisti sono insopportabili, ci corrono dietro per farci lo sgambetto. Al bar, no come lo chiamano qua?, la buvetta (ma che vorrà poi dire?), manco possiamo andare che poi ci criticano e finiamo sui giornali. Stiamo tutto il giorno nel nostro posto, come ci hai raccomandato tu, che sennò quel cerbero del capufficio stampa, lì il coso, come si chiama, ci rincorre col randello. E poi è così dolce, a volte, stare qui. Parliamo, parliamo, parliamo: dio, quanto parliamo! Ci raccontiamo i nostri problemi, cioè non soltanto quelli di qua, che nessuno ci vuole, nessuno ci considera, e anche tu, Beppe, hai detto che siamo del tutto inutili… Ma a volte ci raccontiamo anche quelli più personali, ed è davvero una bella esperienza, chi l’avrebbe mai detto… Sta venendo fuori un gruppo di persone bellissimi, anzi eccezionali, ci vogliamo bene un sacco… Beh tutti proprio no, ci sono alcuni che si vede che hanno messo su spocchia, si guardano l’ombelico tutto il giorno e si atteggiano a “onorevoli” (che minchiata!). Si vede che stanno in trattative, muoiono dalla voglia di passare con il Pd, ma poi hanno paura della gente che li aspetta sotto casa, e quindi stanno con noi, ma che rottura, perché non se ne vanno, come hai detto tu? Ci riempiono la testa di certi dubbi… Sì, dubbi, dubbi, sono proprio dei cacadubbi. Insomma, se qua tutti volessimo pensare ognuno con la propria testa che fine faremmo, dove andremmo a finire? Basti e avanzi tu, Beppuccio nostro. E naturalmente Casaleggio, che io poi all’inizio pensavo che fosse un formaggio cui tu facevi la pubblicità in tivù… Poi magari qualche volta pensa anche quello lì dell’ufficio stampa, il blogger che non mi ricordo mai il nome, ma si sa che lui dice e scrive quello che gli dice Casaleggio, che a lui non piace uscire sui giornali adesso. Lui ci vuole comparire nel 2050, quando avremo fatto la rivoluzione. Sì perché noi faremo la rivoluzione. Senza le armi… fateci votare e vedrete. Beppe ce l’ha promesso, e quando poi ci sarà il casino mondiale, Casaleggio ci porterà sull’astronave che tiene in garage e ci salverà su un altro pianeta. Sì, un altro pianeta. Forse Marte! Sarà tutto diverso, tutto bello. Non ci saranno né Pidielle né Pidimenoelle, né Renzi né Berlusconi, e nemmeno i giornalisti. Un po’, in grande, come il pianeta nel quale viviamo noi qui rinchiusi in queste stanzette, dove ci addestriamo a fare degli emendamenti fortissimi, fichissimi, che poi questi stronzi con cui stiamo in guerra non ce li prendono… Ma è un’altra storia. Quando saremo tutti sull’altro pianeta saremo pronti e potremo ricominciare, e sarà stupendo. Io spero, anzi sappiamo che ce la caviamo. E vaffanculo a questa Terra! (mo’ l’ho detto, che bellezza, che senso di liberazione).