La fiducia è una cosa seria
Dice: speriamo tutti in Renzi, che se la cavi (e ci cavi d’impiccio, magari d’impaccio). E però il ragazzo non sa da che parte cominciare e comincia a fare pure errori di simpatia. Transeat. Solo che la sua maggioranza è la solita maggioranza di sempre, litigiosa come sempre, e lui deve andare avanti a colpi di fiducia. Altrimenti no, nun gniela fa.
Dice: ma è colpa della maggioranza sinistra-centro, deve governare con Alfano, poverino. In effetti è vero, ma non gliel’ha mica prescritto il medico, bensì gli italiani – almeno così dicono. Magari hanno pure cambiato idea, visto che spaccare il melone in tre non ha portato bene, e se uno fa il cattivo gli altri due son costretti alla comunella. Ma farli esprimere di nuovo, gli italiani, no non si può, perché sarebbe tutto inutile, ha fatto sapere il Gran Vecchio del Colle. Solo che i maggiori problemi a Renzi glieli dà il suo partito, il non-partito, il mai-arrivato. Chissà se ce la fa, allora.
Dice: ma ci vuole rispetto, lui sta facendo la rivoluzione dentro il Pd, che così ce lo restituisce bello nuovo, riverniciato di fresco e con la testa a posto. Solo che un Pd del genere c’era già, ed era il Pdl, forse pure ringiovanito assai, ma l’inesperienza non è una colpa, è un’opportunità. Oh, allora è sicuro che sbatte.
Dice: il Paese verrà rivoltato come un calzino. Per ora a rivoltarsi sono gli italiani, che le calze ce le hanno bucate. Tutto funziona come prima, anche peggio. Il casino s’è unito alla velocità dei Casini, che già ne ha fatti tanti, e dunque viene potenziato secondo la nota formula E=mc2. Ah beh, ma allora non se ne viene mica fuori.
Dice: la comunicazione però è tutto. E il giovanotto ci sa fare, comunica comunica, qualcosa resterà. Non il Senato che abbiamo conosciuto, non le Province che (mai) abbiamo amato, non il lavoro che (non più) nobilita l’uomo. Una riforma al mese non ci riduce le spese. Ma con un po’ di ripresa sarà compiuta l’impresa, dice. Matteo ci spera, e noi siamo a bomba: a sperare che ce la caviamo.
Dice: ma forse quello che sembra è. E cosa sembra? Che siamo già in campagna elettorale: belli e brutti ci stiamo tutti. Ne verrem mai fuori? Forse si potrebbe andare tutti allo zoo comunale. Ah sì, ah beh.