Il partito? Un taxi che prendo ma non pago

Come nel western-spaghetti che è la nostra politica, ci sono volti in Parlamento che rappresentano le diverse facce della stessa medaglia. Peccato che sia sempre quella di bronzo. Prendiamo il <belloccio> Matteo Richetti, emiliano, renziano d’avanguardia finito a litigare con il premier e dunque in un cono d’ombra,  sia pure attenuato da ampi squarci di luce  televisiva. Si tratta infatti dell’ospite-tipo nel quale t’imbatti a qualsiasi ora, su qualsiasi rete, seduto a qualsiasi talk chiacchiera-e-distintivo (piace da matti alle/ai quarantenni, pare). Il <bruttino> della storiella è invece tal Massimo Florio, deputato astigiano quasi-modello, con l’81 per cento di presenze in aula […]

  

La fiducia è una cosa seria

Dice: speriamo tutti in Renzi, che se la cavi (e ci cavi d’impiccio, magari d’impaccio). E però il ragazzo non sa da che parte cominciare e comincia a fare pure errori di simpatia. Transeat. Solo che la sua maggioranza è la solita maggioranza di sempre, litigiosa come sempre, e lui deve andare avanti a colpi di fiducia. Altrimenti no, nun gniela fa. Dice: ma è colpa della maggioranza sinistra-centro, deve governare con Alfano, poverino. In effetti è vero, ma non gliel’ha mica prescritto il medico, bensì gli italiani – almeno così dicono. Magari hanno pure cambiato idea, visto che spaccare […]

  

Le pantofole di Epifani

Toh, chi si rivede. La sinistra di lotta che si tiene ben distante da quella di governo seduta a Palazzo Chigi. Distinta, distante e ricambiata, visto che il leader postcigiellino Guglielmo Epifani giunge alla svolta più eclatante per un ex sindacalista: mettersi in pantofole e vestaglia per disertare la piazza dei lavoratori. Proprio come accadde nel Settantasette a Enrico Berlinguer, ritratto da Forattini nella celebre vignetta mentre sorseggia un tè davanti alla finestra dalla quale sale la vibrante protesta dei metalmeccanici. Ci risiamo, ecco ancora la Fiom, e se allora il Pci era alla vigilia del governo di solidarietà nazionale, […]

  

Il partito della coperta

Roma, largo del Nazareno, dieci di sera. Guardare Bersani all’uscita dal “caminetto” scongelatore (obbiettivo fallito) è anche il colpo d’occhio che fa capire lo stato in cui versa il Pd. Al di là di tutte le analisi politologiche già svolte (tutte corrette, ma anche insufficienti a dare il senso della realtà concreta). Per un partito denominato con l’aggettivo più pleonastico nell’universo dei Paesi occidentali, cioè “democratico“, lo scandalo è sentire il segretario uscente esser costretto a precisare: “Eleggeremo un segretario non precostituito, siamo in democrazia, eh…”. Certo, siamo in democrazia. Ma l’excusatio non petita ha un solo significato paradossale: che […]

  

A Vendola non resta che il Pd

Avranno pure rottamato qualche vecchio arnese, ‘ste primarie del Pd. Ma non si può negare che siano state una bella dose di Gerovital per un partito nato vecchio, cresciuto malato e fino a pochi mesi fa ridotto in fin di vita. Merito di Bersani e di Renzi: operazione riuscita e miracolo compiuto. In attesa del botto conclusivo, magari di un finale a sorpresa (e se Renzi sconfitto facesse “saltare i giochi”?), il secondo movimento in atto sul quale interrogarsi riguarda la sinistra di Vendola. Con il Pd in salute a Palazzo Chigi, gli spazi d’opposizione radicale occupati da Grillo (che […]

  

L’opera dei Pupi

Che bello e tenero è il giornalismo italiano, la cui vocazione principe resta quella di megafono del potere vigente, senza trascurare quello entrante. Fin troppo tenero, se da settimane sui mass media le primarie del Pd riempiono i vuoti e le tristezze della politica. Imbracciando i temibili mitra della categoria (conformismo e superficialità), gli entusiasti sono giunti al culmine dell’osanna grazie al benedetto duello Bersani-Renzi, provvidamente elargito dalla rete ammiraglia della Rai in prima serata. A seguire, quotidianisti d’ogni ordine e grado hanno così potuto avidamente esaudire ogni legittima curiosità sull’evento. I disegnini sulla cravatta del segretario, le sagaci battute […]

  

Metti un Bersani nel motore

Metti un Pier Luigi nel motore. No, non funziona. Con Pigi si vola. Peggio. Riparti dalla pompa di Bettola. Oddio. Si vorrebbe sapere chi ha consigliato al povero Bersani di lanciare la propria scalata a Palazzo Chigi dalla stazione di rifornimento del babbo in provincia di Piacenza. La scena non ha evocato agli italiani il quadro di Hopper, “il cui protagonista ricorda vagamente i tratti somatici del segretario”, come  ha scritto qualche biografo cortigiano. Né ha fatto venire in mente la prima esperienza lavorativa del Bersanino, “che cosa significhi il gelo intorno alle mani e la neve nelle scarpe”, anche […]

  

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