Contro Sansal

Troppo facile spostare le lancette del tempo in avanti. Troppo scomodo tornare indietro di due secoli. Chi sono i padroni dell’Occidente? Non chiedetelo a George Orwell ma a Boualem Sansal, scrittore algerino e autore del romanzo “2084. La fine del mondo” in uscita in Italia per Neri Pozza. Quello che in Francia è stato un caso editoriale racconta un Paese del futuro nato sulle ceneri di una grande guerra contro la miscredenza, l’Abistan, in cui si parla solo in abilang, una lingua  che ha soppiantato tutte le precedenti, e dove la religione del dio Yolah e del suo messaggero, il profeta […]

  

Un calcio alla civiltà

Non uso mai la prima persona nei miei articoli ma questa volta faccio uno strappo alla regola. Vado allo stadio una decina di volte l’anno anche perché in Italia telecronaca (Sky) e giornalismo sportivo (Tiki Taka, Rivista Undici, Sky Club) narrano l’epica del calcio in modo esemplare. Così l’altra sera mi sono ritrovato in Tribuna Tevere con mio padre e un panino salsiccia, maionese e peperoni, a vedere la partita di Champions League Roma contro Real Madrid. C’erano i grandi campioni del pallone moderno, Cristiano Ronaldo, Jesé, James Rodriguez, c’erano i fuoriclasse, Perotti e Modric, c’era intelligenza tattica, c’era il palleggio […]

  

L’Iran come non lo conosciamo

La Persia contemporanea spiegata a  Giulia Innocenzi (“popolo di molestatori”), Matteo Salvini (“popolo che legittima le spose bambine”) e Philippe Daverio (“popolo di pecorai”).   Non ci si può sbarazzare della Repubblica Islamica d’Iran con una retorica che esiste soltanto da un paio di secoli: quella dei diritti umani. Qualsiasi storia plurimillenaria merita di essere raccontata sotto la lente di Claude Lévi-Strauss, l’antropologo francese che teorizzò “il relativismo culturale”. Prima di giudicare aprioristicamente una società è bene conoscere le ragioni di un sistema valoriale (usi, costumi, tradizioni, riti) per comprenderne in un secondo momento la significatività e la coerenza. La Persia […]

  

D&G, emiri, e fashion Islam: come ti mercifico il velo

Domenico Dolce e Stefano Gabbana lanciano una nuova collezione chiamata Abaya per le donne interamente velate ed è subito “scontro di civiltà”. Sono bastati degli occhiali floreali, delle borsette colorate e delle tuniche a pois per gettare nel panico chi grida istericamente alla “sottomissione” – povero Houellebecq – della nostra società moribonda. Vallo a spiegare a Francesco Borgonovo (e a Dago che ha rilanciato l’articolo apparso oggi su Libero) che l’Occidente di cui parla si è forgiato su quel velo considerato a torto “retrogrado e oppressivo”. La Madonna, madre di Gesù, lo indossava quotidianamente, come viene messo sul capo delle spose […]

  

La teoria del tutto è quella di Checco Zalone

Con “Quo vado?” (prodotto da Pietro Valsecchi, regia di Gennaro Nunziante), Luca Medici, in arte Checco Zalone, si conferma il miglior comico vivente in Italia (e in Europa, al pari di Dieudonné). Altro che subcultura, se gli animatori del ceto cultural-mondano e politico avessero anche un briciolo della sua sottigliezza intellettuale il nostro Paese tornerebbe a dettare i tempi dello spirito occidentale e della storia delle idee. Zalone, già campione di vendite, sparisce per mesi, non rilascia interviste, non cura i social network, non appare costantemente in televisione, e ricompare all’improvviso a fine anno con un suo film che riempie […]

  

L’UE vista da un italianissimo strapaesano

“Siamo schiavi semiliberi di questo micro regno assoluto, obbligati ogni tanto a versare il nostro tributo alla trascendenza” scrive Renato F. Rallo in un articolo (pag.12) dedicato alla città eterna, capitale di una comunità nazionale incompiuta: l’Italia. Ecco che dalle tipografie romane esce impetuosamente il nuovo numero della rivista strapaesana trimestrale “Il Bestiario degli Italiani” (euro 3, pp 40, Circolo Proudhon Edizioni), supplemento cartaceo del quotidiano online L’Intellettuale Dissidente. In copertina c’è “Pulcinella in croce”, disegnata dal giovane partenopeo Mario Damiano, mica un uomo seminudo e bendato che, gioco di parole permettendo, “strizza l’occhio al gay-friendly” e “al lettore dell’ultima […]

  

Un biglietto di sola andata per la Innocenzi

Inseguimenti nel bazar, palpate di sedere, aggressioni fisiche, uomini con il pene di fuori. Una nazione plurimillenaria sotterrata da una retorica diritto-umanista che ha soltanto due secoli di vita. Il racconto tragicomico di Giulia Innocenzi non appena tornata in Italia dopo il suo viaggio in Iran rivela tutta l’arroganza di un giornalismo allo stato terminale. Non ci sono più i terzomondisti di una volta. Almeno loro le tesi contro l’etnocentrismo di Levi Strauss le sostenevano veramente. Oggi invece sono diventati quei cosmopoliti disprezzati da Antonio Gramsci, padre del pensiero “nazional-popolare”: solidali con gli stranieri, al punto di amarli più degli […]

  

La società islamica come l’Italia degli anni d’oro (’50 e ’60)

L’Italia degli anni Cinquanta si differenziava per la sua vocazione rurale, religiosa, provinciale, nella sua accezione positiva. L’Italia delle ritualità, delle processioni, dei miracoli, che dopo la catastrofe della guerra si preparava al giubileo proclamato da Papa Pio XII, con il tacito consenso del Partito Comunista Italiano. Il 24 giugno 1950, Maria Goretti, morta in uno stupro a soli dodici anni nel 1902, è proclamata santa e diventa improvvisamente simbolo della castità in un Paese ancora contadino minacciato secondo la Chiesa Cattolica, Apostolica e Romana, dal materialismo. “La famiglia alle madri, l’autorità ai padri, la verginità alle fanciulle” è l’espressione […]

  

#JeSuisBikini, ora lo scontro di civiltà è femmina

Sia Le Monde che Libération hanno reso noto in questi giorni che la magistratura francese tende ad escludere un movente religioso alla base del pestaggio che ha vista coinvolta la 21enne Angelique Slosse, picchiata la settimana scorsa in un parco della città di Reims soltanto perché prendeva il sole in bikini. Ad averla aggredita sarebbero state cinque ragazze, di cui due musulmane. “Esposizione del proprio corpo in modo immorale in un luogo pubblico”, pare fosse la motivazione delle aggreditrici. Ma a prescindere che si sia trattato di un movente religioso o meno, da condannare sia chiaro, è interessante notare la reazione […]

  

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